GIORNALFOTO - MILANO
LA STORIA
1. LA NASCITA
Questa piccola società milanese, ha una storia estremamente particolare ed ha lasciato traccia nei documenti ufficiali della Camera di Commercio di Milano che, sono con assoluta precisione, riferibili proprio alla “Giornalfoto” che ha editato le figurine, visto che, sul retro di queste è segnalato in maniera inequivocabile, l’indirizzo che corrisponde in tutto e per tutto a quello registrato sui documenti ufficiali.
E già è un bel punto di partenza!
Ovviamente è necessario aiutarsi un po’ con una immaginazione intelligente ed un po’ di logica per “legare” dati che sembrano, a volte, completamente slegati tra loro o per ricucire “buchi temporali” che sembrano non aver lasciato traccia.
Come dato iniziale prendiamo la produzione di questa ditta nel campo delle figurine. Che possiamo datare senza ombra di dubbio nel 1962 per il campionato di calcio 1962-63.
Presumibilmente le figurine devono essere state commercializzate attorno ad ottobre novembre 1962 e realizzate nei mesi antecedenti.
A fronte di questo dato certo, abbiamo il primo documento camerale che ci porta alla data del 14 dicembre 1964 come data ufficiale di iscrizione ordinaria, con numero di registro ditte 681230 e con la denominazione di “Giornalfoto di Falsaperla Vincenzo Mancinelli”, forma giuridica “impresa individuale” sede in Milano Corso Buenos Aires 092 cap. 20124.
La data di inizio delle attività è stimata nel 05 dicembre 1964, in anticipo sulla data di iscrizione.
Ma se la Giornalfoto produceva figurine nel 1962, come si spiega questo?
Ciò potrebbe spiegarsi con la mancanza dell’obbligo per una ditta di segnarsi presso la Camera di Commercio, vigendo l’obbligo di registrarsi come Società presso il tribunale, soprattutto, se si trattava di una società legata al mondo dell’editoria, i cui permessi erano rilasciati dai tribunali anche per l’obbligo di approvazione della commissione “di censura” che controllava tutte le pubblicazioni su carta.
Secondo me le cose andarono in questi termini, precisando che si tratta di una ricostruzione degli eventi che, seppur basata su fatti concreti, è, pur sempre, una “ricostruzione”.
Il Mancinelli Falsaperla, classe 1933( ma secondo un altro documento camerale, classe 1932 – italianamente vostri n.d.r.), all’epoca quindi neanche 30enne, era probabilmente un abile e stimato fotografo, od in alternativa un imprenditore collegato al mondo giornalistico attraverso una agenzia di produzione immagini al servizio dell’utenza giornalistica.
La sua attività era certamente iniziata diversi anni prima del 1962 e quando il mondo delle figurine iniziò a muoversi in maniera da far intravvedere un futuro roseo, il Mancinelli Falsaperla decise, sfruttando la sua “introduzione” nel mondo sportivo e la sua ampia disponibilità di immagini essendo, fondamentalmente proprio un fotografo sportivo, di realizzare, praticamente in contemporanea, due serie di figurine: una serie di figurine cartonate in bianco e nero ampia e dettagliata e con molti elementi innovativi, che distribuì attraverso i normali canali delle edicole (attraverso delle classiche bustine ) ed una numericamente ridotta, a colori che, invece distribuì distribuì attraverso i dispenser.
L’idea doveva essere anche asservita alla possibilità che la società offriva di poter ordinare la figurina in formato fotografico (quindi non una stampa ma una stampa fotografica) in formato 18 x 24 cm quindi un formato decisamente più grande e di qualità di stampa nettamente superiore.
Quindi la figurina come prodotto in vendita che veicolava anche la vendita, certamente più remunerativa di immagini fotografiche “vere” e di grande formato.
Certamente due idee brillanti in una!
Nel 1963-64 la Giornalfoto produsse una terza serie di figurine a colori con il medesimo impianto grafico (migliorato) della serie in b/n dell’anno precedente.
con questa serie si concluse la fase dedicata alle figurine della ditta milanese.
2. L’ATTIVITA’ DOPO IL 1964 E LA CHIUSURA DELLE ATTIVITA’
Molto probabilmente, o per effetto di una legge o per volontà del titolare, in contemporanea con l’uscita nelle edicole della terza serie, la “Calcio 1963-64”, la Giornalfoto scelse la strada della iscrizione alla Camera di Commercio di Milano dei cui atti e numeri abbiamo fatto cenno sopra.
Era un po’ come una regolarizzazione del pregresso, il passaggio ad un registro delle ditte con l’attività ufficiale di “lavori fotografici artigianali in genere”.
