LIEBIG ITALIANA - MILANO
INTRODUZIONE ALLA RACCOLTA ITALIANA
1. PREMESSA
La prima serie di figurine Liebig uscita in Italia (siamo arrivati comunque dopo Francia, Germania, Regno Unito ed in contemporanea con Belgio e Spagna, lasciando per ultime solo Olanda e Svizzera), riportata nel catalogo ufficiale Sanguinetti, è la serie numero 065 (Alsazia scene popolari) del 1878, composta da 10 figurine e quotata oggi “solo” 1.600,00 euro circa!
In realtà le figurine Liebig nascono nel 1872 in versione francese mentre le figurine Liebig “italiane” hanno avuto una produzione che va dal 1878 al 1975 e, in tale ambito, sono state prodotte e pubblicate 1.311 serie italiane per un complessivo di oltre 8.000 (ottomila) figurine – lo scrivo in lettere tante volte qualcuno pensasse che mi ci è caduto dentro uno zero in più-!!!
Come premessa non c’è male!
Una raccolta Liebig completa (italiana) ha un valore di catalogo stratosferico (più di un bell’appartamento!), tale per cui sarebbe meglio parlare d’altro, ma, oltre al valore venale, ha anche uno stratosferico valore culturale, viaggiando a cavallo di due secoli ed attraversando ben tre quarti del XX secolo.
Il 1878, tanto per svegliarci dalla “botta”, è l’anno in cui moriva Papa Pio IX e regnavano in Europa il Kaiser Guglielmo I di Prussia ed il suo Cancelliere Otto von Bismark, lo Zar Alessandro II, la Regina Vittoria, Francesco Giuseppe, mentre nell’arte, “Impression, soleil levant” di Claude Monet, che darà il via ed il nome alla pittura impressionista, è ancora fresco di vernice.
Sinceramente, a tale cospetto, il piccolo mondo delle cartonate da dispenser, praticamente assume la dimensione di una lenticchia e scompare nel minestrone del tempo…
2. I CONFINI DELLA RACCOLTA
La raccolta delle figurine Liebig italiane costituisce, per mole e qualità, un cardine di assoluto valore nel novero dell'intera collezione Liebig.
Con le sue 1.319 serie editate nel periodo 1878-1975 e nel periodo 1999-2002 la raccolta italiana è seconda solo alla raccolta belga (lingua francofona) che con 1330 Serie è la raccolta più imponente tra quelle che compongono la collezione Liebig.
La raccolta tedesca, peraltro passata attraverso due devastanti guerre mondiali dista da quella belga ed italiana di circa 200 serie, gap che poteva essere drasticamente ridotto se la Liebig, invece di riprendere le pubblicazioni della raccolta tedesca in maniera tradizionale, non avesse optato per la produzione di foglietti con testi in lingua tedesca da incollare sul retro delle figurine edizione belga (o francofona o fiamminga).
Una prassi alquanto strana che, non consente, almeno al sottoscritto di considerare come tedesche le edizioni di questi foglietti, al pari delle altre figurine tedesche.
Con le vicende legate ai processi di acquisizione dei marchi, tipica degli anni '60 ed attiva ancora oggi, il marchio Liebig ebbe delle variazioni di proprietà, che portarono le edizioni dal 1962 al 1972-75 ad essere esclusivamente italiane.
Anche il passaggio alla Agnesi spa. Attraverso il gruppo Colussi ha comportato una rinascita, seppur di breve durata, della produzione Liebig alla fine del XX secolo e nei primi due anni del terzo millennio attraverso 8 nuove serie.
Ma di questo si parlerà in modo più diffuso al momento ed al posto giusto.
3. LA RACCOLTA
Premesso che esistono valide ragioni per "saltare", oggi si direbbe "skippare" tutte le serie antecedenti il 1900, prima fra tutte il mio stato di censo, che non mi permette di addentrarmi nel mondo Liebig del XIX secolo, possiamo senza dubbio affrontare in maniera esaustiva tutta la grande edizione delle serie italiane che, dal 1900 al 2002 (pur nel ricordo della grande pausa (1975-1998) è stata di 993 serie.
