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PHILCO - MILANO

SERIE

" CICLISTI 1961 "

FIGURINE

PRESENTAZIONE

ADORNI PH FI

1. PREMESSA

Il ciclismo, come sport, ha radici profonde nell’immaginario collettivo della nostra gente.

Il fenomeno della bicicletta, come attrezzo di sport, è vecchio quanto sé stessa, o per lo meno non appena uscì dai vincoli tecnici che la portarono, in pochi decenni, da attrezzo per equilibristi da circo a “macchina” per dare mobilità all’uomo.

Il ciclismo si diffuse, come sport, tra la gente comune, tra i più umili, che vedevano nel grande campione, pur soggetto a sforzi titanici, spesso in condizioni marginali, la metafora della loro non certo facile esistenza.

L’umiltà e la semplicità di una macchina che necessita delle energie dell’uomo che la guida e la spinge con la sua fatica, per funzionare, resero questo sport avvezzo alle masse umili e semplici.

Tutti potevano sentirsi campioni, magari la mattina alle sei, andando a lavorare in fabbrica in bici, lasciavano la fantasia volare come l’aria fredda del mattino sul proprio viso.

La popolarità del ciclismo negli anni 50 e 60 era massima in tutta Europa.

Molte importanti ditte ritenendo che il ciclismo potesse veicolare, a livello popolare e di massa, i propri prodotti, affidarono a questo sport una sana e costruttiva pubblicità.

La Philco era una industria di materiale elettrico, di elettrodomestici, in un mercato nascente e fiorente ed in grandissima espansione.

Le case andavano, in maniera imperiosa, in quegli anni di inizio del boom economico italiano, riempiendosi di frigoriferi, di lavastoviglie, di televisori.

L’ ottica pubblicitaria è quindi il grande motore di questa serie!

Ma una squadra di ciclisti, con tanto di carovane pubblicitarie al seguito, pur dando visibilità al prodotto, ha bisogno di un supporto di ulteriori metodologie di penetrazione nella clientela.

Le figurine furono create a questo scopo, non quindi una operazione commerciale diretta, ma un mezzo di commercializzazione di ben altri prodotti, basta vedere una singola figurina in cui la scritta Philco compare per quasi un terzo della sua “faccia”.

2. LA DATAZIONE

Nella scala delle difficoltà di datazione di una serie, le serie di ciclismo senza numero e senza album ed anche senza testi, sono assolutamente le più complesse da datare con una certa precisione e questo è il caso della bellissima serie della Philco che stiamo trattando.

Nello specifico, però abbiamo due componenti che ci permettono una datazione certa.

Il primo di questi elementi è che la serie fu commissionata dalla Philco e, senza andare a controllare tutto, le figurine di ciclisti in maglia Philco, su 182 legati al ciclismo in attività in quella stagione sono ben 18 e, pertanto la squadra più rappresentata di tutte le altre è appunto la Philco e questo appare normale dato che è proprio la Philco ad aver “firmato” la Serie.

Il secondo elemento è la figurina di Vittorio Adorni che sappiamo ha indossato la maglia della Philco esclusivamente un anno, nel 1962 (poi passò alla Cynar perché la Philco al termine della stagione 1962 si sciolse definitivamente).

Adorni, nella serie compare con la maglia della VOV indossata esclusivamente nel 1961 e se fosse e se la serie fosse stata del 1962 Adorni, proprio perché un Philco non sarebbe mai comparso con una maglia se non quella della Philco che non avrebbe mai messo un proprio corridore (per di più italiano e molto promettente) con una maglia diversa dalla propria.

Ecco perché la serie deve essere datata 1961.

3. IL PROGETTO

Queste figurine sono nate, quindi, per diffondere un messaggio pubblicitario d’appoggio alla veicolazione principale, fatta attraverso una propria squadra di ciclismo che fu attiva nel 1961 e nel 1962. per poi sciogliersi definitivamente, probabilmente avendo completato il suo “iter” promozionale nei confronti della ditta titolare.

