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 LE FIGURINE CARTONATE

LA STORIA

 

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 IL PERIODO

Le figurine cartonate, distribuite col sistema dei dispenser, sono un fenomeno europeo della seconda metà degli anni ‘50 del secolo scorso che si è protratto sino quasi alla fine degli anni ’60.
Quasi un decennio quindi di assoluto successo e grande sviluppo conclusosi in un calando progressivo e continuo per l’avvento di sistemi distributivi migliori e per ragioni di carattere prevalentemente economico di cui tratteremo in seguito.

 

 L’IDEA

Se ci domandassimo che cosa di positivo e di nuovo avesse portato la fine del secondo conflitto mondiale ai cittadini della martoriata Europa dell’epoca, è banale rispondere la libertà, la voglia di vivere, il rimboccarsi le maniche per avere un futuro migliore, il desiderio di democrazia di dialogo e di rispetto reciproco.
Ma certi concetti, certi sentimenti sono tanto importanti quanto difficili da comprendere e vivere per i bambini.
I bambini hanno vissuto quegli anni con l’ammirazione degli americani, portatori di una ventata di aria nuova fresca, spensierata, giovanile e per questo tanto apprezzata dai giovani e giovanissimi di allora.
La musica e le gomme americane sono state le vere novità del dopoguerra per gli europei giovani!
Partendo da questo assunto non certo poetico, e assodato che lo scopo era inevitabilmente di tipo commerciale, l’idea fu quella di vendere delle gomme americane accompagnandole con una immagine che “tirasse” commercialmente, quindi uno sportivo, un aereo, quando non una nave!
L’idea fu inglese, per la precisione della ditta “The Master Vending Machine co ltd” di Londra, la quale ideò e realizzò una macchina distributrice di gomme americane sferiche e colorate, capace di rilasciare in maniera automatica, oltre alla pallina di gomma americana, anche una figurina cartonata!
Era l’anno 1957!

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 LE FORME E LE DIMENSIONI

La Master Vending determinò che le gomme americane avessero forma sferica per ragioni legate al loro stipamento all’interno del dispenser, ma soprattutto perché fosse immediato e senza problemi il loro abbandonare l’interno del dispenser per finire nella “buca” di distribuzione.
Cosa “rotola giù” meglio di una sfera?
Le palline di gomma americana, poi, dovevano essere ricoperte di uno strato di sostanza commestibile che impedisse che la componente zuccherina della stessa si potesse “incollare” a quella della pallina accanto dando vita ad un ammasso fuso di palline!
Inoltre le palline erano di vari colori per attrarre il bambino, mentre il gusto (vado a memoria) era lo stesso e prescindeva dal colore della pallina.
Le figurine invece avevano una dimensione di 6,7 x 9,5 ed uno spessore di 0,8 millimetri.
Erano figurine grandi e pesanti soprattutto se paragonate alle piccole figurine da gioco della Cicogna, Nannina, Stella e “compagnia cantante”.
Anche in questo caso forma e dimensioni erano dettati dal sistema distributivo (che vedremo in dettaglio nella parte dedicata proprio ai dispenser).
La figurina veniva espulsa dalla macchina distributrice grazie ad una leva orizzontale che si muoveva di qualche centimetro in avanti intercettando il lato corto della figurina che quindi veniva a sua volta spinta in avanti.
La figurina, così spinta, avanzava e, nel suo brevissimo tragitto, passava sotto una feritoia che, dall’alto, concedeva una apertura pari all’altezza della singola figurina grazie ad una “ghigliottina regolabile”, per cui anche se fossero state spinte due figurine dalla leva, poi ne passava una sola perché la seconda era intercettata dalla “ghigliottina” che pendeva dall’alto. (vedi la citata sezione sui dispenser).
Ci voleva, quindi, una figurina con un certo spessore ed una certa resistenza alla spinta (che non flettesse facilmente, insomma), quindi abbastanza rigida ed anche “lunga” perché’ doveva compiere un tragitto all’interno del dispenser.

