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 HEINRICH FRANCK SOEHNE GMBH - LUDWIGSBURG

VERO FRANCK - MILANO
POI DAL 1919 - 20
INDUSTRIA NAZIONALE SURROGATI DEL CAFFE' "FRANCK" - MILANO

 

INTRODUZIONE ALLE RACCOLTE

SERIE TEDESCHE DAL 1878 AL 1936

SERIE ITALIANE DAL 1890 CIRCA AL 1919

PER SAPERNE QUALCHE COSA DI PIU' SUL MONDO DELLE FIGURINE DELLA FRANCK

franck 2


1. L'ATTIVITÀ INDUSTRIALE DELLA FRANCK

Va detto immediatamente, a premessa di questa esposizione, che fabbrica e prodotto industriale legato al nome della Franck sono una cosa e le figurine sono invece, seppur legatissime alle prime due, tutta un'altra cosa.

La fabbrica di Heinrich Franck nasce a Ludwigsbur nel 1828, la sua filiale italiana a Milano nel 1883.

Le figurine, di cui manca, sino ad ora, una datazione specifica ufficiale ed incontrovertibilmente provata, sono, con molta probabilità, non antecedenti il 1883 e furono realizzate a supporto della vendita delle confezioni del prodotto che era una mistura in polvere per realizzare una bevanda simile al caffè.

All'epoca il caffè era un prodotto molto costoso e non ancora diffuso tra la popolazione di ceto medio-basso, per cui, per dare un sapore al latte della prima colazione o dopo mangiato, si usava una sostanza realizzata attraverso la sapiente tostatura della radice di una particolare tipologia di cicoria.

2. LE FIGURINE DELLA FRANCK ED IL PARALLELISMO CON LE FIGURINE LIEBIG

Anche se la data del 1883 è quella della nascita della filiale Franck di Milano, sicuramente le figurine nascono in Germania, e con molta probabilità proprio attorno all'inizio del 1880, un po' a similitudine, per concetto, scopo e realizzazione, alle figurine realizzate dalla Liebig e lanciate prima in Francia (1872) e poi in Germania, Olanda, Inghilterra e, in rapida cascata, nel resto d’Europa.

Il successo delle Liebig, che ricordo essere un prodotto, per nascita, tedesco, fu mondiale e la produzione di figurine fu crescente nel tempo, così che, ben presto, anzi da quasi subito, i collezionisti si "impadronirono" del "gioco" portandolo poi, attraverso varie generazioni e varie vicissitudini storiche, anche terribili, come due guerre mondiali, passo dopo passo, dopo oltre 145 anni di vita, fino al 1975, anno in cui cessò la realizzazione delle figurine e fino ai nostri giorni per quanto riguarda il collezionismo.

Non altrettanta fortuna ebbe la produzione di figurine della Franck, che, seppur quasi coeva di nascita alla Liebig (probabilmente partì con un decennio di ritardo), non ebbe mai lo sviluppo di produzione (parliamo di quella delle figurine) né il respiro internazionale che invece fu patrimonio delle Liebig.

Mentre il nome Liebig è rimasto anche sino ai nostri giorni, pur se relegato all'interno di una holding alimentare e compare ancora, peraltro sempre più raramente, nei supermercati, i prodotti dell'industria Franck, di quella industria, non esistono più, dato che la Franck fu liquidata ed assorbita dalla multinazionale svizzera Nestle' nel 1973.

Tuttavia quella che sembrò essere una sorta di scissione in seno alla famiglia Franck (ma che di fatto non lo fu), di fatto, fu una operazione che ha consentito al marchio Franck di esistere tutt'ora.

La pseudo scissione portò alla formazione di due rami del marchio Franck, uno tedesco con sede a Ludwigsbur e Berlino e l'altro con sede a Linz in Austria e fu dovuta non a dissidi interni alla famiglia, bensì alla esigenza di bloccare il pericoloso ascendere nel campo delle preferenze dei consumatori del prodotto Kethreiner.

Il marchio "Kethreiner", una ditta bavarese, datata quanto la Franck, produceva dal 1896 un surrogato di caffè non più basato sulla cicoria bensì sul malto tostato, avendo impiegato la "ricetta" dell'abate Sebastian Knapp.

La Franck austriaca, diciamo così, riuscì ad assorbire, dalla Kethreiner, il brevetto di produzione del caffè di malto fondando una nuova società in partenariato con la bavarese Kethreiner di fatto sancendo la separazione con la madre industria Franck, pur mantenendo della Franck assolutamente tutto.

Alla fine del secondo conflitto mondiale la Franck tedesca ebbe un fortissimo contraccolpo anche per le rappresaglie americane che la considerarono una ditta legata alla politica nazista, mentre il ramo austriaco, dimostrò che l'impiego nel periodo bellico in favore delle forze armate tedesche le era stato imposto dalla potenza tedesca, dopo l'annessione (Anschluss), che l’Austria aveva subito come una vera e propria invasione.

Oggi esiste ancora una fabbrica di prodotti Franck, con il medesimo marchio ed è quella di Agram, l'odierna Zagabria in Croatia.

Riguardo ai prodotti di supporto alla vendita del prodotto, abbiamo certezza della esistenza di una produzione di figurine Franck in lingua tedesca, italiana e, probabilmente alcune anche in lingua francese e magiara/slovena.

                           franckslovena            franckungherese

Alla sinistra in alto di amedue le figurine, parimenti alle serie italiane di analogo periodo che riportavano la sigla "it", troviamo, nelle figurina di sinistra la scritta "slo" (Slovenia) e nella figurina di destra la scritta "ung" (Ungheria).        Per la precisione le due figurine mostrate non appartengono alla stessa serie ma ambedue sono state prodotte dalla Franck di Linz, come è ben visibile nel "Logo firma"

franckfranceseLa figurina sopra è scritta in lingua francese e quindi dovrebbe essere di una serie pubblicata in Francia. Ma almeno inizialmente, il retro è in lingua italiana.      E' possibile che la Franck avesse realizzato qualche serie destinata al mercato francese ma poi abbia deciso di non commercializzare più con "Parigi" ed abbia successivamente riciclato la serie per un impiego in italia, adottando un retro "italiano".

 

Attualmente in Germania le figurine "tedesche" edite dalla Franck hanno una loro reperibilità abbastanza diffusa e prezzi, mediamente contenuti, ma proporzionalmente più alti delle figurine Liebig, anche se queste, ben catalogate hanno valori medi inferiori ma poi hanno dei picchi che nessuna serie della Franck ha mai raggiunto, nemmeno nelle serie di fine '800.

Le quantità di serie "spezzate" o di serie completate con l'ausilio di figurine identiche di altre marche è decisamente elevata e rappresenta una fetta molto grande dell'intera torta di Franck disponibili sul mercato tedesco.

Diversamente le figurine Franck in lingua italiana, oggi, in Italia sono molto rare e seguono la disorganizzazione del "collezionismo minore", dove il termine deve essere concepito come paragone col "collezionismo maggiore" specificatamente individuato in quello del complesso, ma super catalogato e conosciuto, mondo Liebig.

Esiste anche un'altra ditta, in questo caso italiana purosangue, di fama internazionale che, sempre in quegli anni, pur non facendo della figurina "tipologicamente Liebig" una propria caratteristica, mi riferisco alla "Talmone di Torino", che ebbe una produzione di figurine elevata in qualità e quantità che, malgrado il lavoro, la dedizione, il tempo ed il denaro impegnato da parte di certi collezionisti, peraltro ben noti, non è riuscita a dare alla sua vasta produzione una benché minima risonanza, nemmeno a livello nazionale.

