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EDIZIONI DIDATTICHE ILLUSTRATIVE

E.D.I. - MILANO

SERIE

" CICLOCAMPIONI 1963 "

LE FIGURINE

PRESENTAZIONE

                                009 BOBET F2                                   017 VANLOY F2

 

 

1. ELEMENTI

La casa del pallino rosso, nella sua rincorsa al predominio della Sidam, non poteva non continuare “l’aggressione” alla sua avversaria, portando il proprio marchio di fabbrica all’interno del mondo popolare del ciclismo internazionale.

Così come la Sidam, la E.D.I. imposta una raccolta di figurine di ciclisti.

Per mantenere una unità editoriale intitola la raccolta in un modo originale e che centra perfettamente l’obiettivo, “Ciclocampioni”.

Poiche’ l’uscita di questa raccolta è del tardo 1962, primi del 1963, anche l’impostazione grafica delle figurine è quella della serie “calciocampioni 62-63” ovvero con l’autografo!

Abbiamo già detto che l’dea dell’autografo era stata già vincente da subito, quando i primi autografi apparvero sulle E.D.I. nell’appendice alla collezione “Calciocampioni 61-62” dedicata ai mondiali del Cile di quell’anno.

Come le altre due raccolte, anche “Ciclocampioni” è dotata di un bell’album raccoglitore!

Questa raccolta rappresenta anche l’ultima emissione della casa editrice milanese di cui si persero le tracce appunto nel 1963.

2. IL PROGETTO

Il progetto E.D.I. per la “Ciclocampioni” è semplice e funzionale.

100 figurine numerate, supporto in cartoncino classico tipo E.D.I., quindi con caratteristiche di peso identiche alle “Calciocampioni 62-63”.

Delle dimensioni mi verrebbe di non parlare visto che sappiamo bene quanto queste fossero vincolate ai dispenser.

L’impianto grafico è di tipo verticale di cui un terzo o poco meno impegnato da una banda bianca bassa su cui è posto l’autografo.

Ovviamente per molte ragioni non in tutte le figurine è effettivamente presente l’autografo, per cui in quello ove questo particolare manca, la E.D.I. inserisce il cognome del ciclista in stampatello neretto.

La disposizione delle figurine è puramente casuale, si parte con Massignan e si chiude con Nencini, più casuale di così non si può!

Il panorama dei ciclisti rappresentato è interessante se si pensa che ben 51 ciclisti di questa serie non compaiono nella serie della Sidam, per cui, complessivamente, le due serie su 200 figurine e 193 corridori raffigurati, presentano un panorama di 146 campioni del ciclismo.

Le differenze nelle presenze sono dovute al fatto che Coppi nella raccolta E.D.I. compare con una sola figurina e che nel frattempo erano apparsi all’orizzonte nuovi campioni, Simpson e Altig, tra questi, a mo’ di esempio.

3. I SOGGETTI

Lo dico subito, l’aspetto grafico della serie e.d.i. è nettamente inferiore a quello delle figurine della Sidam, per una serie di motivi, primo fra tutti il primo piano “estremo” delle inquadrature fotografiche che premia le sembianze del volto del ciclista a discapito del mondo del ciclismo, certo, quel mondo visibile ed apprezzabile da una figurina, quindi le maglie, le bici intere quando non i particolari.

È un po’ come nelle figurine dei calciatori, dove il pallone non si vede quasi mai!

Anche qui su 100 figurine non c’è una sola bicicletta, e delle colorate e significative maglie dei ciclisti, con i nomi delle squadre che evocano epoche (nel ciclismo le squadre cambiano spessissimo) non vediamo che dei colletti….

Non basta qualche cappellino (tra l’altro non molti lo indossano nella figurina) per creare l’atmosfera del ciclismo.

Quello che manca è il ciclismo, che invece era ampiamente e ben rappresentato nel mondo Sidam.

L’eccessivo primo piano schiaccia le figure, le uniforma, le rende, paradossalmente, più sono precise e dettagliate, tanto meno intellegibili ed uguali le une alle altre.

Sono figurine che non si portano bene a memoria e costa fatica psicologica “impararle”.

Bello sarebbe stato poter vedere un campione con la sua maglia rosa, con la sua maglia gialla o quella tricolore di campione d’Italia o quella iridata di campione del mondo.

Qui niente di tutto questo!

4. I COLORI

L’eccessivo “primo piano”, di cui abbiamo parlato ampiamente sopra, finisce con il condizionare anche l’aspetto coloristico avendo una innegabile conseguenza nello smorzamento dei colori, che pure ci sono.

Ma sono macchie grosse di colori, chiazze di colori, in cui dominano gli sfondi spesso rossi cupo o azzurro intenso, in cui i visi sono altrettante macchie quasi monocrome, mentre le maglie e gli accessori sono spesso marginali, per cui alla fine i colori, che pure ci sono, restano coperti dai due o tre colori dominanti, l’azzurro o il rosso ed il colore brunito dei visi.

