E.F.M.A. – BOLOGNA
(EDIZIONI FOLGORE MACCHINE AUTOMATICHE)
LA STORIA
1. LA STORIA ATTRAVERSO I CAMBI DI RAGIONE SOCIALE
Molti non sanno che sotto l’acronimo E.F.M.A. si cela una delle più famose, prolifiche ed antiche Case Editrici di figurine italiane, un autentico pezzo di storia che ha attraversato il percorso della seconda metà del secolo scorso ed ancora prosegue sino ad oggi e, speriamo, ancora per molto molto tempo.
Oggi questa casa editrice si chiama FOL.BO s.r.l. con sede nel comune di Pianoro, frazione di Rastignano, provincia di Bologna, in via nazionale 55/2, ma è attiva sin dal 1956 data in cui il Signor Franco Minelli, con intuizione geniale la fonda dal nulla.
La prima denominazione della ditta fu “Minelli editore “, denominazione che manterrà sino al 1958, anno in cui varia la denominazione che viene cambiata in “E.F.M.A.” (edizioni folgore macchine automatiche), probabilmente perché il titolare aveva intravisto l’enorme potenzialità del mercato della distribuzione con dispenser (macchine automatiche) così come ci dicono anche gli acronimi della Sidam di Torino (Società Italiana Distribuzione Auto-Matica), della F.I.D.A. di Roma (Fabbrica Italiana Distributori Automatici) , della I.L.M.A. di Torino, della So.Di M.A. di Grenoble, affiliata Sidam.
La signora Daniela Minelli non ha saputo darmi ulteriori delucidazioni sul significato dell’acronimo “E.F.M.A.” che però riteneva, come sua idea, fosse “Edizioni Franco Minelli ed Affini”, pur non avendo a disposizione documentazione probante in tal senso.
Tuttavia, pur non potendo scartare a priori questa seconda interpretazione (anche se quell’”affini”, messo lì non significa un granché, diverse sono le ragioni che mi fanno ritenere che la corretta interpretazione dell’acronimo sia quella di “Edizioni Folgore Macchine Automatiche”.
Vediamo le principali:
- “in primis” non mi appare chiaro il motivo di cambiare da “Minelli Editore” che, se vogliamo, e’ una ragione sociale breve, incisiva, classica ampiamente personalizzata, comprensibile (ed in parte già affermata e conosciuta) in un “F.M.A.” che in fondo ribadisce, ma non in chiaro, il nome dell’editore aggiungendo anche la “A” di “affini” che non sarebbe giustificata da nulla, perché all’interno della Società non compare alcun socio ne, mi sento di dire, può essere l’inserimento della prima delle figlie (all’epoca ancora unica figlia) in quanto era già nata alla data di costituzione della Minelli editore (1956) e quindi, semmai quella “A”, qual ora riferita alla figlia Paola avrebbe dovuto trovare già posto nella sigla della ragione sociale del 1956.
inoltre, quando si tratta di “persone” non si usa la dizione “affini” che è relativa alla tipologia di prodotti tratta ti, ma, semmai la dizione “&co” che significa “company”, sinonimo appunto di cooperazione, “compagnia familiare cantante” se mi si passa la licenza scherzosa.
Mentre il cambio di ragione sociale in E.F.M.A. indicante le macchine automatiche è ampiamente giustificato dalla tipologia di distribuzione che la casa editrice sposa da quel momento (1958);
- “in secundis” se la interpretazione di E.F.M.A. fosse quella di “Edizioni Franco Minelli ed Affini), per quale motivo solo due anni dopo la ragione sociale viene di nuovo cambiata in “Edizioni la Folgore” dove il nome dell’editore scompare del tutto, compreso quello dei “supposti “affini”?
È come se l’azione del 1960 sconfessasse in pieno l’azione del 1958 dove si cambia ragione sociale per inserire un “affini”, mentre nel 1960 si fa sparire anche il cognome oltre al nome dell’editore!
Nella ragione sociale che, vedremo, verrà adottata nel 1960, ovvero “Edizioni la Folgore” compare dal nulla il termine “Folgore” che invece, qual ora la tesi di E.F.M.A. quale “Edizioni Folgore Macchine Automatiche” fosse quella corretta, indicherebbe nella volontà dell’editore già dal 1958 di chiamare la sua ditta col nome “Folgore” e non solo dal 1960!
Senza contare che la ragione della scomparsa del marchio E.F.M.A. è ampiamente giustificata dalla dismissione, da parte dell’editore della distribuzione attraverso i dispenser, dopo due anni di vendite, evidentemente poco fruttuose sotto l’aspetto economico (ricordiamo che la medesima serie marcata E.F.M.A. e cartonata pesante verrà ancora prodotta con il Marchio editoriale di “Minelli Editore” distribuita, però nelle classiche bustine e con un supporto notevolmente più leggero (vedi subito sotto).
