ORVEDO – MILANO
SERIE
CALCIATORI 62-63
PRIMA EDIZIONE
VERSIONE PRIMIGENIA CON SOLO
"COGNOME DEL CALCIATORE FRONTALE"
FIGURINE
PRESENTAZIONE
1. PREMESSA
La casa Editrice Orvedo viene ad affollare il panorama piemontese di ditte / case Editrici che si cimentano con la distribuzione di figurine attraverso le bustine e non attraverso i dispenser.
La prima presenza di figurine della Orvedo si manifesta con questa serie che potremo chiamare “cartonata media” visto il formato delle sue figurine, almeno rapportandolo alle grandi cartonate da dispenser.
Certamente il supporto è di un bel cartoncino pesante e spesso tanto che, se il formato della figurina fosse stato di maggiori dimensioni, sarebbe potuto andare più che bene per una serie di figurine da dispenser.
Una figurina cartonata standard (prendiamo ad esempio una E.D.I.-Milano), pesa, difatti, gr.2,17 x una superficie di 61,75 cm quadri pari ad un peso per unità di superficie di 0,0351grammi, mentre una Orvedo di questa serie, per una superficie di 50,63 cm quadri con un peso di 1,78 grammi ha un rapporto superficie peso pari a 0,0358 grammi, ovvero identico al rapporto di una cartonata “vera” da dispenser.
2. IL PROGETTO EDITORIALE
Nel panorama piuttosto vasto di figurine dedicate al calcio che riscontriamo nel 1962-63, la serie della Orvedo si pone subito come una via di mezzo tra le grandi cartonate destinate a durare ancora diversi anni e le piccole leggere figurine di cui la Panini di Modena ha appena iniziata la rapida, vincente e non certo casuale diffusione sul territorio nazionale.
Lo stesso progetto editoriale viene messo in atto nel medesimo anno dalla casa editrice Rasa di Milano che edita figurine del formato decisamente più vicino alle grandi cartonate che a quello delle figurine Orvedo.
Quindi due progetti editoriali per molti versi simili ma molto diversi nei risultati finali.
Se le Rasa 62-63 non hanno avuto successo ed oggi sono serie di figurine abbastanza poco conosciute e da rivedere, le Orvedo ottengono un largo successo editoriale e divengono una delle serie più diffuse e popolari in Italia.
Va considerato che le Rasa passano da una raccolta ampia e con album (61-62), anche se parzialmente incompleta, ad una raccolta, quella del 62-63, decisamente ridimensionata ed ampiamente deficitaria sotto il profilo quantitativo.
Le scelte operate nella identificazione del progetto editoriale e nella adozione di un corretto sistema distributivo fanno della Orvedo una editrice che si affaccia nel panorama editoriale di figurine calcistiche, almeno nel suo primo anno di produzione, con canoni decisamente più "seri" rispetto ad altre case editrici.
Non è quindi casuale che collezionisti ed amanti del calcio preferirono rivolgersi ad una nuova casa editrice piuttosto che rischiare, ancora una volta, di trovarsi una collezione “mozza”, come nel caso preso ad esempio delle Rasa.
La serie di cui stiamo trattando era svincolata da un album che non è mai stato neppure pensato dalla Orvedo.
Ci sono difficoltà a definire la consistenza numerica definitiva (da progetto) di questa serie, le medesime che si incontrano sempre quando si parla di serie di figurine prive di numerazione e/o di un album.
Escludendo l’esperienza da poco maturata dall’editore con la pubblicazione e commercializzazione della serie ciclistica “lo sport”, questo si trova, a dover seguire una logica di “squadra di appartenenza” (che nel ciclismo praticamente non esiste) dovendo fare i conti con il bilanciare le risorse tra le varie squadre, evitare di commettere errori pacchiani e così via.
Sino ad oggi sono state censite 194 figurine (escluse alcune significative varianti) di questa prima serie della casa alessandrina, il che potrebbe celare almeno altre 5 figurine ancora non "scoperte" per arrivare alla cifra tonda di 200 figurine che potrebbe essere la reale consistenza numerica della serie, ribadendo tutte le difficoltà che si hanno quando la serie non ha nè un album nè una numerazione, come nel caso di questa prima serie di casa Orvedo.
3. ASPETTI GRAFICI E TIPOGRAFICI
Diciamo immediatamente che questa serie che si identifica e si differenzia dalle serie Orvedo sul calcio che seguiranno, grazie a tre elementi fondamentali:
- Anteriormente riporta il solo Cognome del calciatore;
- Il retro è privo di qualsiasi scritta;
- Il colore del cartoncino è, inequivocabilmente, grigio ed il cartoncino ha uno spessore decisamente consistente.
