LIEBIG
INTEGRALE FIGURINE LIEBIG
1900 – 1975 ----O---- 1999 – 2002
INTRODUZIONE GENERALE ALLE COLLEZIONI
1. PREMESSA
Le figurine Liebig sono dette così perché furono realizzate come elemento di supporto alla vendita dell'estratto di carne prodotto secondo il brevetto del chimico fisico tedesco Justus von Liebig, a partire dal 1972.
La prima edizione è francese, immediatamente seguita da quella tedesca e poi da quella spagnola, poi nel 1873 dalla prima serie inglese, dal 1878 dalle edizioni italiana e belga, nel 1883 la prima olandese, per poi dover aspettare 47 anni per vedere la prima serie in edizione belga (lingua fiamminga) e svizzera (varie lingue).
Della grande raccolta delle figurine Liebig, fanno anche parte figurine di altre edizioni rarissime (russa - svedese - danese - ungherese austriaca, boera) che non sono nemmeno trattate dal catalogo Sanguinetti.
Le Liebig sono la collezione di figurine per eccellenza poiche' hanno avuto una diffusione internazionale vastissima ed hanno assolto a compiti tra i più disparati, sia in ambito culturale che in quello del costume, della tradizione non di un "piccolo mondo antico" ma di una grandissima massa di persone attraversando l'epoca della instabilità europea, della rivoluzione industriale, del colonialismo, della bella époque, delle due grandi guerre mondiali, della rivoluzione russa del cambio di stili grafici e tipografici dall'Impressionismo al Bauhaus, al Liberty, al Neoclassicismo.
Le figurine Liebig costituisco una pietra miliare non solo nel campo collezionistico, ma nel processo evolutivo della società europea a cavallo tra i due secoli (con date che ne incontrano ben tre XIX, XX, XXI).
Sulle Liebig e sul loro formato e sulla loro intuizione si sono venute a formare decine e decine di edizioni di altre figurine, in tutta Europa tra cui le "au bon marche'" quasi coeva delle Liebig, in Francia, le tedesche Franck di Ludwigsburg di cui poi anche a produzione italiana della Vero Franck, le australiane- tedesco italiane della Ramornie e le tarde (1949) figurine della Lavazza.
È proprio la serie Lavazza, la cui prima figurina fu distribuita nel 1949 a darci l'indicazione dell'importanza della idea Liebig: a più di 80 anni dalla nascita delle Liebig, una ditta utilizza, con comprovato successo commerciale) la medesima idea della Liebig e la sfrutta per oltre 20 anni (identico impianto grafico e tipografico, identico metodo di stampa, identica forma di distribuzione ecc. ecc.
Sinceramente, a tale cospetto, il piccolo mondo delle cartonate da dispenser, praticamente assume la dimensione di una lenticchia e scompare nel minestrone
2. ELEMENTI CARATTERISTICI DELLA RACCOLTA LIEBIG
a.cosa sono le figurine cromolitografiche Liebig?
Le Liebig, sono figurine cartonate leggere realizzate con la tradizionale tecnica della cromolitografia policromia e, come tali, sono state definite, popolarmente, come le “cromo” da alcuni, ma molti le hanno chiamate, specie nella fascia nordica (tedesco olandese) come le figurine del commerciante, le Kaufmannbilder di cui certamente furono le antesignane imponendo il formato il cartoncino l’idea.
Le figurine Liebig erano un prodotto non in commercio ma distribuito ai compratori di prodotti della industria di origine anglo-francese specializzata in estratti proteici di carne secondo il metodo Liebig (non era quindi legata a Jheronimus Liebig se non dal metodo di estrazione proteica messo a punto dal chimico tedesco), dal costo relativamente basso, dietro presentazione di un certo numero di coupons o “prove di acquisto, come le chiameremmo noi al giorno d’oggi (eco il perché di “figurine del commerciante”, proprio perché, alla fine, era il tuo fornitore, il tuo commesso del negozio di alimentari che te le consegnava!.
La produzione fu internazionale ma alcune serie furono create ed ebbero distribuzione esclusiva solo in alcuni paesi, mentre altre serie ebbero diffusione in tutte le edizioni ed in tutte le lingue (francese inglese spagnolo fiammingo olandese tedesco ecc. ecc.).
Per ulteriori dettagli storici vedasi l’articolo “la storia” nello spazio apposito in apertura del capitolo “Liebig”.
b. aspetti tipografici
Le figurine Liebig sono dette anche “cromo” (alcuni scrivono chromo) in quanto realizzate con stampa litografica a colori.