Il progetto era quindi quello di creare una serie di figurine che, pubblicizzando il ciclismo, veicolassero un messaggio pubblicitario mirato.

Ritengo che, considerato che il motore di molte cose è spesso la disponibilità di denaro e che l’industria in questione non era certo una piccola casa editrice, ma un bel colosso industriale destinato a spartirsi una enorme fetta di mercato in Italia ma anche in Europa, di denaro, nel progetto deve esserne stato investito non poco.

La stessa idea di creare non una serie “striminzita” di un centinaio di figurine, ma una grande serie evocativa del mondo del ciclismo dei suoi primi 60 anni, era una idea eccezionale, che solo avendo disponibilità enormi, poteva tradursi in realtà!

Grazie a questo meccanismo la Philco ci ha regalato il più ampio e completo panorama del ciclismo mai apparso sulle figurine prima di allora.

La serie fu probabilmente impostata su 250 figurine di cui, però, oggi si ha contezza certificata di sole 240 (questo dato si ritiene definitivo).

La figurina non doveva avere un costo di produzione troppo elevato ma nemmeno poteva essere delle dimensioni di un “francobollo”, ecco perché fu scelto un formato ampio ed un supporto piuttosto leggero.

Il retro era certamente un fattore negativo perché distoglieva l’attenzione dal “core” della figurina, ovvero la scritta anteriore “Philco”, pertanto fu deciso di non mettere nulla sul retro, nemmeno un richiamo ulteriore di tipo pubblicitario e, comunque, mettere dei testi sarebbe stato certamente troppo complesso e fors’anche costoso.

L’album, ovviamente non era previsto e nemmeno la numerazione delle figurine.

Tutti dettagli che inquadrano perfettamente come il progetto fosse stato attentamente studiato in funzione di marketing.

4. LA PRODUZIONE E LA DISTRIBUZIONE

Quale ditta curò il progetto per la Philco?

A quale tipografia fu affidata la stampa di queste figurine?

Come venivano distribuite?

Si sa poco ma…in quello che sembra essere un “deserto dei Tartari” o una risaia alle prime luci dell’alba a novembre, qualche cosa si riesce, per lo meno a intuire.

A suggerirci qualche risposta alle nostre domande sono i pacchetti entro cui queste figurine erano racchiuse.

                          BUSTINA PHILCO R                 BUSTINA PHILCO FIGURINE R

Sul retro di queste bustine l’indicazione di un concorso a premi poi annullato in cui in palio c’erano, tra i premi, per 300 punti uno tra 4 volumi a scelta, per 500 punti un pallone di cuoio, per 2000 punti la possibilità di seguire, sulla macchina della Gazzetta dello Sport: la “Milano San Remo, tappe al Giro d’Italia o il Giro di Lombardia, tutti eventi organizzati dalla “rosea”.

Anche i volumi erano tutte pubblicazioni edite dalla “S.E.S.S. – Società Editrice Stampa Sportiva”, direttamente collegata alla Gazzetta dello Sport.

figurina punto

Le figurine “punto” andavano inviate, nella misura corrispondente al premio prescelto a: “Lo Sport Illustrato”, via Galilei, 7 Milano, ricordando che questa rivista era un “supplemento alla Gazzetta dello Sport.

Tutto sembra chiaro e limpido e le risposte sembrano a portata di mano, ma c’è più di un dettaglio che non torna.

Vediamo “il cosa” ed” il perché”!

Sempre sul nostro fantomatico pacchetto è riportato che è un supplemento al numero 15 de “Lo sport Illustrato”.

Ora, sul numero 15 dello sport illustrato del 1961 non si fa cenno ad alcun concorso, ad alcun pacchetto o bustina omaggio.

Quindi sappiamo che l’accodo tra Philco e “Gazzetta” deve essere saltato per qualche ragione imperscrutabile e che le figurine imbustate erano certamente destinate ad una distribuzione “libera” omaggio o gadget della philco, cosa che sicuramente avvenne, soprattutto durante le tappe del giro d’Italia ma anche ad una distribuzione tramite i canali classici di vendita ovvero le edicole e talvolta i tabaccai al costo di 10 lire a pacchetto e questo doppio canale distributivo ha permesso alla serie di essere ben diffusa tra i collezionisti.