 

 PRIME PRODUZIONI – LE ITALIANE EUROMATIC E LE INGLESI CARDMASTER

 La Master Vending produsse alcune serie di figurine cartonate in Inghilterra ed ebbe talmente tanto successo che decise di esportare il sistema di vendita ed iniziò a produrre anche per il mercato italiano.
Nel 1958 compare una bella serie di 100 figurine a colori dedicate agli aerei a getto, già comparsa l’anno precedente nel regno unito sotto l’etichetta Cardmaster, intitolata “jet aircraft of the world”, che sul mercato italiano diventa “Apparecchi a reazione del mondo” sempre come marchio Cardmaster distribuita dalla “Master Vending co (overseas) ltd. – via po’ 22, Roma e successivamente una bella serie di figurine di sportivi detta “Cardmaster-sport” basata principalmente su foto di calciatori ma composta anche di ciclisti, nuotatori, pugili e tennisti, in bianco e nero di carattere fotografico, oggi tra le più ricercate in assoluto.
Le Cardmaster ebbero un concreto e deciso successo presso i bambini italiani.

 L’IMPRENDITORIA ITALIANA

 A noi italiani non fa certo difetto l’immaginazione ed il senso dell’impresa!
Anche quando copiamo lo facciamo così bene che surclassiamo gli stessi inventori.
Considerato il successo del sistema distributivo, degli imprenditori torinesi di cui si parlerà in dettaglio nella storia di ogni singola casa produttrice, decidono di “copiare” il sistema distributivo della master vending e fondano la Sidam - Torino che produce al suo esordio una serie di figurine diventata epica, intitolata “Il calcio italiano” ed in successione temporale la Ilma di Torino, la A.T.D. – Alba Tortona, la rasa di milano, la E.D.I. di Milano.
È uno sbocciare di Editori ed una esplosione del mercato che travolge nel giro di poco tempo l’imprenditoria inglese costretta a far rientro in patria dove scomparirà definitivamente.
Vengono realizzate alcune serie di figurine divulgative, quindi non di carattere sportivo proprio per non andare in competizione diretta con gli inglesi sul tema figurine.
Vengono così messe in distribuzione una serie di 64 figurine colorate detta “Capitali del mondo” (cartoncino abbastanza spesso e stampa un po’ approssimativa, molto simile a quella inglese) ed una serie sempre di 64 figurine chiamata “Navigazione” con caratteristiche di stampa un po’ migliori e cartoncino sempre abbastanza spesso.
Segue poi una terza serie sempre di 64 figurine dedicata alle auto d’epoca, con identiche caratteristiche tipografiche e di supporto, anche perché i distributori utilizzati sono, oltre a quelli di produzione Sidam, ancora quelli che la Master Vending aveva impiegato e che erano stati rilevati.
Il successo della impresa è relativo ma le prospettive sono eccezionali!

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 LA SIDAM DI TORINO

La Sidam fondata nel 1959 è la prima e la maggiore delle Società editrici e distributrici di figurine col sistema a dispenser.
Grazie alla Sidam il sistema compie un passo decisivo per il suo successo.
Si affranca sin da subito dal produttore inglese di dispenser e producendo in proprio un dispenser che sarà marcato Sidam (ne seguiranno successivamente molti altri modelli).
Questa azione unita, alla produzione di figurine di elevato livello tecnico tipografico, alla migliore qualità della gomma americana ed alla straordinaria varietà di figurine offerte, genera la scomparsa del sistema distributivo inglese ed il predominio assoluto sul mercato nazionale di quello Sidam.
Siamo agli inizi degli anni 60, quelli del boom economico, della definitiva risalita del nostro paese da nazione agricola a grande potenza industriale fondata sì su grandi fabbriche metalmeccaniche ma anche di piccola e media ma, rampantissima, imprenditoria, capace di diventare in poco tempo un esempio mondiale di creazione di ricchezza e posti di lavoro senza eguali nel mondo.
La Sidam in 4 anni di “esistenza “produce una quantità di figurine inenarrabili, sempre più perfette, sempre più varie e per tutti i gusti, divenendo leader del settore e invadendo anche il mercato francese con il marchio “So.Di.MA” di Grenoble.
La Sidam produce la serie “il ciclismo” - 100 figurine con album, “gli stati del mondo” - 100 figurine con album, “le armi” - 100 figurine con album, “auto international parade “- 117 figurine con album, “aerei d’oggi “- 100 figurine con album, “meraviglie del mondo “- 100 figurine con album, “il calcio italiano 1959-60 “– 300 figurine con album, “il calcio italiano 1960-61 “– 171 figurine con album (ma è da verificare) e “il calcio italiano 1961-62 “– 204 figurine senza album!
Un fiume in piena! Qualcosa come 9 raccolte complete, quasi tutte con album, per un totale di ben 1292 figurine diverse in due anni e mezzo!
Un boom!

