SUTTER – GENOVA
GIOCO REALIZZATO DA LASCO – MILANO
“ GIOCO ILLUSTRATO DEI PRODOTTI DELL’IMPERO “
1938
TESSERE E CARTELLE
PRESENTAZIONE
1. PREMESSA
Molto spesso abbiamo un po’ tutti fatto caso che esiste una certa interscambiabilità funzionale tra figurina e gioco.
Banale il filo diretto che si creava con le figurine ed il gioco tra bambini, nelle molteplici forme ideate dalla fantasia dei giocatori, da “accostamuro” a testa o croce”, da “scalino” (basso o alto) a…beh se faccio l’elenco non la finisco più…
Ma a questa banale e conosciutissima rispondenza ce n’è un’altra che riguarda non il gioco in sé ma la figurina o (similare) che, in realtà non è una figurina ma una tessera di un gioco, quindi creata e distribuita all’interno di scatola per il gioco, che nel tempo, una volta perso il tabellone, andata spappolata la scatola, magari per la forma o per il contenuto sportivo, o perché numerate, persa la memoria dell’origine finiscono con il diventare delle figurine, pur non essendolo.
La Cartoccino di Monza realizzò una tombola sportiva utilizzando al posto dei numeri le figurine edite come figurine della sua serie annuale, avendo cura di dotare queste figurine/tessere di una tombola di un bordo di differente colore rispetto alle figurine.
Sta di fatto che oggi, dimenticata l’origine come elemento da tombola, molti collezionisti considerano queste figurine come una interessante variante di quella serie e, conseguentemente, le collezionano.
Ci sono poi molti altri esempi, come le figurine cartonate della SALCA di Bologna, anche esse nate come elementi di una tombola e poi finite nelle mani di molti collezionisti che non disdegnano le caricature degli stemmi delle squadre di calcio.
In questo caso peccato che la SALCA abbia realizzato metà delle potenziali figurine, lasciando all’altra metà il medesimo disegno e variando solo la titolazione (ad esempio da “Napoli” a “Napoli ragazzi”, da “Bari” a “Bari ragazzi).
Per non parlare delle figurine fustellate, tipo le bifrontali de il calcio in casa della Lampo che aveva anche piedistalli e campo e palloni e porte, pur essendo delle figurine.
Particolarmente adatte al gioco le figurine da ritaglio, specie quelle meravigliose del “Corriere dei Piccoli” che, debitamente rinforzate, incollandole su un cartoncino davano vita a grandiose partite di calcio (con le sportive) oppure spettacolari battaglie terresti con gli eserciti schierati o con gli indiani sempre in agguato sulle sponde di un canyon realizzato con un paio di plaid o di cuscini del letto o del divano.
Proprio in questo aprile 2025 pubblichiamo le figurine da ritaglio bifrontali disegnate da Guido Crepax e facenti parte dello “straordinario gioco del pugilato”.
La Serie che stiamo presentando, in realtà è un gioco, realizzato da quei maestri del gioco cartaceo che erano “quelli” della milanese Lasco, autori di tantissimi capolavori diversi dei quali recensiti e presentati su questo Sito.
E’ una specie di “tombola istruttiva” il cui scopo, oltre quello di essere un passatempo, era quello di far divertire i giocatori e nello stesso tempo di informare i bambini su quello che si trovava sul suolo delle Colonie italiane dell’Africa Orientale, o, in altre parole, del Corno d’Africa di sovranità italiana e costituente l’Impero, aulica forma per ricreare, nelle menti bacate di certi politici e facinorosi ex combattenti frustrati, l’dea che possedere Colonie e sfruttare il prossimo dopo averlo soggiogato, spesso con la forza bruta, facesse diventare italiana una iena, un cammello o un po’ di orzo (naturalmente sottratto a chi lo aveva lavorato).
2. IL PROGETTO
Il gioco si componeva di 5 cartelle contenenti ciascuna 12 caselle sulle quali erano riportati i beni, le ricchezze, i vegetali, gli animali e le ricchezze del sottosuolo di quelle lontane Colonie.
Sul retro, ciascuna delle cartelle del gioco aveva una particolarità relativa a caratteristiche generali del corno d’Africa e specificatamente:
- istruzioni del gioco;
- agricoltura e minerali;
- fauna;
- superficie e abitanti;
- morfologia del terreno.
