I.L.M.A. - TORINO
(Impresa Lavorativa Maeriale Autoadesivo)
LA STORIA
1. LE ORIGINI - ELEMENTI STORICI
La I.L.M.A. di Torino nasce nel 1960 esattamente il 19 febbraio 1960 con atto della camera di commercio di Torino 00570450015, grazie al suo fondatore l’ingegnere triestino Alberto Garroni.
I.L.M.A. è acronimo di Impresa Lavorativa Materiale Autoadesivo e, tra le sue attività dichiarate, ha anche quella di lavori tipografici generici.
La sede iniziale è in Via Chiesa della Salute, 109 a Torino.
L’indirizzo riportato sulle figurine ovvero corso Tortona, 9 Torino è probabilmente relativo alla sede legale e non a quella di produzione, infatti l’odierna I.L.M.A. conserva ancora la targa originale ove la sede dello stabilimento era in Via Chiesa della Salute, appunto a Torino.
La I.L.M.A. di Torino produce tra il 1960 ed i primi del 1961, nell’ordine, tre serie di figurine:
- “Capitali del mondo” – di ieri e di oggi” – 64 figurine con Album;
- “Navigazione” – 64 figurine con Album;
- “Museo dell’automobile carlo Biscaretti di Ruffia” – 64 figurine con Album.
Come si evince facilmente, tutte e tre le serie erano dotate di album.
Molto probabilmente il discorso di politica editoriale, all'inizio, doveva essere ben più ampio ed organizzato di quello che può sembrare ad una occhiata frettolosa, almeno questo risulterebbe dalla osservazione degli album delle tre raccolte che la I.L.M.A. produsse.
Su questi album, infatti, è riportata la dizione, anche supportata dal simbolo dei cerchi olimpici, di "serie sport" o, da un libro aperto, di "serie istruzione", come a sott'intendere che la/le raccolta/e fosse/fossero inserita/e come componente di un progetto fatto di più serie (intese come genere di appartenenza - sport - istruzione) e composte da più collezioni (titoli).
Che poi il progetto si sia fermato non muta l'impostazione iniziale dello stesso e non ne inficia la teorica valenza culturale e d’impresa.
Secondo il mio parere, il vero problema di tutte queste società che utilizzavano il mezzo meccanico per vendere e diffondere gomme e figurine era insito nel fatto che le figurine non riuscirono più, una volta entrate nel calderone con le palline di gomma americana, ad affrancarsene, per cui, alla fine della giostra, gomma americana o meno, una figurina costava 10 lire ed una serie da 300 figurine costava un capitale, che ti impediva di fare progettazioni corpose e di lunga durata.
Questo la I.L.M.A. lo aveva capito da subito inserendosi in una dimensione didattica e con serie snelle da 64 figurine, piuttosto che con corazzate da 100 o, peggio ancora 300 pezzi a serie….
Probabilmente l’attività tipografica della I.L.M.A. era tesa a produrre e stampare le figurine mentre era più problematico il discorso distributivo delle stesse a mezzo dispenser (distributori automatici), di cui la I.L.M.A. non era produttrice.
Ma allora per quale inspiegabile motivo una tipografia, tra l’altro con una attività appena aperta, si butta sul mercato nazionale e sottolineo nazionale, sostenendo ingentissime spese e poi, improvvisamente, pur avendo avuto un piu’ che soddisfacente successo, ma secondo me non tale da ripianare le spese ingenti di inizio attività di produzione ma soprattutto di distribuzione (costo dispenser ecc. ecc. ), dismette l’ attività della produzione e distribuzione di figurine cartonate, pur rimanendo tipografia?
Ho compreso tale motivo quando, in un colloquio avuta tempo fa con il figlio dell’ingegner Garroni, Alessandro, oggi 42enne manager della dita di famiglia, pregiatissima nel campo delle etichette adesive e non solo, sono venuto a sapere che il padre, prima di fondare la tipografia, era stato per molti anni ingegnere progettista presso una ditta di Torino attiva nel campo della progettazione e realizzazione di macchine per la distribuzione elettromeccanica nonché dei giochi da bar, allora bingo e flipper ed anche slot machine (Bally e soprattutto le tedesche Rotamint), nonché il ricordo di casse di figurine e di dispenser ammucchiati nel retro del capannone industriale della ditta, oggetto di richiesta da parte di bambini coetanei, attorno agli anni ’80.
2. SOCIETA' COLLEGATA ALLA SIDAM
Secondo me la Sidam, che fu fondata un anno prima della I.L.M.A., ebbe origine da tecnici e dirigenti della ditta di produzione elettromeccanica in cui l’ingegner Garroni lavorava sin dopo la laurea in ingegneria conseguita presso il politecnico di Torino, allora una delle massime istituzioni italiane di ingegneria elettronica (non dimentichiamo che a Torino, oltre alla FIAT c’era anche la “Radio-Elettra”, famosissima in quegli anni.
