PASTIFICIO PANTANELLA – ROMA
AUTOMOBILI DI TUTTO IL MONDO
1a SERIE
40 MODELLI FIAT
FIGURINE
PRESENTAZIONE
1. ANTEFATTO
Uno dei momenti che vengono considerati topici all’interno della storia e quindi della vita vissuta dalla Pantanella come Azienda ci viene riportata nel bellissimo articolo scritto da Tarcisio Tarquini (https://tarcisiotarquini.com/2019/06/03/la-lunga-lotta-della-pantanella/) in cui si rammenta che il primo reparto che fu chiuso
Fu anche quello di più recente realizzazione, cioè il biscottificio che era stato realizzato nel 1957 e che era anche l’unico ad aver avuto investimenti proprio quell’anno.
Per molti era il segno del definitivo declino della società, legato al biscottificio che era quello al cui prodotto erano legate le figurine che sono giunte sino a noi.
Che la Pantanella in quel periodo fosse in agonia lo descrive bene l’articolo di Tarquini che evidenzia come nessuno in azienda si rendesse conto della situazione che stavano vivendo in quel periodo, ma ce ne rendiamo conto anche noi dal dettaglio che la serie di figurine sembra nata da un grandioso progetto: “Auto di tutto il mondo” di cui le ”40 modelli Fiat” avrebbero dovuto essere la sola 1a Serie mentre fu anche l’ultima.
2. IL PROGETTO
Quello che doveva essere il progetto complessivo di “Automobili di tutto il mondo” non lo sapremo mai, potremmo forse intuirlo, ma a cosa poi servirebbe trasformare una informazione così labile (come è una prima serie) in un elemento che ci dica cosa avrebbe potuto essere una raccolta dal titolo così ambizioso e dal contenuto così vario, variegato e protratto nel tempo come quello delle automobili prodotte in 80 anni in questo pazzo mondo.
Abbiamo la scelta spesa su una casa automobilistica di punta in Italia, leader di qualità e produzione, all’epoca tra le più importanti in Europa, pronta ad espandere il suo mercato con fabbriche aperte in Argentina.
40 auto scelte tra quelle iconiche per tecnologia o per successo commerciale o per storia.
La traccia di un cammino di oltre 50 anni di produzioni racchiuse in 40 vetture.
La serie doveva essere stata concepita senza album perché non è fatto cenno di questo in nessun documento, anche se le figurine sono numerate.
Forma e consistenza della figurina sembrano essere quelle di una figurina adesiva pur non essendolo e questo, alla fine degli anni ’60, sembrerebbe essere un controsenso anche in funzione del fatto che la figurina è una figurina abbastanza evoluta tecnologicamente dato che lo “stampato (è) ricoperto con Moplefan O.K.T. per alimenti (questo materiale viene tutt’oggi prodotto ed utilizzato per il confezionamento di panettoni, colombe, biscotti e prodotti da forno).
Se ne ricava la quasi certezza che la figurina fu realizzata per non essere attaccata a nessun album, altrimenti si sarebbe ricorsi ad una tipologia di figurine che dopo il 1968 non era raro trovare autoadesiva con velina.
Riguardo alla datazione di pubblicazione abbiamo scelto la data del 1968-69 anche perché il 40° modello di auto in raccolta è del 1967 e nel 1970 il mondo Pantanella cominciò a sgretolarsi.
3. ASPETTI GRAFICO TIPOGRAFICI
Le figurine misurano 7,4 cm x 5 e sono tutte a sviluppo orizzontale.
La qualità del supporto è ottima, resistente compatta sottile e visivamente lucida come è grazie alla copertura con un materiale compatibile con materiale edibile
Sia sul fronte che sul retro il colore di fondo è uno splendido bianco che nelle figurine a nostra disposizione non è, però, più tale, virato in giallognolo dal trascorrere del tempo.
L’evidenza ce la da un foglietto con tre figurine che molto probabilmente era stato realizzato per la pubblicazione su qualche rivista bloccato tra le spillette di una rilegatura non di pregio e strappato via dal suo contesto.
Questo ritrovamento ci mostra tre figurine dallo sfondo bianco, lucido, smagliante, non corroso dal giallognolo del deperimento (vedi immagine).
Graficamente la figurina si presenta senza bordi quindi una di quelle scelte che abbiamo definito “en plein air” (nel significato di spazio aperto), con sfondo bianco e l’immagine come incollata in uno spazio senza tempo.
Sicuramente una scelta grafica che pone il veicolo al centro di una attenzione che nessun dettaglio esterno può sviare, al centro assoluto.
