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MUNDUS EDITORE - MILANO

SERIE

“ STEMMI E MASCOTTE DEL CALCIO ”
(TITOLO DÌ FANTASIA)

1948-49

FIGURINE

PRESENTAZIONE

mascotte 23

 

1. PREMESSA

Questa serie, grazie al suo contenuto "sportivo" ed ai dati contenuti nel testo a tergo, ci permette una precisa datazione che pone l'edizione esattamente all'inizio del campionato di calcio 1948-49.

Il posizionamento di questa serie all'interno delle pubblicazioni di casa "Mundus" è dovuto in maniera assoluta alle fortissime assonanze di questa serie con la serie "Americhe" che la Mundus ha firmato in maniera inequivocabile.

Ci sono tuttavia degli elementi che devono essere considerati.

Il primo elemento è che le figurine presentano tutte una caratteristica che nel tempo è emersa relativamente alle figurine piccole di marca "Stella - Milano".

Difatti le stella del calcio, le piccole, la cui prima edizione è, però della fine degli anni '50 (quindi 10 anni dopo l'edizione di questa serie) presentano in maniera molto marcata i tagli orizzontali diagonalizzati, una caratteristica di difettosità che non essendo mai stata riscontrata in nessuna altra casa editrice trattata e studiata, può costituire un indizio molto importante, una sorta di impronta digitale che abbia il potere di indirizzare se non di determinare una possibile paternità teorica (ricordo che la serie non è firmata), riferibile alla marca "Stella-Milano".

C'è anche un ulteriore elemento, anche questo importante ma non definitivo (un'altra confusa impronta digitale, non un traccia di DNA accertato) che si basa su due altre serie edite nel medesimo periodo e di cui si è accelerato lo studio specifico che sono una serie sulle " Americhe " (identico formato e grafica di questa serie) firmata "mundus" ed una ulteriore serie intitolata "Mundus" di formato leggermente maggiore e di paternità certamente attribuibile alla " Mundus edizioni " di Milano, il che potrebbe essere in controtendenza rispetto agli elementi che avvicinerebbero queste serie alla "Stella", senza però dimenticare che le due editrici potrebbero, al di là della loro identica sede geografica (Milano), essere legate da fratellanza operativa se non di proprietà (Stella come possibile marchio di origine mundus, come già per la ILMA di Torino, nata dalla Sidam ed operante nel medesimo periodo).

Ma, perché dover scomodare la Stella, che tra l'altro non è nata nel 1948 o giù di lì, ma molto prima, come molto prima è nata la Mundus editore che è attiva sin dagli anni '20.

Magari la stessa tipografia a cui si appoggiava la mundus era la medesima a cui si rivolgerà anche la Stella.

Certo quelli di questa tipografia sbagliavano i tagli orizzontali nel 1958 esattamente come nel 1948, senza dubbio non hanno imparato bene il mestiere neppure dopo 10 anni...

Mi è piaciuto giocare un po’ con certe assonanze ma per una credibile con Stella ce ne sno 50 credibili per “Mundus Edizioni”.

2. LA DATAZIONE

Questa serie è facilmente databile ed è anche databile con una assoluta precisione.

Queste certezze ci derivano da due fattori, uno quello di avere dei testi sul retro che ci indirizzano pesantemente verso una specifica data e poi l'elemento di carattere sportivo, legato ad un evento sportivo a cui la partecipazione di club calcistici varia di qualche unità (di solito 6 - tre retrocessioni e tre promozioni) il che consente, anno per anno di avere una istantanea dell'anno che è necessariamente differente da quella dell'anno precedente e da quella dell'anno seguente.

In poche parole di avere un’istantanea specifica per ciascun anno.

Le prime 20 figurine della serie, tutte e venti, appartengono a squadre che militavano in serie “A” esclusivamente all'inizio della stagione calcistica del 1948-49.

Ecco perché la datazione della serie è immediata e certa, anche in considerazione che i testi posti al retro delle figurine confermano quanto appena sostenuto.

