ALTHEA PARMA
SERIE
“I COSTUMI REGIONALI “
ALBUM
PRESENTAZIONE
1. PREMESSA
La produzione di figurine Althea, abbiamo visto, è sempre stata rivolta verso il “popolo maschile“ attraverso figurine fustellate assolutamente inadatte ad essere collezionate in un Album, in accordo con la mentalità del ragazzo, più portato al gioco con le figurine piuttosto che al collezionismo.
Dobbiamo ricordare che i ragazzi dell’epoca non avevano certo i giochi che oggi sovrabbondano nella disponibilità dei pari età e si accontentavano di piccole cose come una sorpresina del Tide (di solito pupazzetti di plastica monocolore o delle figurine o cose similari: quello che contava era la novità che anche se piccola era pur sempre una “sorpresina” che sorprendeva!).
Le figurine erano quindi un gioco ed andavano giocate, utilizzate, consumate.
Queste le ragioni del perché le collezioni Althea erano prive di album raccoglitore.
Con la Serie dedicata ai costumi regionali la Althea si rivolge invece al mondo femminile offrendo per le bambine/ragazze una raccolta di “bambole e bambolotti “vestiti secondo le tradizioni regionali italiane.
Pur essendo anche queste delle fustellate, la Althea decise di dotare questa collezione, prima ed unica, di un album raccoglitore.
2. IL PROGETTO
Ricordando che la serie doveva essere di 40 figurine (fino ad ora ne sono però riuscito a censire solamente 35), l’album doveva avere dimensioni piuttosto abbondanti, visto, appunto che doveva contenere figurine dalle dimensioni piuttosto vistose, circa 13 cm.
La Althea esagerò nel dimensionare l’album, creando uno degli album più grandi, dimensionalmente parlando, mai realizzati.
Le dimensioni erano in realtà 45 x 30 dove il lato lungo era quello orizzontale.
Le dimensioni testé descritte furono il risultato di un progetto grafico assolutamente particolare e nuovo nel suo genere.
La Althea, difatti, decise di realizzare un progetto in cui le figurine, private della base della fustellatura, potessero essere inserite nel raccoglitore attraverso tre fessure, due nella parte bassa per gli angoli della base ed una in alto per inserirci solo molto parzialmente la testa.
Già questo ci fa capire che, oltre all’altezza delle figurine (13 cm), andavano considerati anche almeno 3 cm sia sotto le fessure della base e 3 cm sopra quella della testa, arrivando così a 19 cm.
Ma perché’ l’album è alto 30 cm invece che 22 0 23 cm?
La risposta sta, appunto nel concetto progettuale.
Basta guardare la copertina dell’album per rendersi conto, immediatamente, che essa, a parte il “Carosello” televisivo, aveva una ambientazione prettamente teatrale, sul cui palcoscenico e dentro ad una scenografia di grandi dimensioni, le “bambole” ed i bambolotti Althea potessero “muoversi” come, appunto, in uno spazio teatrale, a 360 gradi.
E’ un po’ un classico delle fustellate Althea dotate anche di piedistallo, quello di alzarsi e camminare, per cui in questo caso, pur riposte nelle due dimensioni dell’album le “indossatrici” dei costumi regionali vivono in un mondo a tre dimensioni.
Per chiudere il circolo, cosa c’è di tridimensionale che vive in due dimensioni? Direi, senza ombra di dubbio, la televisione!
Ecco poi il perché del richiamo al “Carosello” televisivo che ritroviamo in maniera chiara in copertina.
Il circolo progettuale era chiuso!
La Althea concepì quindi 8 grandi sfondi colorati e rappresentanti in due dimensioni di differente profondità, dietro, in secondo piano, una veduta “aerea” di fantasia delle regioni e, davanti, in primo piano una superficie piana con le basi per inserire le figurine che desse credibilità spaziale agli appoggi delle figurine che in tal modo sembravano “sfilare” su un fantastico affaccio da cui si poteva godere di un fantastico panorama.
Ciascun quadro era titolato con binomi di regioni (in ordine di pagina): Piemonte - Lombardia, Venezia-Trieste, Emilia-Marche, Toscana Liguria, Umbria-Lazio, Molise-Campania, Puglie-Calabria, Sardegna –Sicilia, cui facevano da ala colorata gli stemmi delle regioni in questione.
