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ELAH - GENOVA PEGLI

SERIE

" NAVI "

FIGURINE

PRESENTAZIONE

 

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1. ELEMENTI BASE

La Elah è una storica casa dolciaria italiana famosa in tutto il mondo.

Capacità industriale e capitali veri, acquisiti in anni di dominio assoluto sul mercato interno ed anche con buona penetrazione su quello estero.

Questa serie di figurine non fu realizzata per la distribuzione attraverso i dispenser ma era data in omaggio ai clienti che comperavano confezioni di prodotti di questa ditta.

Come abbiamo già visto nella storia di questa casa editrice, le produzioni di figurine furono veramente molte nel tempo, ma solo pochissime di queste furono di tipo cartonato e, pertanto troveremo, su questo sito, solo una piccola parte delle figurine editate in accompagno ai dolciumi di produzione propria.

La serie deve essere inserita tra le serie realizzate e distribuite nei primi anni 60.

 

2. IL PROGETTO

La Elah sapeva benissimo che i suoi prodotti erano vendibilissimi senza alcun bisogno di “accompagnamento” che ne veicolasse e promuovesse le vendite.

Sapeva inoltre benissimo che per la moda dell’epoca, sottrarsi ad un piccolo piacere per il cliente, quale quello della figurina, poteva anche significare una rimessa ben maggiore rispetto ai costi da sostenere per dotare il dolciume di figurine.

Tale ottica, peraltro strettamente commerciale e non desueta a nessuna delle grandi case produttrici dell’epoca, da Lavazza a Liebig da Ferrero (concorrenza diretta), a Locatelli (prodotti caseari), era entrata nel costume degli italiani sin da prima della guerra e si era ulteriormente rinvigorita nel dopoguerra, pur senza mai raggiungere i fenomeni patologici del caso del “feroce saladino”.

La scelta di accompagnare alcuni prodotti per un certo periodo di tempo con delle figurine cartonate a tema “navale”, non fu, secondo il mio modestissimo parere, imposta dalla società ma fu accettata dalla società Elah una proposta che ritengo provenisse dalla vicina Francia.

La Elah non sviluppava in proprio il prodotto “di contorno” ma lo approvava seguendo le offerte che le venivano presentate, questo non certo per snobismo nei confronti della figurina, ma perché, pur rispettando il gadget, dava priorità al suo “core business”, diremmo oggi, ovvero il dolciume.

Il progetto era francese per una serie di ragioni sia storiche che culturali che estetiche.

Il progetto era imperniato su una serie di 48 figurine di media grandezza, di discreta cartonatura, comprensive di album, come abbiamo detto di soggetto marino.

3. ASPETTI GRAFICI

La figurina si presentava in modo elegante, di forma rettangolare a sviluppo orizzontale.

Avete mai fatto caso (apro qui una parentesi al discorso) a quanto le figurine orizzontali siano più “belle di quelle verticali? più posate, più fruibili, più solide e più leggibili?

La risposta sta nel fatto che la posizione orizzontale è una posizione sicura statica, impossibile dall’essere disequilibrata, proprio perché baricentrica e quindi non inclinabile, l’esatto contrario della figurina a sviluppo verticale il cui baricentro è instabile, il cui “riposo” è precario.

Più semplice è la leggibilità della figura orizzontale rispetto alla verticale, per il semplice e logico assunto che la scrittura e la lettura sono operazioni di codifica e decodifica del pensiero che si svolgono sul piano orizzontale non su quello verticale (ad esclusione dei cinesi – ovviamente).

Dopo questa chiosa che da parecchio tempo volevo esprimere, ritorniamo alla nostra serie.

Abbiamo detto forma rettangolare molto ben ponderata, direi quasi “aurea” all’interno di questa forma portante è realizzato con la stampa, una specie di cartiglio colorato che è poi il “contenuto della figurina, ovvero l’immagine.

L’immagine ha sempre forma rettangolare orizzontale ma ha due elementi tecnici particolari che sono: gli angoli dotati di una profonda curvatura (che fanno da contraltare agli spigoli “appuntiti della figurina “esterna” e la non simmetricità dei bordi che risultano molto più ampi nei due lati verticali.

Volendo tradurre tutto in numeri diciamo che la figurina esterna (la parte di supporto cartonato misura 8,5 cm x 5,9 cm , per cui il rapporto altezza su base (8,8/5,9) e’ di 1,44, mentre nella figura stampata tale rapporto (facendo come se gli angoli non fossero arrotondati ) e’ di (7,4 x 5,2 ) 1,42 il che rende il cartiglio interno meno orizzontale del supporto andando a bilanciare parzialmente il rapporto tra le due misure e conferendo quindi alla parte stampata, quindi all’immagine un maggiore slancio verticale.