A volte succede che ci vogliano molte generazioni di collezionisti perché un patrimonio produttivo, non conservato dalla casa madre in forma di cimelio, ma andato disperso nelle case di milioni di utenti, possa essere ricostruito e reso, nella sua completezza, alla cultura del tempo.

Sino a che il collezionista non renderà il frutto del suo lavoro, della sua ricerca e del suo impegno, del suo sforzo economico, fruibile al mondo, il collezionista non sarà che un raccoglitore, non certo un divulgatore.

Credo che per la Talmone di Torino e per la Franck, ancora non ci sia stato un collezionista divulgatore, almeno in Italia, non mi sbilancio in Germania sulle Franck tedesche ma penso ce ne sia più di uno anche se, fino ad ora resta anonimo e silente.

Forse, per la produzione Franck in italiana, non abbiamo nemmeno mai avuto un collezionista raccoglitore "scientifico e seriale".

Con un fatto non si fa la storia, così come, con una figurina, non si fa una raccolta; ci vuole una massa critica di ritrovamenti, di acquisizioni, di passi incerti in un sentiero scomodo, perché si possano determinare i confini di una produzione, dall' alfa all' omega, e tutto il contenuto, che, nel tempo, è stato creato, distribuito e, quindi, inesorabilmente anche disperso, possa ritornare all'interno delle porte, poste all'inizio ed alla fine del "tempio".

Entrando nel mondo della figurina Franck, non ci si è trovati in questo “deserto dei tartari”, in questa mancanza, addirittura, del "tempio", solo ed esclusivamente per "responsabilità " dei collezionisti non divulgatori, ma anche e soprattutto per "colpa" o meglio responsabilità della stessa casa produttrice.

A supporto di ciò esiste una pubblicazione molto bella e ben curata, dal titolo "1883 - 1958", edita dalla stessa Franck in occasione dei 75 anni dalla nascita dello stabilimento della casa tedesca.

In questo testo le figurine della Franck vengono trattate così: “al principio del secolo, la Franck fu tra le prime industrie a diffondere con i suoi prodotti, le figurine, che qualche decine di anni più tardi, diventavano di moda.", ovvero liquidate con una frase lapidaria e fortemente inesatta, dato che almeno le figurine della Franck, prodotte prima per l’Italia, poi in Italia per l’Italia, possiamo dire che qualche decina di anni più tardi scomparvero dalle produzioni pubblicitarie, altro che “divenire di moda”.

In un altro volume, edito sempre dalla Franck, questa volta quella tedesca, la casa madre, in occasione dei 125 anni di vita della ditta ("vaeter, soehne, sohnessoehne" - Padri, Figli e Figli dei Figli – 1828 -1953) sono disponibili moltissimi dati sulla ditta, sulle sue sedi, sulla produzione, sulle personalità della famiglia, madri e mogli accluse, ma nessun cenno alle figurine!

Come se fosse cosa che non li riguardasse, che non gli appartenesse.

3. LE FIGURINE FRANCK, ASPETTI CARATTERISTICI DELLA RACCOLTA.

Va detto che la ricerca intrapresa sulle Franck, inizialmente solo riferita alle produzioni italiane, ma poi, naturalmente, dilagata anche alla produzione tedesca, ha evidenziato due aspetti totalmente sconosciuti ai collezionisti della Liebig:

  • La Franck pubblicò diverse serie senza però averne, o forse sarebbe meglio dire, senza però volerne mantenere l'esclusività editoriale, lasciando, quindi che anche altre ditte pubblicassero la serie identica pur se priva del marchio Franck e quindi, a tutti gli effetti, marcate in maniera differente.

Questo aspetto, era, molto probabilmente dettato dalla ragione che la Franck, che era una potenza industriale dell'epoca, detenesse diversi pacchetti di proprietà di altre industrie più piccole, non necessariamente produttrici di prodotti concorrenti, a tal punto che cedere dei diritti ad un "piccolo" significava promuovere quel prodotto con una spesa zero, essendo questa già sostenuta dalla casa proprietaria.

Questa è la ragione per cui al giorno d'oggi, esclusivamente in Germania, troviamo delle serie complete dove si riscontra la presenza addirittura di tre marchi differenti, all'interno di una stessa serie da 6 figurine;

Ed era evidentemente una prassi diffusa, per i collezionisti tedeschi, il completare le serie secondo il "racconto" narrato nella serie e non secondo la univocità della edizione;

  • La Franck tedesca, specie nel periodo immediatamente successivo alla prima guerra mondiale, rieditò alcune serie dei primi del novecento, modificandone la parte a retro, attraverso un "restyling” della stessa in chiave aggiornata ai gusti "moderni".

Questo, naturalmente, impone una attenta considerazione al fine di non cascare in gravi errori di valutazione del periodo di emissione;

Non è stata una prassi seguita in maniera totalizzante, anzi, gli esempi in tal senso, alla fine, non dovrebbero essere poi moltissimi (ma nemmeno rari), comunque pur sempre una procedura attuata e sconosciuta ad altre, più famose edizioni.

Sicuramente l'ultima figurina o meglio l'ultima serie di figurine prodotte dalla Franck tedesca fu la serie di 192 figurine dedicate ai giochi della XI Olimpiade, quella di Berlino del 1936.

Le Liebig sono nate con motore ed ali ed hanno volato lontano, le altre, nessuna esclusa, o perché non avevano le ali, o perché mancavano del "motore", sono rimaste nell'oscuro “regno degli hangars”.

Va detto, per completezza, che la Franck non pubblicò esclusivamente figurine, ma in Germania pubblicò una serie piuttosto numerosa e dagli argomenti molto vari di bolli o chiudilettera a foggia e dimensione di francobolli, nonché diverse pubblicità con formato cartolina illustrata ed in Italia dopo la prima guerra mondiale la Franck, nel frattempo divenuta "Industria Nazionale Surrogati di Caffè - Franck" pubblicò e distribuì, con cadenza annuale, sino agli anni'60, un interessante e molto ben realizzato “vademecum” tascabile, oltre a belle serie di artistiche cartoline fotografiche e non.

Sempre di casa Franck si ricordano anche diorami da ritaglio, molto ben realizzati e sempre molto curati, editi per il mercato tedesco, austriaco ed anche ungherese sloveno, per probabile iniziativa della Franck di Linz.

4. IL PROGETTO DELLE SERIE FRANCK

Come per pubblicazioni analoghe, lo scopo era quello di supportare la vendita di un prodotto, nello specifico il succedaneo del caffè, realizzato utilizzando, come materia prima, la cicoria: le radici della cicoria, per la precisione.

Le figurine erano, in realtà, delle piccole serie di figurine, generalmente di almeno 6 o più pezzi, legati assieme da un comune titolo e spesso adeguatamente numerate, sempre però all'interno della serie.

Nella produzione tedesca non esiste una sequenza di produzione ricostruibile in maniera scientifica e progressiva perché le serie erano prive di una numerazione di serie che ne permettesse l'ordinamento consequenziale basato sul numero di serie.

Solamente a partire da un certo punto della produzione la Franck italiana (ma non quella tedesca) decise di adottare una numerazione progressiva continuativa che, oggi, ci permette di ordinare le serie secondo un dato oggettivo e inoppugnabile.

