COLORADO ITALIANA S.r.l. – MILANO
SERIE
"UOMINI NELLO SPAZIO"
FIGURINE
PRESENTAZIONE
1. ELEMENTI
Ci sono opinioni, pareri e dati di fatto.
Il mondo delle cartonate, come, più in generale, quello delle figurine, vede le sue produzioni dividersi tra sportive e didattiche.
Tra le figurine didattiche certamente l’argomento più trattato potrebbe sembrare quello geografico delle Bandiere e degli Stati con due serie (Sidam – Colorado) o quello delle automobili, sempre con due serie (Sidam – Ilma), oppure quello degli attori sempre con due serie (MGM – record), ma, in realtà, a primeggiare è l’argomento navale con tre serie (Ilma – Elah – Cip), quello aeronautico sempre con tre serie (Sidam – Cardmaster – Rocket) e, sorpresa delle sorprese, la fantascienza anche lei con ben tre serie (Colorado – Euromatic Record – F.I.D.A.).Di primo acchito il dato sembra sconcertante perché la fantascienza potrebbe sembrare un argomento di nicchia e non dovrebbe essere invece argomento di diffusione così appetito.
Ma basta soffermarsi un po’ a riflettere, soprattutto sul periodo storico, per scoprire che, alla vigilia dei grandi avvenimenti della “conquista dello spazio” che coinvolsero le grandi potenze mondiali negli anni ’60-70, l’attenzione e la fantasia dei ragazzi era proiettata proprio nell’immaginario di un mondo futuro quasi extra-terrestre.
Fare il calciatore era il sogno di ogni ragazzino di allora ma a ruota seguiva quello di fare l’astronauta se non il pilota di aviogetti!
In tale contesto storico e sociale va inquadrata questa bellissima collezione di figurine che è, tra l’altro, la più originale numerosa e completa, almeno nella sua ideazione, di tutte le serie di figurine cartonate di pari argomento.
LA FIGURINA NUMERO 50 CI MOSTRA UNA ROMANTICA SCENA DI UNA COPPIETTA DI ASTRONAUTI CHE, SULLA LUNA, AMOREGGIANO AL COSPETTO DI UN CIELO STELLATO IN CUI LA TERRA FA LA PARTE "RUFFIANA" DELLA LUNA !
2. CENNI STORICI
Negli anni 1957-58, praticamente, l’era spaziale era, per il grande pubblico, una realtà piena di aspettative per il futuro, ma anche piena di incertezze e di paure perché la situazione politica mondiale, con la cortina di ferro e le armi atomiche come spauracchio, conferivano alla corsa allo spazio un non so che di “gara” tecnologica che generava angosce più che gioie o speranze, soprattutto se i successi venivano dalla parte, ideologicamente opposta (a quella della sfera occidentale nella quale eravamo e per fortuna siamo immersi), del mondo.
Quindi la conquista dello spazio non era vista come una nuova era per l’umanità ma come una fonte di potere da conquistare, se non per soggiogare l’avversario, almeno per non esserne soggiogati.
Lo spazio era usato per imporre la teorica rispettiva supremazia sull’avversario a suon di Record e di conquiste spaziali, per cui le informazioni in tale campo non erano sempre veritiere e spesso le verità venivano taciute a bella posta per depistare il nemico.
Non era una gara, ma una lotta, lotta che non era nemmeno leale ma impregnata di ragioni di alta strategia politica che la rendevano un mezzo di potere, non un fine cui tendere per il comune benessere.
Il progetto americano di “conquista dello spazio” segnò il passo per motivi tecnici (i vettori furono difatti protagonisti di una serie incredibile di lanci falliti), tanto che quella che sarà chiamata “la corsa allo spazio” inizia il 4 ottobre 1957 con il lancio del satellite sovietico Sputnik 1.
Di lì a pochi mesi, sempre i sovietici, spediranno in orbita, a bordo dello Sputnik 2, la cagnetta Laika, primo essere vivente lanciato in orbita e sul cui destino segnato, per qualche giorno, i bambini di tutto il mondo, tra cui il sottoscritto, fantasticarono sperando in un ritorno.
