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I.L.M.A. – TORINO

SERIE

“MUSEO DALL’AUTOMOBILE CARLO BISCARETTI DI RUFFIA – TORINO “
VOLGARMENTE DETTA:

AUTO ANTICHE

FIGURINE

PRESENTAZIONE

 031AEF

1. CENNI STORICI

Questa collezione didattica è l’ultima delle tre raccolte didattiche proposte dalla I.L.M.A. di Torino, ovviamente sul piano temporale.

La raccolta che consta di 64 figurine colorate destinate alla distribuzione attraverso i dispenser, ha dimensioni standard (9,4 x6,4) ed il cartoncino abbastanza robusto e resistente, di grammatura elevata 2,16 grammi a figurina, tipo quello delle Cardmaster che però avevano una grammatura maggiore.

Le dimensioni di cui sopra rendono queste figurine non distribuibili con i dispenser della Master Vending in quanto questi dispenser erano tarati per l’erogazione di figurine di dimensioni maggiori (9,5 x 6,6).

Questa scelta impedì alla Master Vending, che si era ritirata dal mercato italiano di poter cedere i distributori ad alcuna società italiana visto il format leggermente diverso ed incompatibile con la produzione originale nostrana.

Certamente per la I.L.M.A. trovare un dispenser per le proprie figurine non era certo un problema, anzi era l’ultimo dei problemi perché la casa torinese era praticamente in associazione con la Sidam e ne costituiva, in pratica, un marchio differenziato.

Era disponibile l’album che andava richiesto al rivenditore oppure direttamente alla I.L.M.A., con lettera, allegando alla stessa 80 lire, 60 per l’album e 20 per le spese di spedizione.

La serie deve essere stata distribuita nel 1960 o al più tardi nei primi mesi del 1961 perché la dizione “per concessione del museo dell’automobile carlo Biscaretti di Ruffia di Torino” implica che il citato museo fosse intitolato, appunto a carlo Biscaretti di Ruffia.

In effetti il museo viene intitolato a carlo Biscaretti di Ruffia solo dopo la sua morte, avvenuta nel settembre del 1959, e l’apertura del museo, nella sua nuova sede avvenne il 3 novembre 1960.

È quindi presumibile che la serie, intendesse celebrare proprio l’apertura del museo torinese, uno dei più grandi musei al mondo di automobili.

Come detto la serie è a colori. I soggetti delle figurine non sono fotografici ma sono disegni originali che hanno per tema, ciascuno un modello di auto.     Al centro di ogni figurina, in basso è riportato un cartiglio con la scritta dell’anno in cui l’auto fu prodotta.

 

2. QUALITÀ DELLA STAMPA

Complessivamente la serie è un po’ “rozza”, nel senso positivo del termine.

Questa rozzezza non le deriva dall’essere una delle prime serie prodotte e realizzate in Italia, sulla scorta delle figurine provenienti dall’oltremanica, ma da una scelta industriale tipografica ben precisa tesa secondo me a diversificare la produzione Sidam attraverso una produzione di “finta concorrenza”.

La qualità della stampa non è ottimale, almeno guardata con gli occhi di oggi, ma piuttosto semplice e di bassa resa cromatica, in quanto gli inchiostri impiegati sono opachi e poco “coloranti”, direi acquerellati.

Non poche figurine poi sono tarate dal fenomeno tipografico del disallineamento dei cliché’ in zinco relativi ai vari colori, che generavano immagini “sdoppiate” e poco leggibili., per la verità fenomeni mai troppo eclatanti, ma ripetuti anche se minimi, se vogliamo, “errori” di allineamento che si trovano su una percentuale di figurine abbastanza elevato.

Nella serie identica prodotta dalla SO.DI.M.A. francese, (vedasi le apposite pagine) la qualità di stampa risulta essere decisamente più meticolosa ed i micro disallineamenti scompaiono del tutto e le figurine sono più nitide, più leggibili (ma questo secondo la mia visione delle cose non è un caso).

D’altro canto quello dei disallineamenti dei cliché’ del colore è un problema fisiologico nella stampa dell’epoca e solo un controllo attento e scrupoloso alla fonte permetteva una eliminazione immediata del pezzo contenete il refuso di stampa.

Evidentemente la policy tipografica di allora era quella di non eccedere nella fiscalità dei controlli di qualità di produzione, in fondo erano figurine per bambini, mica delle banconote!!!!!!!!