Le pagine di retro degli 8 sfondi erano assolutamente vuote in quanto non utilizzabili per via delle 15 aperture per l’inserimento delle figurine.
3. ASPETTI GRAFICI E TIPOGRAFICI
La grafica non è un capolavoro, lo diciamo subito, ma avrebbe potuto esserlo.
I disegni degli sfondi sono un po’ approssimativi (parliamo dell’aspetto puramente grafico coloristico, perché in fatto di aspetto geografico sconfiniamo quasi nel “blasfemo”, ma lo vedremo dopo) e le terrazze panoramiche su cui le figurine devono essere inserite sono troppo poco differenziate dagli sfondi che compaiono o meglio, dovrebbero comparire in secondo piano.
Riguardo agli aspetti geografici del disegno degli otto sfondi realizzati, dicevamo, siamo alla blasfemia, perché le montagne sembrano finire dietro Milano mentre la catena alpina continua per altri 500 km fino quasi a Trieste ed il lago che si vede a destra sembra proprio essere il Garda, più vicino a Milano di quanto non lo sia Torino, mentre nel secondo quadro vediamo un balconcino che deve essere realizzato al centro dell’adriatico, laddove, però, non ci sono isole, mentre nel terzo quadro notiamo come Ancona, facilmente distinguibile per il suo bel Duomo, sia posta a Nord di bologna (grrrrr!!!!), con delle montagne in lontananza là dove invece dovrebbe esserci la pianura padana!
Assurdo il quarto quadro dove Firenze viene posta alle spalle di Genova, più o meno dove dovrebbe essere Alessandria(orrore!!!).
Scevro da bestialità geografiche il quadro successivo dove Roma, bontà loro, è posta, correttamente a sud di Perugia.
Quasi accettabile il sesto quadro dove Napoli, pur vicina ad…” Isernia”?
Anche se a me sembra il duomo dell’Aquila che notoriamente è in Abruzzo e non in Molise!
Certo, se fosse l’Aquila l’immagine sarebbe sbagliatissima per evidenti ragioni di posizionamento o dell’una o dell’altra Città!
Nel settimo quadro non c’è la Calabria perché distinguiamo Alberobello e Castel del Monte che sono ambedue località bellissime della Puglia, mentre nell’ultimo quadro la Sicilia sembra una penisola lunga e stretta e la Sardegna le è separata da uno stretto braccio di mare (!!!???).
Ok, dai non facciamo i pierini, accettiamo il tutto con fantasia infantile allo stato puro, non parliamo di geografia!!!!
Tuttavia, tanto sono criticabili e poco redditizie le scenografie vuote delle 8 pagine, quanto queste, una volta inserite le figurine, sembrano essere vive e quasi in movimento.
A livello di caratteristiche tipografiche i fogli di cui si compone l’album sono 8, cui devono sommarsi i due fogli di copertina per un totale complessivo di 10 fogli per 20 facciate.
Di queste la copertina più 8 pagine (per un totale di 9 pagine) sono stampate, mentre e le altre tre di copertine e gli otto retri (per un totale di 11 pagine) sono pagine bianche.
Il supporto cartaceo utilizzato per la realizzazione dell’album è cartoncino molto pregiato, al tatto sembra carta Fabriano, le rilegature sono fatte benissimo e l’album seppur di grandi dimensioni regge il peso di sé stesso e delle 40 grandi figurine che lo compongono (o dovrebbero se fossero uscite tutte, cosa della quale, mentre scrivo non sono affatto certo.
L’album, per la tipologia di rilegatura risulta dotato di costa laterale, particolare che, negli album dell’epoca ho ritrovato solo nell’incredibile album “Avventure dello spazio” edito dalla F.I.D.A. di Roma (vedi recensione).
Anche questo un dettaglio che denota la grande qualità della realizzazione.
4. ASPETTI COLLEZIONISTICI.
Non è un album facile da reperire.
Trovarlo poi di perfetta conservazione è abissalmente difficile.
A livello di quotazioni siamo attorno ai 500 – 900 euro in base allo stato di conservazione per un album vuoto, mentre se fosse pieno dovremmo aggiungere non meno di 400 euro per le figurine, per cui stimo un album pieno e perfetto non meno di 1300 – 1500 euro, che per un Album didattico sono veramente tanti soldi.
Certo, è un album spettacolare e abbastanza raro!