OR.VE.DO. - ALESSANDRIA
SERIE CICLISTI 1962
" GIRO - TOUR "
RETRO "SENZA SCRITTE"
FIGURINE
PRESENTAZIONE
1. PREMESSA
La serie “Giro Tour è una serie che riprende la precedente serie cartonata, del 1961, detta “Lo Sport”, una serie di ciclisti non molto numerosa, già presente sul sito.
La Orvedo, comunque abbandona la dizione “Lo Sport” e si inventa delle figurine di assoluto anonimato almeno sulla figurina non scrivendo mai in nessuna di queste il proprio marchio.
Unica fonte il pacchetto di figurine che identifica con chiarezza la casa editrice.
La serie è del 1962 anche perché la data è possibile ricostruirla attraverso le maglie dei ciclisti, ad esempio Adorni indossa la maglia della Philco, casa per cui corse solo nel 1962, così Cogliati che compare in maglia Philco che indossò solo fino al 1962, e così anche per Daems ritratto in maglia Philco cha abbandonò solo al termine della stagione 1962, anche perché, si sarà capito, la philco si sciolse e si ritirò dal ciclismo.
La serie avrà un più che ottimo successo popolare tra i ragazzi dell’epoca e fornirà un completo panorama del mondo del ciclismo dei primissimi anni ’60.
È, tuttavia, necessario ricordare che le tirature delle serie di ciclismo, rispetto a quelle del calcio erano sempre decisamente inferiori, ovvero le serie dedicate al ciclismo erano decisamente meno vendute rispetto a quelle del calcio e questo perché, malgrado il ciclismo fosse uno sport estremamente popolare e gratuito, era anche uno sport singolo (anche se questo non è del tutto esatto, perché, almeno nel ciclismo moderno, la squadra conta eccome!).
Come sport singolo i veri campioni erano pochi e la massa era interessata solamente a questi, piuttosto che alla loro squadra (le squadre nel ciclismo sono prive di attribuzione territoriale e quindi di campanile e sono impostate su un nome pubblicitario senza coinvolgere il territorio, quindi, di fatto, vengono tifate in funzione del campione che corre nella squadra.
Molto raramente nel calcio e molto più spesso nella Pallacanestro l’abbinamento di una Società con titolo sportivo e una ditta finanziatrice (sponsor) comporta il cambio del nome pubblico, ma la società mantiene il proprio status vedi la Simmenthal Milano di pallacanestro che era in realtà l’Olimpia o la Segafredo di Bologna che era sempre la Virtus o nel calcio il Talmone Torino o il Simmenthal Monza, cambia il nome in funzione dello sponsor, ma la società resta quella.
Nel ciclismo invece la società sportiva è quella che nasce da un contratto, assume ciclisti allenatori, tecnico, meccani ecce cc e, al termine del contratto, “chi s’è visto, s’è visto”, si va verso nuovi colori, nuove avventure.
In alternativa al campione si faceva poi il tifo per il campione locale (esempio tipico Vito Taccone che, pur non essendo certo un fuoriclasse del ciclismo aveva tantissimi sostenitori soprattutto in Abruzzo sua terra natale), ma anche questo era un fenomeno di relativo “tiro” tipografico, mentre il calcio, essendo uno sport di squadra coinvolgeva nel tifo intanto gli 11 titolari ma poi anche i loro avversari diretti.
Anche la pratica sportiva era differente e tale per cui nel calcio ogni giocatore era protagonista attaccante, centrocampista, o difensore che fosse ed in ogni partita aveva il suo momento, mentre nel ciclismo molti erano quelli che stavano nel gruppone o che dopo due tappe avevano più niente da dire avendo cumulato già due ore di ritardo dai primi, scomparendo dalla “risonanza” mediatica dell’epoca, già, peraltro scarsa e minimale (radiofonica per giunta!)
