TAVER - MATIC - TORINO
LA STORIA
1. LA NASCITA
Abbiamo visto che la Sidam, senza che nulla lasci presagire, improvvisamente ed immotivatamente, scompare nel nulla o quasi, almeno per quanto riguarda il discorso relativo alle figurine cartonate.
Sappiamo, da quanto risulta da diversi documenti, che in realtà la Sidam non scomparve del tutto, ma semplicemente rientrò nell’alveo iniziale che era quello della distribuzione automatica (come recita il suo acronimo. (leggi il capitolo finale de “Sidam – la storia” su questo sito).
Anche in questo ambito è necessario muoversi con cautela e valutare attentamente le poche informazioni che abbiamo e, da buoni navigatori, eseguendo delle triangolazioni efficaci arriveremo alla verità vera o, comunque molto vicini.
Questo è determinante per capire la nascita della Taver Matic e del successivo sviluppo dell’intera produzione del polo torinese delle cartonate, quindi vale la pena di perderci un po’ di tempo.
- La Sidam nasce a Torino da tecnici provenienti da una grande Società attiva nel campo della distribuzione e delle macchine automatiche;
- La Sidam è capace di autoprodurre i dispenser e diventa in breve autonoma come produzione di figurine attraverso la ILMA tipografia associata che stampa tutte le figurine Sidam;
- Commercialmente il successo è forte, ma la produzione di figurine del calcio italiano 59-60 è stata ad un certo punto molto forzata tanto è vero che la Sidam accumula molte giacenze e la seconda serie del calcio italiano nasce ridotta numericamente ed identica alla prima raccolta;
- La produzione Sidam di didattiche è enorme e vista la facilità con cui si reperiscono ancora oggi deve avere avuto anche un enorme successo commerciale.
- La terza produzione de “il calcio italiano 61-62" comporta un investimento perché la serie è abbastanza numerosa (200 figurine) e di nuovissima concezione (fotografica a colori)
Tutti questi dati ci indicano inequivocabilmente che la Società Sidam alla metà del 1962 era una Società ricca e molto ben messa commercialmente ed economicamente.
Abbiamo sostenuto la tesi che la principale ragione della sua fine sia stata di carattere opportunistico, legata, probabilmente, ad incentivi economici vigenti all’epoca e questo è solo parzialmente esatto e comunque è esatto per quanto riguarda la nascita di una nuova Società, più che il decadere di una vecchia.
Io sostengo la possibilità che si siano verificati questi due possibili scenari:
Scenario uno: i soci decidono di mettere a frutto il capitale della Società scindendola in due diverse Società. La Sidam resta col suo marchio e si interessa di macchine per la distribuzione e per giochi automatici da bar (flipper, consolle giochi ecc.), mentre una nuova Società viene creata (ecco qui’ l’importanza degli incentivi statali dell’epoca) usufruendo del patrimonio di conoscenze e di immagini che la Sidam le trasmette.
Le due Società resteranno ancora legate per diverso tempo.
Scenario due: a metà dell’anno 1962, quando c’è da impostare il lavoro per la nuova serie di figurine da far comparire nei dispenser da ottobre di quell’anno, i soci non trovano la quadra imprenditoriale sull’impegno economico e sul progetto della nuova edizione. Ricordando che l’ingegner Garroni dopo una prima adesione alla Sidam esce dalla Società per fondare una attività autonoma consistente in una importante tipografia (esistente tutt’ ora), non possiamo non mettere sul piatto della bilancia che la componente tecnica dei primi soci Sidam che certamente era formata da ingegneri elettromeccanici, pur avendo lucrato e non poco con le figurine, volessero riportare l’ attività dell’azienda Sidam nell’alveo della grande distribuzione automatica e dei giochi da bar che era più consona alla loro preparazione tecnica ed offriva possibilità di introiti, se possibile, molto maggiori.
Riporto qui di seguito quanto si legge nell’oggetto sociale originario della Sidam:” produzione e commercio di apparecchi distributori di merci, la produzione di figurine ed il commercio di chewing-gum (l’anima “cartonata” della Sidam n.d.r.), la produzione ed il commercio di apparecchi meccanici ed elettrici da gioco e da divertimento per pubblici esercizi e prodotti similari" (l’anima elettromeccanica della Sidam n.d.r.)”.
È dunque possibile che si sia verificata in seno a queste due anime, all’interno della Società una insanabile spaccatura, per cui alcuni soci preferirono rimanere nella produzione delle cartonate, altri nel campo delle macchine automatiche.
I primi si tennero l’eredita tecnica e l’archivio di figurine Sidam, i secondi si tennero il marchio.