Oltre all'elenco generale della collezione Liebig, è disponibile anche l'elenco della raccolta italiana (nell'apposita pagina).
Togliamoci subito le incombenze pratiche dicendo che le serie (tutte le serie italiane del '900) sono state pubblicate suddivise in tre volumi virtuali principali per il periodo 1900 - 1921, 1922 - 1948, 1949 - 1975 con l'aggiunta di una ulteriore appendice temporale (quarto volume virtuale) dal 1999 al 2002.
Al volume virtuale "zero" il compito di raccogliere e mostrare la produzione del XIX secolo.
All'interno di ciascun volume virtuale ci sono un numero variabile di album virtuali con all’interno un numero variabile di Serie circa una 30ina ad album.
Perché tale frazionamento virtuale?
Per ragioni di carattere pratico, perché creare un unico contenitore per 993 serie diventa una babilonia...ecc. ecc.
D'altronde anche noi non teniamo una collezione così vasta alla rinfusa in un unico grande cassetto ma, se non con gli album, al minimo con un po’ di scatole di scarpe, un frazionamento di quanto editato, lo avremmo comunque sempre fatto.
Vedremo che analogo frazionamento, anche se di minore entità verrà utilizzato anche per le serie belghe, mentre per la produzione tedesca e francese che su questo sita sarà limitata alle sole produzioni restanti, si ricorrerà ad una unica gallery di immagini, in cui l'unico frazionamento sarà dato da ognisingola serie pubblicata.
4. LA RACCOLTA NEL SUO COMPLESSO
Volendo analizzare il complesso della serie 1900-1975 e la successiva fragile e poco convinta e convincente ripresa del 1999-2002 è necessario disporre di occhio critico non solo rivolto agli aspetti collezionistici, ma anche alla rilevanza che la raccolta italiana delle Liebig ebbe a livello grande distribuzione popolare e, conseguentemente, in ambito di diffusione di massa.
Le Liebig non veicolarono particolari idee politiche né mi risulta che la produzione Liebig fosse schierata politicamente, anche se in alcuni casi delle frasi poco felici riportate su qualche figurina o, addirittura qualche figurina a livello di disegno, finirono con il provocare delle vere sollevazioni pacifiche che indussero però la Liebig a ritirare immediatamente le serie “incriminate” e ad apportare quanto mai opportune varianti per spegnere le polemiche sul nascere.
Lo scopo delle Liebig era quello di piacere al popolo di qualsiasi età e di favorire la vendita del prodotto, ma c'era anche la convinzione che lo strumento (serie di figurine) non potesse essere depotenziato riducendolo ad una semplice, magari accattivante immagine.
Le prime edizioni del secolo avevano, sul retro tutta una serie di testi di carattere esclusivamente pubblicitario, spesso accompagnato da ricette o metodologia di utilizzo dell'estratto di carne Liebig.
La figurina sul fronte aveva sì e no una didascalia minimale.
La prima serie italiana del XX secolo ad avere un testo a retro è la serie 649 "la terra ed i suoi popoli" e la ragione deve essere ricercata nel fatto che nelle immagini del fronte ogni figurina vede riportare un numero sulla cornice bianca in corrispondenza di diversi elementi rappresentati in vignetta (nella figurina 1 l’EUROPA se ne contano addirittura 18.
Sul retro, in uno angusto spazio, solitamente occupato da un disegno, c’è la nomenclatura di ognuno dei punti numerati sul fronte.
Certamente non è un testo discorsivo o descrittivo, ma almeno il retro è portatore di complementarietà col fronte (siamo attorno alla fine del 1900.
Stesso sistema per la serie 653 dove sul retro c’è una brevissima descrizione dei vulcani raffigurati in vignetta.
Con il trascorrere del tempo i testi andranno a rendere l'immagine quasi secondaria; scompariranno quasi del tutto i richiami pubblicitari ed il retro diventa elemento di cultura generalizzata ma efficace.