Applicando queste tre semplici caratteristiche saremo sempre in grado di stabilire se si tratti di una serie Orvedo 62-63 piuttosto che una serie Rasa 62-63 (le Rasa 62-63 erano anche loro senza testi), oppure una Orvedo 63-64 od anche una Orvedo 64-65.
Se, ad un primo impatto, il dettaglio che sembra poter identificare l'appartenenza di una figurina a questa serie sembri possa essere la presenza del solo cognome del calciatore sul fronte della figurina, l'elemento che, in realtà ne caratterizza l'appartenenza, senza ombra di dubbio è, invece, lo spessore del cartoncino.
Vedremo a seguire il perché di quanto sino ad ora affermato.
Le figurine sono di carattere fotografico con punti di ripresa (o pose) variabili anche a tutta figura ma la posa privilegiata è un primo piano estremamente stretto.
Molte figurine risultano ritoccate, specie quelle che ritraggono il calciatore in azione di gioco.
La tecnica del ritocco utilizzata è quella di rendere scolorito il contesto in cui si muove il calciatore, diciamo lo sfondo, lasciando il colore solo sulla immagine dello stesso.
Questo, da un lato, mette in risalto la figura del soggetto, dall’altro deprime il tono coloristico della figurina che, conseguentemente, appare svuotata di ogni dinamica cromatica, priva di mordente, come un po’ surreale.
È lo stesso procedimento utilizzato dalla Taver Matic e dalla S.T.E.F. nel 63-64 per la realizzazione di alcune figurine sperimentali vedi Hitchens e Peirò (della serie tre righe lunghe e due pallini neri).
L’alternarsi di primi piani, di mezzi busti e di figure intere in azione non conferisce alla serie una immagine d' univocità al progetto grafico e se ci aggiungessimo che le divise di gioco, con cui i membri di un medesimo club sono immortalati, sono le più varie e variopinte, il quadro generale che né deriva risulterebbe ancor più caotico e poco esaltante.
C’è poi una figurina unica che è a sviluppo orizzontale ed è quella di Cudicini il portiere spilungone della Roma (forse era troppo alto e l’hanno dovuto “distendere” …
Tute, maglie da gioco, maglie da allenamento, maglie di diversa foggia e colore, ogni squadra sembra una accozzaglia di soggetti non certo appartenenti agli “stessi colori sociali”.
Sugli errori, che non sono certo pochi ed insignificanti, ci soffermeremo nel capitolo dedicato agli aspetti critici, qui ci basta sottolineare che questa serie non gode assolutamente di un vero progetto grafico e sembra un assieme, sufficientemente scoordinato, di immagini.
Riguardo gli aspetti di ordine tipografico possiamo dire che le figurine sembrano spente opache prive di ogni brillantezza e gli inchiostri, nel tempo, hanno avuto la tendenza a schiarirsi a perdere di definizione d' intensità.
I disallineamenti sono abbastanza rari e di scarso impatto
In più di una figurina sono visibili tracce di inchiostro rosa-rossiccio che spesso rovinavano le figurine (vedi le figurine pubblicate di corti del Catania, di Menti del Lanerossi Vicenza e De Robertis del Palermo).
Questo fenomeno di scoloritura non riguarda l’inchiostro delle figurine ma proviene dall’inchiostro delle bustine nelle quali le figurine venivano vendute ed è, quindi, un fatto non raro ma indipendente dalla qualità degli inchiostri usati per la stampa delle figurine.
4. I SOGGETTI
All’interno del progetto, sulla base delle 194 figurine censite, la distribuzione per club è piuttosto varia anche se, fatta eccezione per alcune vistose differenze, complessivamente la media di figurine per squadra è piuttosto alta.
Ecco la differenziazione distributiva per squadra di quanto sino oggi noto:
- 16 figurine - Inter;
- 14 figurine - Roma;
- 13 figurine - Bologna –- Milan;
- 12 figurine - Fiorentina - Juventus;
- 11 figurine - Atalanta - Genoa – Lanerossi Vicenza - Napoli - Venezia;
- 10 figurine - Catania – Palermo - Sampdoria;
- 09 figurine - Spal - Torino;
- 07 figurine - Modena;
- 04 figurine - Mantova;
La media sarebbe di poco più di 10 figurine a testa, quindi 11 squadre "vivono" sopra la media, 3 nella media e solo 4 squadre sono sotto media, in fondo una distribuzione con qualche sfasatura ma sostanzialmente non proprio sbilanciatissima anche se i dati riferiti a Modena e Mantova sono decisamente troppo bassi.