 LE ALTRE PRODUZIONI

Se negli anni che vanno dal 1959 al 1962 la Sidam diventa leader del settore, altre società si buttano sul mercato delle cartonate con distribuzione attraverso i dispenser.
Tra queste:
* L’Alba- Tortona che è direttamente discendente dalla produzione dolciaria. E produce una serie di 100 figurine di calciatori, di 50 figurine di ciclisti ed una spettacolare serie didattica di 100 figurine dedicata agli Esploratori e Navigatori;
* La Rasa di milano che produce una serie di calciatori con album molto articolata e completa di oltre 200 figurine (?);
* La ILMA di Torino, tipografia torinese che produce nel 1960 tre splendide serie didattiche da 64 pezzi ciascuna, distribuendo con i distributori Sidam di cui, sono certo diversifica la produzione come un marchio collegato di “copertura”;
* la E.D.I. di Milano che produce tra il 1961 ed il 1963 due serie di figurine dedicate ai calciatori, molto complete e ricche con oltre 300 pezzi a serie denominate “calciocampioni”, inframezzate da una raccolta di 50 figurine dedicata ai mondiali del Cile del 1962 (senza album) ed una serie di ciclisti denominata ciclocampioni (100 figurine), con album, per un totale di oltre 750 figurine editate;
Tutte, ATD, Rasa, Ilma e, soprattutto, le E.D.I., riscuotono un discreto successo editoriale ma non toccano i vertici raggiunti dalla Sidam.

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           FIGURINA A.T.D.                                 FIGURINA RASA - MILANO                      FIGURINA E.D.I. - MILANO