Io credo che l’accordo non saltò per ragioni di distribuzione, ma per motivi legati alla tempistica dei premi.

Il numero 15 di un settimanale è in edicola alla 15 esima settimana dell’anno, ovvero, grosso modo, in pieno aprile il che significa che la stagione è già iniziata (la Milano - San Remo del 1961 si era corsa il 18 marzo), e quindi come poteva essere inserita una serie di figurine, supplemento di una rivista “seria”, ad aprile con un premio già non più riscuotibile?

Ritengo che, pur senza avere certezze, il tutto sia stato annullato perché le figurine ebbero un ritardo di fornitura che ne compromise la funzione “concorso” e che il non aver indicato l’anno di riscuotibilità dal premio o la possibilità che il premio potesse essere riscosso per le gare dell’anno successivo ne comportò la cancellazione.

5. ASPETTO GRAFICO

Priva di retro e dotata di un supporto di cartoncino leggerissimo di colore giallo paglierino molto chiaro (insomma tendente al bianco sporco), la figurina aveva dimensioni di cm 6,5 x 9,5. 

Circa cm 1,8, partendo dal basso erano destinati all’area pubblicitaria formattata su due righe, nella prima della quale era scritto “Philco” in caratteri alti 6 mm e di fattura “bold”, quindi caratteri estremamente “corposi”.

Nella seconda riga la scritta “televisori – frigoriferi – lavatrici” in caratteri da circa 2,5 mm.

Lo spazio pubblicitario era delimitato in alto da una riga.

L’immagine vera e propria era un quadrato di lato 5,8 cm. Posto a circa 4 mm dai bordi.

Nell’area rimanente e centrale, ovvero tra l’immagine e la zona pubblicitaria insisteva uno spazio valutabile in circa 1,5 cm destinato a contenere le note biografiche del ciclista ed i suoi successi più importanti.

Questa standardizzazione degli spazi ha, di fatto conferito alle figurine della serie una estrema ponderazione grafica che si esalta quando, dalla osservazione di un singolo pezzo, passiamo alla contemporanea visione di un certo numero di figurine, effetto ulteriormente amplificato se queste sono poste in un contenitore che ne detti un allineamento in righe e colonne.

Il grafico che curò la realizzazione era un “tipo” che sapeva il fatto suo, perché le macchie di colore (l’immagine) raccolte in uno spazio quadrato, inserite in un contesto rettangolare, generano un disequilibrio armonico che porta la vista verso l’alto della figurina (verso la macchia di colore) ma poi la grande scritta “Philco” genera il movimento opposto, dall’alto si ritorna forzatamente verso il basso e la mente ricorda meglio l’ultima cosa che vede, ovvero il grande “Philco” nero. 

Provare per credere.

Per certi versi avevamo notato un meccanismo simile anche nella serie di figurine Elah “le navi” dove l’elemento di spicco era la differenza tra la forma del contenitore (rettangolare), mitigata ed addolcita graficamente dalla mancanza di bordature della immagine e dall’arrotondamento dell’immagine agli spigoli, inserendo quindi una specie di ellisse dentro un rettangolo.

Il “trucco” è quello di non mettere contorni alla figura interna, altrimenti “addio alle armi”, direbbe Hemingway o “bonanotte a soreta”, direbbe Pulcinella da sotto la maschera!

Visto che ci sono, inserisco una ulteriore dimostrazione di quanto dico: una delle serie più brutte o meno belle, “fate Vobis”, tra le cartonate sono le serie della Stella.

Tutte hanno l’immagine che viene separata dal resto della figurina da una bordatura, a volte anche da una seconda bordatura per il cartiglio della scritta in basso.

Risultato?  … ci siamo capiti!