E ritengo anche, pur senza uno straccio di prova provata, che l’ingegner Garroni ne fu un socio fondatore.
Molto probabilmente con i guadagni del dividendo della Sidam che non dovettero essere pochi, aprì l’azienda tipografica I.L.M.A., forte anche del fatto di poter stampare la produzione di figurine della Sidam.
Secondo il mio parere la I.L.M.A. divenne editrice - e qui rispondo al quesito che mi ero posto prima – nel 1960 su specifica richiesta della Sidam che aveva bisogno di differenziare l’offerta alla clientela marcandola in maniera differente, probabilmente per ragioni legate al momento di mercato, smettendo di esserlo, a termine esigenza.
Quindi la I.L.M.A. come ditta autonoma destinata alla produzione tipografica di figurine per la Sidam e casa editrice, diciamo così…” a scadenza”, per conto della Sidam.
Prove?
Certo, eccole:
- Tutte le case editrici sono svanite nel nulla (la Sidam, la prima Taver Matic, la STEF, la seconda Taver Matic, la E.D.I. di Milano e potrei continuare), la I.L.M.A. esiste e produce tuttora!
- Una delle tre serie prodotte dalla I.L.M.A. (museo dell’automobile carlo Biscaretti di Ruffia - Torino) è stata riproposta dalla società francese SO.DI.M.A. (consociata della Sidam di Torino) nel 1962 col titolo” les Automobiles anciennes” assieme alla serie “il ciclismo” della Sidam in versione francese!
Era la Sidam che deteneva il pallino e la I.L.M.A. glielo resse per il tempo ritenuto necessario dalla Sidam.
È anche possibile che la I.L.M.A. possa essersi messa in proprio e che poi, schiacciata dalla Sidam, abbia “mollato” il mercato delle figurine dopo averne prodotte tre serie, cedendo alla Sidam la proprietà ed i diritti relativi alle sue collezioni.
A favore di questa ipotesi, giocano due fatti:
- L’ atipicità della offerta I.L.M.A. rispetto alla offerta Sidam (serie da 64 figurine contro serie da 100 figurine);
- Una grafica (quella della I.L.M.A.) che sembrerebbe più datata di quella della Sidam, che pure ha iniziato prima la sua attività editoriale (un anno circa).
Ma non propendo per questa tesi:
- Troppo breve il periodo di produzione e insufficiente ad ammortizzare la spese;
- Troppo aggressivo l’approccio editoriale con la produzione di ben tre serie in rapida successione, seppur di minor numero di figurine (64 contro le 100 della Sidam).
- Troppo differente la produzione I.L.M.A. da quella Sidam, all’apparenza graficamente più vicina alla produzione master vending, quindi più datata, mentre in realtà non lo era, per non interpretarla come una produzione volutamente alternativa al mondo Sidam;
- Troppo oculato e previdente l’ingegner Garroni per partire sparato e ritirarsi dopo la prima curva, lo dimostra la storia della sua ditta tipografica, solida e dalla buonissima tenuta di strada.
Difatti, la ditta di allora, pur avendo subito alcune variazioni fisiologiche, dovute al tempo trascorso, è ancora attiva in Grugliasco, cittadina adiacente alla periferia ovest di Torino, e produce etichette autoadesive di ottima qualità, riportando, nell’odierno prodotto, l’esperienza maturata negli oltre 50 anni di vita.
Quello sopra riportato è il moderno logo della ditta di Grugliasco (TO)
3. LA I.L.M.A. DI OGGI
Se osservo con gli occhi di oggi le azioni degli uomini di allora, devo dire che la I.L.M.A. grazie al suo fondatore, l’ingegner Garroni, seppe tirarsi fuori in tempo da quel mercato, tanto produttivo quanto poi dimostratosi effimero!
Sta di fatto che Sidam, Taver Matic, STEF, ecc. ecc., si sono sciolte come neve al sole mentre la I.L.M.A. continua tutt’ ora la sua attività da oltre mezzo secolo, unica tra le case produttrici di figurine cartonate ad essere ancora viva e vegeta, anche se in ben altre faccende affaccendata!
La I.L.M.A. di oggi, guidata dai figli dell’ingegner Garroni, (che ringrazio per la collaborazione fornita) era e resta una storica ed affermata società a carattere famigliare ed ha un bel sito internet www.ilmaetichettte.it in cui sono visibili alcuni aspetti storici legati alla produzione della società degli anni ’60.
Unica nota negativa, l’aver perso quasi completamente la memoria di quegli anni speciali, in cui la I.L.M.A. di Torino, per noi collezionisti di cartonate è diventata un mito e che invece dovrebbe essere ripresa almeno come memoria storica, cercando un po’ piu’ a fondo nelle immagini e nei ricordi di un tempo, o riconoscendo anche sul sito l’attività che comunque le appartiene di diritto, perché’ la storia è storia, anche se è fatta con le figurine!