Il resto poi lo fanno le splendide qualità delle cromolitografie e l’abilità dei bozzettisti.
Gli argomenti trattati nel complesso della raccolta italiana sono vari: si va dal mondo animale, al mondo vegetale, all'architettura alla storia, alle arti letterarie, poetiche musicali, pittoriche e molta, moltissima storia, sia di personaggi famosi che di artisti di fama assoluta.
Una particolarità tutta italiana sta nelle 22 serie dedicate alla storia patria, di cui la prima serie è la 1528 del 1951 e l'ultima la 22a serie la numero 1769 del 1961, ricordando che è proprio nel 1961 ricadeva il primo centenario dell’unità d’Italia sancito dalla proclamazione del Regno d’Italia del 17 marzo 1861 (e se lo avessero proclamato il 16 o il 18 sarebbero stati piu' fortunati?... Magari era pure venerdì !!!!.... No ho ricercato, era di domenica...).
Va ricordato, come ulteriore elemento che le serie, inizialmente, non erano prodotte in Italia ma presso la sede della compagnia Liebig di Anversa in Belgio, anche se successivamente tale situazione cambiò.
La raccolta italiana, a partire dalla serie numero 1286 "architettura precolombiana" del 1934, viene gestita dalla Compagnia Italiana Liebig, appositamente creata per diffondere e realizzare le serie italiane ed anche quelle in lingua italiana.
Come primo provvedimento la C.I.L. decide di iniziare una propria numerazione e di stamparla sul retro delle figurine... Non ne conosciamo le ragioni recondite, certo la Liebig non aveva mai numerato le proprie serie, solo il mondo del collezionismo aveva provveduto in tal senso, mentre, con la C.I.L: si inaugura questo nuovo sistema...ma si sa l’Italia di quei tempi era una Italia che voleva primeggiare, come Roma aveva primeggiato ai suoi tempi...(solo che Roma era Roma e l’Italia ... era ben più misera cosa (a livello di potenza politca internazionale) - detto con tutto il rispetto dei valori storici dell'universo - n.d.r.).
La mia ipotesi è che il regime abbia imposto alla Liebig il controllo della intera produzione delle figurine, dal bozetto alla consegna della serie ai commercianti attraverso una società che fosse italiana e non straniera e con personale dirigenti di assoluta fiducia del partito.
D'altro canto basta girare pagina e vedere come, l'esaltazione scientifica di un regime, abbia portato la Liebig tedesca a produrre le serie 1300 e 1301 dove la gioventù tedesca sventola vessilli con svastica, cosa che ad una lettura di oggi fa un effetto certamente profondamente diverso da quello che provocò allora la pubblicazione della compagnia Liebig tedesca, ai cui vertici, certamente non c'era un personaggio non gradito al regime nazista.
5. LE VARIANTI
La raccolta italiana del XX secolo ha alcune varianti di rilievo.
Ho scritto "di rilievo" perché non sono così tanto addentro alla galassia delle varianti da essere in grado di districarmici senza tema di errori e castronerie varie.
Mi limito a segnalare quelle che sono le varianti di maggior rilievo, peraltro segnalate sui cataloghi ufficiali.
Tra queste segnalo le serie 956 con la sua variante 956 a.
Questa variante è dovuta al fatto che nella figurina dedicata ai bambini italiani questi erano ritratti ad abbordare persone, importunandole con fare da accattoni, la qual cosa provocò un putiferio e la Liebig cambiò, nella seconda edizione, l'intera figurina sostituendola con delle bimbe intente a lavorare trine al ricamo.
Ma oramai il guaio era fatto; risultato: la serie errata ha una valutazione bassa in lingua italiana ma alta nelle edizioni belga, olandese e tedesca, mentre la edizione "corretta” ha una valutazione proibitiva per le edizioni italiana, francese e olandese.
Altro caso, ancor più complesso riguarda la serie 1066 del 1913" atti di eroismo di soldati italiani” edita anche nella raccolta belga.