Ma quello che c'era prima ed anche quello che c'è stato dopo, sono realtà tutte da decifrare, anche se abbiamo qualche elemento che ci aiuterà nel lavoro di ordinamento temporale delle varie serie.

Le figurine prodotte non avevano un album raccoglitore, ad eccezione per le serie sopra citate, quelle dedicata alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928 e di Berlino del 1936.

Purtroppo la Franck non riuscì a produrre la serie dedicata alla X Olimpiade di Los Angeles, in quanto la distanza geografica avrebbe comportato una spesa molto forte e va ricordato che la grande recessione americana prima ed europea, a ricaduta, poi, era del 1929 e nel 1932 l’Europa ne era completamente stravolta, specie la Germania che ancora doveva pagare per altri 30 anni le sanzioni imposte al termine del primo conflitto mondiale.

5. ELEMENTI UTILI PER LA DATAZIONE DELLE SERIE

Ci sono degli elementi oggettivi per cui la ricostruzione cronologica della produzione della Franck è possibile con una certa precisione.

A mo' di esempio cito la serie italiana numero 1 "Sport invernali", che si potrebbe pensare (se pensassimo astrattamente) sia stata la prima serie prodotta.... La numero 1, di solito, è la prima no?

No, invece è, con molta probabilità, l'ultima!

Questo perché, quella serie è stata certamente edita dopo il 1919, non perché sulle figurine ci sia stampata la data (magari !!!) Ma perché, leggendo il testo, si nota che le due località di Cortina d’Ampezzo e di San Martino di Castrozza sono riportate come "località" italiane", così come le altre quattro della serie.

Il fatto è che Cortina e San Martino furono annesse all’Italia solo dopo la fine della prima guerra mondiale, elemento questo che ci permette una datazione certa: quella serie è del 1919 o anni seguenti ed è il numero uno perché, quella è la prima serie prodotta dalla "Franck Industria Nazionale dei Succedanei al Caffe - Milano" e non più dalla “Heinrich Franck Soehne Ludwigsbur-Milano", come era stato almeno sino all'inizio della prima guerra mondiale.

Questo, usato come esempio, è, in realtà un elemento simbolo di come, mancando un registro ufficiale della produzione Franck e mancando sulle figurine una numerazione progressiva, che ci indichi la collocazione temporale del materiale ritrovato, sia necessario rivolgersi ad elementi differenti per procedere alla formazione di elenco cronologico della produzione della casa tedesca, sia per l'edizione italiana sia per quella tedesca.

Uscendo dall'esempio, gli elementi di cui tenere conto sono quelli che possiamo reperire sulle figurine stesse: stile del disegno, stile grafico delle bordure, presenza dei testi a tergo, stile degli stessi se presenti, ecc. ecc.;

Nell'evoluzione dei gusti grafici, dal 1880 al 1920, pur essendoci state notevoli evoluzioni di stili e di mode, queste restano di non sempre facile lettura su di una figurina che deve rispondere anche a caratteristiche di appartenenza ad una "edizione" piuttosto che essere una vetrina di variabilità e di mode.

Certamente siamo in grado di distinguere e "datare", seppur con una certa approssimazione, una produzione con marcati accenti grafici, poniamo ad esempio di stampo "liberty", ma al nostro scopo, pur non sottovalutando questi elementi discriminatori, sono più utili elementi concreti che soprattutto il testo, più che lo stile grafico ci può suggerire.

A. Il numero di fabbriche ed il numero di medaglie

Nell'ambito dei testi, o comunque delle stampigliature, poste sul retro di gran parte delle figurine, sia delle serie tedesche sia di quelle italiane, troviamo due elementi importantissimi che fanno esattamente al nostro caso:

  • Il numero di "fabbriche" di cui la Franck disponeva al momento della pubblicazione della serie;
  • Il numero di "medaglie" che la Franck aveva attribuite al momento di pubblicazione della serie;

Il numero di fabbriche è riportato non solo come valore numerico relativo al numero di stabilimenti di produzione di cui la Franck disponeva in Europa ed in America, ma anche un elenco, geograficamente e politicamente, dettagliato, della loro ubicazione, il che ha una importanza non indifferente, laddove,( prendiamolo come esempio chiarificatore) si fa menzione di stabilimenti in "Austria-Ungheria", due realtà geograficamente distinte ma che il trattino ci fa comprendere legate assieme dalla comune appartenenza all'impero asburgico, appunto “austro-ungarico”.

La storia ci dice che l'impero “austro ungarico” terminò con la fine della prima guerra mondiale in seguito alle decisioni della conferenza di Parigi del 1919.

Ecco quindi che tutte le serie di figurine Franck, in cui è riportato il termine "austria-ungheria" sono necessariamente da posizionare non oltre il 1919.

Inoltre, consideriamo che il numero di fabbriche citate sulle figurine devono essere un elemento per differenziare anche la "consecutio temporum" tra le varie serie, questo in ragione del fatto che, essendo la Franck una ditta in espansione, più erano le fabbriche citate e più avanti quella serie doveva essere posta rispetto ad una serie con numero di fabbriche minori.

Anche la presenza del nome specifico di una fabbrica può aiutarci alla datazione dato che in alcuni documenti è riportata la data di nascita di alcuni stabilimenti, possiamo utilizzare il dato per determinare l'epoca della serie, ad esempio, con certezza, sappiamo che la fabbrica di Linz/Donau fu inaugurata nel 1879, quella di Milano e Komatau nel 1883, quella di Bucarest nel 1887, quella di Kaschau - (l'odierna Kosice in Slovenia, allora in Austria Ungheria) nel 1888.

Nel 1892 fu aperta una fabbrica ad Agram (l'odierna Zagabria - Austria Ungheria), nel 1895 la fabbrica a Uerdingen (oggi un quartiere della città circondariale di Krefeld nella Renania settentrionale-Vestfalia), e, sempre nel 1895 fu inaugurata la filiale americana di Flashing, (nel quartiere Queens di New York, oggi famosa come sede degli U.S. Open di tennis, ma all'epoca solo una banale area industriale).

Nel 1900 le fabbriche attive sono 14 mentre nel 1904 le fabbriche sono 16 e precisamente: Ludwigsbur - Grossgartach - Halle - Bretten - Eppingen - Basel - Marbach - Milano - Pardubitz - Komatau - Linz - Kaschau - Agram - Belovar - Bukarest - Flusching.

Contemporaneamente sale il numero delle "medaglie" che alla Franck vengono attribuite durante mostre e fiere internazionali di massimo rilievo.

Nel 1904 siamo a 45 medaglie ma abbiamo anche riportate 70 medaglie in una serie di figurine presente in raccolta (libretti di favole - 221).

Ovviamente anche per il numero di medaglie vale il medesimo ragionamento e quindi la medesima finalità operativa, con cui avevamo utilizzato il numero di fabbriche.

Anche qui a maggior numero di medaglie corrisponde il posizionamento della serie in avanti nel tempo rispetto alle serie con un minor numero di medaglie riportate sul retro.

Il numero di medaglie ci riconduce con certezza a delle date solo fino alla 31 medaglia dato che sul retro di una figurina è stato ritrovato l'elenco con le date di tutte le medaglie ottenute, dalla prima del 1841 alla mostra di Stuttgart alla 31esima del 1894 alla mostra internazionale di Dresda.