Per la precisione le cromolitografie sono realizzate, per la massima parte, con sei colori (quelle antiche anche con maggior policromia), con l’aggiunta, abbastanza sporadica, anche del color oro, realizzato con porporina d’oro zecchino, che, per esempio la Lavazza non ha mai impiegato nelle sue serie perché aveva constatato (dalla esperienza Liebig) che nel tempo tale colore generava problematiche di conservazione finendo col rendere la conservazione delle figurine, trattate con questo inchiostro, particolarmente difficile (la porporina sentiva molto l’umidità e tendeva a sciogliersi favorendo un dannosissimo incollaggio della figurina a qualsiasi superficie, ancor più se inserite in contenitori di plastica).
La cromolitografia, un tempo sistema di stampa pregiato, era oramai vetusto alla fine degli anni ’40 del XX secolo, soppiantato da tecniche di stampa più moderne e meno costose anche se la resa della litografia ben curata ha caratteristiche tali da non essere stata superata, a livello qualitativo, dai sistemi di stampa moderni.
Malgrado ciò la Liebig non deflesse da quella che era una caratteristica di stampa che definire “storica” non è piaggeria ma semplicemente la pura e semplice verità.
Appare superfluo anche far rilevare che la qualità di stampa, per la Liebig, è sempre stata la massima e che i refusi di stampa venivano eliminati alla fonte e non messi in circolazione come fossero figurine perfette!
Trovare, difatti, un difetto di stampa in una Liebig è un caso abbastanza raro (ma non rarissimo) e difatti è opportuno non entrare in questo particolare mondo del “particolare” perché è un discorso che solo pochi e fortunati collezionisti riescono ad affrontare senza perdersi …
Anche sotto l’aspetto tipografico del taglio le figurine Liebig sono perfette, visto che anche questo aspetto era particolarmente seguito e la tipografia di turno non aveva margini di errore; quello che era sbagliato andava mandato al macero.
Giacche’ parliamo di stampa affrontiamo anche il problema dei falsi che, quanto più le figurine assumono un valore elevato, tanto più hanno potere di attrazione per la delinquenza.
LE IMMAGINI SOPRA SI RIFERISCONO ALLA FIGURINA NUMERO 2 DELLA SERIE 1094 DEL 1914 (VERSIONE FRANCESE). QUESTA SERIE ANDO' COMPLETAMENTE BRUCIATA IN TUTTE LE SUE EDIZIONI (QUINDI NON SOLO IN QUELLA ITALIANA) NELL'INCENDIO DEL MAGAZZINO DI MILANO NELLA QUALE ERA STIPATA IN ATTESA DI SPEDIZIONE, ASSIEME AL SUO BOZZETTO ORIGINALE ED ASSIEME AD ALTRE SERIE.
SE NE SALVARONO SOLO POCHISSIMI ESEMPLARI CHE ERANO STATI SPEDITI NEL POMERIGGIO DEL GIORNO DELL'INCENDIO.
COME E' FACILE IMMAGINARE QUEI POCHI ESEMPLARI SUPERSTITI HANNO VALORE STRATOSFERICO. L'IMMAGINE SOPRA E' UN FALSO O MEGLIO E' UNA RIPRODUZIONE ESTREMAMENTE FEDELE. PERCHE' PARLIAMO DI RIPRODUZIONE E NON DI FALSO?
SEMPLICEMENTE PERCHE' CHI L'HA REALIZZATA HA AVUTO L'ACCORTEZZA DI PORRE SUL RETRO, IN BASSO, UNA SCRITTA MOLTO CHIARA CHE LA DISTINGUE DALL'ORIGINALE E LA CERTIFICA COME RIPRODUZIONE.... MA SE IO L'ATTACCASSI AD UN SUPPORTO SOLO LUNGO LA STRISCIOLINA SOTTO ...COME ME NE ACCORGEREI?
MALGRADO SIA FATTA MOLTO BENE, SAREBBE COMUNQUE FACILE ACCORGERSI DEL TRUCCO.
Dei falsi esistono, sono stati scoperti, documentati e certamente sono noti ai grandi collezionisti ed ai grandi rivenditori cui spetta il compito di essere molto vigili su questo aspetto.
Tuttavia il fenomeno è molto circoscritto e di abbastanza facile individuazione perché la qualità dei falsi è nettamente scadente ed anche la quantità rilevata è veramente estremamente occasionale.
Se abbiamo osservato e segnalato falsificazioni dell’album della Sidam “Il calcio italiano” che ha un valore piuttosto basso, in proporzione ad alcune serie della Liebig, possiamo intuire come nel corso di 100 anni di vita queste figurine abbiano dovuto sostenere l’opera dei soliti furbastri, specie verso quelle serie che hanno avuto da sempre quotazioni elevate o elevatissime!