In ogni caso, proseguendo con la storia, viste le problematiche relative alla distribuzione con dispenser, che si manifestarono praticamente attorno alla fine del 1960 a causa di vari fattori tra cui il sistema di vendita più adatto ed utilizzato dal pubblico maschile che femminile, le problematiche relative alla abbondanza di offerta, l’elevato costo del macchinario distributivo e, soprattutto, la saturazione dei punti vendita (visto che un giornalaio di bustine poteva anche venderne 100 tipologie differenti ma non poteva certo gestire 50 distributori diversi), il signor Minelli ritornò sui suoi passi e decise di non perseguire più la vendita attraverso le macchine di distribuzione automatica, che peraltro aveva intrapreso senza però abbandonare anche la distribuzione con bustine e, pertanto, mutò di nuovo la ragione sociale in “edizioni la Folgore” a partire dal 1960, in pratica mantenendo la prima parte dell’acronimo “E.F.M.A.” ed escludendo le ultime due sigle, visto che il fenomeno della distribuzione con dispenser si era oramai esaurito, almeno nelle convinzioni dell’editore.
Nel 1967 la ragione sociale fu nuovamente mutata in “Edizioni fol-bo”, dove “fol” stava per folgore e “bo” stava per Bologna.
Nel 1976, improvvisamente veniva a mancare il titolare e fondatore, il Signor Franco Minelli che per 20 anni aveva seguito tutte le problematiche della società e l’aveva portata dal nulla ad essere una delle case editrici di figurine più importanti e prolifiche d’Italia.
Al suo posto la titolarità della ditta veniva assunta dalla moglie, la signora Nerina Ropa, da sempre in ditta accanto al marito, con il ruolo di “operaia volenterosa”, come la descrive la figlia minore Daniela, mentre le responsabilità manageriali cadevano sulle spalle della figlia maggiore Paola Minelli, all’epoca appena ventenne.
La famiglia riuscì a superare tutte le problematiche conseguenti, mantenne la completa e totale proprietà aziendale e rilanciò ulteriormente la ditta.
All’epoca la denominazione esatta era divenuta quella di ditta individuale “FOLBO” di Nerina Ropa.
La titolarità della ditta fu nelle mani di Nerina Ropa fino al 1993 anno in cui le due sorelle assunsero proprietà e direzione dell’azienda, probabilmente vista l’età avanzata della Signora Nerina , così che la ditta assunse la denominazione di “FOL-BO di Minelli Paola, Daniela e c s.n.c.” ( snc sta per società in nome collettivo - n.d.r.)”.
Un ulteriore variazione della ragione sociale avvenne a Bologna il 25 settembre 2000 con atto del notaio Veronesi rep. /reg. 111550 in cui fu sancita la trasformazione da snc a S.r.l. (società a responsabilità limitata – n.d.r.) con la conseguente nuova denominazione dell’azienda in “fol-bo s.r.l.”, ragione sociale che ancora oggi permane.
2. LE PRODUZIONI
Le date e le circostanze storiche ci dicono che la fol-bo è una delle case editrici storiche di figurine più longeve in assoluto e, riguardo al mondo delle cartonate è certamente la più antica e l’unica, assieme alla ilma di Torino, ancora in attività ed è anche l’unica che ancora produce e commercializza figurine in proprio, oltre che per conto terzi.
Le produzioni della” fol-bo” si dipanano in oltre 50 anni di storia e sono ovviamente tantissime che quasi è impossibile ricordarle tutte, sia geografiche che sportive che divulgative in genere.
Una caratteristica di questa casa editrice è stata sempre quella di aver creato prodotti seri e fatti molto bene, capaci di resistere per anni senza necessità di particolari accorgimenti.
Questa caratteristica di produzione ha permesso alla fol-bo di ripresentare al pubblico “nuovo” alcune indovinate serie con cadenze variabile dal triennale al quinquennale, ovvero da ogni tre ad ogni 5 anni.
La serie, se apprezzata dal pubblico, veniva ripresentata nelle edicole, a volte con delle piccole variazioni, a volte senza, a volte con interventi radicali e novità sostanziali per aggiornarla e mantenerla al passo con i tempi, visto soprattutto la “clientela” a cui la produzione si è sempre rivolta.
La serie principale della Minelli editore (a me chi sa perché piace questo nome più di ogni altro) è stata certamente la serie geografica “Italia” editata nel 1956 poi divenuta dal 1964 “Tutta Italia” e prodotta con le varianti sopra accennate fino al 2009.
Ancora la serie “Tutta Europa” la cui prima edizione risale al 1965 con termine della produzione dell’ultima edizione nel 1990.