Oltre la 31a medaglia non è, per ora, più possibile fare una datazione perché manca un documento che dati le ulteriori medaglie ottenute.

L'elemento determinante per dare alle serie con numero di medaglie e di fabbriche non solo un "posizionamento" nell'ambito del "corpus “della produzione, ma anche una datazione esatta, è una fattura (ma ne esistono certamente molte altre ancora) che la Franck emise il 19 ottobre 1904 su una particolare carta intestata, in cui si fa esplicito riferimento a 16 fabbriche e a 45 medaglie (in realtà i cartigli presenti sulla fattura sono 18 e non 16 ma due di questi cartigli sono indicativi di abitazioni per operai ed abitazioni per impiegati funzionari e quindi non a sedi operative produttive ma ad opere dedicate al benessere del personale lavoratore, peraltro presenti presso ogni sede di unità produttiva).

In base a questa particolare carta intestata per fatture tutto quanto è inferiore a 18 fabbriche e a-45 medaglie deve essere posto, temporalmente, prima dell'ottobre 1904

B. Serie con codici alfanumerici

C'è poi un certo quantitativo di serie (anche qui sia tedesche che italiane) che hanno un retro tutte molto simile e che riportano un codice, una stringa particolare alfanumerica, all'interno della quale crediamo sia possibile leggere una data "contratta" e che fanno riferimento al "05" oppure allo "09", da intendersi, molto probabilmente "1905" e "1909" (c'è coerenza anche con gli aspetti grafici dell'epoca) ma anche ad un’altra piccola componente alfabetica del codice che dovrebbe rappresentare il mese di stampa tanto che in una serie si legge, al posto del numero la scritta ag 05 .dove ag sembra proprio essere agosto e 05 il 1905.

Queste serie, che poi denomineremo serie con "codice alfanumerico" furono realizzate tra il 1905 ed il 1910, almeno se è corretta l'interpretazione della sigla di cui si è fatto cenno sopra.

C. Serie prive di ogni indicazione

Nel complesso della produzione Franck troviamo delle serie che ho definite "primordiali" che non hanno né numero progressivo, né indicazioni di date, medaglie o fabbriche né un codice e per le quali il problema di "consecutio temporum" è un problema serio e non si riesce, in mancanza di elementi, a dare una datazione definitiva e certa.

Solo attraverso la grafica del fronte e del retro, riusciamo a capire che si tratta delle prime figurine prodotte ancora nel diciannovesimo secolo.

Queste serie sono prive di testo sul retro ed anche questo è elemento di datazione.

D. Mancanza del testo a tergo

Le figurine Liebig dell'800 erano quasi sempre prive di testi a tergo, dato che il retro era destinato a contenere indicazione pubblicitarie di largo respiro andando queste dalle espressioni pubblicitarie classiche alle indicazioni culinarie legate al prodotto, al modo di impiegarlo in cucina, alla località di produzione; insomma non c'era posto per un testo esplicativo della immagine sul fronte, niente che rendesse la figurina un elemento di istruzione e di cultura, storica, letteraria o scientifica che fosse.

Ad onor del vero va detto che gli argomenti trattati nelle serie ottocentesche, sia dalla Liebig che dalla Franck, riguardavano molto spesso scene amene di bambini e putti in atteggiamenti simpatici o galanti, panorami di fantasia, romantici sotto la neve, situazioni moresche o arabeggianti o bambini, nanetti, elfi, magari impegnati a giocare con confezioni di prodotti Liebig o Franck: immagini insomma prive di qualsiasi necessità di essere spiegate e per cui un testo era assolutamente ingiustificato.

Quando la serie era dedicata a qualche argomento in cui una spiega sarebbe stata opportuna, questa, in modo estremamente didascalico era riportata sul fronte, ma mai sul retro.

La prima serie Liebig italiana che riporti del testo a tergo è la serie 649 datata ultimi mesi del 1900, ma questo fu un iniziale evento del tutto sporadico che, mano a amano che si andò avanti negli anni lo divenne sempre meno.

Bisognerà attendere la fine del 1904 e l'inizio del 1905 perché tutte le Liebig avessero un testo a tergo, salvo rare eccezioni.

Anche per le Franck possiamo fare un ragionamento simile con tempistiche che più o meno coincidono con quelle del mondo Liebig, anche se sicuramente con un certo ritardo e con maggiore resistenza della sporadicità.

E. Serie con numero di serie

Ci sono poi delle serie che riportano un numero, che sembra progressivo, riferito alla prima della serie ed all'ultima, con accanto un numero romano per indicare di quale figurina della serie si tratti: "serie 671-676 VI ", altro non significa che la serie va dalla figurina 671 alla figurina 676 ed essendo la VI della serie è anche la figurina 676, così come la figurina 680 è la IV figurina della serie che va da figurina 677 a figurina 682.

Per logica, questo lascerebbe pensare che ci siano almeno altre 670 figurine prima di quelle ritrovate; che cosa significhi quel numero non lo sappiamo, magari può anche rappresentare una chiave di lettura o classificazione, ma sicuramente non può significare che a monte delle figurine delle due serie conosciute ce ne siano altre 675 sconosciute...e. Non può essere così!!!!

Queste figurine di cui sono stati reperiti sino ad ora solo alcuni pezzi sia ("italiani" che "tedeschi") appartenenti a tre serie contigue (da 627-632 e da 671 a 682) sono anche di formato decisamente più grande di quello della massa delle Franck che è piuttosto simile alle Liebig.

A livello di produzione tedesca questa tipologia di figurine è presente ed i ritrovamenti sono più numerosi e completi rispetto al recuperato italiano e ci si accorge subito che le serie italiane e tedesche sono estremamente simili tra loro anche con le numerazioni sopra ricordate.

Malgrado, quindi, l’impossibilità di interpretare il significato del numero nel suo complesso, la posizione cronologica di queste particolari serie viene risolta dalla presenza sul retro della dizione relativa al numero di fabbriche e medaglie di casa Franck il che fa ricondurre le serie ad un periodo ben determinato.

Certo resta il mistero della numerazione delle figurine sopra descritto.

F. L'elemento storico della serie come elemento di datazione

Un altro elemento che deve essere considerato è "l'elemento storico", riferito ad un evento databile con precisione, come ad esempio, per la serie dedicata alla "rivolta dei boxer" non può essere antecedente il 1901, data in cui gli eventi storici descritti avvennero.

Considerando che questa serie, nella versione italiana, sul retro porta anche le indicazioni di 15 fabbriche e 35 medaglie, è possibile datare la serie al 1902 1903.

G. Il marchio della Franck

Un altro elemento utile al posizionamento cronologico delle serie se non proprio alla datazione è il marchio della Franck.

Il marchio era una cosa importantissima perché era l'unico elemento la cui proprietà era protetta dalle leggi tedesche, anche se solo a partire dal 1870.

Dopo tale data, scrivere sulla confezione non il proprio nome, non la propria ragione sociale, ma anche un nome copiato non era perseguibile mentre riprodurre un marchio era una violazione da codice penale.

Ecco perché in alcune figurine, sul retro, sia in edizione italiana che tedesca, si fa precisa menzione a controllare con attenzione che la confezione che si sta acquistando sia originale Franck

 franck diffida

franck macinini

 

Per questo motivo la Franck adottò tre marchi depositati ufficiali che andarono a sostituire il primo marchio storico, quello del fondatore della casa (non depositato per un lungo periodo) con il leone che ha le zampe su quattro colli e che era inflazionato dai falsi.