3. IL PROGETTO

La serie, che era senza album, risente di una progettazione ottimale anche se non certo esemplare per precisione, soprattutto nei dettagli.

Numericamente la serie si compone di 48 figurine numerate e con testo a tergo.

L'argomento è quello degli stemmi delle squadre di calcio accompagnati, nella vignetta, anche dalla “Mascotte” della squadra.

Tutte le figurine sono disegnate, nessuna è fotografica.

Il disegno è di una unica mano che sembra essere la medesima che ha firmato anche le figurine della serie "Stemmi delle Città d'Italia “.

Nel progetto c'era la volontà di inserire tutte le squadre di serie “A” che all'epoca erano 20 e le 22 squadre di serie “B” ed infine, per raggiungere le 48 unità troviamo anche sei figurine dedicate squadre di serie “C”.

Così facendo possiamo dire che la scelta progettuale fu saggia e ponderata, consentendo di avere un panorama completo delle due serie professionistiche maggiori e con una piccola ma importante rappresentanza per il campionato minore di terza divisione nazionale.

4. ASPETTI GRAFICO TIPOGRAFICI

Le figurine hanno dimensione di 3,5 x 4,5 cm e sono tutte a sviluppo verticale, sebbene, tendenzialmente, date le dimensioni, siano abbastanza quadrate.

Il supporto è di un cartoncino leggero, di media qualità (per capirci un cartoncino più leggero delle E.F.M.A. leggere, quindi siamo di poco sopra il limite del cartaceo pesante, ma non possiamo avere delle informazioni riguardo alla resistenza all'usura perché quelle in esame non sono figurine vissute o che abbiano subito le ingiurie di una approssimativa conservazione.

Il colore del cartoncino è abbastanza chiaro, con una pigmentazione leggermente maculata, tendente al paglierino piuttosto che al grigio.

La qualità grafica e gli inchiostri impiegati sono di medio basso profilo

L'impostazione grafica è identica per tutte le figurine della serie, con una cornice a bordura bianca abbastanza spessa su cui in basso è poggiato un cartiglio con riportato il nome della squadra, in caratteri bianchi su sfondo, rosso (28 figurine) o blu (20 figurine), risultando quindi rispetto alla serie dei "comuni" che aveva 24 rossi e 24 blu, leggermene sbilanciata verso il rosso.

All'interno dello spazio lasciato da bordura e cartiglio basso non troviamo più alcun altro frazionamento e l'immagine prevede in tutte e 48 le figurine lo stemma della squadra a sinistra la mascotte ad occupare il rimanente spazio mentre il piccolo cartiglio dedicato al numero è posto in alto a destra, ben cerchiato in nero con numerazione nera su sfondo bianco.

Ogni stemma ha un suo peculiare disegno, dettato dalla tradizione araldico sportiva.

5. I SOGGETTI

Abbiamo detto della presenza di tutte le squadre di serie “A” e di serie “B”, pertanto gli unici soggetti "interessanti sono le sei figurine di serie ”C” scelte, due sicuramente non a caso, ovvero pro Vercelli (7 scudetti) e Casale (uno scudetto) mentre le altre quattro figurine hanno tutte una provenienza del nord (1 Lombardia, una Piemonte e due Liguria) e sono di squadre abbastanza "minori".

Gli stemmi o scudetti delle Società di calcio sono trattati in maniera che appare abbastanza fedele all'originale dell'epoca e questo è apprezzabile, soprattutto se si considerano alcune realizzazioni che troveremo qualche anno dopo in cui il rispetto per la araldica ufficiale (per ragioni di superficialità o di necessità nel non voler pagare eventuali diritti alle Società) era ridotto praticamente a zero.

Quello che incuriosisce è invece l'aspetto legato alla mascotte della squadra che lascia spazio a diversi discorsi ed interpretazioni e dove è possibile notare differenziazioni abbastanza consistenti rispetto al presente o al più realistico recente passato.

