NANNINA - MILANO
SERIE
" CICLISTI GIGANTE 1960 "
FIGURINE
PRESENTAZIONE
1. ELEMENTI BASE
Nella sterminata e caotica produzione Nannina c’è spazio per lo zenith ed il nadir, per il grande e per il piccolo, per il perfetto e l’imperfetto!
Nel 1960 già il fenomeno delle grandi cartonate per dispenser è in pieno boom, lanciato dalle serie inglesi sbarcate in Italia e subito ripreso dalla grande capacità italiana di produrre in tempi rapidissimi con gusto e raffinatezza (Record Sidam Colorado FIDA ecc. ecc.).
Probabilmente la casa editrice milanese, da oltre un decennio all’avanguardia nella produzione di figurine medie e piccole, avverte i segni del tempo che cambia e, pur non comprendendone appieno le ragioni, cerca di non lasciare intentata nemmeno la direttrice delle figurine cartonate di grandi dimensioni.
Ma mentre le case editrici di figurine da dispenser fanno di necessità virtù rispetto alle dimensioni delle loro figurine, concependole (nei contenuti grafici, è di questo che stiamo parlando), per essere di grandi dimensioni, la Nannina non fa altro che ingigantire le figurine piccole, dimostrando di non aver compreso affatto il significato del nuovo che avanzava.
2. IL PROGETTO
I progetti editoriali della Nannina non erano sempre compiuti e ben ponderati.
Spesso abbiamo assistito a serie nate e poi ingrandite strada facendo a seconda se incontrassero o meno il favore del pubblico.
Era un po’ come se la Nannina fosse un giocatore di quantità, più che di qualità, tanto e vero che, trovata una formula vincente, tendeva a mantenerla in vita anche a dispetto dei santi, mentre per le formule traballanti c’era spesso un periodo di “prova” con produzione ridotta di figurine che poi veniva interrotta o ampliata a seconda del successo commerciale.
Quindi per la Nannina non è sempre possibile parlare di progetto in senso letterale della parola.
Questa serie fu ideata per essere una serie di 50 ciclisti ripresi sia in azione sulla bicicletta sia a mezzo busto per farne conoscere le sembianze.
Quindi 50 ciclisti per 100 figurine.
L’album non era previsto e le figurine non erano numerate.
Una caratteristica interessante del progetto è che le figurine non erano rivolte al ciclismo storico ma esclusivamente al ciclismo agonistico del momento, del 1960, caratteristica questa che troviamo solo nelle coeve Sun Chewingum.
Sul retro non era previsto assolutamente nessun testo, in linea con la stragrande maggioranza delle emissioni sportive Nannina.
Un progetto semplice, snello, non rivoluzionario di certo.
3. ASPETTI TIPOGRAFICI
Le dimensioni dovevano essere grandi, anzi giganti ed in effetti con i suoi 6,5 cm per 10,00 le figurine della serie sono giganti, più larghe ed alte delle Sidam e della genia delle cartonate da dispenser.
Il supporto, pur non dovendo essere di spessore, come quello delle cartonate per apparecchi distributori, in quanto la serie era venduto in cartoleria al banco, era decisamente pesante per lo standard della Nannina di quegli anni, un cartoncino che potremmo paragonare a quello delle A.T.D., le Alba Tortona, in quanto leggermente più pesante di quello delle Rasa 62-63 ma più leggero di quello delle Sidam o delle ILMA.
La qualità del cartoncino era piuttosto bassa e abbastanza dozzinale, anche qui’ forse il fornitore era lo stesso dell’ Alba Tortona.
La produzione di stampa era abbastanza poco curata e gli inchiostri erano rigorosamente opachi con rese cromatiche piuttosto spente, anche se i colori sgargianti degli sfondi di sintesi presenti nelle figurine a mezzo busto rendono la serie non certo incolore, anzi!
Le imperfezioni di stampa quali disallineamenti e mancato centraggio dei cliché’ non erano infrequenti ma complessivamente nella norma.
4. ASPETTI GRAFICI
Diciamo subito che il progetto grafico era un progetto chiaramente impostato su figurine di taglia ben diversa.
Le figurine grandi permettono di inserire più dettagli e di riempire la scena, non solo di avere soggetti di dimensioni maggiori.
Il progetto grafico di questa serie è vecchio e non è nato per figurine di questa “taglia” xl.