 CERAMI PH F
la bella figurina di Pino Cerami, classe 1922, non è una vecchia gloria in queste figurine, ma un ciclista in attività, pur avendo 39 anni! Per l'epoca era una bella età!


6. ASPETTI TIPOGRAFICI

La Philco si appoggiò, per la progettazione e la stampa, certamente a degli esperti sportivi e ad una tipografia collegata alla Gazzetta dello Sport (Lo Sport Illustrato) che probabilmente utilizzò la sua editrice la S.E.S.S.

Apro una chiosa: cari tipografi, spendete di vostro due “centesimini” ed obbligate il cliente a farvi firmare il lavoro, così rimarrete “scritti” e si sa, sin dai tempi di cicerone che “scripta manent”!

In questo le tipografie di cui si sono servite la Lavazza (le "arti grafiche Manzoni - Torino") e la Cardmaster e la record (la “Cronograph – Roma”) sono rimaste nella storia della figurina ed oggi le ricordiamo ancora.

La qualità di stampa è ottima e la resa magnifica con colori precisi e vividi anche se non brillanti perché gli inchiostri sono “matti” e la figurina non è lucidata.

La qualità degli inchiostri impiegati è sicuramente ottima perché non ci sono segni, ad oltre 50 anni dalla pubblicazione, di erosioni dovute alle acidità né assorbimento degli stessi, evidentemente ben dosati, tanto da non “colorare” anche il retro della figurina, malgrado lo spessore del supporto sia una carta leggermente cartonata e priva di strati.

Si può notare una certa differenza di resa cromatica su alcune figurine di ciclisti del passato ma ragione è da attribuirsi alla immagine originale, non alla altezza delle immagini degli anni 60.

La presenza di refusi tipografici è assolutamente impalpabile, giusto per non usare il troppo categorico “inesistente”, segno questo di una ottima cura dei dettagli dovuta al progetto ed alle sue motivazioni.

La tiratura non deve essere stata proprio bassa, anche se le disponibilità odierne, piuttosto scarse ed i prezzi elevati ce lo farebbero supporre.

7. I SOGGETTI

La serie si compone di 240 figurine relative a 240 atleti di tutte le epoche e di tutte le maggiori specialità del ciclismo, che, ricordo, sono “su strada”, “su pista” e sul fuoristrada “ciclocross”, come si chiamava all’epoca.

Quindi non ci sono ciclisti che abbiano più di una singola figurina.

Alla serie appartengono sicuramente almeno due figurine pubblicitarie “particolari” dato che non raffigurano un campione del ciclismo ma una lavatrice ed una lavastoviglie di marca Philco, il che lascerebbe presupporre che debbano esistere anche una figurina per il frigorifero ed una per la televisione e chissà anche per qualche altro elettrodomestico più piccolo (aspirapolvere, ferro da stiro ecc.ecc.)

Su 240 figurine di ciclisti, ce ne sono ben 59 dedicate ad atleti non più in attività, che a titolo informativo raccolgo nella tabella sottostante, in ordine alfabetico, salvo errori ed omissioni:

Astrua

Gerardin

Petit Breton

Bartali

Gerbi

Petrucci

Battestini

Giorgetti

Piemontesi

Bordin

Guerra

Pola

Bottecchia o.

Kaers

Ricci

Brunero

Kint

Ronconi

Canavesi

Leoni

Ronsse

Carrea

Linari

Rossignoli

Casola

Maggini

Scherens

Chiappini

Magne

Schotte

Cinelli

Magni f.

Schulte

Coppi f.

Mara

Simonini

Coppi s.

Martano

Soldani

Corrieri

Mollo

Speicher

Cottur

Moretti

Trueba

Egg

Moresco

Valetti

Favalli

Ortelli

Vicini

Galetti

Pasquini

Vietto

Ganna

Pelissier

 

Geminiani

Pesenti

 

PETIT BRETON PH F

Il corridore più anziano presente in questa lista è petit Breton, al secolo Lucien Mazan, francese, nato il 18 ottobre 1882 e morto nel 1917 in seguito ad una ferita di guerra riportata sulle Ardenne.

