LIEBIG ITALIANA - MILANO
LE LIEBIG DEL TERZO MILLENNIO
DAL 1999 AL 2002
SERIE
PRESENTAZIONE
1. LE LIEBIG 24 ANNI DOPO - IN UN MONDO DIVERSO
È innegabile che quando qualche cosa muore, muore.
Su questa terra noi umani abbiamo radicato, nel DNA, questa semplice ma chiara certezza che non è filosofia.
Tanto è che quando dalla morte si torna in vita si grida al miracolo e ne conosciamo ben pochi, uno dei quali riguarda Nostro Signore (per chi ci crede e ha fede anche tutti noi), l'altro, una favoletta orientale che ci racconta dell'araba fenice capace di risorgere dalle sue ceneri.
Lasciando stare i "santi" e le favolette, usciamo di metafora e diciamo subito che le Liebig erano morte definitivamente nel 1975.
Si è cercato di fare un miracolo resuscitandole attraverso una operazione prettamente commerciale, dovuta alla nuova proprietà, il gruppo Colussi divenuto proprietario del marchio Liebig.
L'operazione, in sé stessa non era difficilissima né impossibile, tuttavia mancarono alcuni elementi sia in fase progettuale sia in fase di supporto all'intera operazione, ma, soprattutto manco l’atmosfera e la irripetibilità di certe condizioni storiche che poi vedremo.
Diciamo subito che, faccio un esempio banale, se la Panini di Modena, per un anno saltasse il suo tradizionale album, e poi riprendesse a farlo l'anno dopo, molto probabilmente aumenterebbe anche le vendite perché i collezionisti sarebbero ancor più affamati e vorrebbero poter vivere di nuovo la loro raccolta, la loro collezione di cui accoglierebbero la nuova edizione con entusiasmo ancor maggiore.
Ma se i Panini sospendesse la pubblicazione del loro album di calcio per 24 anni, pensate che le persone, i collezionisti, il pubblico, il giorno che la Panini dovesse riprendere le pubblicazioni, darebbero l'assalto alle edicole?
Magari pure sì... Ma non credo...anche se il calcio in Italia è una religione, pure per il calcio i tempi sono cambiati.
24 anni sono 24 anni e le "abitudini" o le tradizioni abbandonate per 24 anni hanno disperso al vento il loro valore, il loro potere, dovrebbero comunque ricominciare da capo, ma in un ambiante parzialmente, se non del tutto ostile!
Per le Liebig la pausa era stata troppo lunga, il fenomeno era già solo ed unicamente italiano, i prodotti erano quasi spariti dai supermercati, la grandezza internazionale del marchio Liebig era praticamente decaduta e poi, il tempo, i ragazzi, l’Italia del 99 non era più quella del 1975, dove i pc non esistevano ed i telefoni della “Sip” erano neri col numeratore a ruota e quelli a tasti erano ancora solo "merce rara", roba per ricchi, dove le tv a colori erano ancora poche!
Con le tecnologie comunicative era cambiato il mondo, computer, cellulari, fax, la rete internet si stava diffondendo dopo la prima connessione italiana del 30 aprile 1986: le serie Liebig erano di carta ed il mondo andava sempre più avanti ad elettroni!
Eppure mancarono, come accennato, alcuni elementi che, se fossero stati messi in campo, avrebbero potuto far rinascere quella raccolta di figurine.
2. GLI ERRORI COMMESSI
Il primo grave errore fu commesso nella progettazione delle figurine, nella loro sostanziale assoluta differenza dalle figurine storiche, sia per dimensione 10,3 X 5,9 cm (decisamente più piccole), sia per supporto (più pesante ma dozzinale), sia per grafica e per la metodologia di stampa, non più cromolitografica, sia per il metodo distributivo che ora, essendo la figurina parte integrante della confezione dal prodotto, non necessitava più della figura del pizzicagnolo o droghiere che dir si voglia, figura oramai quasi del tutto sparita, che allora, invece teneva il contatto tra casa produttrice e cliente, raccoglieva le prove di acquisto, consegnava poi le serie spettanti ai clienti.
Ma poi le Liebig del terzo millennio non sono neppure paragonabili per realizzazione, per carisma, per familiarità a quelle del XX secolo.
Non poteva bastare, dopo 24 anni, presentarsi con la firma di Justus von Liebig e sperare di rivendere un "cane bianco" come se fosse un "cane nero"!
Un altro grave errore fu la scarsa produzione di figurine!
Forse ebbero il braccino corto, forse gli stessi dirigenti della Colussi avevano intuito che il discorso sarebbe stato una rimessa economica il cui onere probabilmente la Colussi non poteva assorbire senza avere scrolloni pesanti a livello di fatturati e spese.
Certamente non ci vuole una gran testa per capire che un veicolo pubblicitario funziona quando è appetito dalla gente.
Quando il neo collezionista si trova due serie realizzate in un anno, demorde, torna alla Panini...ed anche di corsa!
Nel 1999 sono stare realizzate solo 2 serie, poi 3 serie nel 2000, 3 serie nel 2001, 2 serie nel 2002, 10 serie in 4 anni...no comment.
Se avesse funzionato questa operazione di rinascita, oggi avremo venti anni di ulteriori produzioni, magari a 25 30 serie l'anno saremmo ora a contare 600 nuove serie di Liebig.