In questa serie la figurina 5 sul retro riporta la scritta "popolo ignorante" il che provocò un altro putiferio mediatico, tanto che la Liebig nella seconda edizione modificò il testo mediante una pecetta incollata, mentre una ulteriore edizione riportò la correzione a stampa direttamente sulla figurina incriminata.
Altra variante di interesse è quella relativa alla serie 1360 del 1937, "900 metri sotto il mare” dove, nella sola edizione italiana fu aggiunta una scritta in inchiostro di stampa azzurro.
A parte questa stana aggiunta, non una prassi, il vero "casino" viene dal fatto che alcune serie italiane, questa scritta non ce l'hanno e questo ha generato la variante con valori molto al di sopra della serie con scritta blu (circa 4 volte maggiore).
Un caso particolare la serie 1624 del 1955 "piante arrampicanti”, edita nella versione italiana e belga.
Tuttavia, cosa unica, l'edizione italiana differisce da quella belga non solo per i testi, ma anche perché la disposizione delle immagini è differente e le stesse sono con bordure bianche nell'edizione belga e rosse in quella italiana. In questo caso sono come due serie diverse e con valore bassissimo.
Incredibile l'errore nella serie 1728 del 1960 "celebri benefattrici italiane", dove, nella seconda edizione c’è uno scambio di protagoniste nelle figurine 4 e 6 in cui la Ristori diventa Montessori e la Montessori diventa Ristori.
L'edizione seconda, quella con gli errori vale di più (ovviamente).
Ma, ripeto, le variazioni sono abbastanza di più, magari per inezie, nemmeno sempre riportate dai cataloghi ufficiali.
L'ultima serie è la 1865 del 1974 "Marina da guerra” che ha due edizioni con modifiche ai titoli nelle figurine 3 e 6, senza che questo abbia dato luogo a creare delle differenze estreme di valutazione (le due serie hanno più o meno identico valore.
6. LE SERIE RARE
A parte le serie con variante, ci sono poi, nell'arco delle 993 serie della raccolta italiana delle serie che sono veramente rare e che hanno valutazioni a volte proibitive.
È, difatti, proprio dal valore di catalogo che si intuisce immediatamente se una serie è comune meno comune rara rarissima o iper rara... (il catalogo Sanguinetti detta cifre fino ad un certo livello di rarità, poi non si esprime indicando però una scala di rarità che va da r1 a r4 (dove la lettera r sta per Rarità).
Vediamole insieme:
Dal catalogo Sanguinetti si evince che le serie più quotate sono:
la serie 611 "bambini militari" valore di catalogo 100 euro;
la serie 956a "episodi di vita dei fanciulli" (2a edizione),classificata r2;
poi il pacchetto di rare del periodo della prima guerra mondiale (1914 - 20) dove troviamo:
la serie 1088" costumi di Svevia"valore attorno ai 1200 euro;
la serie 1089 "costumi e vedute dell’Austria" valore 1.350 euro circa;
la serie 1094 "Grandi navigatori", una r4 tra le serie, forse la più rara in assoluto:
la serie 1098 "in Palestina" valore attorno ai 1000 euro;
la serie 1105 "in Tunisia" una r1;
la serie 1114 "il compositore Gluck" quotazione attorno ai 750 euro;
la serie 1360a "900 metri sotto il mare" che è una variante quotata 170 euro.
Sostanzialmente a livello difficoltà di reperimento esistono diversi buchi neri che solo chi ha grandi disponibilità può colmare (ma per la serie 1094 neanche a loro è consentito), per il resto nell'ambito di oltre 900 serie ci vuole anche qualche pezzo raro che poi è sempre e comunque un pezzo di valore che fa piacere avere in collezione e che la nobilita certamente.
Queste rarità poi sono un investimento reale, perché le raccolte della collezione Liebig sono ancora molto seguite in tutto il mondo ed il pezzo raro diventa sempre più raro, mano a amano che le collezioni si continuano a costruire in numero maggiore di quante vengano dismesse e disassemblate.
Buona collezione della raccolta italiana!!!!!!!