 1963 - LA CONTRAZIONE DEL MERCATO. I PERCHE’ DELLA CRISI

Come sempre succede, al periodo dell’espansione, a volte anche quasi virulento, segue un assestamento fisiologico sia da parte della richiesta che da parte, conseguentemente, dell’offerta.
Il 1962 è l’anno in cui si produce, si godono i vantaggi economici risultanti da un andamento delle vendite più che esaltante, ma in cui si smette praticamente di pianificare il futuro.
È l’anno in cui si cresce ancora come fatturato ma si comincia a vedere del torbido all’orizzonte.
Già A.T.D., Rasa e Ilma non sono più attive sia sul mercato che, soprattutto nella ideazione e pre-produzione di nuove serie e scompaiono; la Sidam stessa non pianifica più nuove serie e difatti nel corso del 1962 non produrrà alcuna nuova emissione e, alla fine dell’anno, cederà l’attività alla Taver Matic, una nuova sigla che raccoglie l’eredità della Sidam (in realtà la Taver Matic era la Sidam che era stata fatta “evaporare” per ragioni economico-fiscali).
In questo contesto di riduzione progressiva, la sola E.D.I. in controtendenza sviluppa un progetto di altissima valenza e ne pianificherà un altro nell’anno successivo.
Se il 1962 è l’anno, per molti della riflessione, il 1963 rappresenta l’anno di svolta del sistema, un segnare il passo cui seguiranno anni buoni ma non di crescita fino al declino finale.
Il ’63 è l’anno in cui non si pianifica più per l’anno successivo (in questo sta la crisi) con lo stesso entusiasmo di prima.
Quindi il sistema “sente” che qualche cosa negli ingranaggi non va perfettamente ed avverte il pericolo di fare un flop, diremmo oggi!
Ma qual era il vero male oscuro delle società di edizione? Cosa minava alla radice il sistema?
La prima riflessione è che le varie case distributrici della prima ora, scompaiono per una serie di motivi disparati, ma essenzialmente legati a problematica che investimenti e di rientri economici.
Lo strapotere della Sidam si fa sentire e ad un certo punto A.T.D. Alba Tortona e Rasa pur avendo ottenuto utili consistenti capiscono che esiste il serio rischio di fare flop nel prosieguo di una attività in cui non è facile rimanere a galla e preferiscono tirare i remi in barca e chiudere.
Le altre sparizioni successive a parte la Ilma, che è un caso a parte, avvengono tra il 62 ed il 63 essenzialmente per ragioni fiscali e di sovvenzione statale, per cui è meglio far morire una ditta e farla risorgere per avere dei diritti fiscali di esenzione di agevolazione che competono a nuove ditte.
Ecco la ragione per cui tutte le Società partono, agiscono e dopo 2, massimo 3 anni svaniscono definitivamente.
Questo fenomeno di “araba fenice” si ripeterà con impressionante precisione cronometrica anche per Taver Matic prima versione, Stef e Taver Matic seconda puntata, fino al 1967.
L’altra causa del lento degrado delle cartonate come fenomeno trainante del mercato della figurina è racchiusa in due sole parole “Panini” e “Perfetti”!
Facciamo un piccolo passo indietro.
Nel 1961 la Panini, piccola casa editrice di Modena di proprietà dei fratelli Panini edita un album “calciatori 1960-61” dopo che l’anno precedente aveva rilevato tutta la produzione della affermata casa editrice di figurine sportive, la edizioni Nannina di Milano per inserire le figurine nelle “buste sorpresa” al cui successo i fratelli Panini devono (anche se non solo) l’essere diventati da edicolanti a imprenditori di fama internazionale.
Quelle dell’album della Panini figurine abbastanza grandi ben strutturate e colorate (erano le Nannina dell’anno precedente con ovvie modifiche e novità) e l’album riporta un panorama sufficientemente completo dedicando a ciascuna delle 18 squadre di serie a 11 figurine di calciatori titolari, 3 figurine di riserve ed una figurina per lo scudetto o stemma.
L’idea vincente non è l’album, quelli della Sidam a livello grafico erano decisamente migliori, ma è la distribuzione e, soprattutto il costo relativo al bene figurina.
Le Panini sono distribuite presso le edicole, sono in un pacchetto chiuso e per ogni 10 lire ci sono 4 figurine.
Le cartonate costano 10 lire l’una perché nel costo è compresa la gomma americana.
Gli album della Panini sono venduti in edicola e spesso dati gratuitamente fuori delle scuole elementari, mentre quelli delle cartonate devono essere richiesti all’editore scrivendo e quindi sono meno disponibili se non più difficili da avere.
Il formato delle figurine panini è più tascabile e la loro composizione cartacea le rende più flessibili rispetto alle cartonate e quindi più resistenti alle pieghe.
Con le figurine Panini si può giocare ad “accosta muro”, a “scalino” e ad altri giochi del genere e gli scambi tra collezionisti sono semplificati dalle dimensioni delle figurine.
Anche a livello distributivo la Panini è vincente.
Le figurine sono nei pacchetti chiusi, vengono venduti “al banco”, non necessitano di una macchinetta, non serve avere disponibilità di spicci, non bisogna ogni mattina all’apertura dell’esercizio commerciale tirare fuori la macchina distributrice, magari incatenarla al paletto ed ogni sera, alla chiusura, ripetere l’operazione inversa.
Non bisogna ogni tanto dover uscire dall’edicola per vedere per quale motivo il dispenser si è inceppato, se sono finite le figurine all’interno del dispenser oppure le gomme!
Ricordo benissimo che se una figurina non mi usciva dalla feritoia piantavo una grana al giornalaio che non finiva più, mentre se per caso dalla feritoia uscivano due figurine, stavo zitto come una spia guardandomi intorno e poi filavo via di corsa nemmeno fossi inseguito da un branco di dobermann rabbiosi!
Il futuro è della Panini, questo qualcuno, nella stanza dei bottoni delle società editrici lo capisce e la produzione delle cartonate si riduce.
L’altra parola era “Perfetti”
La Perfetti era una società dolciaria che iniziò a produrre chewing-gum in barrette.
Il peccato originale delle cartonate che ne sarà la causa principale di estinzione; le cartonate nacquero come mezzo per vendere le “cicche” le palline di gomma americana e non viceversa, quando le palline di gomma furono superate dalle cicche incartate in barrette, la partita era persa!
Il colpo decisivo al sistema dei dispenser fu sferrato proprio dal mondo della produzione dolciaria. Attorno alla metà degli anni 60, infatti, la ditta “Perfetti” mise sul mercato delle gomme americane a barretta incartate una per una e racchiuse in un pacchetto di 10 barrette.
La qualità delle gomme era decisamente superiore, non c’era più bisogno di ricoprire la cicca di antiaderente, in quanto c’era l’incarto, pesavano 10 volte di meno con risparmi nei costi di distribuzione ed erano indubbiamente più igieniche e poi erano disponibili in molte fragranze differenti (le più buone, per me, erano quelle con l’incarto rosso scuro alla cannella detta all’inglese “cinnamon”!
Fu quindi il mondo dell’industria dolciaria che aveva decretato il successo delle cartonate a causarne il definitivo tramonto.
Alcune case editrici, affrancandosi dalle case produttrici di dolciumi avevano anticipato i tempi producendo già da diversi anni figurine di grandi dimensioni e di supporto cartaceo abbastanza spesso (quindi delle “cartonate”) ma distribuite, come le Panini, quindi private della “zavorra” della cicca.
Ma fu un tentativo che venne presto abbandonato.