Nel 2002 era tutto ritornato deserto e senza nemmeno i Tartari.
3. LE SERIE DEL TERZO MILLENNIO
La Liebig riprese la pubblicazione con la serie 1869 del 1999.
Non sappiamo la ragione di questa scelta numerica che cozza con la numerazione Sanguinetti che alla numero 1869 prevede "Uniformologia antica I" che poi è la ristampa della serie 1831 ma recante la reclame della "Brooke Bond Liebig".
Anche le nuove serie 1870 e 1871 soffrono di analoga sovrapposizione.
Comunque questo fu il progredire annuale delle nuove serie:
1999 - 2 serie:
- 1869 - i giganti della terra;
- 1870 - gli sport di squadra con la palla;
2000 - 3 serie:
- 1871 - lo zodiaco cinese i;
- 1872 - lo zodiaco cinese ii;
- 1873 - la storia e l'euro;
2001 - 3 serie:
- Storia delle comunicazioni;
- 1875 - il xx secolo;
- 1876 - nuovi sport olimpici (riferiti alle olimpiadi di Sidney 2000);
2002 - 2 serie:
- 1877 - le Liebig nel tempo;
- 1878 - ricette gustose.
Nel complesso non sono brutte figurine.
Sono ben disegnate, con frecce illustrative che vengono direttamente dalla computer grafica, segno dei tempi moderni, hanno testi a fronte e a retro e quindi assolvono bene allo scopo educativo e posseggono una dinamicità conferita proprio dalla grafica moderna.
Particolare e abbastanza nuova la doppia serie del calendario cinese con riferimento a partire dal 1900 e a terminare nel 2000.
Grazie a queste indicazioni chi è nato nel 1950 è una tigre!!!!!
Molto azzeccata la serie dedicata all'entrante moneta europea che allora era vista, con i suoi centesimi come una iattura per noi italiani che i centesimi li avevamo lasciati al Regno d’Italia o quasi.
Le due serie “Storia delle telecomunicazioni” e “il XX secolo” sono serie di carattere storico scientifico la prima e di carattere storico la seconda però realizzata attraverso l'evoluzione del costume e della tecnologia più che di singoli eventi che non sarebbero stati riconducibili alla significatività attraverso solo 6 figurine.
Invece la "regia" di questa serie è certamente stata curata nei dettagli e le sei figurine quasi per miracolo ci conducono attraverso il secolo scorso.
Fresca, colorata e dall'argomento moderno e mai trattato è la serie 1876 dedicata agli sport introdotti per la prima volta alle olimpiadi di Sidney del 2000.
La grafica è molto moderna e la dinamicità della serie è ottenuta anche con le figure che non "riescono" a stare all'interno del cartiglio assegnato, fuoriuscendone per "azione".
Meno belli i fiori australiani che occupano spazi laterali che potevano anche essere lasciati vuoti.
La serie 1877 è auto referenziante perché parla delle figurine Liebig e della loro evoluzione nel tempo.
La singola figurina contiene una scena di sfondo ed una riproduzione di una figurina Liebig particolare in primo piano; ovviamente le due componenti grafiche sono legate tra loro da un particolare elemento.
Si trovano quindi alcune serie particolari, rarissime, quelle contenenti dei refusi, quelle che hanno contrassegnato un'epoca.
Una serie molto bella, va sottolineato.
Meno bella in tutti i sensi la serie 1878, l'ultima in cui ci si cala all'interno di ricette di cucina....
4. ASPETTI COLLEZIONISTICI
Se ho intitolato sopra un intero capitolo di questa trattazione agli errori commessi dalla nuova Liebig italiana riguardo alle varie fasi di concepimento e realizzazione di questo tentativo di far risorgere le vecchie Liebig, non posso non posso non stigmatizzare il comportamento degli addetti al settore e dei collezionisti stessi riguardo a queste ultime 10 serie prodotte sulla soglia e appena subito dopo questa di un nuovo millennio.
Al collezionista evidentemente sembrò che il nuovo non legasse minimamente col vecchio, anzi, finisse con l’inquinarlo e fecero “orecchie da mercanti” al nuovo, neppure considerandolo.
Ma anche i molti venditori di Liebig che non sono venditori qualunque ma sono degli esperti che lavorano essenzialmente solo con le Liebig, mancarono di dare il loro supporto, anche postumo, a questa iniziativa che, con 10 sole serie in 4 anni ritennero di nessun peso commerciale e quindi anche collezionistico.
Insomma questa introduzione, questo entrare in un mondo estinto non piacque e non se ne parla nemmeno e sono veramente pochissimi quelli che hanno inserito queste serie nelle loro collezioni.
In primis la Catalogazione Sanguinetti che, almeno sino alla XII edizione dedicava a queste serie non più di 4 righe alla fine della pagina 349…
Naturalmente per un modo abituato a muoversi dentro un “catalogo” questo fatto ha avuto una importanza determinante nello scarso inserimento di queste serie nel contesto Liebig.
Ne consegue che, ripeto, sino alla XII edizione non si hanno quotazioni ufficiali da parte dei catalogatori, quindi è il mercato a stabilire il prezzo che si aggira attorno ai 50 euro per le 10 serie complete di albumetto.