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ABAFIL - MILANO

CROMOLITOGRAFIE FILATELICHE

(1978 – 1982)

FIGURINE

PRESENTAZIONE

 26 abafil 02 f

1. ELEMENTI

Chi sia rimasto sorpreso nell’aver trovato la “abafil di Milano” dall’altra parte della barricata, ovvero come società editrice di figurine e non come ditta produttrice di materiale per collezionismo filatelico numismatico e di ogni altro genere, troverà qui ogni risposta ai suoi molti punti interrogativi.

In effetti la Abafil è ben conosciuta in ambito collezionistico proprio per essere una ditta leader del settore di forniture per collezionisti.

Magari pochi sanno che la Abafil, invece, dal 1978 al 1982, divenne Casa editrice di una bella serie di figurine, di grande intuizione e di grande progetto, di cui purtroppo restano solo le 26 serie prodotte nei quattro anni di attività nel settore editoria.

Come mai questo progetto ha avuto così breve durata (breve solo se lo paragoniamo ai progetti Liebig e lavata, si intende!)?

La risposta non è di tipo commerciale, perché le serie furono prodotte per quattro anni non in perdita (la produzione sarebbe terminata decisamente prima), per cui sotto questo profilo, la pubblicazione delle abafil sarebbe continuata ancora per parecchi anni, forse decenni.

Purtroppo il progetto fu abbandonato in seguito alla scomparsa prematura a seguito di grave ed incurabile malattia, del fondatore e titolare della abafil, il Ragionier Salvatore Garretto, grande appassionato di francobolli, ideatore e realizzatore del progetto, che sosteneva con grandissima passione e competenza.

La famiglia, che ereditò il peso della conduzione dell’azienda, si vide costretta a superare le immaginabili problematiche di carattere pratico e, solo concentrandosi sul “core business” dell’azienda, riuscì a continuarne la sua attività e la sua storia e a portare l’azienda ai vertici della qualità produttiva mondiale che noi collezionisti gli riconosciamo.

Fu un vero peccato, per tutti, perché l’idea era originale e valida ed aveva anche ben attecchito nei 4 anni di produzione.

Oggi sarebbe al suo 45 esimo anno di produzione e avrebbe prodotto almeno dalle 250 alle 300 seri; ma questi sono sogni irrealizzati e la realtà resta invariata.

Il risultato di quanto sopra detto è stato che queste serie sono, lentamente, finite nel dimenticatoio, cosa assurda per mille motivi!

Questo sito ritiene, invece, che la produzione figurinista della Abafil sia da vedere oggi come una produzione di grandissima importanza nel panorama della editoria di figurine italiana ed europea, a prescindere dalla mole dell’editato e del disponibile al collezionista.

Tale convinzione è molto ben deducibile da quanto esposto nel corso di questa presentazione.

2. IL PROGETTO

Che cosa portò, quasi alla fine degli anni ’70, una ditta manifatturiera specializzata in produzioni per l’ausilio al collezionismo (contenitori, fogli filatelici, porta figurine, porta monete, espositori ecc.) a divenire a sua volta produttrice ed editrice di serie di figurine?

La risposta è abbastanza semplice: la passione per la filatelia per il collezionismo in genere.

Il titolare della ditta, Salvatore Garretto, difatti, da sempre, oltre che imprenditore del settore, grande collezionista e grande filatelico, innanzi tutto, individuò un vuoto che nei collezionisti si era creato agli inizi degli anni ’70.

La Liebig italiana, filiale della Liebig internazionale (ditta tedesca) già dagli anni ’70 del xx secolo produceva figurine didattiche a supporto della sua produzione ed in Italia fu “imitata” dalla Lavazza a partire dal 1949 ed anche dalla Wuhrer, ditta anch’essa produttrice di estratti e dadi di carne (una breve esperienza di sole 11 serie iniziata e conclusa negli anni ’60 e pubblicata dal sito).

Nel 1972 la Lavazza chiuse le sue epiche annate di figurine e nel 1975, ultima, si spense anche definitivamente la produzione di figurine Liebig!

Fu un trauma per tutti i collezionisti di figurine di questa tipologia e formato!

Il Garretto ebbe l’intuizione di colmare questo “vuoto “e lo coniugò con la sua passione per la filatelia!

Il risultato fu la nascita di un progetto che, coniugando il mondo della figurina (magari non di grandissimo pedigree, ma di forte impatto popolare), con il mondo filatelico (che, in quanto a pedigree disponeva di quello più blasonato in assoluto), dette vita a serie di figurine di tipo filatelico che potessero richiamare l’attenzione tanto dei collezionisti di figurine, orfani della Liebig, quanto di quelli di francobolli.

Un’idea semplice, incredibilmente moderna e rivoluzionaria per il periodo e, quindi, di grandissima valenza storica e filologica.

Una iniziativa che, fondendo due mondi sino ad allora mai venuti in contatto, creava i presupposti per una serie di figurine del tutto nuova, sotto il profilo dei contenuti e della ideazione ed un nuovo modo per raccogliere e valorizzare tipologie di francobolli nostrani a volte avviliti nei contenitori di soli valori bollati postali!