Ambedue gli scenari sono assolutamente realistici e praticabili senza forzature. Io propendo per il secondo scenario, perché mi sembra più armonico, più logico, con un importante precedente dovuto al socio Garroni transfuga dopo il primo anno di Sidam.
Ma che si fosse verificato il primo od il secondo dei due scenari disegnati, la soluzione fu sempre quella, Sidam e figurine cartonate divisero la loro attività nell’estate del 1962!
2. L’ENIGMA DEL NOME
Ho fatto abbastanza lunghe ricerche, prima di arrendermi, ma non ne sono venuto a capo, perché il termine Taver Matic non risulta essere né un acronimo né una sigla ne ha attinenze specifiche con il mondo delle figurine.
Semmai con quello della distribuzione dove “Matic” sta per “automatica”.
Taver potrebbe essere una serie di iniziali, ad esempio “Tarcisio Vernarelli”, ma è una supposizione tanto plausibile quanto inutile se non avessimo il nome e cognome di una figura precisa di riferimento.
Questa figura secondo me esiste ed è il signor Ferruccio Vizzotto, classe 1923 che troviamo proprietario della S.T.E.F. che difatti compare come “Società torinese edizioni figurative” di Vizzotto Ferruccio e c.
Vizzotto lega Sidam, Taver Matic e Stef (e non solo), e questo lo riscontriamo nei documenti, ma soprattutto nelle consequenzialità non casuali degli avvicendamenti Sidam Taver Stef Taver, legate sempre ad un filo unico a livello di produzioni.
Quindi, sicuramente messo in luce l’elemento umano della Taver Matic, l’uomo che rappresentava l’anima “cartonata” della Sidam, resta il mistero del nome “Taver Matic”
Scartabellando tra i documenti, però una cosa ha molto attratto la mia attenzione e precisamente questa a cui debbo fare una piccola premessa riguardante l’oggetto sociale della S.T.E.F. di Ferruccio Vizzotto, nel quale si legge che la Società torinese tra le sue competenze aveva quella della “legatoria”.
Terminata questa premessa, leggendo le carte su cui cercavo di documentarmi riguardo alla Taver Matic, mi sono imbattuto in una Società di proprietà sempre di Ferruccio Vizzotto denominata “L.T.M.” con sede in Via Sansovino a Torino.
L’attività dichiarata di questa Società era: “Legatoria”!
Potremmo quindi dare alla “L” iniziale della sigla il significato di L = Legatoria e con un po’ di fantasia non potremmo dare a quella “T” e a quella “M” il significato di T = Taver e M = Matic? L.T.M. di Torino Legatoria Taver Matic di Torino.
Questa legatoria per la verità è del 1978 quindi proprio non c’entra quasi niente per ragioni temporali con la Taver Matic, ma forse non siamo legati a nomi del passato e li facciamo risorgere anni dopo magari anche per scaramanzia o per amore?
Resta il fatto che della Taver Matic tutto è un enigma, non risulta come ditta nei registri della camera di commercio (mentre risultano Sidam e S.T.E.F.), non ce n’è traccia in altri archivi eppure tra le grandi Società produttrici di figurine è stata la più longeva e ha prodotto quattro serie de “il calcio italiano” anche se l’edizione 63-64 era a doppia firma come vedremo in seguito.
3. LA SOLUZIONE DELL'ENIGMA DEL SIGNIFICATO DELLA SIGLA "TAVER MATIC"
Quanto riportato in questo capitolo testé iniziato è stato scritto nell'aprile 2020, mentre il resto dell'articolo ha una datazione ottobre 2012, ovvero otto anni fa.
In questi lunghi anni nulla si era mosso fino ad oggi.
Il testo è, per precisa scelta, rimasto lo stesso di allora con l'aggiunta di questo speciale capitolo che da molte delle risposte alle incertezze ed alle ipotesi che sono state riportate nel 2012 e che abbiamo trovate sopra, nei capitoli precedenti.
La ragione di tale scelta sta nel fatto che il testo del 2012 contiene poche certezze e molti ragionamenti, supposizioni e deduzioni, peraltro sempre evidenziate come tali, ed è quindi importante, una volta conosciuta una fondamentale nuova verità che si conservino tali "congetture" a validazione del metodo scelto a suo tempo nel formularle.
Tutto è nato da una mail che è stata inviata al sito nel mese scorso e che prometteva una soluzione all'enigma: questa mail è stata inviata dal figlio del fondatore della Taver Matic.
Riscriviamo la storia in base alle rivelazioni di cui abbiamo avuto contezza.
A premessa va detto che parte delle cose che sono state rivelate al sito sono state scritte in un articolo che faceva parte di un inserto relativo al 50° anniversario delle figurine panini (2011).
