TEODOMIRO DAL NEGRO – TREVISO
SERIE
“LE CARTE DA GIOCO DI PINOCCHIO”
DISEGNI DI SGRILLI
LE CARTE DA GIOCO
PRESENTAZIONE
QUESTO ARTICOLO E' IDENTICO A QUELLO DELLE TESSERE E CARTELLE DEL GIOCO DI "PINOCCHIO" (PUBBLICATO NELLA CATEGORIA SUL GIOCO DI PINOCCHIO), OVE SONO STATE EVIDENZIATE IN GIALLO LE COMPONENTI CHE SI RIFANNO ALLE CARTE DA GIOCO DELLA SERIE PINOCCHIO.
1. ELEMENTI BASE
La Dal Negro di Treviso fa carte da gioco ed accessori da gioco, da diverse generazioni.
Non credo che esista italiano che non abbia, almeno una volta, tenuto in mano una carta, un dado, un oggetto prodotto dalla Dal Negro.
Qualcuno magari ci si è pure rovinato l’esistenza con una carta Dal Negro, fermo restando che non sono le spade che uccidono ma le mani che le brandiscono!
La Dal Negro non è mai stata produttrice di figurine né allora né adesso.
Non facciamo eccezione neppure per le “figurine punto” della Mira Lanza che la Dal negro ha stampato per decenni, ma in questo caso la Editrice trevisana va considerata alla stregua di una tipografia e non di casa editrice in quanto la proprietà “creativa e imprenditoriale responsabile di quelle figurine era in toto la Mira Lanza.
2. IL CONCETTO DI “FIGURINA DA GIOCO”
Nello specifico qui esaminato, si tratta certamente di un gioco dotato di splendide “tessere da gioco”, talmente simili ad una serie di figurine, talmente diverse dalle carte da gioco tradizionali, talmente somiglianti a delle bellissime e corpose figurine cartonate (anche per un contenuto artistico di primo livello) che, non prenderle in considerazione, sarebbe stata proprio una cattiveria oltre che un errore di valutazione.
Queste “tessere da gioco” non devono essere considerate alla stregua delle “figurine da gioco”.
Sono due cose completamente diverse: le figurine da gioco sono piccole figurine che diventano loro stesse il gioco: oggetto e soggetto del gioco se in mano a dei ragazzi che vogliono giocare con quello che, nelle loro tasche hanno di “interscanbiabile: ovvero le figurine.
Le tessere gioco sono invece delle belle immagini su supporto cartonato (tessere) che permettono ad un gioco di svilupparsi tramite il loro utilizzo.
Prima di entrare nello specifico del gioco, ricorderei che le figurine “gioco”/carte gioco non costituiscono una grande novità nel mondo delle cartonate, basta ricordare la Euromatic Record di Roma che con le figurine cartonate dei calciatori realizzò un gioco, e sempre della stessa Casa editrice le figurine delle costruzioni da ritaglio, e molte figurine fustellate che erano dei veri e propri giochi (vedi le produzioni della Lasco di Milano), poi ci sono delle serie di “figurine” di cui non siamo riusciti a trovare il “resto del gioco” di cui facevano e che quindi abbiamo accolto nella categoria di figurine sapendo però che erano delle “tessere di un gioco” più che vere e proprie figurine appartenenti ad una serie (ci sono diverse serie i questa tipologia nel limbo, specie di “fiori” - vedi il limbo ndr).
3. IL GIOCO DI PINOCCHIO - IL PROGETTO
Il gioco, di cui queste figurine (chiamiamole così da ora in poi) sono parte integrante, di un gioco realizzato dalla Dal negro e destinato ai più piccoli e rimasto in produzione diversi anni.
La Dal Negro riesce a trovare il sistema di sfruttare 40 tavole disegnate da Roberto Sgrilli sull’argomento Pinocchio e le trasforma in un gioco, cosa che non dovette essere particolarmente difficile.
Il gioco altro non era che una "tombola per bambini”.
Si, esattamente una tombola, in cui le componenti erano le figurine/tessere gioco, al posto delle tradizionali palline o dischetti numerati e ed alcune (8)cartelle, contenenti ciascuna 5 riproduzioni delle figurine del mazzo.
Le figure/carte gioco erano 40 ed otto erano le cartelle.
Il bambino mazziere mischiava le carte, le faceva smazzare da un amichetto e poi le scopriva, una alla volta descrivendo l'azione disegnata oppure dicendo ad alta voce il numero della carta.
Consegnava poi la carta al bambino che aveva in cartella l’immagine numerata di quella carta e procedeva ad alzare una nuova carta.
Il primo tra i bambini che riempiva la sua cartella con le 5 figurine aveva fatto tombola!
È evidente che se le figurine/tessera erano 40 le cartelle, con 5 figurine ciascuna, erano obbligatoriamente 8, anche perché in nessuna delle cartelle, proprio perché il gioco era destinato ai più piccoli, esistevano figurine riportate anche in altre cartelle.