Sulle figurine ho trovato il marchio della caffettiera una sola volta unitamente al macinino ed al leone che cammina sui 4 colli, mentre è abbastanza presente il marchio della tazza che poi fu presto anche lui abbandonato in favore del marchio col macinino che sarà sempre ed è tutt'ora il marchio di casa Franck e che troviamo in quasi tutte le figurine, comprese le primordiali dell'800.

francktreloghi

 

H. Serie collegate tra loro con una numerazione progressiva

Solo per la produzione italiana, senza che se ne sappia la motivazione, da un certo punto in poi le serie seguono una numerazione a singola figurina di tipo progressivo.

Dal numero 01 al numero 40 ci sono 40 figurine senza un particolare titolo e probabilmente senza un vero frazionamento, poniamo una sola serie da 40 figurine, ma poi dalla figurina 41 e sino alla figurina 196 si susseguono delle serie concatenate tra di loro ed in gran parte composte dalle classiche sei figurine.

Questo elemento concatena in maniera progressiva le varie serie anche se poi l'elemento di datazione è quello delle 20 fabbriche e delle 50 medaglie di cui tutte le serie a numerazione progressiva sono dotate sul retro.

È grazie a questi gli elementi, disponibili ai fini della datazione delle serie, che è stato realizzato un elenco, ovviamente approssimativo, ma certamente il più avanzato e, speriamo preciso, che fosse possibile ricostruire.

Questo elenco, piuttosto complesso non sarà possibile riportarlo come tabella di pronta consultazione, perché i dati contenuti sono troppi e troppo complessi per una semplice tabella.

Sarà quindi necessario ricorrere all'elenco proposto in formato Excel, dove la consecutio temporum sarà' realizzata e mostrata così come gli elementi che abbiamo descritto nei punti da "a" a" h" di questo capitolo

 

6. VERO FRANCK - SERIE ITALIANE - IL FRAZIONAMENTO DELL'ELENCO

Chiariti gli elementi presi in considerazione nel precedente capitolo ed atti a dare alle serie edite dalla Franck in Italia una disposizione temporale, e preso atto che sussistono non poche "zone" dichiaratamente nebulose, ove mancano quasi tutti i fattori di determinazione, anche in funzione degli elementi di cui i vari paragrafi del precedente capitolo, peraltro tutti meno determinanti di quelli di cui al paragrafo a, si è provveduto a frazionare il periodo 1880 - 1919 secondo le categorie riportate di seguito, ricordando che queste sono assolutamente fittizie, una creazione di questo sito, dettate dalla necessità "didattica" di frazionamento e non certo appartenenti alla storia della produzione Franck che appare, quindi come un unicum, senza frazionamenti, suddivisioni, capitoli:

  • 01_serie "primordiali" - con serie poste, nell'elenco pubblicato, in allocazioni da "A" fino ad "I";
  • 02 _serie "primordiali con numeri alti" - con allocazione da "L" a "M" fino ad ora rappresentate da due sole serie da numero 671 a 682;
  • 03_serie con indicazione di data o con codice alfanumerico - con serie da "A" fino ad "O";
  • 04_serie con indicazione di fabbriche e medaglie - con serie che vanno dalla “A" fino alla "I";
  • 05_serie numerate e progressivamente interconnesse - con serie che vanno dalla 041 fino alla 196. (nel complesso si tratta di 23 serie complete);
  • 06_ serie post prima guerra mondiale - solo una serie denominata serie 1;

A ragionamento concluso possiamo affermare che le Franck italiane furono realizzate e distribuite, almeno in Italia, dal 1883 o comunque dagli ultimi anni del XIX secolo sino al 1919-20, interessando praticamente un trentennio tra XIX e XX secolo, per poi svanire nel nulla.

 

7. FRANCK LUDWIGSBURG - SERIE TEDESCHE - IL FRAZIONAMENTO DELL'ELENCO

La produzione tedesca è molto più vasta di quella italiana, sia perché la produzione tedesca sia dell'800 sia del primo ventennio del '900 è decisamente più corposa di quella italiana, sia anche perché ha un percorso temporale che va dal 1919 al 1936-39 dove certamente si è avuta una discreta produzione di figurine che invece le serie italiane non hanno avuto.

La compilazione di un elenco cronologico per la produzione in lingua tedesca ha avuto più o meno le stesse problematiche trovate nella realizzazione dell'elenco delle italiane.

Anche in questo elenco troviamo dei frazionamenti temporali, frazionamenti che, ribadiamo, sono dettati da una comodità realizzativa dell'elenco e da una utilità di consultazione da parte dell'utente e non dalla stessa Franck.

Sono quindi degli ausili artificiali semplicemente "utili".

Teoricamente potrebbero anche non essere citati, quindi le serie potrebbero essere poste in elenco senza inserirle in ambiti predisposti ad hoc, ma questo renderebbe più complesso il successivo inserimento di nuove serie ora non contemplate.

Ad ogni buon conto ecco le varie suddivisioni:

  • Serie arcaiche - sicuramente dell'800;
  • Serie numerate di grande formato - (di solito 9 x 12) sicuramente serie da posizionare nell'800 - che hanno una numerazione a sestine (627-632, 671-676, 677-682);
  • Serie piccole "numerate" - da posizionare temporalmente ai primi del '900 che contengono (sul fronte) il numero della serie (5390 e 5377) ma che non hanno altri elementi cronologici di specula;
  • Serie primo '900- individuate attraverso le fogge del retro, quasi tutte recanti fortissime appartenenze grafiche alla moda liberty.
  • Serie con numero di fabbriche e medaglie -le serie appartenenti a questa categoria sono molteplici e vanno da serie con 14 fabbriche e 28 medaglie a serie con 18 fabbriche e 40 medaglie sino a serie con 20 fabbriche e 50 medaglie ed una serie con ben 70 medaglie.

È evidente che questa categoria di frazionamento ha un arco temporale decisamente vasto rispetto ad altre serie;

  • Serie con codice alfanumerico - molte sono le serie che, sul retro, hanno riportato un particolare codice di difficile o impossibile decodifica.
    Tuttavia i codici "tedeschi" non sono paragonabili a quelli italiani e, soprattutto non sembrano contenere dati siano assimilabili a delle date, come invece sembrerebbe in quelle italiane. Per la verità, in una serie (meeres-schaetze) compaiono gli stessi codici abituali alle serie italiane in cui leggiamo (d.x 4321 ag.05 kuwe) in cui troviamo tutte le indicazioni tipiche delle serie italiane.
  • Serie prossime alla prima guerra mondiale- queste serie hanno un retro con una certa, molto vaga vicinanza ai retri delle serie "liberty" ma dove compaiono elementi squadrati, tipici del periodo prossimo alla prima guerra mondiale dato che le serie post guerra, le successive, hanno la comune caratteristica della squadratura, riquadratura geometrica sul retro.
  • Serie post prima guerra mondiale - è questa una categoria di figurine che, teoricamente va dal 1919-1920 sino al 1936 e che non include le figurine della serie dedicata nel 1936 alle olimpiadi di Amsterdam e di Berlino.

Questa categoria di figurine ha un retro molto simile, caratterizzato da un impianto squadrato, con spesso dei "rinforzi grafici" agli angoli costituiti da quadratini puntinati al centro.