C’è un aspetto che la casa di Alessandria ha messo in evidenza in questa sua prima esperienza editoriale con il calcio, ovvero la volontà di fare le cose per bene.
Questo aspetto si rileva da alcune modifiche a figurine errate apportate già nel corso della fase di pubblicazione della serie e che, conseguentemente, ha lasciato una traccia (la figurina errata e la sua modifica ad esempio Savoini viene modificato, così come Menti mb, Aldner, Grossi).
In senso più lato vedremo poi che esigenze commerciali portarono la Orvedo a rivisitare in maniera molto consistente la sua serie 1962-63 ponendo in commercio una quantità rilevantissima di figurine di nuovissima produzione assieme a quelle da ristampare già realizzate, apportando a tutte una modifica rilevantissima che era quella di porre la squadra accanto al Cognome del calciatore, facendo, di fatto nascere una seconda importantissima edizione della serie 1962-63.
Le due figurine in cui è ritratto il calciatore Claudio Azzali , la prima errata e nominata Dell'angelo e la seconda giusta in maglia del Venezia. L'errore nasce dal fatto che Caudio Azali era stato un calciatore delle "viola" nel 59-60 e per pochi mesi nel 1961-62 e quindi ceduto al Venezia a novembre 1961.
Questo errore della Orvedo non fu mai corretto, per cui Dell'Angelo in raccolta compare in elenco ma la sua immagine no.
5. LE FIGURINE PARTICOLARI
La prima edizione di questa serie presenta diverse particolarità nelle sue figurine, alcune ben conosciute, altre che sono invece emerse solo molto recentemente (2023)
- Le figurine errate e corrette subito
Nel corso di questa prima edizione la Orvedo ha commesso diversi errori, di cui in alcuni casi ha provveduto ad una immediata correzione che troviamo all’interno della stessa prima edizione:
- Menti in azione – raffigura Savoini poi corretta con il giusto Savoini in azione;
- De Marchi mezzo busto poi corretta con Menti mezzo busto (la figurina di De Marchi giusta, invece sembrerebbe non sia mai stata realizzata;
- Aldner poi corretta, vedi a seguire;
- Grassi corretta in Grossi che era il cognome esatto del calciatore del Venezia;
- Le figurine errate e mai corrette (escludendo quelle in cui l’errore consiste nel non aver aggiornato la maglia alla nuova realtà sportiva (esempio Vavassori)
- Colombo Antonio (Genoa). Al posto della sua immagine compare quella di Angelo Colombo portiere che non ha mai militato nel Genoa e che nel 1962-63 era al Cagliari;
- Dell’Angelo (Fiorentina) al posto della sua immagine c’è quella di Azzali che, con una immagine differente, è in raccolta nel Venezia;
- Faustinho (Palermo)
Sin dalla prima stesura dell’articolo, anche se non menzionata direttamente, ma inclusa negli elenchi, c’è sempre stata la figurina di questo calciatore.
Ciò che è sempre mancata, però è la presenza di questa figurina nella gallery delle immagini dato che nessuno l’aveva mai vista se non chi l’aveva segnalata come esistente pur non riuscendo a fornici l’immagine.
Nel ritrovamento del 2023 è stata recuperata la figurina di Faustinho con accanto la scritta “Palermo”, quindi appartenente alla seconda edizione della serie 62-63.
Questa immagine ci ha permesso di capire che l’errore fu dovuto alla confusione tra una inesistente figurina di Faustinho Orvedo prima edizione e la figurina di Faustinho edita dalla Rasa nella sua raccolta 62-63.
Si tratta, in effetti, esattamente della stessa immagine.
Ammesso l’errore e forte di due considerazioni, una riferita al fatto che dopo 50 anni una figurina se esiste esce fuori e la Faustinho prima edizione non è mai uscita e l’altra riferita al fatto che la seconda edizione di questa serie contiene oltre 50 figurine assolutamente inedite rispetto alla prima, si è deciso di escludere la figurina di Faustinho dal corpo della prima sedizione.