Insomma un sapientissimo gioco di proporzioni, cui gli angoli fortemente arrotondati danno un ulteriore aspetto aristocratico.

Altro elemento grafico importantissimo è la mancanza della linea di contorno, la linea di bordo, che lascia al colore dell’immagine la funzione bordatrice con conseguenze morbidissime e dilatanti e direi anche di pregio artistico, su tutto il campo.

Questa caratteristica non appartiene al modo di fare figurina in Italia.

4. I SOGGETTI

Diciamo subito che i soggetti sono disposti, rispetto alla numerazione delle figurine, in modo atemporale, cioè non c’è una consecutio temporum che dia l’idea di un progresso compiuto nel tempo verso la sicurezza, la velocità e la affidabilità del trasporto marittimo.

È una scelta editoriale che già avevamo notato e contestato nella presentazione critica della serie “navigazione” della Ilma di Torino.

Qui navi primitive, antiche a vela e moderne si alternano con una certa agilità ma senza un percorso, senza che nessun “corrente” le spinga in modo logico.

Le navi “primordiali” sono, peraltro poche, solo 4, mentre le navi a vela di varie epoche sono 7 ed il resto ad esclusione di una figurina tecnica, la numero 1 sono navi a vapore, civili e militari, ivi compresi mezzi da sbarco, sommergibili ecc. ecc., nel complesso le navi chiaramente militari sono 16.

È interessante notare come le navi di origine francese presenti in raccolta siano ben 15, proporzionalmente uno sproposito, soprattutto considerando che la marina francese non è mai stata ai vertici né civili né militari, sempre soverchiata da quella inglese americana e, a volte, spagnola….

Questo è un altro dei motivi per cui sostengo che la serie sia sicuramente una produzione su progetto francese e non di casa nostra, dove avremmo sicuramente messo, come nave scuola la Amerigo Vespucci, piuttosto che la Jeanne D’Arc, peraltro moderna oppure la” Valmy”, l’ultima nave a vela… (ma quando mai!)
Sciovinismo transalpino e grandeur francese vanno qui di pari passo!

 

5. REALIZZAZIONE GRAFICA

La serie è ben realizzata e molto fruibile, malgrado le piccole dimensioni del supporto concedano poco respiro alle immagini.

Queste sono realizzate da bozzetti originali a tempera di sicura provenienza fotografica a cui il bozzettista ha, certamente, saputo trasferire il pathos scenico giusto e sempre vario.

Azzurri e grigio-verdi la fanno da padrona e solo saltuariamente un tocco di arancio o una pennellata di violetto spezzano, come un’onda anomala, la frequenza, quasi monocorde, dei toni.

L’immagine è sempre, in ogni caso obbligata a fare da cornice a sé stessa, per cui i colori non possono essere troppo chiari o sfumati né troppo carichi e splendenti.

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I colori sono matti, non lucidi e quindi le luci sono sempre calde e raffinate, non per altro, secondo me la figurina più bella è certamente la figurina numero 2, un grosso battello fluviale a ruota della metà dell’ottocento, in navigazione notturna sul Mississippi, in una tranquilla notte di luna che, bassa a prua, si eleva sopra le nubi d’orizzonte lasciando una scia d’argento sull’acqua placida mentre, a bordo, è tutto un alone di luci ed un brulicare di vita “mondana”, che ci fa immaginare l’archetipo, mutuato da mille fumetti western o da film di identica ambientazione, ove si muovono eleganti signore con cappellino, pistoleros in trasferimento e “gambler” sempre pronti a spennare il ricco mercante sprovveduto di turno, il tutto condito dalla musichetta jazz tipo hockey tonk!

Le figurine sono abbastanza ben conservate perché il cartoncino è di buona qualità, solo con bassa percentuale, si manifestano fenomeni di disallineamento dei cliché di stampa e ancora raramente le figurine risultano fuori centro al taglio.

6. ASPETTI COLLEZIONISTICI

Tralascio qui l’abituale capitolo dedicato al risalto degli aspetti critici, peraltro già spalmati nel corso della presentazione.

La serie è bella, fruibile, agile ed elegante ed è collezionabile.

Il mare si “sente” e questo ha spinto, negli anni appassionati di mare e di navi ad intraprendere questa raccolta magari conservata nel suo bell’album oppure riportata in quadretti da appendere al muro, estremamente d’effetto.

La sua reperibilità è media sul mercato e su quello informatico on line non è una serie sempre presente o, per lo meno con una certa frequenza.

Non mi risulta esistano figurine introvabili, per cui ogni figurina può avere un valore di 2 – 2,5 euro se presa singolarmente, mentre tutta la serie può essere acquisita a valori tra i 100 ed i 120 euro.

Dell’album se ne parlerà nell’apposita presentazione.

Buona collezione

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