Ma comunque è un fattore assolutamente marginale su cui, però, ancora deve essere svolta attento e curato studio (in fondo l’argomento è di quelli che meno si trattano, meglio è).
Ovviamente le serie più soggette sono quelle di valore medio o medio alto, nella logica che il falsario non falsifica biglietti da 5 euro, perché valgono poco, ma nemmeno quelli da 500 euro perché, valendo molto sono più soggetti a controllo.
Non è un caso che le banconote più falsificate sono quelle da 50 euro (la logica dei mascalzoni è sempre la stessa!)
Fermo restando che tutte le Liebig sono dalla prima all’ultima delle cromolitografie, come detto, nel corso dei quasi 100 anni di pubblicazione si sono avute delle modifiche ed evoluzioni in supporti cartacei, dimensioni, impostazioni grafiche presenza più o meno invasiva della componente pubblicitaria, ecc. che è impossibile ed anche non conveniente ricordare in questo articolo che inquadra in maniera generale la produzione Liebig.
Le variazioni più significative per questo aspetto ma anche per gli altri, verranno ricordate ed esposte negli articoli di accompagnamento realizzati per la pubblicazione dei “Volumi Virtuali” lungo il percorso della produzione Liebig.
c. le dimensioni delle figurine
Il loro formato, che non è rimasto invariato nel corso degli anni, è, mediamente di cm 11 x 7.
Tuttavia le variazioni, sopra sottolineate, devono intendersi come variazioni minime rispetto al formato medio citato, non variazioni stravolgenti ma, ripeto, piccole variazioni nell’ordine di qualche millimetro, non di più.
Per quanto riguarda il fronte della figurina, questo è a sviluppo verticale o a sviluppo orizzontale con una decisa maggioranza per le serie orizzontali.
Le serie non sono sempre integralmente o a sviluppo verticale oppure a sviluppo orizzontale visto che, in qualche caso, per la verità piuttosto raro, ci sono serie dove convivono tanto figurine orizzontali quanto verticali.
d. le serie – composizione della raccolta
La raccolta si compone di varie serie, la maggior parte formate da sei figurine ciascuna, ma con alcune serie con numeri di figurine maggiori, quando l’argomento era tale per cui, non volendolo frazionare in più serie, necessitava di essere trattato con un maggior numero di figurine rispetto alle sei canoniche.
Se non ricordo male la serie italiana più numerosa è composta da 18 figurine ed è del 1937 (serie 1356 - l’impero italiano A.O.I.).
In quantità variabile ogni anno la Liebig produceva un certo numero di serie, con interruzioni solamente durante i due periodi bellici del ‘900 ed il complesso delle produzioni annuali è il corpo della raccolta di figurine Liebig
Molte di queste serie venivano editate in diverse lingue nazionali anche se esistono parecchie serie che potremo chiamare "esclusive" che sono state realizzate appunto "esclusivamente" per una determinata edizione nazionale.
In un quadro riepilogativa pubblicato sul sito si può trovare il riassunto numerico della intera collezioni Liebig, frazionata secondo le proprie raccolte nazionali in cui il numero delle serie "esclusive" è chiaramente citato.
A tal proposito va detto che solamente Spagna, Olanda e Svizzera non hanno serie "esclusivamente” create per quello specifico mercato.
e. le immagini
Per delle figurine le immagini rappresentano la vera essenza.
La Liebig fu da sempre molto accorta nello scegliere degli illustratori di primissima qualità che avessero uno stile didascalico e classico, senza intercedere più di tanto alle mode grafiche del tempo che erano, semmai, appena seguite per quanto riguardava la grafica di contorno all’immagine, non l’immagine stessa.
Anche a livello di firme, la Liebig vietò espressamente che le figurine fossero firmate, questo almeno fino agli anni 40 dove si ebbe un certo ammorbidimento su questo aspetto.
In fondo l’anonimato del bozzettista rispondeva alla firma Liebig che ha sempre campeggiato in ogni serie della raccolta.
La qualità del disegno è sempre stata un vanto della Liebig e bisogna riconoscere che molte delle serie sono dei veri capolavori di illustrazione.
Anche questo importante aspetto non fu scevro di clamorosi errori tra cui mi piace ricordare quello commesso nella serie 956 del 1909 “episodi di vita dei fanciulli” in cui nella figurina f) i fanciulli italiani furono ritratti mentre accattonavano importunando un distinto passante….