Poi, nel 1961 fu sempre sovietico il primo uomo lanciato nello spazio.
Il paese più avanzato tecnologicamente ed il vero protagonista della corsa allo spazio erano certamente gli Stati Uniti d’America dove la maggiore tra le case produttrici di figurine, la Topps aveva, già nel 1957, programmato una serie di figurine dedicate allo spazio ed aveva raggiunto un accordo con la casa editrice inglese a&bc relativo alla pubblicazione anche nel Regno Unito di questa collezione di figurine cartonate con argomento spaziale – “fantascientifico”.
In realtà la casa americana ben sapeva che nel 1957 qualche cosa di eclatante sarebbe successo nel campo aerospaziale, in quanto proprio in quell’anno si celebrava l’anno geofisico internazionale dedicato allo studio del pianeta e quindi gli statunitensi stavano alacremente lavorando per essere i primi ad inviare un satellite artificiale che, orbitando attorno alla terra, dimostrasse la possibilità di studiare il pianeta attraverso nuove tecnologie e da un “punto di vista” mai utilizzato precedentemente.
Questa serie di figurine parte proprio da dati avvenuti nel 1957 58, quindi di massima attualità e sviluppa poi un percorso di assoluta fantasia proiettando il poco che si era realizzato al tanto che ancora c’era da fare.
Non era una serie di fantascienza, ma il cammino da compiere era lungo e misterioso e quindi anche solo a parlarne ne nascevano talmente tante fantasie che era impossibile fare un discorso con i piedi per terra ed alla fantascienza si finiva con il ricorrere anche non volendo.
Le figurine uscirono negli Stati Uniti nei primissimi mesi del 1958, aiutate al successo certamente dagli avvenimenti del 1957 (i due lanci russi), ma soprattutto dal primo satellite americano, l’Explorer I, entrato finalmente in orbita poche ore dopo il lancio avvenuto il primo gennaio 1958.
Nel corso del 1958 la a&bc, forte degli accordi con al Topps, pubblicò l’identica serie anche nel Regno Unito riscuotendo anche qui un clamoroso successo di diffusione e vendite.
La serie di figurine comparve in Italia nel 1959 nella sua versione inglese e con testi a tergo in italiano.
La diffusione della serie fu affidata alla Colorado italiana S.r.l. di Milano, una casa editrice d’oltremanica (overseas), controllata dalla inglese a&bc.
L’immissione fu tanto rapida, per sfruttare il momento favorevole che gli inglesi non fecero nemmeno in tempo a marcare le figurine con la scritta della casa editrice, fatto che ha lasciato la serie italiana priva di un vero e proprio “marchio di fabbrica” anche se in realtà sulle figurine è chiaramente riportato il logo della a&bc e la scritta “printed in England” (che poi avrebbe dovuto essere printed in UK).
3. IL PROGETTO
Va immediatamente detto che la serie, pur non marcata sul retro per i motivi appena accennati, fu ben presto dotata di un album (così come nella versione Topps e a&bc), sul quale compare in modo inequivocabile il marchio di produzione italiana della Colorado italiana S.r.l.
All’album fu data la titolazione, un po’ profetica e un po’ altisonante di “Uomini nello spazio”..
Il progetto era chiaramente didattico e si riproponeva, attraverso un percorso di 88 figurine di fornire al collezionista tutta una serie di informazioni sulle problematiche relative alla conquista dello spazio da parte dell’uomo entrando in dettagli tecnici ed in particolari aspetti dello sviluppo della astronautica e della conquista dello spazio, limitando tale concetto all’ambito del sistema solare.
Quando queste figurine escono sul mercato italiano, pur avendo avuto un enorme successo in U.S.A. ed in Gran Bretagna, sono figurine tecnicamente e graficamente datate.
Sembrano illustrazioni dei libri ottocenteschi di Giulio Verne!