Sappiamo bene che oggi lo stemma ufficiale delle squadre viene mutato abbastanza di frequente per ragioni di commercializzazione del Brand della squadra e quindi per l'unica ragione di far soldi, in barba alle tradizioni ed agli affetti degli sportivi.

Non che il "ringiovanimento" di una araldica fosse cosa sconosciuta prima degli anni '2000, ma certo non lo si faceva con le frequenze odierne dove la durata di un simbolo sembra non dover superare i 10 anni.

Più facile invece intervenire nell'ambito della mascotte che è sempre una realtà semi-ufficiale crediamo più legata alla tradizione britannico statunitense che a quella italiana.

Se poi dovessimo fare lo stesso discorso riferendoci a recenti alte possibilità che delle leggi vietino il ricorso ad "animali" per identificare le caratteristiche socio-politico-coloristiche delle scelte della mascotte di carattere "animale", allora bisognerà ripartire quasi da zero eliminando da stemmi e mascotte galline, galletti, biscioni, aquile, lupi, tori, zebre, rondinelle, ciucci, canarini, delfini e quant'altro!

Come se, nell'individuare nei “lupi capitolini” gli "eroi domenicali" del pallone di una delle due sponde del Tevere, ci fosse una esplicita offesa alla naturalità di animali.

Boiate dei tempi moderni di gente che estremizza pure la naturalità e l'indipendenza degli animali sugli stemmi...finendo col discuterne al ristorante davanti ad un bel petto d'anatra all'arancia.

Ben colga a chi ha negli stemmi vecchietti con pipa, scale, diavoli, dee!

Certo vorrei sollevare una contestazione al fatto che bisognerebbe portare al diavolo lo stesso rispetto che dovremmo portare ad un somarello.... Io vieterei il diavolo non il somarello, per ragioni religiose, non solo di campanilismo sportivo, mentre un bel casino lo solleverebbe il grifone che essendo un animale inesistente non potrebbe essere turbato dall'inserimento in uno stemma sportivo... Quindi grifone sì e resta e zebra no e sparisce?

Uscendo da questo pantano futuribile ed in attesa di consigliare qualche lettura riguardante la nascita delle mascotte - che dovrebbe essere di origine giornalistica con datazione attorno agli anni '20-30 (per molte società, non per tutte) - segnaliamo qualche piccola curiosità rispetto al presente.

Ad esempio, la figurina del Brescia vede come mascotte la leonessa, (Brescia leonessa d’Italia), mentre oggi il simbolo è la rondine data la forma bianca, a coda di rondine, che appare sulla maglia della squadra bresciana.

Inquietante è la mascotte del Pescara (oggi c'è un delfino) ma all'epoca sembra essere una buffa lumaca che non è il massimo di "rapacità" ed "aggressività" (sportiva e agonistica, ovviamente) che un tifoso vorrebbe sempre dalla compagine del cuore.

Tra le mascotte più strane osserviamo la scatola di biscotti (Pavesini) per il Novara, la bussola per la salernitana che oggi sappiamo avere un cavalluccio marino come mascotte (la bussola fu ideata nella forma moderna da Flavio Gioia, un amalfitano del XIII e XIV secolo – oggi Amalfi è in provincia di Salerno).

6. ASPETTI COLLEZIONISTICI

Questa serie, simpatica e colorata, deve essere apprezzata perché ben studiata e ben realizzata e perché, conseguentemente, offre un panorama storico sportivo preciso ed attento e, soprattutto, completo, scevro da "invenzioni" paranormali di altre serie.

Sul mercato queste figurine si trovano con una certa frequenza sulle piattaforme informatiche o nei mercatini e spesso in maniera completa.

Non è una serie che ha grande valore, malgrado il contenuto calcistico che è sempre trainante, tuttavia potremmo acquistarla senza la sensazione di far fare un affare al venditore per cifre oscillanti dai 30 ai 40 euro sempre se conservata a dovere.

Come sempre

Buona collezione !!!!!

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