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A.V.E. - IL VITTORIOSO - ROMA

LA STORIA

il logo moderno della a.v.e.

 

La casa editrice A.V.E. (Anonima Veritas Editrice) fu fondata nel 1935 in ambito gioventù cattolica, una branca giovanile della casa madre “Azione Cattolica”, una associazione per modo di dire “laica” che aveva come scopo principale quello di supportare la formazione morale e religiosa dei fedeli cristiani, di ogni età.

Tra le sue massime iniziative editoriali deve annoverarsi il settimanale “il Vittorioso”, nato nel 1937.

La storia di questo settimanale italiano si lega, quindi, alla volontà della “Azione Cattolica” di avere, anzi di riconquistare una sfera di influenza nelle menti dei ragazzi secondo la dottrina cattolica, difatti le influenze che il fascismo, (come disciplina formativa, non solo politica), che le guerre coloniali, che le atmosfere non certo idilliache dell’autarchia, che le degenerazioni della guerra fratricida in spagna (guerra politica a cui l’Italia fascista aveva preso parte in maniera non ufficiale ma estremamente palese con l’invio di oltre 80 mila falsi volontari) malgrado lo “slogan” di moda ai tempi: “Dio, Patria, Famiglia), stavano inesorabilmente “corrompendo” la gioventù italiana verso forme diseducative rispetto alle caratteristiche che un buon cristiano avrebbe dovuto avere.

Forse una delle ultime, ma non certo la più importante delle ragioni fu la decisione  della Casa Editrice Nervini di Firenze di pubblicare sul settimanale “l’Avventuroso”, testata la cui uscita nelle edicole è datata ottobre 1934, le avventure dei super eroi americani Flash Gordon e Mandrake (considerati troppo violenti) o dell’agente segreto Raymond (x-9) nelle cui tavole gironzolavano donnine poco rassicuranti e che poi furono colpiti dai provvedimenti censori del Ministero della Cultura Popolare (minculpop), quando il regime fascista, per autoalimentarsi, si inventò una autarchia degna del più becero nazionalismo.

Certo, i valori che "il Vittorioso" poteva portare avanti dovevano essere allineati, più nel 1937 che nel 1934 alle volontà del partito unico, ma, l’abilità dei collaboratori dei vescovi fu quella di restare entro un solco, pur uscendo spesso e volentieri dal “seminato” altrui, per seminare in maniera molto mirata il “proprio”.

Spesso "il Vittorioso" ricorreva alla politica del” colpo al cerchio” e “colpo alla botte” per riuscire a “navigare” in quelle acque torbide e, comunque riuscire a diffondere il proprio messaggio a più gioventù possibile.

Tra i collaboratori che il vittorioso annovera sin dall’inizio, tutti autori, disegnatori e sceneggiatori italiani tra cui notiamo Gianluigi Bonelli, che poi divenne lo sceneggiatore e padre di Tex Willer, Lino Landolfi, Caesar, Claudio Nizzi, Ruggiero Giovannini ed il giovanissimo (appena diciassettenne) Benito Jacovitti che al vittorioso restò fedele sino alla definitiva chiusura.

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