Complessivamente manca la luce, che la rigidità degli sfondi non aiuta assolutamente a diffondersi.

La grande fascia sottostante aggiunge un altro colore, il bianco che è una ulteriore macchia, anche questa a fattor comune con tutte le figurine, sottraendo dalla figurina stessa la componente delle magliette che era occasione di immettere colori freschi.

D’altronde, anche matematicamente parlando quando un terzo delle immagini è identico (fascia bianca sottostante), il risultato dell’equazione è scontato.

5. I TESTI

La casa del pallino rosso, già famosa per le sue straordinarie capacità di imbrogliare la matassa, specialmente nella parte posteriore della figurina, attraverso una poliedricità senza regole di “composizione” del retro per quanto riguarda la gestione delle diciture editoriali e dei numeri, qui raggiunge la pace dei sensi e si presenta con una formula che risulterà invariata in tutte le figurine:

  • Fascia d’informazione editoriale. Sviluppata in senso verticale e posta sulla sinistra.
  • Scritta “Ciclocampioni” posta in alto leggermente sulla sinistra;
  • Numero posto in alto a destra.

Una rivoluzione epocale, un mare in bonaccia sospetta, una calma piatta peggiore di quella del deserto dei tartari!

Inauditamente inaspettato!

I testi sono stringati, non proprio a scheda sintetica, ma quasi:

  • Cognome e nome, luogo e data di nascita (due massimo tre righe)
  • Un dato generico riferito spesso all’anno di passaggio al professionismo;
  • Principali vittorie, elenco di vittorie e a volte piazzamenti.

Complessivamente i testi sono un po’ scarni e poco discorsivi, un pochino avari, insomma, di informazioni.

6. ASPETTI CRITICI

Ho già ampiamente analizzato diversi aspetti criticabili di questa raccolta che non voglio ripetere, limitandomi a ricordarne esclusivamente gli ambiti:

  • Non tutte le figurine hanno gli autografi,
  • Immagini troppo in primo piano,
  • Mancanza del “ciclismo”, inteso come atmosfera che viene data dal “contorno” della figurina che in questa serie è proprio mancante,
  • Tonalità di colori un po’ cupe e ripetitive basate su 4 colori rosso azzurro bianco bruno-incarnato.

Poi, più che critiche devo aggiungere solo alcune particolarità riguardanti:

  • Nr. 8 - Desmet. La foto è di Gilbert Desmet, mentre sul retro, nelle informazioni si fa riferimento alla conquista della maglia rosa al giro del 1962, dato non vero perché’ quella maglia rosa fu invece conquistata da Armand Desmet, non da Gilbert. Un errorino veniale
  • Nr.13 – Sartore. La figurina ha il retro completamente privo di scritte;
  • Nr. 19 – Joseph – in realtà il ciclista è Carrara di cognome e Joseph di nome, una posposizione;
  • Nr. 74 – Carlo – è lo stesso errore di Joseph, posposizione nome cognome. In realtà il ciclista è Azzini Carlo.

7. ASPETTI COLLEZIONISTICI

Diciamo subito che questa è una serie assolutamente collezionabile con l’assoluta certezza di poterla terminare.

E non è una cosa secondaria.

Le figurine si trovano nei soliti punti di riferimento, i mercatini, i rivenditori professionisti e su eBay.

Su eBay il valore di una figurina va da 1,50 a 6 euro a seconda del momento e della situazione anche se il suo valore medio è poi quello giusto con una forbice di prassi che ne porta la quotazione giusta tra i 3 ed i 4,5 euro.

Sempre rimanendo nel campo dei costi e reperibilità una raccolta completa ed in buono stato di conservazione dovrebbe, in teoria valere dai 4 ai 600 euro, ma non sempre è così ed è possibile anche reperirla decisamente a meno ma sono botte di fortuna rarissime!

Generalmente lo stato di conservazione delle figurine disponibili è sempre discreto, sintomo questo che le figurine hanno “girato” poco.

Non esistono figurine introvabili e nemmeno più rare di altre.

Sicuramente la figurina di Coppi è la più rara, non perché ne abbiano stampate col contagocce, ma molto semplicemente perché Coppi è stato ed è oggetto di culto e di raccolte monotematiche, che quindi sottraggono figurine ai tradizionali collezionisti che le cercano per completare la serie.

Ricordo qui a chi mi segue una semplice equazione o similitudine.

Le figurine sono sparpagliate e diffuse in uno spazio come atomi di un gas nobile scaldato in uno spazio chiuso.

Il collezionista rimette assieme le molecole e da loro ordine.

A mano a mano che il collezionista toglie dal caos una molecola di gas nobile, piano piano restano sempre meno molecole di gas e poi sempre meno e meno.

Alla fine restano poche molecole da sistemare, difficile capire dove trovarne ancora per completare il puzzle.

Voglio dire che ogni “Coppi” strappato alla raccolta e finito in una monotematica è un “Coppi” in meno disponibile per completare la serie.

Come sempre

Buona collezione !!!!!!!!!!!!!!!!!

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