La figurina di Ferretti è una figurina giusta, difatti raffigura Giovanni Ferretti, secondo portiere dell'Inter e va posta nel corpo della sua squadra di appartenenza. Il ritrovamento della stessa figurina ma con scritto Fiorentina accanto al Cognome ha comportato una serie di problematiche che saranno approfondite in sede di presentazione della seconda edizione di questa serie. A destra la figurina del centravanti della Spal Waldner che, riportato come Aldner rappresenta un vistoso errore. La Orvedo provvide a corraggere immadiatamente l'errore ma ne commise un altro... solo nella seconda edizione di questa serie avremo il Waldner giusto.
- Ferretti
La figurina di Ferretti che raffigura Giovanni Ferretti, secondo portiere dell’Inter nel 1962-63 è una figurina corretta e fa parte del corpo delle figurine della squadra in cui militava.
La mancanza della squadra scritta accanto al cognome sulla figurina ci obbliga a inserire questa figurina nel suo corretto posto, appunto la squadra dell’Inter.
Come vedremo, parlando della seconda edizione di questa serie, la figurina di Giovanni Ferretti sarà oggetto di un errore da parte della Orvedo, ma questa è una storia che non va trattata in questa sede.
- Aldner (Spal)
Questo centravanti tedesco della squadra di Ferrara, lo sappiamo bene si chiamava Erwin Waldner, 13 presenze con la nazionale tedesco occidentale, ma la Orvedo ne produsse la figurina con la scritta Aldner.
Abbiamo già avuto modo di apprezzare e di dire che la Orvedo, ben lungi dall’essere perfetta, aveva però almeno la volontà di fare le cose per bene, tanto è vero che corresse l’errore sin da subito (quindi all’interno della prima edizione) ristampando la figurina con la “W” davanti.
Si, con la “W” davanti, nel senso letterale del termine, ma qui dobbiamo fermarci un attimo per evidenziare degli aspetti tecnici della stampa in offset.
In questo tipo di stampa in quadricromia, ognuno dei 4 colori (gli stessi che abbiamo oggi nelle stampanti a getto d’inchiostro) veniva realizzata, per ognuno dei colori una lastrina in pellicola fotografica da cui poi veniva ricavata una lastra che, inchiostrata, dava il colore al cartoncino di supporto.
Il nero, era uno di questi colori.
Per correggere l’errore da Alner a Waldner la Orvedo doveva riscrivere il nome in maniera corretta, fotografare il nuovo nome, ritagliare il negativo, togliere il nome errato incollare (con lo scotch trasparente) la nuova scritta sulla lastrina plastica e poi realizzare la lastra vera e propria di stampa.
L’incaricato di fare la correzione decise di risparmiare tempo e denaro e non rifece tutta la scritta Waldner ma la sola lettera “W”.
Ma siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi ecco che poi applica la “W” in modo rovesciato (con negativo incollato al contrario) con il risultato che si vede bene nella immagine sotto riportata.
Bisognerà attendere la seconda edizione della serie per veder corretto l’errore dell’errore!
6. DALLE "FIGURINE SPURIE" ALLA 2a EDIZIONE DELLA SERIE 1962-63
La prima versione di questo articolo di presentazione è datata quasi 10 anni fa, credo sia un articolo proposto on line nel 2013, nel secondo anno di esistenza del sito.
In quell'articolo si evidenziava il ritrovamento di 4 figurine (nel 2018 erano divenute 7) che all'epoca furono definite "spurie" in quanto, per ragioni sportive erano assolutamente da ascrivere all'annata sportiva 62-63 ma che mancavano di uno dei tre elementi fondamentali che abbiamo individuate nel precedente capitolo, ovvero queste figurine presentavano, sul fronte, oltre al cognome del calciatore anche la squadra di appartenenza, elemento che ritroviamo in tutte le figurine calcistiche della Orvedo a partire dalla raccolta del 1963-64.
Per spiegare correttamente e rendere immediata la comprensione della problematica delle "figurine spurie" ecco due immagini di Skoglund 1962-63, a destra nella versione 1a edizione e a sinistra nella versione 2a edizione. Prima che fosse accertata l'esistenza di una seconda edizione della raccolta 1962-63, tutte le figurine con il nome della squadra erano state catalogate come 1963-64 ad eccezione di 4 di queste, tra cui una è proprio quella di Skoglund mostrata sopra; Skoglund difatti presentava tre serie anomalie per essere considerata una figurina del 1963-64: una di carattere sportivo, dato che il calciatore era rientrato in Svezia all'inizio della stagione '63-64, l'altra per il supporto che era grigio, mentre le figurine 63-64 avevano un supporto chiaro e l'ultima per la mancanza dei testi sul retro che invece erano presenti in tutte le figurine 63-64. Per questo motivo le 4 figurine tra cui Skoglund furono catalogate come "figurine spurie" in una appendice degli elenchi delle serie calciatori 1962-63.