A questo elenco manca una figurina che io avrei dedicato ad Alfonsina Morini (coniugata Strada), classe 1891 che fu la prima donna a competere nelle gare maschili, visto che allora del ciclismo femminile appena si parlava.

Eppure Alfonsina Strada, approfittando della specifica mancanza di norme nel regolamento, partecipò a due Giri di Lombardia ed al Giro d’Italia del 1924, entrando nella storia del ciclismo mondiale.

Una figurina se la sarebbe meritata!

Sottraendo le 59 figurine di cui sopra, alle 240 della serie otteniamo il numero di figurine che, in questa serie, rappresentano il ciclismo del 1961 che è di ben 181 pezzi, un panorama unico del ciclismo di allora, considerando che anche le Orvedo non supereranno le 135 unità.

Le pose dei ciclisti sono tutte a mezzobusto, ma molte (100 per l’esattezza) sono immagini dell’atleta piegato sul manubrio della bicicletta in azione.

Alcune immagini sono “lavorate” ovvero ritagliate e poi sovrapposte ad uno sfondo di sintesi, per lo più giallo ma non mancano dei rosa intenso, dei verdi e degli azzurri.

L’immagine del ciclismo viene fuori da queste figurine in maniera fantastica e la presenza di campioni del passato quasi non si nota.

Sembrano tutti pronti alla “punzonatura” prima della partenza di un’unica grande corsa, senza tempo, senza pathos, una grande corsa di fatica e di colori nel vento.

8. IL RETRO ED I TESTI

Come abbiamo anticipato sopra, la serie della Philco non ha testi sul retro che quindi risulta essere completamente privo di ogni tipo di stampa e di colore giallo paglierino molto delicato, prossimo al bianco “sporco”.


9. QUALCHE CRITICA

Questa è una serie che rasenta la perfezione:

  • Serie ampia ed esaustiva, con ciclisti del passato e del presente;
  • Figurine di ampie dimensioni, ben studiate e graficamente molto belle;
  • Realizzazione grafica inappuntabile;

Unici nei la mancanza di un album e, conseguentemente, di una numerazione, il cartoncino un po’ troppo “cartaceo”, ma questo è un difetto che solo i “cartonari” come noi notano e fanno notare ed infine, forse, una forma di distribuzione mista, legata tanto alle corse ciclistiche quanto alle edicole ed alle cartolerie.

Ne consegue una certa rarità di reperimento sul mercato.

10. ASPETTI COLLEZIONISTICI

È una serie che un po’ tutti gli amanti del ciclismo vorrebbero possedere, perché è ampia e perché ha figurine praticamente uniche di campioni del passato.

Una serie un po’ cult un po’ misteriosa.

C’è che addirittura “ruba” per avere una figurina di questa serie, soprattutto i campioni francesi con maglia blu…

L’offerta di queste figurine sul mercato è rara ma non rarissima e quelle che si trovano sono sovrastimate, battute su eBay a 7,00 e addirittura 9,99 euro che francamente sono un po’ troppi, anche perché non mi risulta che la domanda sia così pressante da giustificare certe quotazioni.

Ma il mercato non lo fa certo chi scrive, lo fa l’esperienza dei venditori e spesso la passione dei compratori, la legge è questa.

C’è anche da considerare che chi volesse ora iniziare una raccolta come questa si troverebbe di fronte ad una piramide ripida, tipo azteca con 240 gradini rapidissimi da salire.

Una impresa quasi titanica e costosa e direi … per giovani ricchi, con una buona dose di cinismo, perché per essere completata ce ne vogliono di anni e di diversi!!!

Alla fine finisce che uno fa un sacco di sacrifici e, dopo diversi anni legge, nella colonna delle mancanti, cifre superiori a 100 e si disamora del tutto, assalito dal desiderio di mollare tutto e dedicare le proprie energie ad altre collezioni più praticabili.

Una sfida molto difficile da vincere, questo è certo

Buona collezione !!!!

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