Naturalmente tale illustrazione sollevò (giustamente) un pandemonio, tanto che la Liebig ammise l’errore, ritirò la serie e la sostituì con la serie 956 a in cui i bambini italiani erano raffigurati mentre lavoravano tessendo trine (un bel cambiamento, non c’è che dire).
f. i testi a tergo
Per quanto, invece, riguarda i testi a tergo e le denominazioni ufficiali (titoli e sottotitoli) questi non sempre sono stati inseriti ed hanno avuto una ovvia evoluzione, nel corso dei quasi 100 anni di produzione.
Col trascorrere del tempo, si è data sempre maggiore importanza ai titoli ai sottotitoli, alla numerazione delle figurine di ciascuna serie ed ai testi a retro, completamente mancanti all’inizio e divenuti, poi, elemento insostituibile sul retro esattamente come l’immagine lo era da sempre per il fronte della figurina.
Nei testi sono stati commessi degli errori piuttosto marchiani, a volte corretti con una “errata corrige” di accompagnamento alla serie di figurine (quindi non stampata o sovrastampata sulle figurine), a volte talmente gravi od offensivi da causare la ristampa delle figurine.
C’è proprio un caso che riguarda una dizione ed è quello della serie 1066 del 1913 in cui nel testo compare una dizione ritenuta estremamente offensiva ed ingiuriosa che fu “coperta” da una striscia da incollare editata in un secondo tempo e, successivamente la serie venne rieditata completamente con un testo corretto ed accettabile.
L'IMMAGINE DI SINISTRA E' DI UNA SERIE DEL 1910 MENTRE QUELLA DI DESTRA E 'DI UNA SERIE DEL 1965.
TRA LE DUE CORRONO DUNQUE BEN 55 ANNI E SI VEDONO BENISSIMO LE DIFFERENZE DETTATE DAL PASSARE DEL TEMPO.
A PARTE LE DIMENSIONI NOTIAMO SUBITO COME LA FIGURINA MODERNA SIA, GRAFICAMENTE, DECISAMENTE PIU' "SINTETICA", ASCIUTTA, ORDINATA, MONOCROMATICA PRIVA DI SOVRASCRITTE E CON TESTI DECISAMENTE PIU' SVILUPPATI .
g. la catalogazione
Come tutte le cose nate in un’altra epoca, le Liebig riportano un problema di numerazione non indifferente.
Va anche detto che la Liebig, non avendo prodotto solo in Italia ma in mezza Europa ha sempre avuto problemi di numerazione delle figurine per “conciliare” edizioni inglesi tedesche francesi, svizzere ecc. ecc.
Poiche’ ogni serie ha una sua denominazione ufficiale, ogni serie ha una sua successione ufficiale di figurine all’interno della serie. (figurina numero uno, due ecc. ecc.), è evidente che, quando questi elementi non sono riportati direttamente sulle figurine (cosa di prassi nelle serie ottocentesche in genere ed anche dei primi del novecento), è stato compito degli studiosi e dei catalogatori trovare le giuste numerazioni e collocazioni.
Ne consegue che i cataloghi ufficiali comunque sono indispensabili per riuscire a raccapezzarsi in questo variopinto mondo Liebig.
Chi ha messo, per prima, ordine in questo marasma delle numerazioni è stata la ditta Bolaffi di Milano i cui diritti furono in seguito acquisiti dalla ditta Sanguinetti, sempre di Milano, che si è interessata alla catalogazione delle Liebig mondiali sin dai primi del XX secolo, risultando, in ambito mondiale, la ditta leader di tale settore anche perché non è la sola ed unica ad aver realizzato un catalogo.
Le numerazioni attualmente utilizzate sono:
- La numerazione “Sanguinetti” (filateliasanguinetti.t) che è abbreviata in “sang.”;
- La numerazione “catalogo unificato”, detta c.u. che è la numerazione derivante dal “catalogo unificato” edito in Italia da Unificato editore (unificato.it) che è abbreviata in “uni” o “unif”.
A queste due differenti numerazioni si aggiunge una ulteriore numerazione detta numerazione C.I.L. (Compagnia Italiana Liebig) che è una numerazione ufficiale proprio della Liebig italiana che però inizia ad essere utilizzata dal produttore solo a partire dal 1934 con la serie sang. 1286, che è la prima serie del 1934, mentre, solo dalla serie cil 278 (corrispondente alla sang.1805) la numerazione cil è riportata anche in stampa sul retro della figurina (in alto a sinistra).