Quando da 4 figurine con queste caratteristiche si passò ad averne scoperte oltre 90 si comprese che le "spurie" altro non erano che delle figurine di una seconda edizione precedentemente mai paventata.
Un fortunato e corposo ritrovamento di figurine e, soprattutto la pervicacia di un collezionista (Giammarco Finauri) hanno evidenziato l'esistenza di moltissime altre figurine "spurie", fino alla certezza che le così dette "spurie" non fossero appartenenti alla raccolta 1962-63 così come l’avevamo considerata per oltre 50 anni, ma ne rappresentassero una reale, consistente “seconda edizione”.
Ritrovamenti successivi, piuttosto limitati e diluiti nel tempo ci hanno chiarito molte cose, fino al ritrovamento del 2023 di oltre 70 pacchetti intonsi all’interno dei quali sono state trovate figurine sia della prima che della seconda edizione (quest’ultima in rapporto di due su tre).
Ciò testimonia in maniera definitiva che la Orvedo, viste oramai al termine le scorte di figurine stampate in prima istanza e vista la forte richiesta sul mercato, produsse una nuova versione della serie e la commercializzò assieme a ciò che rimaneva di quanto prodotto nella tiratura iniziale, dando vita ad una nuova (seconda) edizione della serie
Tratteremo questo argomento, molto più dettagliatamente nell'articolo di presentazione della seconda edizione di questa serie.
7. QUALCHE CRITICA
Quello che è stato sin'ora messo in rilievo, analizzando questa realizzazione della Orvedo, fa parte di un discorso analitico complessivo e non di una specifica critica ad aspetti di dettaglio.
Ci troviamo, con certezza, di fronte ad una "opera prima" che, pur portando con se tanti difetti ed errori, peraltro assolutamente ascrivibili a mancanza di esperienza, più che a colposa superficialità o, ancor peggio a scarsa capacità e professionalità, riesce ad essere, a distanza di tanti anni, una pietra miliare nel panorama delle pubblicazioni sportive degli anni '60 di figurine cartonate.
Dobbiamo, per onestà intellettuale, ricordare al lettore che molte delle problematiche sopra accennate erano comuni un po' a tutte le pubblicazioni di quegli anni, non solo della Orvedo: eravamo nel pieno del boom degli anni '60 dove la spinta ad andare avanti, a produrre, a crescere era di tipo impulsivo e quindi, a volte, sregolato ed anche un po' superficiale.
La connessione tra il "superficiale" e la "volontà produttiva" tipica di quegli anni va anche ascritta al pubblico cui queste pubblicazioni erano rivolte, non in quanto pubblico decisamente giovane, ma in quanto pubblico febbrilmente attratto dal nuovo, dal possesso, dalla voglia, tutta post bellica, di godere di cose, di proposte nuove, piuttosto che restare alle staticità formali e informali che un regime dittatoriale e liberticida aveva imposto in un ventennio e alle privazioni che una guerra, stupida e sbagliata, sfociata in una dolorosissima invasione e poi in una guerra civile, avevano impresso nel corpo e nella mente dei genitori dei ragazzi nati dal 1945 in poi che poi erano i 15enni ed anche più giovani che erano i fruitori del "bene" figurina dei primi anni ‘60.
Oggi dobbiamo fare per “fermare il declino” ieri lo facevamo per “costruire un mondo migliore”.
Rapportiamoci ai nostri giorni: oggi se vuoi fare impresa devi farti prestare i soldi dalla "mafia", ieri avevi una idea te la finanziavano e dopo tre giorni eri sul mercato!
La Orvedo avrà anche avuto profonde sacche di disinformazione calcistica e non sarà stata il massimo della creatività, ma ha realizzato una serie popolare e ci ha lasciato un segno importante del suo tempo e di quegli anni magici.
Esprimo una critica e non potrei fare altrimenti ma non vorrei che ogni cosa fosse letta in senso negativo.
Anzi, a superare ogni dettaglio negativo c’è la serie cha parla da sola. Se non ci fosse mai stata avremo avuto qualche cosa di meno, non certo di meglio!
Lasciamo ora gli aspetti interessantissimi di carattere storico sociologico e rientriamo nell'analisi critica di questa serie.
La prima critica che mi viene spontanea è quella relativa alla mancanza di un album e di una numerazione delle figurine.