Altra particolarità tipografica è il centraggio della componente stampata della figurina sul supporto in cartoncino, ovvero l’equidistanza della figurina dai bordi.

Questa serie soffre di questo problema in moltissime figurine che appaiono decentrate in altezza, lateralmente o in entrambe le direzioni.     Questi difetti che sono visibili immediatamente sono però contenuti in quantità, nel senso che i decentramenti non sono mai tali da proporre figurine talmente decentrate da risultare non collezionabili.

 

3. I SOGGETTI

I soggetti invece sono eccezionali e rendono queste figurine degli autentici capolavori.

La prima cosa che salta agli occhi è che il tema dell’auto d’epoca è trattato come punto centrale della vita quotidiana, in tantissimi suoi aspetti, ma sempre con assoluta, grande ironia.

Evidente la volontà dell’editore di raggiungere un giovanissimo pubblico maschile, ma non accattivandosene l’attenzione solo grazie al soggetto “automobile”, ma anche attraverso il sistema della vignetta buffa, della situazione che fa sorridere, della paradossalità della scena!

D’altronde le auto sono tutte auto d’epoca e le auto “moderne” sono in assoluta, sparuta minoranza e la più recente riprodotta è del 1954.

La vignetta non rappresenta mai una staticità espositiva ma una dinamicità del mezzo e delle persone che ruotano attorno al mezzo.

Non c’è nemmeno una figurina in cui l’auto sia senza un personaggio vicino e le figurine che rappresentano auto ed il solo guidatore, sono solo 21 su 64 ed in molte di queste compare un essere animato, cavallo, papera, cane o tartaruga che sia.

La figurina piu’ “popolata” è la figurina numero 15 dove compaiono ben sette personaggi!

Le situazioni comiche sono tantissime, si va dall’unico sasso in mezzo alla strada su cui punta diritta la ruota dell’auto (fig. 4) con un autista in improbabile bombetta sul capo in procinto di volare via, ai cavalli che sbarrano la strada al “bolide a 4 ruote” con guidatore che chiede il permesso di passare (fig. 5), al toro che carica l’auto (fig. 7) con “fugone” del passeggero atterrito, alla pozzanghera regolarmente presa in pieno con conseguente spruzzata di fango su delle donzelle ben vestite in attesa sul ciglio della strada (fig.15), all’auto in folle discesa sul ciglio del burrone in cui per un pelo non è volata giù, con faccia più che terrorizzata del passeggero (fig.24), al gagà di figurina 47 che fuori da un bar si scappella davanti ad una signorina che intende sedurre con la sua fiammante fiat 501 verde decappottabile!

Ogni figurina è il ritratto della società d’ inizio secolo fino alla metà degli anni ’50 circa.

In nessuna delle 64 figurine c’è una donna al volante!!!!!!

Le donne sono passeggere più o meno entusiaste, nei loro cappellini d’epoca variopinti, oppure sono oggetto di ammirazione o corte, dove a fare la corte, spesso sembra più lasciata l’auto che non il fascino del guidatore!         Altri tempi proprio!

I paesaggi descritti sono molto vari, montani marini campagnoli e cittadini, con leggera prevalenza per quelli della gita fuori porta, in campagna; quelli marini sono solamente tre, mentre solo nella figurina 10 è possibile riconoscere nella città percorsa dall’auto la città di Torino, visto che c’è una “mole antonelliana” sullo sfondo.

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4. I COLORI

Le colorazioni sono molto varie ed anche se gli inchiostri, per scelta tipografica, non sono mai brillanti le figurine sono colorate in maniera abbastanza varia e non ripetitiva, con scelte cromatiche equilibrate e riposanti.

Non ci sono i toni cupi, l’impatto visivo è limpido, solare, anche se, ripeto, non squillante cromaticamente.

Belli i gialli e gli azzurri, soprattutto, mentre i verdi chiari, sono spesso monocordi.

5. I TESTI

Ogni figurina, nel retro riporta una ampia descrizione, posta in posizione centrale tra due linee che delimitano il campo dell’intestazione, sempre identico e quello del piè di pagina che contiene a fattor comune le indicazioni della società di distribuzione, le informazioni per richiedere l’album e la dizione “edizione riservata agli apparecchi distributori”.

Unico elemento non a fattor comune è il numero della figurina posto in basso a sinistra in un bel carattere grande ed in grassetto.

