CORRIERE DEI PICCOLI - MILANO
" PALLACANESTRO 1967 "
INSERTI DEL CORRIERE DEI PICCOLI
N° 16 DEL 16 APRILE 1967
FIGURINE
PRESENTAZIONE
1. INTRODUZIONE
Nel paginone centrale del corrierino di aprile 1967 ecco comparire due splendide facciate interamente dedicate ad uno degli sport più dimenticati dal mondo delle figurine degli anni ’60: la pallacanestro, come era detto allora, all’italiana, il basket!
Eppure era uno sport in pieno progresso sia tecnico che di pubblico, capace di convogliare anche forti passioni, specie nelle città con più di una società, prime tra tutti Milano e Bologna con i loro infuocatissimi derby.
Negli anni ’60 nascono le leggende delle “scarpette rosse”, mentre ancora si gioca in palestre appena attrezzate in attesa dei prossimi nuovi palazzi e palazzetti dello sport.
La popolarità di certi sport dipende tantissimo da due fattori, la loro giocabilità e la loro diffusione televisiva.
La scherma, ad esempio, sport nobilissimo e bellissimo, nella cui arte noi siamo assoluti maestri e che rappresenta anche il massimo orgoglio olimpico del nostro paese non è uno sport giocabile, perché se due ragazzi o bambini tentassero di infilarsi con dei ferri per strada correremmo immediatamente a fermarli.
Il calcio è giocabile, non serve nemmeno un pallone, bastano degli stracci arrotolati e tanta voglia di calciarli!
Per quanto riguarda poi la diffusione televisiva siamo nel banale, più i giovani possono “vedere” i loro campioni più ci sarà voglia di imitarli e comunque più ci si legherà alle loro gesta di cui possiamo essere fedeli testimoni anche a migliaia di chilometri di distanza.
Negli anni, però, questo elemento positivo, anzi indispensabile, per la divulgazione popolare di uno sport (sia sotto il profilo degli incassi che sotto quello tecnico - inteso come allargamento della base di praticanti, quindi come forza per la crescita tecnica dello sport nazionale) è divenuto quasi deleterio dato che l’offerta è divenuta talmente vasta e costosa che quelli che una volta erano “eventi” oggi sono quasi declassificati.
Divagando…. A volte è bello spendere del tempo in occasione particolari per seguire uno sport “minore”, che ne so, i tuffi, ma evidentemente la cifra tecnica di comprensione che per molti è: “panzata” = tuffo sbagliato, non ci fa comprendere esattamente le difficoltà tecniche cui si trovano di fronte quei ragazzi che lo praticano.
Resta il fatto che la televisione ha anche ucciso diversi sport, uno per tutti il rugby di cui si vedono a pagamento solo partite di campionati esteri o della nazionale.
Da ragazzo conoscevo tutto delle squadre di rugby italiane, del campionato, del Calvisano, dell’Aquila rugby, oggi niente rugby, sembra che non ci sia neppure più un campionato, però ti fanno vedere partite di calcio della serie “C” del Perù!!!!
La nostrana pallacanestro rischia, oggi, proprio quello che è successo al rugby: quasi nessuna o poca presenza in tv (se non per partite delle coppe europee, mentre si fanno nottate per vedere i campioni N.B.A., ma poi chi siano i campioni d’Italia non ce lo dice più nessuno, o se ce lo dice qualcuno è una voce talmente in secondo se non terzo piano che dispone di pochi mezzi, poche immagini ed oggi uno sport non si regge più su chiacchiere!
2. IL PROGETTO E LA REALIZZAZIONE
La doppia pagina dedicata al basket nasce dall’idea di un grande giornalista sportivo dell’epoca: Fulvio Astori che dedica un ampio testo al basket in maniera molto semplice e didascalica per spiegare il gioco, la tattica e le varie regole che, per il basket, sono cambiate tantissimo nel tempo.
A piè di pagina, a cura di Aldo Di Gennaro, firma di molte tavole del c.d.p., una serie di disegni dedicati alle dimensioni del campo e ai “segni” degli arbitri verso il tavolo della giuria che sono estremamente interessanti perché devono essere veloci, anzi istantanei, data la velocità del gioco, facilmente comprensibili anche perché nel basket, a voce, immersi come si è in frastornante atmosfere schiamazzanti, nemmeno se urli ti riesci a far sentire!!!
In fondo alla pagina, solo 14 silhouette di importanti cestisti che componevano la rosa della nazionale, per fortuna, però ritratti con le loro maglie delle quattro squadre più in voga in quegli anni, le milanesi Olimpia (Simmenthal) e All’Onestà, alla varesina “Ignis” ed alla bolognese Virtus, all’epoca sponsorizzata “Candy” (le lavatrici) da cui provenivano.
Se avessero avuto tutti la maglia della nazionale avremmo perso i colori del campionato che comunque sono un ricordo particolare.
In una piccola sezione che apre la “sfilata” dei cestisti, tre firme “americane”, immancabili nei campionati di tutto il mondo che danno al basket di casa nostra una dimensione ancor più colorata e internazionale.
I disegni sono bellissimi e molto somiglianti, tanto che a distanza di tanti anni alcuni cognomi mi sono venuti a galla, dal più recondito sprofondo della memoria come sparati da una molla che non vedeva l’ora di riportarli a galla, Pieri, Riminucci, Lombardi, Flaborea… mitici
Questi ragazzi parteciparono alle olimpiadi di città del Messico del 1968, inclusi nel primo girone sconfissero tutti (compresa la Spagna) ad eccezione di U.S.A. e Jugoslavia e si giocarono il torneo per i posti dal 5° al 8°, ma furono sconfitti dalla Polonia e nella finale 7°-8° posto dalla Spagna che pure avevamo battuto nel girone iniziale.
Rispetto alle figurine del “Corriere”, riferite al 1967 la nazionale olimpica del 1968 aveva tutti i raffigurati in queste tavole con l’aggiunta delle nuove leve Recalcati, Vittori e Cosmelli.
3. ASPETTI COLLEZIONISTICI
Se volessimo procurarci queste fantastiche pagine di puro valore storico ed affettivo, non ci resta che metterci all’erta sulle piattaforme elettroniche, conoscendo anno e numero di pubblicazione non dovrebbe essere difficile da scovare e poi ci sono le fiere, dove però è meglio chiedere….
A livello di prezzi siamo in un terreno accettabilissimo, vale la pena di spenderci qualche asfittico euro, certe cose non hanno prezzo e, quando ce l’hanno lo hanno assolutamente abbordabile!
Buona collezione o.…buona ritagliata!!!!!