Gli impianti sono sia di tipologia verticale (classica), sia di tipologia orizzontale (piuttosto rara precedentemente), coprendo un arco di circa 16 anni;

Va detto che mentre nelle serie dell'800 e sino alle serie numerate grandi, i retri erano spesso di tipologia diversa tra di loro pur nell'ambito della stessa serie, questo per veicolare, anche in maniera grafica e di contenuto un messaggio pubblicitario differenziato.

Nelle serie iniziali, quindi, la Franck non adottò una unicità della forma grafica del retro ed anche oltre le serie indicate appena sopra, ci sono serie in cui questa variegata tipologia di retro riappare, nell'ambito della medesima serie.

La variabilità di tipologia di retro all'interno di una stessa serie si è andata lentamente spegnendo con la presenza dei testi sul retro che ha comportato una certa maggiore uniformità grafica, anche se poi la Franck, pur nell'ambito di tale uniformità, inserì messaggi pubblicitari differenti, vanificando, di fatto l'uniformità grafica dei retri.

8. ASPETTI TIPOGRAFICI

Abbiamo visto come queste figurine siano coeve alla produzione Liebig e da queste abbiano ripreso molti aspetti formali, tecnici e distributivi.

Le figurine Franck sono delle cromolitografie, ma la qualità del risultato finale è inferiore a quella delle figurine Liebig, più ricercate, più dettagliate nelle composizioni grafiche, meglio realizzate anche a livello di cromolithographia.

Il supporto cartaceo, nel ventennio di produzione che siamo riusciti a certificare (per la produzione italiana e in quarantennio per la produzione tedesca, è, di volta in volta, cambiato, pur rimanendo, sostanzialmente un cartoncino di grammatura abbastanza leggera.

A livello qualitativo la Franck raggiunge il suo apice con la produzione del 1936 dedicata alle olimpiadi di Berlino.

Riguardo alle dimensioni, quelle più presenti sono di 10,9 x 6,9 cm, mentre le "grandi serie numerate" misurano 12,3 x 9,3 cm, così come quasi tutte le serie dell'800.

Le serie sono generalmente di 6 figurine ma alcune raggiungono anche le 12 e persino le 24 unità per serie ed in un caso c’è una serie tedesca (Bilder von Rhein) che è di 36 figurine.

Le figurine sono sia verticali che orizzontali mantenendo una unicità di verso propria delle serie, anche se registriamo, segnalandolo, che ci sono alcune serie ad orientamento misto come le "città d’Italia" e "il Cairo", che poi sono anche le uniche due serie fotografiche e non disegnate e che appartengono alla produzione italiana.

9. GRAFICA DEL FRONTE 

L'evoluzione delle componenti grafiche si evidenzia maggiormente nelle serie che sono state editate nel corso del tempo e per un lungo periodo.

Osservando una produzione dei primi del secolo scorso, risulta evidente che l'evoluzione di cui sopra è stata fortissima proprio perché in quel periodo si sono succeduti stilemi grafici importanti: da quello della bella époque, allo stile floreale meglio noto come "art nouveau" poi ribattezzato "stile liberty", ed infine il più sobrio stile che ci accompagnerà alla fine del primo conflitto mondiale, uno stile semplice di sintesi, come una pausa dagli eccessi del liberty e della guerra.

Le serie che abbiamo classificato come appartenenti alla categoria delle 01_primordiali, arcaiche e dell'800, sono serie graficamente molto varie ma la cui composizione stilistica denota, sia nei contenuti sia nelle fogge dei costumi e nella disposizione grafica, una appartenenza ancora al mondo dell'800.

Spesso queste figurine sono prive di cornice, gli sfondi sono bianchi o molto chiari ed i soggetti sono privi di valenza storica o morale, essendo quasi esclusivamente scene di bimbi impegnati in giochi all'aria aperta, o in pose galanti a scimmiottare il mondo degli adulti.

Tutta l'atmosfera è asettica, quasi finta, perfetta nella sua posa, una rappresentazione melliflua del banale, dove nulla deve avere gravità, peso, dove tutto deve essere perfetto, come in un empireo dorato e chiaro (i fondali bianchi, asettici, spesso vuoti, come i cieli empirei delle icone dell'arte bizantina, anche se lì, al posto dei bianchi vuoti si usava l'oro.

Il prodotto Franck è spesso protagonista, assieme ai bimbi ed ai loro costumi ed alle loro pose gentile e sempre moderate.

Già nelle serie di grande formato, il mondo perfetto di fine secolo lascia il posto a scene di caccia, dove compare l'arma, il sangue, la morte, sotto forma di scheletro di un animale, nella scena del Sahara

Nelle serie successive, il formato delle figurine si riduce, cominciano a comparire le cornici, spesso bianche, e poi lo stile art nouveau che prende il sopravvento, come nella splendida serie, purtroppo incompleta "Aux bords du Nil" (1905) o in quella completa dedicata alle cascate celebri (che troviamo sia tra le serie di produzione italiana sia di produzione germanica).

Nei soggetti troviamo elementi naturali, storie del passato, excursus storici, ma non troviamo più bimbi né storie troppo impersonali.

Così, andando avanti, scopriamo una vera evoluzione nel racconto di eventi storici reali, dove l'empireo della prima infanzia viene definitivamente scalzato dalle sanguinose e complesse vicende della guerra anglo-boera o della rivolta dei boxer, oppure della inaugurazione della storica ferrovia svizzera di montagna della Jungfrau.

È questo forse il periodo migliore per le figurine Franck, dove le serie sono immerse nella realtà quotidiana dell'evento storico, a tutto tondo.

Dopo l'empireo ottocentesco, dopo la storicità, ecco, come in una terza fase in cui i soggetti sono stati tutti già sdoganati nelle due fasi precedenti, che nelle serie a numerazione continuativa e progressiva (nella produzione italiana) possono ritornare i bimbi e possono ritornare anche i soldati in armi.

In questa fase i bimbi sono però immessi in un mondo reale, tra i boschi, mentre raccolgono frutta o lungo le dune e i paesaggi olandesi.

Alcune serie sono dedicate ad aspetti geografici e culturali di paesi a noi vicini, il Marocco, l’Egitto, il Cairo, il mare del nord, a popoli ed animali, o alle città italiane d'arte.

Siamo sempre nei primi anni del secolo e gli stili, oramai evaporata l'onda impetuosa particolare e scenograficamente bellissima del liberty più floreale, lasciano il posto ad una maggiore varietà di temi stilistici, ritornano le serie prive di cornice, e dagli sfondi chiari, compaiono le prime serie non disegnate ma fotografiche ed una serie umoristico-caricaturale dedicata all'africa, quasi un fumetto satirico che per la Franck è una novità mentre spesso nelle Liebig troviamo realizzazioni grafiche e contenuti di ricercato aspetto satirico.

Tra l'altro questa serie (185-190) è anche l'unica il cui autore si è firmato, un certo m. Uanselow di cui non ci sono ulteriori tracce.

Nel complesso un viaggio molto bello, in un modo variegato e pieno di dinamiche e sorprese.

Parlando della grafica del fronte non è possibile non parlare del logo della Franck che compare in praticamente tutte le serie tedesche prodotte e che, senza dover girare la figurina, ci dà, immediatamente, l'appartenenza di quella al mondo Franck e non ad altri mondi magari contigui o "paralleli" a quello Franck.