Sempre in grassetto è stampata la parte della intestazione.

Nel testo vero e proprio, peculiare di ogni figurina, è stampato in grassetto esclusivamente marca e tipo di autovettura, sempre accompagnato dall’anno di produzione.

Riguardo alla tipologia dei testi, essi appaiono molto ben sviluppati e comportano una descrizione tecnica abbastanza dettagliata, con i dati sulla cilindrata, tipo di motore, velocità massima raggiungibile e spesso anche la storia della vettura considerata ed accenni storici anche sulla casa costruttrice.

Nel complesso appaiono come “schede” tecnico-storiche abbastanza esaustive e ben formulate.

6. QUALCHE CRITICA

La serie non è ben bilanciata nella esposizione temporale delle auto.

Non si comprende per quale motivo la scelta editoriale non abbia premiato la consequenzialità temporale della produzione delle auto, così da fornire un quadro di sviluppo tecnologico, di design automobilistico ed anche di costume, che fosse naturalmente progressivo, mentre invece si registrano passaggi bruschi dal 1938 al 1951 al 1912, dal 1908 al 1935, dal 109 al 1954 al 1912…un maggiore ordine sarebbe stato certamente più auspicabile.

Ma, si sa, gli anni 60 sono stati quello che sono stati, bisognava produrre, mettere in pratica le idee, velocemente, perché c’era una competizione nel mondo dell’impresa, soprattutto media e piccola, tale per cui, a volte, fermarsi per riordinare le idee significava avere una idea già superata e vecchia!

E non si trattava di serietà mancante, era proprio il periodo storico: se non si cercava la precisione si cercava almeno la realizzazione dell’opera.

D’altro canto la tempistica d' ideazione e realizzazione della serie deve essere stata decisamente breve.

7. ASPETTI COLLEZIONISTICI

La serie è una bellissima serie, non impegnativa come numero di figurine e dalla reperibilità non semplice ma nemmeno impossibile.

Non ci sono particolari figurine introvabili e quindi iniziare questa serie da ampie possibilità di vedere il raggiungimento della agognata fine della raccolta in tempi non biblici.

La conservazione media delle figurine di questa serie è abbastanza elevata e quindi solo raramente ci si imbatte in figurine dalle gravi pecche di conservazione.

Rarissime sono anche le figurine da recupero, ovvero figurine staccate dal supporto nel quale all’epoca erano state incollate.

Abbastanza rare le figurine con timbri dell’epoca dei rivenditori o che fossero rese valida da un timbro del rivenditore per poi assicurarsi un premio.     Questo perché il fenomeno dell’incentivazione locale (decentrata) alla vendita è un fenomeno degli anni successivi.

Rarissime sono invece le figurine deturpate dalla mano dei bambini con disegni e scritte, fenomeno tanto deprecabile per il collezionista quanto estremamente interessante per l’osservatore del periodo storico del tempo delle cartonate, cui questa serie, appunto perché poco “sovrascritta” non presenta elementi di particolare valore.

Queste figurine hanno una quotazione abbastanza contenuta che può ovviamente variare in ragione del periodo storico, della richiesta, del venditore, della formula di vendita.

Diciamo che il valore di una bella figurina oscilla tra gli 0,80 euro ed i 2-2,5 euro se in perfetto stato di conservazione.

Una serie completa può avere un costo “medio” attorno ai 100 euro con punte alte sino a 120 o basse sino a 80 euro circa.

Il mercato su eBay è abbastanza fiacco e privo di spunti costanti, più facile trovare esemplari nelle fiere del settore o nelle fiere dell’usato, ma, come ben sa un collezionista, dove più le cerchi meno le trovi, dove più ci sono, meno le cerchi….

Il numero dei collezionisti non è elevato e la raccolta è abbastanza per un pubblico di nicchia, il che significa che pochi sono quelli che sanno apprezzare l’alto valore sociale e culturale di queste figurine.

Ma una ragione più immediata e meno sofistica va ricercata nel fatto che queste figurine ebbero una diffusione relativa e sofferente, schiacciata dalla Master Vending da una parte e dalla emergente Sidam dall’altra, per cui i bambini collezionisti di allora furono relativamente pochi e poiche i bambini di allora rappresentano la massa dei collezionisti di oggi, si spiega il non elevato numero di collezionisti che amano questa raccolta.

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