La diffusione della serie di figurine era affidata, come ricordato, alle bustine da 10 lire
2. IL PROGETTO EDITORIALE
Queste figurine di dimensioni 6,2 x 8,1 cm sono di stampo tipicamente Orvedo anche se il loro supporto cartaceo è decisamente più simile ad una figurina cartacea più che ad una cartonata, anche e soprattutto, se paragonate alla Ciclismo “Lo Sport” o alle quasi coeve figurine della prima serie dei calciatori che erano invece di un cartoncino piuttosto spesso e robusto.
A dirla tutta non si direbbe affatto che le due serie (calcio e ciclismo) siano della stessa casa editrice e, soprattutto dello stesso periodo, mancando in tutto e per tutto, una somiglianza di tipo tipografico editoriale tra le due serie eccezion fatta per il formato, solo simile, ma non certo identico!
Il progetto editoriale era semplice. La serie non era numerata ed era priva di album.
L’appassionato sa bene che quando ci si trova davanti ad una serie non numerata e priva di album sussistono dei validi motivi per iniziare a sudare freddo, pensando a dover ricostruire a distanza di tempo la struttura quantitativa della serie.
Essendo priva di numerazione, l’ordine è evidentemente un ordine di catalogazione di tipo rigorosamente alfabetico, anche perché l’altra alternativa, ovvero la suddivisione in squadre, non era praticabile allora e tanto meno lo è adesso, anche perché non tutti i ciclisti erano stradisti, non tutti erano ritratti con la maglia giusta, non tutti erano vivi (Coppi difatti era spirato a Tortona il 2 gennaio 1960 e non è il solo in raccolta ad essere scomparso) e non tutti erano più in attività già da diversi anni (Bartali).
In ogni modo la catalogazione alfabetica è ampiamente valida e offre sempre la soluzione ideale in casi come questo.
Il progetto prevedeva una serie di figurine che, sin ora abbiamo catalogato in 115 figurine che raffigurano complessivamente 11 ciclisti, poiche’ Coppi era titolare di ben 3 figurine diverse e Vagtmans di due.
Il panorama che ne scaturisce è certamente un panorama vasto e abbastanza completo, certamente, anche se di poco, superiore alle quasi contemporanee serie dedicate al ciclismo dalla Sidam di Torino nel 1960 e dalla E.D.I. di Milano nel 1962,
3. ASPETTI GRAFICI E TIPOGRAFICI
Le figurine sono tutte a sviluppo verticale.
I soggetti sono ritratti in bicicletta in azione oppure in primo piano o a mezzo busto.
In complesso le figurine di azione sono 62 su 115, quindi poco più della metà delle figurine della serie.
Questo particolare non è un dettaglio privo di valore perché la figurina in azione trasmette alla serie il brio la velocità insite all’azione del ciclista sui pedali e trasmette l’aria, il sapore del ciclismo e le sue fatiche e sofferenze.
Quell’aspetto agonistico che poco si nota nella serie Sidam e che manca del tutto nella serie della E.D.I. di Milano, ciclocampioni, troppo ancorate all’immagine in primo o primissimo piano dell’atleta.
Nelle figurine d’azione spesso il soggetto è ripreso in mezzo al gruppo di corsa. Per evidenziare il soggetto, la Orvedo ha adottato qui il sistema adottato per le figurine dei calciatori ovvero la tecnica di scolorire il fondo dell’immagine, lasciando a colori il solo soggetto.
Questo mantiene il colore dell’immagine e da, in contemporanea, uno sfondo reale al soggetto, anche se decolorato.
Questo dettaglio, se paragonato agli sfondi completamente asettici delle Sidam e delle E.D.I. contribuisce a dare alla serie un ampio respiro ciclistico.
A livello rappresentativo, la serie è ampiamente completa, riportando tutti i più grandi campioni del periodo, con poche e rare mancanze, che però non inficiano la validità del panorama del ciclismo mondiale dell’epoca.
In ogni caso questa serie è più numerosa e meno "incasinata della serie dell'anna precedente "lo sport", se non fosse altro che per la mancanza dei testi a retro che nella serie precedente erano spesso in forma contratta, in forma "lunga", e spesso in ambedue le forme per una identica figurina.