Non è un dettaglio il fatto che tanto sul catalogo Sanguinetti quanto sul catalogo Unificato non venga riportata la numerazione di quella serie secondo il catalogo “concorrente, mentre in entrambe i cataloghi la numerazione cil è riportata in quanto elemento ufficiale dell’edizione e non elemento di catalogazione privata.
È certamente un gran bailamme, anche perché la numerazione è determinante per il colloquio tra collezionisti che desidererebbero avere un numero che corrisponda per tutti in maniera inequivocabile a quella determinata serie ed invece… non è affatto così!
Sarebbe interessante, ma qui fuori luogo, spiegare le ragioni che hanno portato due differenti catalogazioni del medesimo materiale, con conseguente non rispondenza tra essi, ma l’ampiezza dell’opera e la sua distribuzione temporale e l’esistenza di edizioni in varie lingue sono senza dubbio le tre ragioni di base per cui questo fenomeno si sia sviluppato.
Per comprendere bene questo problema ricordo che i catalogatori, nel fare il loro lavoro certosino, hanno realizzato un catalogo generale, non solo quindi relativo alla produzione italiana, per cui, prendendo in esame solo il catalogo italiano, ad esempio, troviamo che la prima serie edita in italiano ha numero di catalogo sang 65, questo perché esistono altre 64 serie editate in Francia anteriormente alla 65, mentre non troviamo la serie 65 tra quelle editate nel regno unito o in olanda, dove la prima serie editata fu la numero 103.
Come consiglio a chi volesse inoltrarsi in questo mondo dopo aver letto queste note è quello di acquistare sia il catalogo Sanguinetti che il catalogo Unificato dove si potrà trovare immagini di almeno una figurina per ciascuna delle serie sia italiane che estere prodotte dalla Liebig (due immagini per ciascuna serie per l’unificato ).
Sono due opere godibilissime, piene di informazioni, che hanno fatto letteratura e legge nel collezionismo di queste figurine. Sia la Sanguinetti che la unificato hanno poi anche un listino prezzi più o meno aggiornato in cui le serie hanno una quotazione di mercato.
Utilissimi e presenti in ambedue i cataloghi gli elenchi alfabetici dell’intera produzione Liebig.
3. ASPETTI CORRELATI
a. aspetti culturali
Certamente dal 1878 al 1975 le motivazioni (non considero quelle legate alla commercializzazione del prodotto) di carattere didattico non sono cambiate nel tempo, ovvero quelle di dare al pubblico una informazione sul mondo in cui si sta vivendo, analizzando e mostrando aspetti legati all’argomentazione geologico -fisica, storico e culturale, animale e vegetale, tecno scientifica, antropologica e geografica, artistica e di costume, di modi di vita passati e presenti, investendo così la smisurata gamma dello scibile, senza sottrarsi di fronte ad alcun argomento e sempre cercando di trattarlo usando immagine e parola all’unisono (la parte di testo è però lenta a prendere piede e diviene fondamentale attorno agli anni ’20 del ‘900.
Certamente, nel tempo, si è modificata in maniera stravolgente la disponibilità di diffusione della cultura che, a fine ottocento, si diffondeva solo attraverso testi scritti e giornali del giorno prima recapitati in provincia “a vapore”.
In quel contesto la figurina rappresentava un modo primitivo, ma allora ineguagliabile ed insostituibile, per la diffusione della cultura, considerando che non c’era nulla di quanto abbiamo oggi, partendo dalla radio fino ad internet e passando per la televisione.
C’è poi un ulteriore aspetto legato a 100 anni di immagini commentate di vita quotidiana mondiale, di aspetti tecnologici della nostra civiltà, di usi e costumi del mondo, di elementi del mondo animale e vegetale e di storia dell’umanità e di elementi scientifici in senso lato, dall’impiego della elettricità alla geologia alla geografia astronomica.
È l’aspetto Dello studio che attraverso di esse si può fare dell’evoluzione delle scienze, delle conoscenze tecniche, del processo di inserimento delle nuove tecnologie nel mondo quotidiano, nonché lo studio degli aspetti legati all’evoluzione linguistica e quello della evoluzione grafica.
Fare esempi è banale, ma vedere una serie di figurine che presenta una centrale idroelettrica come la massima evoluzione della tecnologia del tempo ci fa immediatamente pensare che dell’energia atomica all’epoca nemmeno se ne parlava nei libri di fantascienza e non era diecimila anni fa ma solo 90 od 80 anni fa!!!
Anche le tecniche del discorso grafico sono passate attraverso epoche descrittive profondamente diverse tra loro e ne recano segni facilmente distinguibili che sono bellissimi da studiare in quanto gli elementi grafici erano “costretti dentro un formato standard e quindi le soluzioni grafiche delle varie epoche sono comparabili tra loro proprio perché’ create nell’ambito del medesimo lavoro e delle medesime finalità.