A metà del 1962, la Sidam avrebbe dovuto predisporre la nuova (la 4a) edizione de "il calcio italiano", perché' potesse essere distribuita nei dispenser ancora attivi e molto presenti in quasi tutti i giornalai e bar d’Italia.
All'interno della Sidam non fu trovata la quadra e la Società si spaccò in due tronconi, uno quello tecnico e produttore di macchine distributrici mantenne il marchio ed i brevetti dei dispenser (era la maggioranza dei soci fondatori, che, ricordiamolo erano tutti tecnici ed ingegneri provenienti dalla RIV-SKF di Torino.
L'ingegner Garrone se ne era già andato avendo fondato una tipografia la "ILMA” che sappiamo attiva già da qualche tempo nella produzione di figurine (una "sottomarca" pilotata dalla Sidam che di lì a poco sparirà definitivamente).
Il patrimonio delle immagini e delle edizioni, era praticamente senza un "padrone" ed anche senza un futuro date le decisioni dei manager della Sidam.
È a questo punto che due signori, imprenditori nel settore della distribuzione e legati alla Sidam da contratti commerciali riguardanti proprio la distribuzione dei materiali dolciari, delle figurine e dei dispenser, visto che stavano per perdere la commessa "Sidam", si fanno avanti per rilevare il "patrimonio Sidam" on the road, ovvero tutto quello che la Sidam aveva su strada, distributori e commerciabilità del prodotto.
La loro proposta di acquisizione delle attività "Sidam" fu accettata ed essi divennero, di fatto i proprietari di quanto era stata la Sidam a livello distribuzione.
Molto probabile che oltre al pacchetto su detto, fu inserita anche la proprietà dei diritti della raccolta Sidam 1961-62, sia perché' era già in parte dentro i distributori sia perché' serviva come base per la nuova raccolta 62-63.
Questi due piccoli imprenditori erano i signori Walter Tagliati originario di Genova e Francesco Verdastro, torinese.
Per rilevare il "pacchetto residuale Sidam" i due fondarono una ditta che chiamarono Taver Matic, dove" Ta" stava per Tagliati e "Ver" stava per Verdasco e Matic rispondeva alla componente auto Matica dei dispenser.
Ecco svelato il mistero di questa sigla tanto inintelligibile quanto nuova!
Tagliati e Verdasco, ovviamente, iniziarono a ricavare bei soldini dall'impresa, rientrando delle spese sostenute per produrre la nuova serie di figurine per i loro dispenser, che ricordo erano i Sidam on de road.
Purtroppo non è stato possibile sapere con certezza in quale tipografia fossero state realizzate e stampate le Taver Matic del 1962-63, però una cosa la sappiamo ed è che assieme a Tagliati e Verdasco iniziò a cooperare anche il Signor Vizzotto, che era, inizialmente un fornitore di inchiostri e vernici a Torino.
Il Signor Vizzotto, che probabilmente era molto abile e dotato di uno speciale fiuto per gli affari, entrò in ballo assieme ai proprietari fondatori della Taver Matic e, molto probabilmente assorbì la ditta già l'anno successivo, anno in cui fondò la S.T.E.F. di Torino, iniziando a produrre figurine a doppio marchio le Stef-Taver Matic di cui esistono agli atti pochi esemplari di una iniziale raccolta 63-64 poi sfociata nella prima edizione Stef 1963-64.
Nella documentazione della Stef notiamo che ne Tagliati ne Verdastro compaiono, crediamo perché legati alla distribuzione in ambito Piemonte Liguria e forse Lombardia anche delle neonate figurine Panini.
La Taver Matic e poi la Stef non erano in contrasto con la Panini perché le figurine Taver e poi Stef erano legate ad un prodotto dolciario ed erano di un'altra categoria di figurine, ecco perché Tagliati e Verdastro, per evitare problematiche con la Panini cercarono di non comparire ufficialmente nelle iniziative post prima Taver Matic.
Il problema si pose invece quando il Signor Vizzotto decise di sciogliere la Stef e la Taver Matic e fondare una sua casa editrice, la EDIS, questa sì in aperta concorrenza con la Panini: questo il motivo per cui tanto Tagliati, quanto Verdastro non poterono più seguire la strada come editori
Ma questa è un'altra storia.
4. LE PRODUZIONI – IL 1962-63, IL 63 64, IL 65-66 ED IL 66-67
La Taver Matic non è la Sidam! Così come la donna, pur nascendo dalla costola dell’uomo, è tutto meno che uomo!
Vizzotto in Taver Matic doveva avere poteri molto ampi.