Questa serie non ha varianti di testo (ovviamente) né di immagine.
Il supporto, abbiamo detto è più da considerarsi cartaceo semi pesante che cartonato, la mescola è chiara e sul retro non riporta assolutamente nulla. E per questa caratteristica ho chiamato la serie “S.S.” ovvero “senza scritta
Le figurine, vuoi per la scelta di decolorare gli sfondi, vuoi per il formato non certo da cartonata gigante risultano cromaticamente non adeguate.
Certamente a questo risultato può aver influito la scelta degli inchiostri opachi o la definizione fotografica, certo è che la serie non brilla, cromaticamente appare un po’ fiacca!
4. QUALCHE CRITICA
Non essendo un grandissimo studioso del ciclismo non saprei indovinare se nella serie ci sono gravi errori di scambio di persona, cosa abbastanza presente nelle serie Orvedo di calcio (spesso è una ecatombe), ma per quel poco per cui mi posso sbilanciare non mi pare di accorgermi di errori marchiani.
Qualche specializzato tifoso dello sport ciclistico saprà smentirmi e documentare tale azione, attendo con curiosità la scoperta di eventuali errori.
Ciò detto, che per la Orvedo è quasi una critica d’obbligo, che qui’, per quanto ho detto, faccio in maniera preventiva e senza prove, la maggiore critica che si possa fare riguarda la assoluta mancanza di ogni dato riferito, sul retro, all’atleta raffigurato sul fronte.
Malgrado lo spazio ridotto per via del formato, ci sarebbe stato tranquillamente il posto per accenni biografici ed elementi tecnici riferiti all’atleta per sottolinearne i successi sportivi e le tappe raggiunte.
In questa serie poi la mancanza è inspiegabile e gravissima tanto piu’ che non c’era nemmeno un concorso a premi da pubblicizzare e/o da spiegare al pubblico.
Il numero, peraltro probabilmente definitivo, di 115 figurine appare, in verità, piuttosto credibile e probabilmente definitivo, fermo restando che siamo tutti pronti ad essere smentiti da ulteriori operazioni di archeologia “figurinistica” che sappia trarre dall’oblio del tempo altre figurine appartenenti a questa serie.
Della scelta sempre criticabile di non aver previsto un album ed una numerazione delle figurine, abbiamo già accennato, così come alla scarsa “grinta” cromatica degli inchiostri.
5. ASPETTI COLLEZIONISTICI
Anche se le serie dei ciclisti sono, da sempre, state soggette a tirature decisamente piu’ basse rispetto a quelle dedicate ai calciatori, questa serie ebbe un discreto successo di pubblico ed una ampia diffusione, sia in termini numerici che di diffusione territoriale.
La serie è, conseguentemente collezionabile riservando al collezionista ampie possibilità di essere completata.
La popolarità della emissione d il suo essere diffusa sul territorio contribuiscono a tenere i prezzi ancora contenuti e quindi abbastanza abbordabili tra l’euro e 2,50 a figurina.
Le sole tre figurine di Coppi, e la figurina di Bartali, per “maxima culpa” dei collezionisti monotematici del campionissimo e del “toscanaccio” sono un po’ più rare, per cui il loro valore sul mercato può essere attorno ai 10-15 euro.
Attenzione che le tre figurine di Coppi che compaiono nella serie sono tre figurine differenti.
È possibile che qualche rivenditore professionale abbia la disponibilità di una serie completa o semi completa, nel qual caso fareste bene ad approfittare al volo della situazione a meno che il costo per ogni singola figurina non venga eccessivamente stravolto dal fatto che la serie vi viene fornita “già chiusa”.
Diciamo che la serie intera o, comunque semi-completa (90-95%) può valere sui 200 – 250 euro (2,17 euro a pezzo) che è un prezzo piu’ che accettabile (ci sono un Coppi ed un Bartali in più che alzano un po’ la media).
Buona collezione