Certamente importante, anche sotto il profilo commerciale la serie “Animali del mondo” che vede la sua prima edizione nel 1972 e che è tutt’ora in produzione e distribuzione.
Nel campo sportivo la prima produzione è del 1965 con una serie di ben 360 figurine non adesive (quindi molto appetita, sia ieri che oggi, dai collezionisti di cose “antiche”), dal titolo “folgore calcio” dedicata al campionato 1964-65 e contenente l’assoluta novità di riportare anche le regole del gioco del calcio, tributo unico nel panorama delle figurine sportive di allora al fattore educativo verso la gioventù, una delle caratteristiche di “casa Minelli”!
Questo album è senza ombra di dubbio un album bellissimo, forse il più bello tra quelli dell’epoca dedicati al calcio, per certi versi anche superiore alla qualità dell’album Panini dell’epoca (428 figurine) giunto, nel frattempo, alla quinta edizione.
Sempre in campo sportivo è da ricordare una bellissima serie di figurine dedicate al ciclismo “ciclosport” edizioni la folgore del 1966, ancora oggi molto ricercata dai collezionisti di materiale dedicato al ciclismo.
3. PARTICOLARITÀ
L’unica serie prodotta sotto la ragiona sociale E.F.M.A. è la serie geografica “Italia”, editata nel 1958 e composta da un album disponibile o in versione con copertina verde o in versione con copertina azzurra (la differenza è unicamente nel colore della copertina) e da 115 figurine in cartoncino pesante (idoneo alla distribuzione con dispenser).
Tuttavia il titolare non abbandonò mai la distribuzione con bustine, tanto è vero che le figurine marcate E.F.M.A. non sono state tutte realizzate esclusivamente sul medesimo supporto di cartoncino pesante adatto ai distributori, ma anche su supporto di cartoncino leggero e distribuite, appunto, con il metodo delle bustine, esattamente quello che farà qualche anno dopo la Taver Matic, nel riproporre la serie “Le Armi” della Sidam, realizzando la serie su un supporto decisamente più leggero di quello della Sidam.
Le figurine della serie “Italia”, disegnate e colorate ad acquerello, erano opera dell’artista Walther o Walter Aldrovandi, di probabili origini venete se non veneziane, visto che firma con le proprie iniziali (A W) esclusivamente la figurina dedicata alla città di Venezia.
Per la descrizione delle figurine si rimanda alla apposita pagina dedicata.
Una interessante particolarità riguarda il passaggio tanto odiato da parte dei collezionisti, dalla figurina cartonata o cartacea non adesiva a quella adesiva.
La allora “edizioni la folgore” produsse infatti nel 1964 per la serie “tutta Italia” la prima figurina italiana autoadesiva relativa al mondo delle figurine divulgative, seguendo la Panini di Modena che nel 1962 aveva inserito 19 scudetti adesivi nella sua terza serie di figurine” calciatori”.
Queste prime didattiche autoadesive erano i 96 scudetti adesivi bianchi che rinnovavano in maniera decisa la raccolta “Italia “che si chiamerà da allora “Tutta Italia” sostituendo anche le immagini disegnate con immagini fotografiche!
4. IL FUTURO
Quello che riserva il futuro è cosa che non ci è dato sapere.
Tuttavia, siccome le cose degli uomini sono “umane” e come tali si rifanno al pregresso ed alla esperienza maturata, visto anche le difficoltà che ho avuto nell’avere disponibilità da parte della signora Daniela Minelli, che ringrazio moltissimo per la collaborazione fornita, sempre super impegnata, alla “fol-bo” di oggi lavoro ed impegni non mancano di certo.
La diversificazione dei target aziendali e la serietà “familiare” della conduzione dell’azienda danno ampie garanzie per il futuro che ci auguriamo più che roseo.
Certamente è necessario che il mondo della imprenditoria legata alle figurine sappia rinnovare ed aggiornare le proposte, anche perché se è vero, come è vero, che internet, con la sua immediatezza, rapidità di aggiornamento e praticamente gratuità è un grande nemico della figurina, è anche altrettanto vero che un album resta nel tempo, come ricordo d’infanzia, fa sognare e se costa qualche cosa un domani il valore lo mantiene e, semmai lo aumenta.
Ci vuole però una proposta seria ed indovinata.
Quello che ci auguriamo è che la fol-bo sappia trovare il guizzo d’ingegno per ideare e creare qualche cosa di indimenticabile, come nel passato ormai lontano, che porterà tra altri 50 anni, qualche appassionato come me a scrivere delle gesta della casa creata da Franco Minelli nei suoi primi 100 anni di vita….
… magari una serie di cartonate….non plasticate, per cortesia…!.