Questo "logo frontale" è quello riportato di seguito, una costante lungo il cammino della produzione Franck.

franck logo de

Diverso invece il discorso per le Franck di produzione italiana.

In molte serie esso non c'è, e quando c'è è il macinino, in genere in inchiostro rosso.

Nelle serie a "numerazione progressiva" il logo del macinino c'è nelle figurine dalla 1 alla 70 e poi dalla 71 sparisce del tutto.

Un logo nuovo ricompare esclusivamente nelle serie 185-190 e 191-196, come mostrato nell'immagine a seguire: si tratta del classico logo frontale Franck dove a sinistra è scritto "vero" al posto del tedesco "aecht".

franck logo it

Per inciso la serie successiva non più marcata Franck (la numero 1 del post prima guerra mondiale, l'ultima serie italiana) il logo frontale non c'è già più.

10.  IL RETRO

A. Il retro delle serie "italiane"

Nel corso del divenire una cosa non è affatto cambiata e riguarda il retro di queste figurine.

Il retro è sempre impersonale, asettico, privo di allaccio con l'immagine o l'evento posto sul fronte.

Nulla nel retro richiama il fronte.

Il retro è lasciato a disposizione della Franck per la sua pubblicità.

Certo, attraverso forme ed inchiostri che sono variati nel tempo ma che hanno sempre richiamato un preciso schema.

Solamente la serie numero 1, quella databile post prima guerra mondiale porta con sé l'assoluta novità di avere un testo sul retro che spieghi l'immagine sul fronte.
Ecco uno dei cambiamenti fondamentali apportati dopo la guerra, dove anche lo stile cambia completamente, si legge l'essere in auge un'aria nuova, più efficiente, più ordinata, più moderna.
Purtroppo, dopo questa serie, la Franck italiana ha smesso di realizzare figurine!

Un'altra caratteristica del retro è che in nessuna delle serie iniziali realizzate dalla Franck troviamo mai unicità nel retro.

Al minimo possiamo trovare due tipologie di retro, a volte 3 e persino 4 per ogni serie, ma mai una unica tipologia per i retri di una serie.

Fondamentalmente il retro è una pagina pubblicitaria in cui compaiono, anche ripetuti, il logo della Franck, la scritta della casa, le medaglie e le fabbriche in attività (un po' come mostrare i muscoli.) Le indicazioni ed i consigli per i consumatori ed addirittura uno spazio dedicato a prendere delle notazioni.

Variavano gli inchiostri, le dimensioni dei singoli componenti, i loghi e spesso compariva come elemento centrale la firma di Heinrich Franck, come elemento di garanzia, anche se il buon Heinrich era passato a miglior vita sin dal 1867.

B. Il retro delle serie tedesche

Se il retro delle serie italiane è un retro dedicato, in maniera assoluta, alla pubblicità del prodotto, il retro di quelle di edizione tedesca è completamente differente.

Le serie tedesche hanno un retro che, grossolanamente, è dedicato per due terzi dell'area alla descrizione della vignetta sul fronte e, solo il rimanente terzo è dedicato ad aspetti promozionali e pubblicitari.

Tanto per essere chiari si noti la differenza appena descritta dalle immagini riportate, quella di sinistra è l'edizione italiana, quella sulla destra è di edizione tedesca, mentre sul fronte le due figurine sono identiche (la figurina italiana è priva dei numeretti, ovviamente).

 

                   franck tier italiana retro                    franck tierleben retro

I testi tedeschi sono ampi, descrittivi, soddisfacenti; la narrazione approfondisce il senso dell'immagine e fa, costruisce, cultura.

In questo aspetto la Franck è addirittura più attenta della Liebig a rendere immagine e testo come reciprocamente complementari avendo uno scopo didascalico unanimemente cercato e condiviso. 

Nell'affermare quanto sopra, devo dire che non ho a disposizione, quindi non ne ho tenuto conto, le prime serie realizzate di produzione tedesca che, molto probabilmente furono edite senza testo, dato che il contenuto del fronte era di tipo "grafico", spesso di natura "cortese", bambini in atteggiamenti da adulti, pur mantenendo la spensieratezza infantile.
A certe immagini non e' plausibile dare dei testi, per cui ritengo che il discorso dei testi a retro abbia avuto una sua evoluzione, anche in ambito Franck, dagli ultimi anni del novecento a seguire, lasciando solo alle prime serie il retro privo di testi o con testi veramente minimali.

11. LA TITOLAZIONE DELLE SERIE

Una gran quantità di serie hanno una titolazione propria assegnata dalla Franck e riportata o sul fronte o sul retro delle figurine che compongono la serie.

In questo caso non c’è nessun problema e la serie sarà riportata sul catalogo/elenco pubblicato con il suo titolo originale, in tedesco per le serie tedesche (in colore nero) con traduzione in italiano (in colore rosso) ed in italiano per le serie italiane.

Il problema sorge per quelle serie che non sono dotate di un titolo originale dettato dell'editore.

In questo caso si è adottato un titolo di fantasia il più possibilmente inerente con le immagini della serie o con qualche indicazione presente sulla serie.

franck mesi

A tal proposito è opportuno fare un esempio esplicativo per mezzo di immagini

La figurina riportata appartiene ad una serie priva di testi e titolo sul retro, mentre frontalmente presenta la scritta in alto "Juni" ed in basso "im jisenthal (harz)".

La scritta in basso fa riferimento ad una località tedesca mentre la scritta in alto significa "giugno".

Grazie a queste scritte si è deciso di intitolare la serie "i mesi dell'anno".

Nel catalogo/elenco, tuttavia sotto tale titolazione è riportata la scritta, in carattere blu "titolo di fantasia".

Ovviamente la titolazione in tedesco, in questo caso manca perché in tedesco vengono riportati solo i titoli originali della serie.

Nel complesso il problema investe una discreta mole di serie che è possibile stimare attorno al 20-25% delle serie in elenco.

Anche per aiutare nella gestione informatica del catalogo/elenco, ogni serie censita è dotata di un numero di catalogo a.v. che agevolerà la ricerca informatica con il "trova" di Excel, senza stare a digitare tutto il titolo, utilità apprezzabile soprattutto se si lavora sul catalogo e si deve tornare più volte sulla stessa serie, allora basta memorizzare il numeretto ed il gioco è fatto, mr. Excel te lo ritrova subito!!!!!

12. LA CONSISTENZA NUMERICA DELLE SERIE FRANCK

Ma quante sono le Franck?

Non è una domanda futile, anzi è la domanda base che si pone un collezionista che voglia avventurarsi in una strada nuova e vorrebbe sapere a che cosa sta andando incontro.

Per le Liebig è tutto facile, basta avere un catalogo che si trova in commercio e subito saprà che la Liebig ha realizzato….

Non è il caso della Franck.

Se un catalogo esiste in Germania ed è commercializzato, non si è riusciti a reperirlo, non se ne fa menzione su eBay né su altre piattaforme di e-commerce.

Le serie della Lavazza che pure sono molto più recenti delle Franck hanno un catalogo, curato, a suo tempo, proprio dalla Lavazza che seguì ed agevolò il collezionismo delle sue figurine attraverso iniziative attive in favore dei collezionisti.

Della Franck non sappiamo nulla, ancora, però siamo in grado di sbilanciarci a dare dei numeri, pur usando, d'obbligo il condizionale, basandoci su alcune considerazioni ricavate dallo stato di fatto e dai risultati di anni di ricerca e raccolta di queste figurine.