Anche una numerazione assoluta, non finalizzata ad un album, come ad esempio quella della E.D.I. di Milano, che pure un album ce lo aveva eccome, sarebbe stata meglio del nulla della Orvedo.
La mancanza di numerazione oggi non ci consente una manovra ricostruttiva della produzione basata almeno su una serie di numeri che avrebbero non poco aiutato in questa opera.
Analizzando le figurine una per una ci accorgiamo che: ci sono giocatori in camicia (Campana e Castellazzi), con maglie di altre squadre (Vavassori con la maglia della Juventus, Pin con quella del Padova) oppure campioni calzanti osceni cappelli da troll (Massei) od un bellissimo quanto inopportuno maglione di lana fatto dalla nonna (David) oppure una dolce vita azzurrino pallido (Toro) e poi giocatori con maglie ritoccate male come Jonsson (con una maglia rossa bordi gialli sotto cui si vede benissimo lo stemma della coppa italia vinta con la fiorentina) e Bartù sotto la cui casacca verde con risvolti neri del Venezia si vede chiaramente il giglio della fiorentina) e Maestri (che compare con la maglia del Palermo così tanto scolorita da diventare bianca e sembrare la maglia del Cesena piuttosto che quella della Germania!
Ma siamo abituati anche a ben maggiori casini……
Gli errori di persona, che sono solo due sono decisamente sotto la media; altre edizioni hanno fatto decisamente peggio.
Resta comunque una serie molto interessante da collezionare e estremamente popolare, senza minimizzare il fatto che questa serie avrà, poi a seguire, altre serie senza soluzione di continuità sino all’ultima datata 1966-67.
8. ASPETTI COLLEZIONISTICI
Le Orvedo 62-63 sono una serie popolare e diffusa su tutto il territorio nazionale.
Parlando con collezionisti d’epoca ho sentito favoleggiare di casse di queste figurine vendute a poche lire nei mercatini e, se avevi disponibilità economiche e volevi spendere, ti potevano anche "riempire!
Oggi, ahi me non è più così ed anche una serie popolare e non troppo corposa numericamente è una bella impresa da intraprendere, anche se non è certamente impossibile riuscire a completarla.
Se cominciate la collezione “ex novo”, vedrete che troverete una certa massa di figurine con una certa facilità, ma poi vi intopperete, come sempre e come in tutte le raccolte accade, iniziando una ascesa ad un gradino alla volta che è poi la croce e delizia di chi colleziona!
Comunque questa è una serie che si può completare, ma, a dispetto della sua diffusione e della sua popolarità, ci vuole pazienza e del tempo per riuscire nell’impresa.
Certamente il ritrovamento del "lotto Finauri" ci impone oggi di rivedere la collezione anche secondo l'ottica dell'esistenza di nuove figurine (con dettaglio del fronte differenziato) il che renderà più interessante sia il collezionare questa serie (o queste serie) che l'andare alla ricerca di quanto sino ad oggi saltavamo come posseduto o già visto, ma che in realtà in diversi casi non lo era e non lo è.
Riguardo ai costi, non prendo in considerazione una serie completa che nessuno venderà mai, ma il valore di una singola figurina che è, come sempre, variabile in funzione dello stato di conservazione della stessa; ai mercatini sono pezzi che vanno via facile (quando ci sono) ad un costo di 1,5 - 2 euro ciascuna, su ebay ci possono essere prezzature diverse e leggermente superiori attorno ai 2,5 – 3,5 euro.
Prezzi maggiori, sinceramente indurrebbero il sottoscritto a desistere (come suggeriva totò in miseria e nobiltà) dall’acquisto e a rimandarlo ad altra data.
Qualche figurina un po' più difficile da reperire esiste ma, normalmente, sono considerate tutte uguali, almeno nelle fiere e nei mercatini.
Dopo il fenomeno della americanizzazione (termine che significa aumento ingiustificato dei prezzi delle figurine di calciatori con un minimo di fama, come se fossero tutti dei Pelé), alcuni rivenditori, professionali o occasionali hanno cominciato a prezzare certe figurine a livelli esagerati sino al punto che mi sono sentito richiedere 10 euro per la figurine di Johnson del Mantova e di fronte al mio perché mai, la risposta è stata “beh aho Jonsonne era straniero, vedi un po'!!!…”
Ovvio che su ebay le dizioni “rarissima figurina …”ecc ecc si sprecano per antonomasia, per cui certe affermazioni non fanno testo!
L’album, come ho detto all’inizio non esisteva.
Buona collezione !!!!