ROCKET ITALIANA S.R.L - ROMA
SERIE
" APPARECCHI A REAZIONE "
FIGURINE
PRESENTAZIONE
LA FIGURINA NUMERO 7 RAFFIGURA IL VELIVOLO CIVILE PRODOTTO IN GRAN BRETAGNA DALLA DE HAVILAND, IL DH121 DETTO "CONTINENTAL AIRLINER CHE E', ASSIEME ALLA FIGURINE NUMERO 42 (BOEING 720 U.S.A.), L'UNICA DI TUTTA LA SERIE RAFFIGURANTE UN VELIVOLO NON MILITARE
1. ELEMENTI BASE
Quando, diverso tempo fa, mi sono imbattuto per la prima volta in queste figurine me ne sono subito innamorato.
Sarà per il mio mestiere di una vita, o per la mia passione del volo, ma ho sentito subito attrazione per questa serie di questa piccola casa editrice romana.
Di primo acchitto la serie non mi sembra realizzata in Italia, perché il disegno non è nello stile italiano, vedasi la serie aerei d’oggi della Sidam, ma piuttosto anglosassone vedasi la serie “apparecchi a reazione del mondo” della Cardmaster a cui questa serie sembrerebbe, almeno per il tratto grafico, parente prossima.
Certamente se i colori della Cardmaster erano forti ed aranciati, piuttosto carichi e, a volte, poco verosimili, queste figurine sono decisamente più soft come tonalità ed in questo aspetto fortemente diverse dalla serie Cardmaster.
Devo anche dire che non essendo una serie molto famosa pensavo di riuscire a completarla in breve tempo ed invece mi sono dovuto ricredere visto che, dopo aver acquistato le prime 5 o 6 figurine alla fiera di Reggio Emila, mi sono trovato come un inglese a Dunkerque, di qua’ un oceano incazzato e senza navi per tornare a casa, di là i nazisti con voglia di macelleria.
Alla fine mi sono deciso di pubblicare lo stesso la gallery delle poche immagini disponibili, anche per vedere di trovare qualche buon amico disposto a cedermi qualche sua doppia!
2. IL PROGETTO
Come fortunatamente indicato sul retro delle figurine, in perfetto stile anglosassone, il numero delle figurine che completavano la serie era di 50 pezzi.
La caratteristica principale della serie erano i velivoli a reazione, un termine decisamente sbagliato, più che improprio, per definire gli aviogetti ovvero i velivoli spinti da uno o più motori a turbina.
Divagando nel mio campo professionale dico che “a reazione” sono tutti i velivoli sia che abbiano un motore a pistoni ed un’elica o dei motori a turbina, in quanto sia i primi che i secondi si muovono grazie al terzo principio della dinamica quello noto come “azione e reazione”.
Sia un aereo ad elica motorizzato con motore a scoppio, sia un velivolo ad elica motorizzato con una turbina, sia un velivolo motorizzato di sola turbina devono il loro movimento alla reazione che si genera verso l’avanti alla azione che il loro sistema propulsivo genera spostando verso dietro l’aria.
Un aereo ad elica muove una grande quantità di aria a velocità decisamente più lenta rispetto ad una turbina, ma la turbina accelera molto il getto di aria verso l’indietro ma la quantità d’aria che smuove è piccola.
Questa diversità sta nella quantità e nella velocità dell’aria smossa, ma il principio del moto è sempre lo stesso.
Per primi sono nati i velivoli ad elica perché i motori disponibili erano solo quelli a scoppio, solo in un secondo momento, attorno ai primi anni ’40 si riuscirono a realizzare turbine capaci di dare accelerazione spaventose all’aria compressa e fatta esplodere in una camera di compressione.
Il primo velivolo a getto è stato il Messerschmitt me 262 che fortunatamente entrò in servizio a guerra oramai terminata, se fosse stato realizzato con un paio di anni d’anticipo le battaglia d’Inghilterra avrebbe potuto prendere altre strade.
La corretta dizione della serie sarebbe quindi stata “apparecchi a getto” oppure “jets”, ma nell’Italia degli anni ’60 certe sofisticherie non sarebbero state comprensibili.
Quindi 50 velivoli spinti da motori a getto.
Le figurine hanno un formato di cm 9,3 x 6,6 ed un buon cartoncino di grammatura alta con mescola grigio chiara, difatti il peso di ogni figurina è di gr 2,65 circa, elevato se paragonato ad una Sidam che pesava 2,13 – 2,18 gr.