Le immagini sono disegnate da mano espertissima proprio del disegno di veicoli e crediamo di poter dire che non siano delle immagini realizzate da qualche centro grafico su commissione dalla Pantanella, quanto piuttosto acquisite da qualche rivista del settore se non fornite con una convenzione dalla stessa Fiat.
Certamente la scelta che sembrerebbe la più complicata (ricorso ad un disegno di grande fedeltà piuttosto che il ricorso ad una fotografia magari trattata) potrebbe, nella realtà essere stata la più semplice, ovvero trasformare in figurine un lavoro già fatto da terzi per le molteplici finalità legate ai prodotti di altissima diffusione e passione come le automobili e sfruttate per la realizzazione di una serie di figurine.
In ogni caso la qualità grafica è elevatissima ed anche penalizzata dal piccolo formato della figurina.
In quasi tutte le figurine compare la firma dell’autore dei bozzetti, firma poco leggibile e non facilmente rintracciabile, che ci sembra di poter dire “Costa” ma anche qui ogni ricerca di un disegnatore di cognome Costa o di uno studio di grafica con questo nominativo o sigla non ha dato risultati.
Forse potrebbe venirci in aiuto qualche amante dell’automobile, abituato a leggere e magari collezionare libri e riviste del settore dove un grafico come quello che ha formato queste figurine deve essere sicuramente noto.
La realizzazione grafica e la stampa sono del/la I.G.I. di Roma di cui abbiamo cercato tracce, purtroppo cancellate dal tempo trascorso.
4. I SOGGETTI
Non sono un esperto di automobili per poter dire se le scelte dei soggetti in raccolta siano scelte ponderate o del tutto casuali.
La serie si apre con la Fiat 3 e mezzo HP del 1899 che è la prima auto della Fiat e prosegue con la mitica Fiat s-76 corsa detta la “Belva di Torino”, una belva di 28.400 cc che nel 1912 raggiunse i 213 km l’ora.
Non manca l’iconica “Balilla” del 1932, la prima vera utilitaria, pur essendo sempre un prodotto non proprio popolare, cosa che invece divenne la Fiat 500 del 1936, la famosa “Topolino” e le mitiche Fiat 600 del 1955 e l’inarrivabile Fiat 500 del 1957, divenuta un cult del collezionismo d’auto popolare non solo in Italia ma anche all’estero.
L’ultima delle quaranta, a chiudere questa teorica sfilata di modelli la Fiat 125 del 1967, una vettura tra le più curate e prestazionali delle Fiat nell’ambito delle vetture di normale circolazione, dedicata ad una clientela di alta borghesia.
5. IL RETRO ED I TESTI
La figurina ha, sul fronte la scritta del modello posta in basso a sinistra.
Solo su 4 modelli la scritta è posta in basso ma a destra (fig. 9, fig. 23, fig.33 e fig. 34).
Il retro invece si presenta elegantemente proposto con circa metà dello spazio per la scritta di titolazione sulle 4 semi-righe alte a sinistra, mentre le altre 4 di destra recano il logo dei Biscotti Marengo della Pantanella.
Nella metà bassa a sinistra il nome del modello dell’auto mentre sulla stessa riga a destra è posto il numero della figurina.
A seguire a caratteri piccoli e molto fitti 8 o 9 righe destinate alle descrizioni tecniche abbastanza dettagliate.
Dopo una riga di stacco la scritta tecnica che abbiamo già citato e l’indicazione della tipografia.
Nel complesso i testi sono più che sodisfacenti perché non sono delle mere schede tecniche ma contengono anche particolari di colore, di mercato e di progettazione, pur nella limitatezza dello spazio disponibile.
6. ASPETTI COLLEZIONISTICI
Dire che questa sia una Serie di facile reperibilità è falso anche perché ne ho viste “girare” ben poche.
Ritengo che, non so per quale motivo, sia più facile recuperare l’intera serie in un sol colpo che una singola figurina, come se quelle giunte sino a noi siano provenienti da blocchi, da lotti e questo si potrebbe anche spiegare dato che se l’iniziativa fu del 68/69 e già nel ’70 la Pantanella chiuse la sua biscotteria, non è difficile immaginare come sul mercato, tramite i biscotti o iniziative collaterali siano finite solo “poche figurine”, mentre il grosso dello stampato sia rimasto nei depositi della Pantanella e poi di lì abbia preso strade che non si possono se non immaginare.
La serie di cui dispongo è stata acquistata completa.
Il valore commerciale lo fanno la bellezza delle figurine e il loro argomento, ma siamo sempre su valori decisamente bassi in ragione di una richiesta che non c’è mai stata, per cui non si acquista su richiesta ma solo perché le figurine ci piacciono e questo aiuta a tenere bassi i costi che sono meno di un euro a pezzo.
Come sempre…
Buona collezione !!!!!