Per riempire le 5 x 12 =60 caselle contente nelle 5 cartelle erano necessarie altrettante tessere di identica grandezza rispetto ai cartigli realizzati nelle cartelle.
Naturalmente nei 60 cartigli andavano poste le 60 tessere tutte diverse (non c’erano ripetizioni) anche perché le tessere erano numerate da 1 a 60.
Queste 60 tessere andavano ritagliate, probabilmente, da un paio di cartoncini stampati e con il retro privo di ogni segno distintivo (vuoti, bianchi) di cui la scatola gioco era dotata.
le tessere pubblicate tutte e 60 sono prive di retro, ma si sono recuperate anche tessere che sul retro recano ancora la stampa delle caratteristiche delle Colonie dell’A.O.I., ovvero tessere realizzate tagliando le cartelle e non il cartoncino stampato delle tessere.
Il gioco era semplice, ogni bambino prendeva la sua cartella e un adulto o un bambino più grandicello, infilate le tessere dentro una busta di panno le estraeva una alla volta.
Vinceva chi per primo riusciva a “coprire” i 12 cartigli della sua cartella.
3. I SOGGETTI
- 5 tessere (una per cartella) sono di carattere pubblicitario di prodotti della Sutter: Marga Impero (3), Marga per metalli (4), Marga per calzature (01) Nero chinese (23) e Cera ROB (44).
Le altre tessere erano così suddivise:
- 26 Animali – Numeri: 08 - 12 – 13 - 14 – 16 - 18 – 19 – 21 - 22 – 24 - 25 – 28 – 35 - 37 - 41 - 43 – 46 - 47 – 48 - 49 – 50 - 52 – 54 - 58 – 59 – 60;
- 19 Piante utili – Numeri: 2 – 5 - 7 - 9 – 10 - 15 - 17 – 26 – 29 - 30 – 31 – 32 – 33 - 34 - 36 – 38 - 42 - 51 – 57;
- 10 Minerali – Numeri: 06 - 11 – 20 - 27 –39 – 40 - 45 – 53 - 55 – 56;
Per 59 delle 60 tessere la suddivisione di cui sopra è stato un gioco da ragazzi dato che il facocero è un animale, l’uva è una pianta utile e il quarzo è un minerale, ma l’unica tessera di non facile allocazione è stata quella dedicata al “miele” che, essendo un prodotto animale… mi sono tirato fuori di impaccio inserendo il miele come un prodotto agricolo, quindi legato al mondo vegetale e ho trasformato il miele in “pianta utile”.
Considerando che sul retro di una delle cartelle l’argomento era la popolazione e le principali città, quindi era in esame l’antropizzazione della regione, poteva anche essere fatta una serie di tessere dedicate alle diverse razze autoctone del Corno d’Africa, tentazione che semmai ci fosse stata, per fortuna non è stata presa in considerazione, visti i tempi ed i costumi del periodo.
4. ASPETTI GRAFICI E TIPOGRAFICI
Le tessere dovevano essere ritagliate ma non erano realizzate in modo tale che il taglio fosse agevolato (magari una prestampa della linea di taglio) ed inoltre avevano le cornici esterne nere, che non dovevano subire tagli, abbastanza spesse , mentre le cornici interne che dovevano essere dimezzate nel taglio per dare un minimo di cornice a tutte le tessere, che avevano uno spessore quasi la metà di quelle esterne, col risultato che anche facendo “i farmacisti” non veniva fuori una tessera uguale all’altra!
Alla fine una dimensione più o meno mediamente comune era di circa 4 x 3 cm, mentre le cartelle erano 10 x 16, 5 con sviluppo orizzontale.
Il supporto era abbastanza pesante ma non certo robustissimo, cosa che sarebbe stata ideale non tanto per le cartelle, quanto, soprattutto, per le tessere sottoposte ad uno stress di gioco non trascurabile.
La mescola del supporto era giallognola e la stampa con inchiostro seppia non risulta come il massimo della resa grafica dato che manca un consistente differenziale cromatico.
La tipografia che ha realizzato questo gioco è la Termali di Milano che ha realizzato molte stampe per la Lasco.