Quello che cambiava era solo la sensibilità artistico – grafica del periodo.
b. Conservazione e ordinamento
Analogamente a quanto predisposto per la serie Lavazza, ho inserito questo capitolo particolare in quanto le dimensioni delle figurine sono tali da rendere le “normali” schede o fogli di plastica con 9 tasche verticali oppure con 8 tasche orizzontali, totalmente non idonee a contenere questo tipo di figurine.
b 1. conservazione
La conservazione di questa collezione così ricca e bella da vedere non può essere fatta con delle fascette che “fascino” le singole serie ed una scatola da scarpe (ce ne vorrebbero almeno una ventina)!
Identico discorso se mettessimo ogni singola serie in comode bustine di plastica e le riponessimo, una accanto all’altra in una bella scatola di scarpe!
Quello che non va è proprio la scatola di scarpe!!!
La raccolta è bella, imponente, impegnativa, costosa, dobbiamo prevedere un impianto di conservazione adeguato alle sue caratteristiche, costoso, non per il piacere di spendere soldi, ma per dare alla collezione un adeguato alloggiamento ed una corretta conservazione ed anche perché la serie singola e quindi l’insieme delle serie singole, ovvero la raccolta, abbia una resa di visibilità elevata ed una leggibilità massima ed una rapida e semplice consultabilità.
Esiste in commercio una vasta gamma di prodotti realizzati apposta per le figurine Liebig, vediamone pregi difetti e costi.
UN ALBUM DATABILE ATTORNO AGLI ANNI '20-'30 PER VIA DELLA GRAFICA ASSOLUTAMENTE STILE POST LIBERTY DEI FREGI DI COPERTINA.
LA TECNICA PER RILEGARE I FOGLI CONTENITORI ERA IDENTICA A QUELLA DI SEMPRE OVVERO I FOGLI ERANO INCOLLATI SU SUPPORTI DI CARTONCINO RILEGATO SULLA STRUTTURA. ERANO QUINDI ALBUM MODULABILI IN CUI SI POTEVANO INSERIRE ANCHE MENO FOGLI DEL LORO CONTENUTO MASSIMO.
INOLTRE POTEVANO ESSERE INCOLLATI ANCHE GLI INTERCALARI TRASPARENTI, COME SI VEDE IN FIGURA DI DESTRA. QUESTO ALBUM ERA PRODOTTO DALLO STABILIMENTO GRAFICO RIPALTA - MILANO
UN ALBUM ORIGINALE LIEBIG SICURAMENTE SUCCESSIVO AL 1933 PERCHE' RECA IL LOGO DELLA C.I.L. CHE INIZIO' AD OPERARE, PROPRIO DAL 1933 E NON SUCCESSIVO AL PERIODO BELLICO.
LE PAGINE CONTENITRICI ERANO INCOLLATE AD UN SUPPORTO DI CARTONCINO CHE PERMETTEVA ANCHE A CHI VOLESSE DI INSERIRE UNA VELINA INTERCALARE CHE E' BEN VISIBILE NELLA FOTO DI DESTRA. QUESTO ALBUM ERA PRODOTTO DALLA E. ROY & FIGLI - VERCELLI
b1a …gli album originali Liebig
Esiste una sistemazione classica, direi filologicamente corretta, come nessun’altra e consiste nel riporre le serie di figurine negli album raccoglitori originali della Liebig.
Questi album, che misurano 30 x 28 cm e che possono contenere anche oltre 40 serie ciascuno, sono fondamentalmente cartacei con copertina in cartone rigido (alcuni sono in verde con scritta dorata “figurine Liebig” e marcati in seconda di copertina con il logo “cl” – “Compagnia Liebig”, altri sono con fondo color canapa grezza con una immagine a colori di un cowboys che cattura una mucca al lazo e la scritta “figurine Liebig” piccola in un angolo alto, tutti sono album ufficiali Liebig), fogli raccoglitori in cartoncino dotati di 24 fessure su cui inserire le sei figurine di una serie e fogli leggeri semi pergamenati che fungono da divisori tra serie e serie.
Certamente questi album hanno più fascino e storia di ogni altro album per le figurine Liebig, ma hanno anche molti consolidati difetti, tra tutti lo spazio che occupano ed il fatto che le figurine si rovinavano molto una volta messe nelle fessure che ne compromettevano spesso il vigore degli spigoli e provocavano pieghe e lesioni spesso evidenti e penalizzanti.