L’immagine è riquadrata da un linea perimetrale che divide la cornice dalla parte stampata e nel lato corto basso la sezione non stampata è alta il triplo della cornice, sicchè poi un’area di altezza pari a due cornici è riquadrata da una ulteriore riga orizzontale che delimita lo spazio per l’iscrizione del cognome del ciclista preceduto dal nome sottoforma di lettera puntata.
Almeno per le figurine che sono in presentazione 59 su 100, gli unici due corridori di cui non viene riportata l’iniziale del nome sono solo Battistini e Zamboni.
Abbiamo detto che ogni ciclista è destinatario di due figurine una in azione e l’altra a mezzo busto.
Le immagini sono tutte fotografiche anche se molto filtrate dal sistema Nannina, ma certamente le figurine in azione sono più veritiere perché mantengono l’originale sfondo fotografico, mentre le mezzo busto sono sublimate da sfondi monocolore o verdi o gialli o rossi che rendono un po’ “finte” le immagini.
Il progetto grafico prevedeva anche una banda triangolare all’angolo destro (ma in alcune figurine è posta all’angolo sinistro) in alto su cui era riportata la squadra professionistica di appartenenza del ciclista, oppure in molti casi la bandiera della nazionalità.
Tra le figurine pubblicate (59 su 100) le bande sinistre sono in netta minoranza (Assirelli - Coletto - Filippi e Terruzzi) solo 4 contro le altre 55.
Le motivazioni per cui troviamo anche bande a sinistra sono assolutamente incomprensibili, giacchè per ragioni legate alla forma dell’immagine, alcune di queste sarebbero state addirittura meglio a destra, mentre alcune di destra sarebbero state meglio a sinistra.
Nel complesso la serie appare quindi non brillante e lontana diversi anni luce dalla bellezza cristallina ed affascinante delle Sun Chewingum o sofisticata ed astratta delle Sidam.
Resta comunque un bello spaccato, imperdibile, di quegli anni di ciclismo che, dopo il tramonto dei campioni e campionissimi, stava riaffermandosi con nomi nuovi che avrebbero dominato per un decennio il panorama delle due ruote, Anquetil su tutti per la strada, forte di una abilità a cronometro che lasciava stupefatti, il lussemburghese Gaul folletto di montagna imprendibile, Longo per il ciclocross e Maspes per la velocità su pista.
5. ASPETTI COLLEZIONISTICI
Se il mio amico Giuseppe Turano è riuscito a fornirmi poco più della metà dei 100 pezzi di questa collezione è solo perché ci troviamo di fronte ad una serie che non deve aver avuto una diffusione delle più brillanti.
Schiacciata dalla concorrenza delle Sidam delle Sun Chewingum e delle Philco e più tardi della E.D.I., la serie deve aver incontrato il favore di non moltissimi collezionisti e se un minimo di successo la serie lo ha raccolto è, molto probabilmente per ragioni di carattere economico in quanto le figurine non erano gravate dal peso del costo del dolciume cui invece le figurine della concorrenza dovevano fare i conti.
Certo è che le figurine di questa serie sono molto rare ed iniziare oggi una raccolta significa lasciarla ai posteri, con molta probabilità, incompleta.
Teoricamente una singola figurina potrebbe avere un valore oggi sui 4 - 5 euro che è un valore non elevato, ma dobbiamo anche comprendere che se l’offerta è bassa, la richiesta non è dammeno, per cui le due cose equilibrandosi tengono abbastanza calmierato il valore.
Il che non è affatto male visto che la diffusione della figurina cartonate è limitata spesso dai prezzi un po’ elevati rispetto alle figurine meno nobili e di formato più piccolo (con le dovute eccezioni, ovviamente).
Una serie completa (ma non credo sia un discorso serio (dovrebbe avere un valore attorno ai 400 euro, ma secondo me potrebbe tirare decisamente di più, anche se non credo assisteremo mai ad un’asta del genere!
Non mi risulta esitano figurine più rare di altre.
Riguardo alla conservazione ritengo che il metodo alfabetico possa essere il migliore, poi se creare due sottoserie di 50 MB (mezzi busti) e di 50 AZ (azione), oppure se affiancare le due figurine di ogni ciclista è una scelta puramente soggettiva.
Buona collezione!!!