Grazie a questo gioco noi abbiamo 40 meravigliose figurine sulle avventure del burattino Pinocchio disegnate dal Roberto Sgrilli e non possiamo che gustarcele tutte.
4. LE CARTE DA GIOCO DI PINOCCHIO – IL PROGETTO
Sempre con le 40 tavole che Sgrilli aveva disegnato per illustrare Pinocchio la Dal negro produce un altro gioco, che si doveva giocare con 40 carte di tipo moderno plasticate, per quanto riguarda il supporto, con un retro monocolore (bordeaux) e con dimensioni leggermente maggiori rispetto alle tradizionali carte italiane (piacentine o napoletane, fate vobis), sul fronte delle quali la Dal Negro aveva stampato 4 serie da 10 carte ciascuna evidenziate da quattro colori base (verde – rosso – azzurro e nero) e con la “numerazione” identica per ciascuna delle 4 categorie di colore laddove per numerazione deve intendersi invece una sequenza di lettere, dalla “A” alla “I” cui si aggiungeva una decima figurina con il simbolo di una Stella.
Si generavano così 4 carte “A”, 4 carte “B” e così via sino a 4 carte “STELLA”.
Insomma i 4 colori erano i 4 semi (spade, denari, coppe, bastoni) e le lettere erano i valori asso due tre ecc. cc.
Come si giocasse non so dirvelo, perché il mio mazzo di carte non l’ho comperato con le istruzioni, sicché…sono un pirla.
5. ROBERTO SGRILLI – L’AUTORE DEI DISEGNI
Il maggior merito di queste figurine è quello di avere, come loro creatore, uno dei più grandi e prolifici illustratori per ragazzi del secolo scorso.
Roberto Sgrilli nasce a Firenze nel 1897, mostrando da subito una propensione naturale al disegno, tanto che frequenta l’accademia delle belle arti divenendo pubblicista ed anche pittore e dedicandosi con continuità all’illustrazione per l’editoria, area in cui e’ già attivo nel 1915 a soli 18 anni.
Come illustratore produce tavole per cartoline postali, quaderni (ne produrrà tantissimi fino agli anni 50), collabora con la rivista “Il Balilla” e dal 1925 con il Corriere dei piccoli.
Si cimenta anche con i primi cartoni animati (il “Barone di Munchausen” e “Anacleto e la faina” del 1942 per la quale è premiato a Venezia.
Illustra oltre 100 libri per ragazzi.
Pregiata è la sua attività di pittore dove predilige la tecnica dell’olio su tela.
Si spegne nel 1985 all’età di 88 anni.
6. ASPETTI GRAFICO TIPOGRAFICI
A questo punto, per non incasinarci, dato che stiamo portando avanti due presentazioni in un singolo articolo, definiamo chiaramente le nomenclature: carte da gioco, tessere da gioco e cartelle da gioco (queste ultime due legate assieme perché facenti parte del medesimo gioco).
Le carte “Pinocchio” si presentavano come un mazzo di carte realizzato con lo stesso materiale delle carte tradizionali, del tipo più moderno dell’epoca.
Le dimensioni delle carte erano 6,4 x 10, 5 cm, quindi piuttosto oblunghe in senso verticale.
Sul fronte un’ampia Cornice bianca lungo tutto il perimetro della carta e lo spazio restante occupato per 3/4 dall’immagine di Sgrilli e nel rimanente quarto al centro in alto la lettera bianca all’interno di un cartiglio circolare dei 4 colori base del gioco.
Sotto un paio di righe del testo rifacentesi alla immagine raffigurata
Le tessere da gioco realizzate dalla Dal Negro sono delle super cartonate!!!!
Il loro formato è di 6,2 x 8,00 cm e si presentano quindi rettangolari ma decisamente tendenti al quadrato, quindi ben lontane dalle dimensioni di carte da gioco o italiane o francesi, con cui non hanno nulla a che fare.
La tavola di Sgrilli riprodotta è inserita all’interno di una cornice di spessore abbondante 0,4 cm, per cui l’immagine è ben riquadrata e spicca molto anche perché le tavole di Sgrilli sono, tendenzialmente, cariche di colore e più scure che chiare.
La qualità del cartoncino è eccezionale sia di spessore che di qualità e la qualità di stampa è assoluta, pur non essendo una cromolitografia, l’immagine è definitissima e resa leggermente lucida da trattamenti adeguati.
Sul retro compare, all’interno di una cornice di pari spessore di quella frontale, una specie di francobollo dentellato verdolino, con cornice interna realizzata da una riga verde scuro al cui interno è rappresentato un Pinocchio disegnato in verde che saltella e, sotto, la scritta “T. Dal Negro Treviso”.
Ovviamente problemi di allineamento di stampa e di taglio non esistono.
