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DIGERINI MARINAI & CO - FIRENZE

 

LA STORIA

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1. ELEMENTI INTRODUTTIVI

Le ricerche che si possono fare oggi, dedicandocisi in maniera molto costante e presente, darebbero certamente risultati migliori rispetto a quelle che si possono fare on line.

Questo assioma vale per tutti e per tutte le tipologie di ricerca.

Certo se si è i primi ad affrontare una ricerca non si può godere di quanto già scoperto e portato alla luce da precedenti ricercatori e magari pubblicato su internet in maniera facilmente raggiungibile; però si può avere la gioia di far emergere realtà che sono molto più sommerse da quelle tracciate oggi da pochi ricordi raccolti in tempi recenti.

Ciò è tanto più valido quanto più la realtà da scoprire è lontana nel tempo ed ormai ascoltabile e leggibile dai "racconti dei racconti", una realtà orale di ricordi tramandati: " ricordo che mio nonno diceva che…”.

Se stiamo parlando di realtà dell''800, i ricordi, riportati dai nipoti, che non arrivano che a 50 - 60 anni prima, sono ben lontani dal parlarci delle origini, degli anni della nascita e dello sviluppo di una Ditta che fabbricava biscotti a Firenze....

Ci vogliono le carte e le carte negli archivi sono congelate dal tempo e dalla polvere e forse si sono anche perse e comunque pretendono una dedizione che solo una ricerca universitaria "ad hoc" può far riemergere, non certo il vostro umile narratore.

2. DALLE NEBBIE DELL' 800

Digitando su internet, una delle prime cose che ci vengono aperte, sul mondo della Digerini Marinai è una foto Alinari datata 1901 in cui si vede l'interno del negozio di Firenze in cui la ditta vendeva al pubblico; è un negozio lussuoso e molto strutturato, di una eleganza e raffinatezza degne di una pasticceria di alto livello.

La storia ci racconta che niente e nessuno nascono già grandi e che grandi si diventa col tempo e solamente attraverso una crescita più o meno costante e continua.

La Franck, una multinazionale dell'800, nasce a Ludwigsbur in Germania come un negozio di cicoria tostata, identica la nascita di una grande del cioccolato italiano, la Talmone di Torino, da piccolo negozio artigianale a conduzione familiare a grande produttrice di cioccolata a livello europeo, solo per fare due esempi clamorosi.

La Digerini Marinai è nata sicuramente così, da una bottega artigiana, una pasticceria od un forno magari alla periferia di Firenze.

Le capacità artigiane e la imprenditorialità hanno poi fatto il resto.

In un altro documento troviamo una cartolina intestata alla Società italiana per l'Industria dei Biscotti e Dolci, già Digerini e Marinai", viaggiata nel 1906 in cui nel logo compare la citazione del diploma d'onore acquisito alla esposizione di Torino del 1898.

Sappiamo che il palazzo di via de Vecchietti, 11 era stato costruito dalla stessa Digerini Marinai nel 1899-1900 su disegno dell'architetto fiorentino riccardo Mazzanti e fu "rivisitato" e ristrutturato dall'architetto Ugo Giovannozzi nel 1928, probabilmente in seguito alla cessione dell'immobile alla "Banca Nazionale di Credito di Firenze".

Oggi nel palazzo c'è la sede della" banca UniCredit".

digerini stampa

Immergendoci di nuovo nelle nebbie dell'ottocento, una Ditta che nel 1898 vince un diploma d'onore alla esposizione di Torino e, nel 1989-90, finanzia la costruzione di un bel palazzo al centro di Firenze, non può essere una Ditta artigiana alle prime armi.

Suppongo che l'inizio dell’attività della Digerini Marinai sia da datare non dopo il 1880 e che il successo commerciale sia stato molto rapido ed entusiasmante.

Alcune foto, scattate in occasione della festa dell'arte dei fiori tenutasi a Firenze tra il 1896 ed il 1897, mostrano il cortile interno dello stabilimento di produzione proprio della nostra “Digerini Marinai.

Lo stabilimento di produzione era in Via Piagentina, posta a partire dalla sponda destra dell’Arno tra i ponti San Niccolò e Giovanni da Verrazzano, quindi nella prima periferia della città.

Un altro documento (scritto in tempi recenti) riporta una data che è quella del 1926, anno in cui nasce la ditta "Scapigliati", una pasticceria oggi ancora attiva con stabilimento di produzione a Figline Valdarno.