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DUE FIGURINE "LEGGERE" PRODOTTE DA STEF E TAVER MATIC NEL 1963-64 E DISTRIBUITE CON LE BUSTINE

        

 LA STORIA CHIUDE IL SUO CICLO – DAL ’63 AL ‘67

  Portata a dismissione la corazzata Sidam (come ho sostenuto per ragioni di carattere fiscale e di aiuto alle imprese nuove), l’eredità del colosso torinese viene assunta da una nuova società, guarda caso senza farci apposta sempre di Torino dallo strano e metallico nome, “la Taver Matic”.
Sulle origini di questo nome , prima decisamente sconosciute si è fatta piena luce qualche anno fa grazie alle rivelazioni di uno dei due fondatori proprietari della ditta.
Invito quindi chi volesse saperne di più a leggere le storia della Taver Matic pubblicata in altra parte del sito.
Resta il fatto che la Taver Matic eredita in toto il progetto grafico della Sidam e produce una serie 1962-63 di calciatori assolutamente identica alle figurine dell’anno precedente (editate dalla Sidam), ovviamente per quanto riguarda le impostazioni grafiche e l’impianto generale.
Si tratta della quarta raccolta “il calcio italiano 1962-63”, la prima del dopo Sidam.
Come avevamo detto sopra, la E.D.I., nel ’62, pubblica la sua seconda raccolta “calciocampioni 62-63” detta in gergo “con autografi” perché’ le figurine hanno l’autografo del calciatore nella zona bassa del fronte, serie composta da 300 figurine, tante quante la prima edizione della Sidam, una raccolta molto bella ed un progetto ambizioso, quasi anacronistico.
Nel 1963 la casa del “pallino rosso” produrrà la sua ultima collezione, una particolarissima serie di 100 ciclisti, chiamata “ciclocampioni”, anche questa impostata sulla presenza nella figurina dell’autografo del ciclista.
Mentre la casa milanese dal pallino rosso produce la sua ultima serie, alla metà del 1963 la Taver Matic inizia il lavoro per predisporre la nuova serie de “il calcio italiano 63-64 “ma accade qualche cosa per cui una nuova società sorge dal nulla e sostituisce la Taver Matic nell’imminenza della uscita della nuova serie.
Questa società è la S.T.E.F detta e scritta anche in forma contratta (stef)., sempre di Torino che metterà il proprio logo “ediz.stef Torino” in piccolo nell’ultima riga di piè di figurina, giusto sotto la scritta che ricorda che la figurina è una Taver Matic!
È il legame ufficiale che per la prima volta lega una società editrice all’altra, una prova indissolubile, provata, dell’esistenza di un teorema di continuità che vada oltre il discorso del semplice passaggio di consegne tra una Società editrice e l’altra.
Ma le Taver Matic 63-64 con la scritta stef che vengono pubblicate non sono molte e quasi subito la stef inizierà a produrre materiale “targato” solo stef, nei cui dettagli entreremo nella parte del sito dedicata alla s.t.e.f. di Torino.
Alla fine, nel corso del 63 la s.t.e.f. produrrà una bella serie di figurine cartonate “il calcio italiano 63-64” con oltre 200 figurine, che sono imparentate in modo visibile con le Sidam del 61-62 e con le Taver Matic 62-63, di cui ovviamente costituiscono una evidente prosecuzione.
Le figurine della stef sono molto belle e ben realizzate ed il panorama del calcio presentato è abbastanza esaustivo e la serie 63-64 va bene come successo editoriale, tanto che l’anno successivo la ditta torinese si ripresenta con una strana e particolare raccolta di formato leggermente più piccolo e caratterizzata dalla doppia scritta anteriore stef sul bordo inferiore del fronte figurina.
Questa serie è un po’ striminzita per rappresentare “il calcio italiano 1964-65” ed è anche molto figlia di quella dell’anno precedente sia graficamente sia per i calciatori raffigurati e contiene molte imprecisioni, soprattutto di calciatori ancora nelle squadre dell’anno precedente oppure ancora nell’organico di squadre dopo il loro ritiro ufficiale dal calcio giocato, tanto che sarebbe più facile datarla 63-64 piuttosto che 64-65.
Si capisce che è una raccolta mal messa, piuttosto claudicante, quasi buttata li.
Di lì a poco però la stef edita una nuova serie di 100 figurine, chiamiamola complementare o integrativa alla precedente perché pochissimi dei 100 calciatori della nuova serie era raffigurato nella serie precedente.
La raccolta dei 100 stef 64-65 è per me la serie più bella mai realizzata di figurine cartonate.
Foto splendide, stampa di altissima precisione, cartoncino resistente e aspetto lucido, fanno di questa serie la summa teologica delle figurine cartonate.
Certo la stef edita nel 63-64 e nel 64 65 una tale varietà di raccolte sempre della stessa serie e differenti solo per particolari contenuti nel retro o nella qualità del cartoncino, oltre che del colore del cartoncino, ma di questo aspetto rimando il parlarne direttamente nella parte del sito dedicata alla s.t.e.f.