Riguardo al costo, se si trovassero nuovi questi album avrebbero un costo decisamente alto, ma poiche’ non sono più in produzione da almeno 50 anni, dovremmo rifarci al mercato dell’usato e quindi avremo costi molto più abbordabili e simili agli album moderni.
Diciamo anche che questi album, non avendo una loro custodia originale lasciano le figurine poste sul lato alto del foglio esposte alla polvere e all’aria.
UN ALBUM DELLA LIEBIG (ABBASTANZA RIDOTTO MALE) DI ULTIMA GENERAZIONE VISTO CHE ALL'INTERNO E' GIA' DOTATO DI ANELLI CON MOLLA, DATABILE ATTORNO AGLI ANNI '60. QUESTI ALBUM ERANO PRODOTTI DALL'ISTITUTO ITALIANO DI ARTI GRAFICHE DI BERGAMO PER CONTO DELLA C.I.L. (COMPAGNIA ITALIANA LIEBIG).
b1b. gli album moderni
Gli album moderni sono di dimensioni più contenute misurando 27 x 25 cm e sono dotati di copertina plasticata morbida al tatto ma rigida poiché sono costituiti da un’anima di cartone rigido su cui è incollato un rivestimento di plastica spessa di colore verde scuro.
All’interno della costa è posta una clip dotata di anelli a molla (alcuni vecchi esemplari utilizzavano clips a tre anelli mentre quelli di produzione recente hanno adottato clips dotate di quattro anelli.
UN ALBUM DI TIPO MODERNO MA DI VECCHIA GENERAZIONE. SONO VIVIBILI LE BORCHIE CHE SERVIVANO A FISSARE L'ASTA DELLE CLIPS A MOLLA CON I TRE ANELLI.
ECCO UN ALBUM DI ULTIMISSIMA GENERAZIONE (PRODUZIONE ABAFIL-MILANO) IN CUI POSSIAMO NOTARE LA PRESENZA DELLA CUSTODIA, L'ADOZIONE DELLE CLIPS A QUATTRO ANELLI E LA SPARIZIONE DELLE BORCHIE DI FISSAGGIO DELL'ASTA DELLE CLIPS A MOLLE (NON VISIBILE DALLA FOTO).
Esiste anche un contenitore dotato non di clips metalliche a molla ma di viti (un sistema non modernissimo ma sempre efficace che hanno una capienza fino a 70 fogli con tasche.
Le figurine vanno poste all’interno di tasche di materiale “plastico”, anche questo dotato di tre fori (si trovano solo molto raramente al mercato dell’usato essendo fuori produzione da un bel pezzo) o di quattro fori di produzione recente o contemporanea.
Sia a tre o a quattro fori i fogli contenitori possono essere tanto orizzontali quanto verticali in funzione del verso delle figurine della serie che dovranno contenere.
Nel tempo la qualità dei fogli è notevolmente migliorata visto che quelli odierni sono molto trasparenti e luminosi.
In un futuro prossimo saranno realizzati con materiale privo di “plastica” che è noto, nel tempo, trasuda oli e tende ad incollare le figurine specie se stipate e compresse.
Nessuna di queste soluzioni è però valida per le serie in cui la Liebig impiegò il color oro.
Questo colore nella cromolitografia è piuttosto costoso e, nel tempo tende ad emettere lui stesso una componente oleosa di cui è composto, per cui la conservazione delle figurine con il color oro deve essere fatta con estrema cura ed attenzione.
Non dimentichiamo di porre tra un foglio contenitore a tasche e l’altro un foglio intercalare di carta non leggerissima (direi una gradazione da 80 a massimo 120 gr) o di plastica leggera, di grandezza pari al foglio di plastica con tasche ed avente i medesimi buchi per le clips a molla, possibilmente di colore nero.
I FOGLI NERI INTERCALARI ED I FOGLI TRASPARENTI CON TASCHE SIA ORIZZONTALI CHE VERTICALI
Questi fogli saranno dei veri e propri separatori visivi, da schermo neutro di fondo (ecco perché si consiglia il colore nero) e serviranno ad evitare che le pagine trasparenti interagiscano tra loro rendendo la visione più confusa e meno precisa.
Andando su eBay è possibile acquistare qualche prodotto di marca ma usato ad un prezzo decisamente più basso.