Nel 1966 la ditta completò il suo iter iscrizionale iscrivendosi anche all’albo delle imprese artigiane con numero di iscrizione 87196 ed atto del 18 maggio 1966.
Riteniamo che questa mossa fu espletata dal titolare della Giornalfoto in quanto era definitivamente tramontata la prospettiva di divenire casa editrice di figurine, visto che alla edizione della serie del 63-64 non aveva più fatto seguito nessun’altra pubblicazione del genere, per cui la ditta poteva tranquillamente rientrare nell’alveo della dimensione artigiana, non certo confacente ad una casa editrice, anche in virtù del fatto che proprio in quel periodo per legge, i tribunali avevano ceduto il campo alle Camere di Commercio, come tenutarie dei vari registri ed albi professionali, come è al giorno d’oggi.
Cosi, tanto per informazione, la ditta risulta cessata su domanda nel 1989, per rinascere il 06 marzo 1990 presso il notaio cocchetti di Busto Arsizio con atto di repertorio 21674/1160, come “Giornalfoto s.r.l.” Con sede in Milano via Carretta 1, e come oggetto sociale: “le attività’ di agenzia fotogiornalistica nonché’ la realizzazione e la distribuzione di servizi fotografici…omissis”, con amministratore unico il già noto Mancinelli Falsaperla Vincenzo.
Abbiamo tracce di produzioni di immagini fotografi che sin dopo gli anni 2.000 e tutt’ora molte delle immagini scattate sono oggetto di compravendita su eBay.
Moltissime sono le immagini sportive che l’agenzia Giornalfoto ha ceduto ai giornali, ne ricordo una pubblicata dalla “Gazzetta dello sport” in occasione della morte di Benito Lorenzi, il popolarissimo “veleno” nerazzurro mentre compie una rovesciata, foto Ag. Giornalfoto.
Oltre che nel Mondo sportivo l’agenzia fu molto attiva anche nel campo musicale e quindi nei confronti dei big della canzone italiana.
Tipico esempio di attività della Giornalfoto come normale Agenzia giornalistica. Nello specifico l'immagine è tratta da un servizio fotografico in cui si riconoscono la soprano italiana Renata Scotto e l'astronauta risso Yury Gagarin. Sul retro della foto il timbro della Giornalfoto in cui si legge chiaramente il medesimo indirizzo di Milano a cui faceva capo anche la produzione di figurine.
Ma questa ditta, che ha poi cessato l’attività nel 1997 è solo una continuazione della precedente, ma non ha rilievo ai fini della storia delle cartonate.
In ogni caso una ditta nata agenzia fotogiornalistica che ha poi continuato come tale, avendo aperto una bellissima ed importante parentesi nel mondo italiano delle figurine ed in special modo di quelle cartonate, a noi così care!
3. L’ATTIVITA’ EDITORIALE
Questa Ditta resta nel mondo delle cartonate come produttrice di tre serie di figurine cartonate da dispenser in due anni di attività produttiva cui aggiungere forse altri due anni successivi come attività distributiva di figurine.
Le serie realizzate furono:
- 1962 – calciatori 1962-63 (nome di fantasia) - serie di figurine cartonate da dispenser, il cui numero è ancora da determinare, in bianco e nero, con figurine dei team su una figurina e due immagini di calciatori per tutte le altre figurine, senza album;
- 1962 – calciatori 1962-63 (nome di fantasia) - serie di 90 figurine cartonate da dispenser, a colori, senza album, figurina singola per ciascun giocatore /squadra, a meno di una figurina con tre calciatori ed una con due, non riquadrati;
- 1963 – calciatori 1963-64 (nome di fantasia) serie di figurine cartonate da dispenser, il cui numero è ancora da determinare, a colori, senza album, con figurine singole dedicate al team e figurine doppie dedicate ai calciatori (due calciatori per figurina).
Oltre a questo, certamente la fornitura di immagini 18 x 24 a stampa fotografica di cui abbiamo detto sopra, attività, comunque, non attenente, in modo stretto, al mondo delle figurine di cui stiamo trattando.
Le realizzazioni grafiche e le stampe delle figurine erano affidate alla tipografia “sede” di Monza, oggi non piu’ esistente.
Certamente una produzione limitata in quantità e tempo, che però è significativa per il collezionismo sportivo e per quello delle cartonate.
Un serie, quella colori del 62-63 è una serie completa e completabile, mentre le altre due serie sono piuttosto rare ed abbastanza ricercate, specie quella del 63-64 a colori, con figurine di impostazione tipo “panini serie “B” (due immagini riquadrate di calciatori su una singola figurina).
Quindi una attività breve ed intensa che ha lasciato al mondo del collezionismo interessante e ricercato lascito.