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TRE STEF 64-65: STEF"LEGGERE" - STEF "DOPPIO STEF" - STEF SERIE "DEI 100". TUTTE DELLO STESSO GIOCATORE CUI AGGIUNGERE ANCHE QUELLA DELLA "DOPPIO STEF ANTERIORE CON TESTI A TERGO - TAT"!

 Da notare che nel biennio 1963-65 non viene proposta alcuna serie di tipo didattico.
Penserà a questo nel 1965 la Taver Matic, la seconda Taver Matic che risorge e dopo la sparizione del 1963 e prende il posto della s.t.e.f. che dopo due stagioni lascia definitivamente il proscenio delle figurine cartonate.
La risorta Taver Matic, infatti pubblica “le armi”, una serie di figurine, con album, già appartenuta al patrimonio Sidam ed editata dalla Sidam nel 1961.
L’album è assolutamente identico all’album Sidam, cosi le figurine ad eccezione della tipologia di cartoncino adottato che in questa riedizione Taver Matic è molto più leggero di quello tipico della Sidam.
Nel 1965 la Taver Matic edita anche una nuova edizione de “il calcio italiano 1965-66” che comprende due importanti novità, la presenza di figurine dedicate ai calciatori della serie b (due per figurina) come nelle collezioni panini, e la presenza dello stemma della squadra sul fronte di ciascuna figurina.
Questi particolari danno alla serie una sua particolare fisionomia grafica che stacca la serie dalle produzioni precedenti de “il calcio italiano”, incluse quelle della medesima s.t.e.f.
Nella raccolta dell’anno successivo la Taver Matic si ritrova praticamente da sola a produrre una serie di cartonate, in un mondo oramai al tramonto, dominato dalle piccole figurine Panini e dalle gomme a stick.
La Taver “il calcio italiano del 1966-67” pur se non una collezione perfetta e molto ricca di figurine è una bella collezione che conferma l’impianto grafico dell’anno precedente, pur con qualche variazione che rendono comunque la serie migliore di quella pur bella dell’anno precedente.
Ma sì sa, la storia non si ferma mai e mai si ripete: dopo l’ottava edizione de “il calcio italiano” terza targata Taver Matic, la storia presenta il suo conto e così cartoncino e dispenser finiscono nel retro delle tipografie o nelle soffitte degli addetti alla distribuzione o nei retrobottega delle edicole o dei bar, dove resteranno per molti anni, mentre le immagini colorate di quei protagonisti non abbandoneranno mai più la nostra memoria che il tempo non riesce a scalfire!
Nel frattempo arriva il 1968, la contestazione, le rivolte studentesche, il primo caos sociale che è figlio del boom degli anni ’60, le insoddisfazioni delle classi emarginate.
È un mondo nuovo dove il lusso delle figurine cartonate non è più di moda, dove lo spazio per sognare si riduce e si alleggerisce, dove la realtà ha altre dimensioni, altre forme ed altri colori!

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