Vediamo quali sono queste considerazioni:

  • La produzione della Franck tedesca è una produzione principe, ampia, numerosa e molto diffusa, tanto che il mercato odierno sfoggia disponibilità quasi giornaliere di novità e ritrovamenti (ovviamente nel mercato tedesco).

Quando i ritrovamenti sono ancora facili ed abbondanti significa che quello di cui disponi è ancora molto lontano da quello che dovrebbe essere prossimo alla totalità del realizzato;

  • La produzione italiana è molto più striminzita, e meno diffusa quantitativamente e territorialmente, difatti i ritrovamenti sono molto rari.

Quando di una raccolta esce una figurina ogni due mese su eBay vuol dire che quelle di cui disponi sono già una quantità tale che è prossima a quella effettivamente prodotta;

Inoltre la produzione italiana è caratterizzata da una serie di figurine a numerazione progressiva che copre quasi integralmente i primi 20 anni del novecento e che quindi non ammette altre serie oltre quelle censite.

            a. Le serie italiane

Attualmente la situazione delle Franck "italiane" è tale per cui esiste una relativa incertezza sulla produzione dell'800, mentre la copertura del '900 (sono solo 15 o 16 anni) è praticamente integrale.

Considerando che la produzione del XIX secolo riguarda una 15ina di anni (1885-1900) e che in quel periodo la produzione, anche tedesca non risulta essere troppo abbondante, possiamo dire che la consistenza numerica delle Franck italiane dovrebbe essere di circa 100 figurine databili nell'800 e di circa 300 figurine databili 1900 per un complessivo ammontare di circa 440 figurine, di cui, all’inizio del 2024 sono 278 quelle pubblicate sul sito e le rimanenti 166, quasi tutte di produzione ottocentesca, devono ancora essere recuperate.

            b. Le serie tedesche

Abbiamo detto che le serie tedesche (in cui includiamo, per ora, anche le pochissime serie di produzione slovena) appartengono ad una produzione principale e quindi sono nettamente più numerose sia per quantità che per disponibilità collezionistica (ed hanno anche prezzi più calmierati rispetto alle "italiane".

Prendiamo, comunque ad esempio, la produzione Liebig che va dal 1883 al 1920 circa; questa consta di ben 905 serie pari a circa 5500 figurine.

Questa, teoricamente, potrebbe essere, quindi, la mole produttiva anche della Franck.

Siamo realisti e diciamo che la Liebig commercializzava un prodotto proteico ad alto valore nutrizionale la cui materia prima era la carne di manzo, mentre la Franck commercializzava un prodotto che, seppur di ampio successo commerciale era pur sempre un prodotto vegetale, dai costi nettamente inferiori al vero caffè e non necessario per la "crescita", quindi, se vogliamo un superfluo.

Purtroppo non ho il dato commerciale del fatturato di Liebig e Franck, lo posso solo immaginare in termini relativi.

Quasi certamente questo ha influito sulla differenza della produzione di figurine Liebig da quella delle figurine Franck.

Sulla base di quanto sino ad ora è stato possibile censire, la produzione Franck tedesca dell'800 e dei primi 20 anni del novecento è di circa 1330 figurine, meno di un quarto della produzione Liebig.

Questo dato, che pur fotografa due situazioni reali e definite (una produzione da catalogo ed una produzione da materiale reperito) parrebbe discostarsi troppo dai valori in campo;

Se la Liebig fosse una nave sarebbe una super corazzata, ma la Franck non può essere una corvetta: sembrerebbe più consono stimare e sottolineo stimare la produzione Franck di '800 e primo ventennio del novecento in almeno 2.500 figurine, con una necessità di recupero di almeno altre 1.000 - 1.200 figurine.

A soldoni possiamo dire che la produzione Franck tedesca, sino ad ora emersa è poco più della metà di quella attualmente disponibile, sempre riferendosi al periodo preso in esame.

Per il periodo che va dal 1920 al 1938, invece i numeri del non ancora censito dovrebbero essere decisamente inferiori, in considerazione di tre importanti fattori: la minor vetustà del prodotto da recuperare e quindi una maggior disponibilità che dovrebbe aver condizionato positivamente il ritrovato rispetto a quanto ancora sommerso, la virata effettuata dalla Franck verso le figurine olimpiche di cu abbiamo la disponibilità totale dato che avevano album e sappiamo esattamente quante fossero ed infine, ma importantissimo il dato del censito sino ad oggi che è di 860 figurine di cui ben 652 recuperate, valore che arriverebbe a circa 1.136 includendo nel calcolo anche le "olimpiche".

Ponderatamente si ritiene che la produzione Franck 1920-1939 possa essere di circa 1.500 figurine e che quindi l'intera produzione Franck possa essere stimata attorno alle 4.000 (2.500 + 1.500) figurine.

Ricordando che, seppur ragionata ed in parte basata su valori reali, si tratta, pur sempre di una stima che siamo certi, in un modo (difetto) o nell'altro (eccesso), subirà una sicura modifica nel tempo.
 

13.  ASPETTI COLLEZIONISTICI

Stiamo parlando di figurine didattiche a forte carattere pubblicitario che oramai datano oltre i 120 anni.

Non è uno scherzo.

Sono pezzi che già sono passati di mano in mano a più generazioni di collezionisti, magari in collezioni costruite nel tempo con pazienza e ricerca e poi disperse nel giro di poche ore per realizzare qualche cosa di spicciola eredità, nei casi migliori oppure buttate come ciarpame inutile e magari anche un po' odorante di stantio....

Qualche cosa è rimasta - poca per la verità - e chi ne è in possesso crede di possedere il tesoro di Long John Silver nell’isola del tesoro, oggetti di cui privarsi dietro congrui versamenti di vil danaro.

Tutto gonfiato, per primi i prezzi che dovrebbero essere molto più morigerati, se non altro in nome della base del commercio che prevede che il prezzo nasca dal rapporto domanda/offerta.

Credo ci sia più materiale in giro che collezionisti disposti ad acquistarlo, ma, si sa, non stiamo parlando di un pezzo unico, ma di qualche centinaio di figurine, per cui chi ne possiede una è convinto che sia proprio quella che manca al sultano del Brunei per finire la sua collezione!

Sto celiando, ma a volte i prezzi sono un po' esagerati, ma anche a questo siamo abituati...bisogno un po' contrattare.
In ogni caso le disponibilità sul mercato sono piuttosto scarse e quindi le quotazioni ne risentono.

Una serie completa può andare dai 5 ai 50 euro (a volte qualche cosa anche di più), dipende dallo stato di conservazione, mentre le cosiddette spezzature (figurine singole fuori del contesto della serie) oppure serie incomplete, hanno, per forza di cose quotazioni molto più basse.

A tal proposito eviterei di comperare spezzature, perché poi a trovare la singola mancante ce ne vorrà di tempo e pazienza e magari ci passerà sotto il naso la serie intera che saremo costretti a lasciare lì per non avere doppioni oppure a comperare facendo lievitare il costo dell'acquisto anche con i pezzi della serie incompleta...

Certo però se il collezionismo è un "gioco", giocare a raccogliere schegge o parti spurie e ri assemblare delle serie è certamente un gioco intrigante

Non è un mondo facile quello delle Franck, però è interessante e ci darà molto da lavorare per ricercare una serie o una figurina che non conosciamo o che ci manca.

Buona collezione!!!

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