Sul mercato questi album sono commercializzati da diverse ditte:
- Sanguinetti sas - Via Solari, 3 - 20144 Milano – www.filateliasanguinetti.it;
- Abafil s.a.s. Di garretto a.&l. – via Brenta, 32 – 20089 Rozzano (Mi) – www.abafil.it;
- Master Phil S.r.l. - Via Vittorio Alfieri, 27 – 20090 – Trezzano sul naviglio – Milano – www.masterphil.it
b2. ordinamento
Quello che voglio dire è una banalità assoluta, solo apparentemente.
Perché mettere in ordine una serie numerata non ha bisogno di spiegazioni e consigli.
Ma, abbiamo già accennato che non tutte le serie Liebig hanno un numero stampato e quando questo è presente lo è sul retro, che ha una visibilità di primo impatto pari a zero.
Quindi, se questo significa che il modo di ordinare e conservare la raccolta, ovvero il più semplice ed il più immediato che è quello di ordinare e riporre le serie in maniera consecutiva numerica, poiché le figurine non hanno riportato il numero della serie, sarà opportuno far sì che detto numero compaia e sia facilmente leggibile.
Pertanto consiglierei o di mettere una targhetta sulla pagina scura di intermezzo (il foglio intercalare) che precede la pagina plastica con tasche, in modo che sfogliando l’album avremo, prima di vedere le figurine, riportato sul “sipario” il numero della serie.
A tal proposito gli album della Sanguinetti danno la possibilità di inserire il numero della serie e la sua denominazione direttamente su una apposita tasca sulla sommità di ogni foglio con tasche (una “figata” questa che ha il suo costo ma è frutto di una lunga e comprovata esperienza).
Questo comporta che gli album della Sanguinetti siano un pochino più grandi rispetto agli altri ma, per certi versi più funzionali.
Se dovessimo cercare la serie numero 065 che sappiamo essere la prima serie prodotta delle Liebig italiane non avremo difficoltà alcuna, perché andremmo immediatamente al primo album della nostra raccolta ed il gioco sarà fatto.
Ma se dovessimo cercare la serie numero 1334 come ci muoveremmo?
Questo dipende da quale criterio abbiamo seguito nell’ordinare le nostre figurine negli album.
Non possiamo usare il criterio di 35 serie per album quindi 1334: 35 = 38,11 quindi volume 39 per l’evidente motivo che la serie 1334 non è la 1334esima serie della raccolta!
Non vale nemmeno aver inserito le serie in album che contengano solo serie editate in quell’anno, altrimenti dovremo avere qualcosa come 90 album circa e nemmeno le avessimo riposte con questo criterio riusciremmo a trovare la 1334 senza consultare il catalogo, leggere l’anno di edizione ed andare a prendere uno dei 90 album di cui si comporrebbe la nostra raccolta.
Il metodo più facile è quello di inserire negli album il numero di serie che esso può contenere, e di riportare sulla costa degli album i numeri della serie di apertura e quella di chiusura.
Per ritrovare la vostra 1334 sarà un gioco da ragazzi e senza consultare nulla se non i vostri album.
c. aspetti economici
Una raccolta Liebig italiana completa, lo abbiamo detto sin da subito, è roba da nababbi e nemmeno da quelli, quindi lasciamola perdere ed allontaniamola dalla nostra fantasia.
In fondo il collezionista non è una persona che vada in coma se non ha una serie che non ha praticamente nessuno, piuttosto si gode quelle che ha, la coccola e le fa crescere, come un padre che sa bene di non poter dare alla propria famiglia se non traguardi raggiungibili con i mezzi a disposizione.
Scordiamoci la botta di fortuna che dovesse capitarci magari sfogliando un album in un negozio dell’usato, quell’album prima di voi è stato sfogliato da altri mille ed ogni rigattiere, per primo è andato a vedere cosa c’è dentro quello che ha recuperato in una vecchia cantina…
Le cose rare costano, le cose rarissime costano in maniera neppure quantificabile dagli esperti, tanto è vero che certe serie veramente rare sono vendute all’asta perché, come i quadri di certi autori, il prezzo finale non è neppure immaginabile.
Per fortuna non ci sono più di 50 serie a cui dovremmo rinunciare per ragioni di “costi” e poi sono tutte concentrate dal 1921 in giù.
Con qualche piccola eccezione, la gran parte delle serie ha costi di listino veramente abbordabili e da un venditore onesto potrete avere anche sconti del 35- 40 % sul valore di listino.
Tanto per capirci la serie 890 del 1907 è quotata a listino 5 euro e potrete acquistarla per 3 euro (ovvero 50 cents a figurina, visto che è una serie da 6 figurine…), per cui non è una impresa impossibile avere una raccolta di figurine Liebig di cui andare orgogliosi.
Le figurine Liebig sono un mondo in cui entrare è fantastico!!!!!