Non si tratta di essere di fronte ad una serie di figurine brutte, fatte male o con superficialità, ma davanti ad una serie di figurine dal tratto antico, superato, storicamente arretrate, con ricostruzioni ambientali più pittorico - fantastiche che tentativi di riproporre, con una certa precisione, in chiave disegnata, aspetti scientifici di assoluta avanguardia.
Così l’avanguardia tecnologica diventa qui pura invenzione e fantasia ed il disegno segue traiettorie fantastiche più che scientifiche.
Ma entreremo nel merito nella parte dedicata ai soggetti.
Le figurine denunciano la loro provenienza anche in base alle dimensioni, tipicamente anglosassoni, ovvero 6,4 x 8,9 cm che le rendono più tozze rispetto alla produzione di tipo nostrano.
La serie, come detto, è di 88 figurine ed anche questo dato è estraneo alla nostra tradizione fatta di 64 pezzi oppure di 100 pezzi, per le serie didattiche.
Le figurine sono tanto a sviluppo orizzontale (67), tanto a sviluppo verticale (21), a seconda dei soggetti rappresentati.
Il cartoncino è di una qualità che resiste bene alle pieghe (elastico) ma al tempo si è dimostrato piuttosto facile allo speluccamento ed alla tenuta in generale non sempre ottimale.
4. I COLORI
La serie è fortemente colorata di una ampia tavolozza dove il grande assente è il bianco.
I colori sono carichi e tendenzialmente scuri e la serie non è luminosa ma piuttosto cupa; i colori dominanti sono il rosso, con tutte le sue sfumature dal violetto all’arancio, il blù, dallo scuro blù di Prussia, usato per i cieli spaziali, all’azzurrino delle atmosfere rarefatte o dei ghiacci, al giallo, molto presente nelle terre, nelle luci, negli sfondi e, soprattutto nei veicoli spaziali (chi sa perché mai!).
Notevole e delicata anche la presenza dei verdi, sia cupi che pastello chiaro, nelle terre, negli indumenti spaziali e nelle ombre.
La miscellanea di colori, però è forzata, direi innaturale come se un filtro speciale fosse stato messo tra soggetto ed occhio per renderne i colori irreali, come, forse, molte delle storie che le figurine raccontavano.
Questa operazione grafico-coloristica mi fa pensare ad una voluta ambientazione più di fantasia che al tentativo di ricostruzione scientifica di panorami e situazioni extraterrestri.
Il tutto mi fa pensare più al fumetto di Flash Gordon ed alle ambientazioni dei primi fumetti della Marvel che ad una serie di figurine.
Lo stile comunque è figlio dell’epoca e con Flash Gordon ed i personaggi di Stan Lee siamo alla assoluta contemporaneità, per cui è anche giusto che le influenze grafiche ci siano, ovviamente, state.
5. I SOGGETTI ED I TESTI
In questa serie non si possono disgiungere i soggetti dai testi che li accompagnano e pertanto li analizzeremo assieme.
I primi due soggetti sono storia perché riferiti ai due lanci dello Sputnik 1 e 2 poi nella terza figurina si parla di un generico lancio d i un satellite americano, ancora da venire…
Poi si passa a far capire, senza una logica specifica che nasca da un progetto ben strutturato e preordinato, dettagli tecnici e mete da raggiungere, l’organizzazione che necessita, dal quartier generale delle imprese spaziali, agli addestramenti dei piloti, al lancio, al viaggio spaziale vero e proprio ed alle caratteristiche e rischi del viaggio, dalla gravità alle meteoriti, dalle capriole spaziali ai panorami terrestri visti dalla luna, dall’ atterraggio sulla luna (non è usato il termine allunaggio) alle varie fasi successive di esplorazione e conquista, dove, sulla luna, viene issata una rassicurante quanto improbabile “bandiera dell’ONU” che il disegnatore fa svolazzare come se fosse percorsa da un bel “ponentino lunare”!!!!!