Vizzotto ne capisce parecchio di mercato, di tendenze, di figurine e cambia il modo di condurre la Società che aveva raccolto l’eredità’ Sidam. La prima intuizione di Vizzotto fu che i tempi erano cambiati e non di poco.
Dalla fine degli anni 50 al 1963 c’era stata una vera e propria rivoluzione sociale, soli cinque anni.
Il boom economico era veramente esploso e nelle tasche degli italiani cominciavano a esserci più soldi per il superfluo, più disponibilità per i giovani e giovanissimi. Non c’era più bisogno della “scusa” dell’utilità didattica per poter vendere una figurina, si potevano spendere dei soldi anche solo per il divertimento, per il piacere, per la passione sportiva, non necessariamente ci voleva il motore dell’acculturamento dei figli per far mettere una 10 lire nella feritoia di un dispenser ad un genitore!
La Taver Matic ripropone quasi come prima uscita una serie di figurine editate dalla Sidam la raccolta “le armi”, dotandola però di un album autonomo ben diverso da quello orrendo e “sparagnino” della Sidam, probabilmente perché quell’ album era già stato predisposto dalla Sidam e poi non fu scelto dalla dirigenza Sidam perché di impianto nuovo e gli si preferì, riadattandolo leggermente, un impianto già utilizzato per gli sciagurati album de il “calcio italiano 61-62”.
La Taver Matic praticamente eliminò il concetto di raccolta da album, lasciando alla Panini ed alle sue mini figurine tale caratteristica, ed eliminò il concetto di “didattico” concentrando le sue produzioni solo sul calcio, nemmeno sullo sport.
La Taver Matic inizia quindi la sua attività produttiva con la serie “il calcio italiano 62-63 cui fa seguito l’anno dopo la serie de “il calcio italiano 63-64” che però non edita, probabilmente in maniera integrale perché la Società transita in uno stato di “dormienza”, lasciando il proprio bagaglio alla S.T.E.F. di Torino.
Ho detto “dormienza” perché’ la Taver Matic ricompare nel 1965 editando la raccolta “il calcio italiano 1965-66 “e l’anno successivo la raccolta 1966-67 de “il calcio italiano”.
Sta di fatto che nel 1963-64 la Taver Matic produce delle figurine che riportano a piè di figurina la scritta Taver Matic ma anche la scritta “ediz. Stef-Torino”.
Anche se queste figurine probabilmente non rappresentano una serie completa ed articolata, sono però in numero sufficiente per essere differenziate dalla produzione S.t.e.f. del 63-64 e, pertanto, le ho considerate come una raccolta vera e propria che, allo stato attuale delle ricerche consta di circa 70 figurine a doppia firma di cui troveremo tutte le immagini disponibili negli appositi spazi del Sito.
Quando la Taver Matic nel 1965 perde il suo stato di “dormienza” e si riprende la piazza operativa in sostituzione della tramontata Stef, forse per ragioni di scaramanzia ripropone per la seconda volta la serie “le armi” con figurine decisamente leggere e a distribuzione a bustina e con un album simile, non identico a quello del 1963.
Ma la serie “le armi” distribuita con le bustine non intasava i dispenser che erano tutti dedicati ai calciatori.
Nel 1965 la Taver Matic produce la serie “il calcio italiano 65-66” di belle cartonate ove compaiono due grandi novità, ovvero lo stemma della Società sportiva, in facciata di figurina e la “doppia” mezza figurina per una ampia rassegna delle squadre di serie “B” (sulla scorta di quanto ideato dai Panini per la prima volta nell’album del 1963-64).
L’anno successivo la raccolta avrà impostazione grafica, corposità e consistenza numerica di figurine simili alla serie precedente.
Le due raccolte 65-66 e 66-67 hanno la caratteristica di essere le uniche dedicate al calcio all’interno del panorama delle cartonate da dispenser del triennio ’65-‘67
Nel 1967, i tempi sono maturi perché queste splendide figurine tramontino definitivamente dalla scena dei sogni dei bambini ed adolescenti di allora.
Il mondo cambia, i tempi evolvono, i gusti variano, figurine piccole flessibili e resistenti sostituiscono le regali cartonate, i dispenser si sono fatti vecchi e pieni di reumatismi e ruggine, sostituirli sarebbe una spesa enorme che non vale l’impresa e con rientri incertissimi e le palline di gomma sono superate dalle gomme in stick, più igieniche e, soprattutto più buone!
Con la Taver Matic muore un’epoca che viene consegnata definitivamente alla storia come l’epoca dei dispenser, delle palline di chewingum e delle figurine cartonate; l’epoca della prima gioventù di noi ragazzi classe ’50, oramai diciasettenni andava definitivamente nella soffitta della vita!