Le cartelle, invece, hanno dimensioni 20 x 23 con sviluppo verticale ed impianto grafico che prevede una banda alta verde con la scritta "Pinocchio" e sei spazi su due righe all'interno dei quali sono riportate le stampe di 5 figurine e, nel sesto spazio, il numero ed il testo collegato alle 5 figurine della cartella.
La qualità del supporto è leggermente inferiore a quella della figurina carte gioco, nel senso che è un cartoncino meno spesso.
Sul retro delle cartelle è raffigurato il logo dell'epoca della dal negro, "il palmo della mano con asso di cuori".
Certamente il gioco disponeva di una scatola contenitrice per le 8 schede e le 40 tessere e le 8 cartelle.
7. I SOGGETTI
E’ la storia di Pinocchio.
Il vero Pinocchio, quello di Carlo Collodi, toscano come Sgrilli, privo delle moine e delle orpellosita’ cinematografiche del cartone di Walt Disney, peraltro realizzato nel 1940 e da cui Sgrilli, che certamente conosceva quelle tavole, malgrado il tempo di guerra, non si è fatto minimamente condizionare.
Il suo Pinocchio è quello vero, nostrano, burattino di legno realizzato da un tronco, alto non un tappo come quello disneyano, un grezzo senza ciuffi sporgenti ma con una “capa” tonda con capelli colorati sopra ed il suo è un cappellino italiano, a punta lungo, un cappuccio, non un borsalino con tanto di fascia e piuma realizzato da Disney.
Quello che il Pinocchio di Sgrilli veste è una giacchetta rossa con grande collo bianco e pantaloncini corti violetti, non certo il pinocchio di Disney più tirolese che italiano e non c’è nemmeno da dire che in quel tempo di guerra gli italiani fossero dei nemici, anche perché Adolfo Hitler era certamente più tirolese che italiano e credo che Adolfo non fosse un grande amico degli americani….
Nel pinocchio di Sgrilli troviamo, mano a mano che nelle tavole vive l’epopea del burattino, quel quadro magico, allegorico e morale che è il capolavoro di Collodi, mentre nella realizzazione a cartoni animati, tutto questo non c’è.
Magari di contro c’è qualche trovata e qualche bella canzone, che nel libro di Collodi e nelle tavole di Sgrilli, non ci sono di certo!
Nelle 40 tavole in cui Sgrilli riproduce le essenzialità della storia del burattino collodiano, c’è poesia e magia, ma questo lo abbiamo già detto, ma c’è un corretto frazionamento della storia che permette il suo dipanarsi in maniera naturale e senza inopportuni salti.
L’aderenza al testo è fondamentale, anche perché le tavole, all'origine, furono realizzate proprio per l’illustrazione di una importante edizione del libro di Pinocchio.
8. ASPETTI COLLEZIONISTICI
Avere tra le nostre raccolte queste 40 bellissime piccole tavole non potrà che essere un piacere da non negarsi.
Trovare queste tessere non è facile, tanto per la lora età, quanto perché, come gioco, erano spesso logore e poi venivano gettate come vecchie carte o giochi inutili e superati da bambini oramai divenuti adolescenti.
Più spesso si trovano nelle aste on line le carte da gioco della Dal Negro con gli stessi disegni ma con formato da vere e proprie carte, testi scritti e lettere colorate a complemento per rendere le tavole “giocabili”.
Queste, come potete vedere in versione integrale nella gallery delle immagini, non hanno nulla delle carte e sembrano/sono tessere/figurine a tutti gli effetti e quindi queste dovete ricercare, non altre.
A livello costi diciamo che trovarle singole è molto raro, mentre dovrebbe essere decisamente più semplice riuscire a recuperare una serie intera.
Come valore delle intere 40 tessere, siamo attorno ai 30 – 40 euro (circa un euro l’una), ma se dobbiamo recuperarle una alla volta il costo diventerà decisamente più elevato.
Diciamo che sconsiglio questo tipo di acquisizione che vale per le normali figurine ma non per queste che nascevano già come serie “complete” e come tali dovrebbero essere ricercate ed acquistate sul mercato.
Se poi decidessimo di avere il set completo, tessere e cartelle, allora buona fortuna, perché non sarà affatto facile reperire il binomio, specie se fossimo esigenti e volessimo anche la scatola contenitrice, la cui presenza, farebbe certamente lievitare il prezzo.
Diciamo che le 40 figurine e le 8 cartelle con scatola dovrebbero avere una valutazione di circa 120 140 euro.
Le carte da gioco sono invece molto più semplici da trovare, anche con la scatola originale.
In questo caso potrete cavarvela con un 20 – 30 euro, fino a che qualche americano non decida di collezionarle “gradate” e allora “addio Mascherine, mi avete ingannato una volta e ora non mi ripigliate più”!!!!
Buona collezione!!!!!!