Poi ancora si prosegue attraverso attività lunari tra cui una pioggia di meteoriti che non ha nulla del tragico (come dovrebbe essere se fosse tale) ma che sembra più una caduta di “manna dal cielo (diamo atto che il titolo della figurina è “trapped in metor snower,” letteralmente intrappolati sotto una nevicata di meteoriti, ma il testo rilancia asserendo, testualmente: “la maggior parte delle meteore sulla luna sono piccole e non fanno male agli esploratori”, che è una delle più grandi boiate che si possano dire, difatti basta guardare certi crateri lunari grandi come mezza Europa lasciati non da attività vulcanica ma da bei meteoriti ed anche qual ora i frammenti fossero piccoli verrebbero giù ad una tale velocità da trapassare qualsiasi metallo di qualsivoglia spessore, altro che “non fanno male”!!!
Questi testi ci fanno capire come sia bene non addentrarsi verso una critica ai contenuti scientifici dell’opera perché sarebbe una “strage” ed accettare le cose con filosofia e bonaria accondiscendenza, pur non potendo evitare di far notare che ci troviamo di fronte ad una sfrenata fantasia più che alla somiglianza, ancorché minima, ad un minimo rigore scientifico (la ripetizione di minimo non è casuale, anzi, quasi quasi ce ne metto un altro paio…).
Si prosegue con opere di colonizzazione lunare ove non manca un posto di osservazione lunare che appare nella figurina come il forte del deserto dei tartari, o come le ferrovie lunari, vagoni appesi a fili come teleferiche orizzontali o spazioporti lunari, ma la cosa più bella resta comunque la caccia alle comete su cui stendo un ulteriore velo pietoso.
Poi si passa dalla Luna a Venere, a Marte ed a Mercurio con una osservazione ravvicinata del sole che nemmeno alla fantasia di Stan Lee, con i suoi super eroi, verrebbe in mente di poter fare, coperti da uno schermo trasparente a guardare da vicino le “fiamme” della corona solare!
Si passa poi a Giove allo splendido Saturno ed al freddo Plutone fino a terminare il “viaggio” con la figurina numero 88 dedicata alla vita su altri pianeti dov’è rappresentato un extraterrestre dalle grandi dimensioni e forma antropomorfa semi trasparente e “iridescente” che mi ha dato immediatamente l’impressione di somigliare allo “Scarpantibus” di antica “bracardiana” memoria radiofonica (per i più giovani che non capissero c’è sempre Google).
Su soggetti e testi è meglio saper prendere anche l’ingenuità onesta che la serie ci trasmette piuttosto che andare a cercare le cose che hanno poco a che fare con la scienza.
Oggi certe cose sembrano assurde ma allora forse non ci si rendeva conto di quante certezze sarebbero saltate, proprio grazie allo sviluppo scientifico imposto dalla corsa allo spazio e di quante cose nuove ed inimmaginabili si sarebbero delineate nel futuro prossimo.
6. ASPETTI COLLEZIONISTICI
Anche per questa serie ci vuole molta pazienza se la si vuole collezionare.
Dico subito di fare attenzione a che sia questa serie e non una serie molto, molto, se non addirittura troppo, simile edita dalla Euromatic - Record Roma.
Il valore della serie è da amatore perché non esistono molti appassionati che siano ancora in ricerca ed ogni tanto qualche pezzo nelle fiere o nei mercatini se non ovviamente su eBay si riesce anche a trovare.
Ritengo che un valore di 2,5 – 3 euro, massimo, a figurina si possano spuntare, soprattutto se ben conservate.
Una serie completa non dovrebbe avere un valore commerciale superiore ai 200 euro.
È interessante riuscire a collezionare la serie originale inglese della “a &b c” che è molto più diffusa di quella della Colorado ed è anche decisamente più economica, basta andare su eBay ed aver e un po’ di pazienza, anche dopo la brexit comprare anche su eBay qualche cosa di provenienza inglese è rischioso perché vengono proditoriamente incluse le tasse di importazione.
Buona collezione