Il fondatore di questa ditta, Dante Scapigliati assieme a sua moglie, la signora Rina avevano lavorato presso la "Digerini Marinai" come pasticcere lui e come addetta alla confezione lei;

"quando la stella della Digerini volse al tramonto" (si legge in un'altra pagina) i due ne uscirono, appunto nel 1926, per dare vita ad un proprio laboratori artigiano, tutt'ora attivo.

L'espressione "volse al tramonto" affiancata alla vendita del palazzo di Via de Vecchietti nel 1928 possono essere due indizi che vorrebbero la "digerini Marinai" scomparire prima della fine degli anni '20.

Ma non fu esattamente così e questo ce lo confermano le figurine della serie "mare nostrum", una sorta di esaltazione (pre bellica) della Marina Militare Italiana che sono databili a non prima del 1937.

Elementi "spuri" vogliono la Digerini in attività fino agli inizi degli anni '60.

Chi ne sa di più e tace è un gran ......., l'indirizzo mail è in home page e dare qualche notizia sarà certamente elemento che nel giorno del giudizio universale potrà valere molti anni in meno di purgatorio…meditate ...meditate e fate penitenza.......

A livello di attività di produzione di figurine abbiamo la Serie dedicata alla Marina MIlitare, probabilmente edita nel 1937 in due formati, uno grande ed uno piccolo con consistenza di 50 esemplari ed una bellissima serie di figurine cromolitografiche, fustellate "tridimensionali" dedicate agli animali di consistenza non nota ma prossima alle 30/50 unità, anche questa databile attorno agli anni '30.

digerini negozio

 

3. LE DENOMINAZIONI

Esiste un grosso dubbio riguardo alla prima denominazione della ditta in quanto diverse fonti riportano denominazioni simili ma non uguali.

Tra quelle citate vi sono: "Digerini Marinai", "Digerini e Marinai", "Digerini - Marinai" ed anche "Digerini&Marinai".

A queste condizioni non si sa a chi dare retta, anche se la denominazione del 1906, come risulta da un documento ufficiale dell'epoca era: "Società italiana per l'Industria dei Biscotti e Dolci già Digerini Marinai & co Anonima con sede in Firenze".

Il "già ci dà una informazione della denominazione precedente a quella del documento, ovvero che prima di allora la denominazione era "Digerini Marinai & co".

A questo punto risalire alla prima denominazione dovrebbe essere semplice: "Digerini Marinai", senza congiunzione, senza trattino, probabilmente era proprio il nome della famiglia che era composto e non due famiglie di soci.

4. LA PRODUZIONE INDUSTRIALE

Questa Ditta iniziò in maniera artigianale a produrre dolci da forno, in particolare biscotti specie di tipo frollini e wafer, alla vaniglia e alla cioccolata.

I wafer a Firenze li chiamavano i fru-fru, un nome onomatopeico che richiamava il suono che si produceva addentandoli.

Con i biscotti fru-fru la Digerini preparava anche una torta al cioccolato piuttosto alta e molto richiesta.

In un periodo più recente la Digerini Marinai produsse anche dei biscotti per la prima infanzia, meno costosi dei Plasmon ma probabilmente più buoni, che venivano chiamati "Bimbi d’Italia" ed erano distribuiti in particolari scatole tonde più simili a scatole di tonno o di vernice che di biscotti!

Certamente la produzione era abbastanza costosa per via degli ingredienti utilizzati e per la lavorazione particolarmente laboriosa e comunque basta vedere le immagini della Alinari relative al negozio di Via de Vecchietti per rendersi conto che il prodotto era per la società più abbiente.

Molte sono le testimonianze che fanno riferimento allo stabilimento di via Piagentina dove era possibile acquistare, a costi molto più contenuti, i "rotti", ovvero gli scarti di produzione, i biscotti spezzati, storti, venuti male, in un termine quelli “rotti” appunto, ma solo per un fatto estetico, perché il sapore, dicono le testimonianze, era inarrivabile.

La Digerini produsse anche i famosi biscotti "Quaresimali", così detti perché erano senza grassi e quindi poveri, idonei alla penitenza, alla sobrietà ed alla tendenza minimalista del periodo quaresimale.

Inoltre questi biscotti avevano la forma di tutte le lettere dell'alfabeto, come a richiamare le parole dei sacri testi, il verbo di Nostro Signore!

Che dire, una storia piena di atmosfere, di sapori, con, sullo sfondo la meraviglia unica che è Firenze…

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