Va detto che ciascuna delle 60 tessere ha un colore di fondo ed i colori sono 4 (giallo, rosso, blu e verde).
Ci sfugge la ragione per cui la Lasco non abbia fatto una divisione dei colori paritetica dando a ciascun colore 15 tessere (15 x 4 = 60).
La realtà ci mostra una assegnazione di 10 tessere per ciascuno dei colori rosso blu e verde e di 30 tessere per il colore giallo; questa suddivisione ci impedisce di pensare che possa essere una suddivisione casuale e quindi resta misteriosa e sconosciuta la ragione di una divisione dei colori sugli sfondi così come realizzata, a meno che la ragione non sia quella di avere sei caselle con sfondo giallo per ciascuna cartella con una disposizione delle sei gialle sempre identica su tutte le cartelle.
Tra l’altro su tutte e cinque le cartelle le due caselle rosse, le due blu e le due verdi sono sempre nella medesima posizione, qualsiasi sia la cartella.
Insomma la disposizione dei colori è identica per tutte le cartelle.
La componente grafica è molto elementare, non certo raffinata né, tanto meno, splendida.
Le migliori realizzazioni sono quelle relative ai cinque prodotti Sutter inseriti in cartella.
In ogni caso i disegni sono comunque efficaci e tutte le immagini sono di immediata decifrazione.
5. IL RETRO ED I TESTI
Sul retro delle 5 cartelle che compongono il gioco sono riportati in una le spiegazioni del gioco, mentre nelle altre 4 troviamo le seguenti argomentazioni:
Superficie, Popolazione, Città principali;
Fauna;
Vegetazione, Coltivazione, Ricchezza del sottosuolo;
Orografia del terreno (Montagne, colline, fiumi, morfologia del suolo);
Gli argomenti sono interessanti e vengono trattati tutti in modalità ”cartografica”, disponendo nelle varie zone della cartina gli elementi che le caratterizzane, mantenendo fede all’argomento di base di ciascuna tessera.
Con schede a parte (piccoli riquadri, anche dei dati numerici e la descrizione di tutta la varia simbologia grafica utilizzata).
Nel complesso la Lasco ha realizzato con un metodo semplice e grafico un sistema ben frazionato per illustrare quello che in questa parte d’Africa era possibile “incontrare”.
Una striscia di fondo larga quanto tutta la cartella e separata dalla parte informativa culturale da una riga, troviamo uno spazio pubblicitario dedicato a Marga Metalli, Nero Chinese, Cera ROB, Marga, dove vengono spese dalle 3 alle 5 righe per pubblicizzare il prodotto.
6. ASPETTI COLLEZIONISTICI
Non essendo delle figurine, non è facile recuperare queste piccole tessere che avulse dal loro contesto rappresentano comunque una piccola collezione da 60 pezzi.
Non dimentichiamo che dalla Liebig alla Cibalgina, dalla Nivea di Milano sino alle organizzazioni parastatali del periodo del fascismo (O.N.D. – Opera Nazionale Dopolavoro), come il particolare gioco con le carte di guerra e ancora molte altre Ditte hanno realizzato carte da gioco, giochi, giochi da tavola, giochi costruzioni e ancora molto altro come gadget da distribuire ai clienti più fidelizzati.
Queste realizzazioni sono spesso oggetto di collezione a sé stante, collezionate per quello che sono ovvero gadget o giochi che fossero il collezionista li ricerca sempre e comunque.
Quello che non è facile è riuscire a reperire queste complesse creazioni in perfetto ordine dato che si compongono di più parti tra queste le più rare, chissà poi perché, sono le parti dimensionalmente maggiori, le scatole in primis ed i cartelloni centrali del gioco.
Anche in questo caso mi devo già ritenere fortunato ad essere riuscito a recuperare tutte le tessere e tutte le 5 cartelle.
Parlando di quotazioni le cartelle possono avere una valutazione attorno ai 10 euro ciascuna, mentre le tessere se sono tutte possono quotare un 40 euro, in modo che alla fine il valore di cartelle e tessere si aggiri attorno agli 80-90 euro, senza dimenticare che il gioco è dei primi di gennaio del 1938.
Come sempre
Buona Collezione !!!!!!!!