La scelta dei velivoli da editare è stata molto accorta anche in funzione del numero piuttosto ristretto di figurine di cui si compone la serie, la metà esatta rispetto alle serie della Sidam e della Cardmaster.
La scelta è basata sull'appeal che gli aerei militari da caccia hanno sugli aerei militari da trasporto o, peggio ancora, sugli aerei dell'aviazione civile, almeno presso tutti i ragazzi del mondo.
Le scelte della Rocket sono tutte verso velivoli da caccia e quindi, pur se il numero delle figurine è ristretto, rispetto a Sidam e Cardmaster, il panorama è molto completo, perché sono state ristrette anche le tipologie di velivoli prese in considerazione.
Per la verità tra le 50 figurine della serie ci sono due velivoli da trasporto passeggeri, la numero 7 che raffigura il De Havilland 121 Continental airliner (Regno Unito) e la figurina 42 che raffigura lo statunitense Boeing 720, ma sono due "mosche bianche”.
A testimonianza della natura inglese, o comunque anglosassone, della produzione di queste figurine vi è la ripartizione per nazione dei velivoli raffigurati che, su 48 figurine certe prevede:
- 23 velivoli U.S.A.;
- 13 velivoli del Regno Unito;
- 2 velivoli candesi:
- 7 velivoli francesi;
- 2 velivoli svedesi;
- 1 velivolo italiano.
Potrebbe sembrare una ripartizione...di parte, forse lo è anche, ma senza troppa approssimazione rappresenta comunque la realtà del mondo dell'aeronautica militare di quel periodo.
Un altro campo di settorializzazione della serie è quello di mostrare un panorama esclusivamente occidentale dei velivoli da caccia, ignorando in maniera assoluta l'aeronautica del blocco orientale d'oltre cortina che poi era rappresentato in grandissima parte da velivoli di progettazione costruzione russa, tra cui i famosi Mig.
3. ASPETTI GRAFICI E TIPOGRAFICI
Le figurine godono di una cornice bianca che definisce con precisione gli spazi.
I soggetti sono realizzati con un disegno e non sono quindi fotografici.
La colorazione è matta ed i toni sono leggeri, quasi acquerellati con un predominio assoluto del grigio che, per certi versi richiama molto il metallo con cui gli aeroplani sono realizzati.
I soggetti sono (almeno quelli noti) tutti a sviluppo orizzontale, mentre il retro è realizzato per una figurina a sviluppo verticale, anche qui alla stregua della serie della Cardmaster.
Le pose degli aerei, sia in volo che a terra, non sono particolarmente audaci e quindi vediamo molti aerei presi di profilo (posa classica) ma ce ne sono anche in condizioni di volo più acrobatiche che ci permettono comunque una visione del mezzo sufficientemente comprensibile e capace mostrare e di farci “conoscere” quella macchina volante.
La stampa è realizzata in Italia e precisamente presso la tipografia “Panetto e Petrelli” di Spoleto e non ha nulla da invidiare alle produzioni estere, anzi….
4. IL RETRO ED I TESTI
Il retro si presenta ben organizzato e gli spazi sono utilizzati da tre gruppi di testo, in alto l’intestazione e titolo numerazione e nome e nazionalità del velivolo contenuto in 5 righe, in basso il gruppo casa editrice contenuto in 4 righe ed al centro il testo di presentazione del velivolo, in forma narrata non di scheda tecnica, con caratteri più piccoli contenuto in una media di 15 righe.
Il testo, trattandosi di una figurina didattica, è ben fatto ed interessante e, comunque, sufficientemente dettagliato.
5. ASPETTI COLLEZIONISTICI
Non è la serie più ricercata del mondo e molti rivenditori nemmeno la conoscono non credo abbiano grandi richieste di collezionisti.
In circolazione ho paura che non ci siano molti pezzi e se dovessi catalogarla la metterei in quelle serie di difficile possibilità di completamento e non la consiglierei ai più!
Certo ha fascino anche se non è bellissima, anzi, ma non è il fascino del raro o del ricercato, perché la serie non ha queste caratteristiche, quanto piuttosto il fascino del misterioso, del tempo trascorso, il fascino un po’ trasandato di chi indossa magnificamente tutti i condizionali del mondo.
Le figurine non hanno quotazioni elevate, per il fatto che la richiesta, è inferiore alla già scarsa offerta, quindi il tutto si gioca su piccoli numeri e di conseguenza gli importi sono, fortunatamente bassi ed accessibili.
Però trovarne una è sempre una gran gioia, specie se è quella mancante.
Alla data attuale non mi risulta che la serie avesse un album ma l’informazione è tutta ancora da verificare
Buona collezione!