LE FIGURINE COLONIALI
" UN FENOMENO ITALIANO DEGLI ANNI '30 "
UN PO' DI STORIA PER CAPIRE MEGLIO LE FIGURINE "COLONIALI"
Questo periodo storico viene definito "secondo periodo" per differenziarlo in maniera molto netta dal “primo periodo” coloniale che avvenne in un contesto estremamente differente sia nel tempo sia nel quadro del teatro operativo politico strategico in cui si svolse.
Il primo periodo coloniale, (1881-1914) si era perpetrato in un contesto di "spartizione coloniale" dell'Africa da parte di tutte le maggiori potenze europee, risultando, quindi, una azione politico militare comune e condivisa, se non addirittura quasi coordinata, a cui il Nostro Paese, ancora gravato da forti problematiche interne dovute alla sufficientemente recente indipendenza dopo secoli di smembramento perpetuato proprio dalle grandi potenze, quasi non partecipò.
Il secondo periodo coloniale (1934 - 1943), invece, avvenne in un periodo in cui solo l’Italia, stretta in una morsa autarchica e abbastanza lontana da una condivisione di tali operazioni dal contesto europeo e mondiale, decise di operare, sfidando anche la Società delle Nazioni, apertamente contraria a politiche espansionistiche (dopo però che gli Stati trainanti (guarda caso…) si erano accaparrati, praticamente tutto).
Osservando gli avvenimenti storici del xx secolo, in estrema sintesi, possiamo affermare che l’Italia, dopo diversi tentativi falliti in cui spesso e volentieri le volontà italiane si scontrarono politicamente specie con quelle inglesi, ottenne di poter operare, in senso coloniale, in Tripolitania e Cirenaica, strappandole all'impero ottomano che ne deteneva il possesso (guerra italo-turca – settembre 1911 ottobre 1912).
Al termine della prima guerra mondiale l’Italia, pur sedendo al tavolo dei vincitori, nel trattato di Versailles del 1919, fu, di fatto, estromessa dalla spartizione delle colonie dell'impero tedesco (vasto "solamente" 2.937.000 km quadrati, comprendente "solamente": Camerun, Nigeria, Ciad, Guinea, rep. Centroafricana, Ghana, Togo, Nuova Guinea, Isole Salomone, Micronesia, Burundi, Kenya, Mozambico, Ruanda, Tanzania e Uganda) ricevendo in cambio "la concessione" (bontà loro) del territorio dell'oltre Giuba (una piccola ed arida regione somala) da annettere alla Somalia italiana. (mi chiedo come si potessero accettare, da vincitori, certe "concessioni" degli alleati…, tra l’altro neppure mantenute in maniera fedele al trattato (poi si lamentarono se l’Italia ebbe la "rosolia" e divenne fascista!!!!...grazie inglesi, la vostra lungimiranza strategico-politica offusca ogni altra ragione, ci inchiniamo a tale storica larghezza di vedute !!!!), che, evidentemente è nel d.n.a. dei figli di Albione, dato che continua anche sino ai nostri giorni......
In un contesto così compromesso, il regime italiano, anche per affermare una sua dignità "europea", diede grandissima importanza al secondo periodo coloniale e lo portò avanti anche con estrema efferatezza di cui certo non possiamo andare fieri proprio per nulla.
Le figurine di tipo coloniale vanno viste, a livello popolare, come un misto tra rivalsa storica, rafforzamento dello spirito e della coesione nazionale, propaganda politica, educazione (distorta) delle masse giovanili e molto altro ancora.
Non è un caso che alle figurine coloniali si "convertirono" (o per affari o per ingiunzione politica, all'epoca molto di moda, dato il regime) moltissime Case editrici tanto da dare vita proprio ad un genere specifico e molto articolato cui non è il caso (naturalmente per questo sito) di addentrarsi più di tanto.
Un fenomeno, però degno di nota, se non altro perché italianissimo.