Un po’ una “summa teologica” di due pianeti mai venuti ad avere orbite comuni.

Fedele all’ideazione, il suo progetto prevedeva figurine cartonate leggere il cui formato si rifacesse a quello delle oramai scomparse figurine Liebig e delle sue sorelle più giovani (le cromo didattiche della Lavazza).

Queste due serie, difatti, erano state ed erano ancora all’epoca (lo sono ancora oggi!) tra le serie di figurine più collezionate in Italia e non solo ed anche le uniche ad avere valore commerciale di un certo rilievo, proprio perché il loro collezionismo era un collezionismo molto più da adulti che non da ragazzi, il gotha del collezionismo di figurine!

Quindi forma e dimensioni ma anche la scelta di creare serie da 6 figurine, con il medesimo argomento di base, era una impostazione di assoluta somiglianza con la produzione Liebig-Lavazza.

La particolarità scelta dal loro ideatore riguardava gli argomenti che le figurine andavano ad interessare.

Questi, difatti, non erano scelti da un apposito comitato di redazione, ma … dalle Poste Italiane o Vaticane o, penso, eventualmente, anche di San Marino (anche se lo stato delle tre torri non viene mai preso in considerazione nei 4 anni di produzione).

Le serie di figurine, difatti, erano conseguenza delle emissioni filateliche di Enti Postali Ufficiali di Stato, che emettevano una serie di francobolli commemorativi o celebrativi, di vario valore e di vario soggetto, sulla scorta dei quali la Abafil creava la serie e le sei figurine che la componevano.

Su ciascuna figurina c’era l’aspetto figurativo rappresentato nella immagine posta sul fronte, l’aspetto contenutistico lasciato alla stesura di testi che spiegassero il significato della figurina e del francobollo e poi c’era il francobollo!

Il francobollo?

Sì il francobollo, certo, che altro?

Mai vista, prima d’ora, una figurina col francobollo!

Ecco dove stava la vera novità di questa edizione di figurine filateliche!

retro con francobollo396

Il francobollo, come è chiaramente mostrato nella immagine riportata, in realtà non c’era fisicamente e non c’era nemmeno stampato in fac-simile, c’era però lo spazio per poterlo applicare ed eventualmente farlo anche annullare!

Ecco così realizzato il sogno di unire mondo del francobollo con il mondo delle figurine.

A livello progetto la Abafil non si era posta limiti quantitativi e temporali ed editava le figurine in funzione della disponibilità che gli emettitori di valori davano loro, attraverso serie riproducibili.

Certo non era una operazione filantropica, né la Abafil aveva mezzi tali da poter sostenere discrete spese senza rientrare almeno di quanto speso;

La durata dell’iniziativa editoriale, come tutte le iniziative editoriali basate sulla loro commercializzazione, era certamente funzione diretta del successo che la serie avrebbe riscosso presso il pubblico dei collezionisti.

3. ASPETTI TIPOGRAFICI

Le figurine misurano esattamente 11 x 6,9 cm, precisamente sovrapponibili a Liebig e Lavazza e sappiamo che questo non è un caso ma risponde ad una precisa scelta editoriale, come per dare alle Abafil, grazie al formato (e vedremo non solo a quello) l’anima di quelle che furono le collezioni più seguite in Italia ed in Europa!

Analogamente il supporto tipografico è il cartoncino leggero e sottile, ma resistente e di gran qualità utilizzato da Liebig e Lavazza, altro segno di precisa volontà a continuarne l’epopea.

La qualità di stampa è la qualità cromolitografica, la stessa di Liebig e Lavazza, un procedimento di stampa che, nel 1978, praticamente non era più usato da nessuno o quasi, visti i suoi costi elevati ed i tempi lunghi di realizzazione e vista anche la disponibilità di tecniche nuove, eppure orami già affermate all’epoca, grazie alle quali tempi e costi erano ridotti.

Questa, scelta consegna alle Abafil una qualità di stampa e una ricercatezza formale di vero pregio, perfettamente aderente alla filosofia di una produzione in linea con la vera tradizione della figurina.

Inutile dire che le figurine sono curatissime sotto gli aspetti del taglio e della qualità realizzativa.

Unico appunto è che, nei tanti dati che ogni figurina ci trasmette, non sia stato previsto di inserire anche quello della tipografia che le realizzava, molto probabilmente una tipografia che fosse in grado di produrre cromolitografie di pregio, quindi mi sentirei di escludere, con una certa buona approssimazione, che si sia trattato di una produzione tipografica della stessa Abafil che non era certo una tipografia.

4. GRAFICA DEL FRONTE E RETRO

Le figurine erano di orientamento tanto orizzontale quanto verticale, senza un piano specifico.

Spesso a decidere quale “format” utilizzare era l’artista che, in funzione del soggetto. sceglieva come orientare la figurina.

Se nelle Liebig (con maggiore frequenza) e nelle Lavazza (solo molto raramente) ci troviamo di fronte a serie miste (ovvero con figurine sia orizzontali che verticali all’interno di una stessa sestina), nelle Abafil questo fenomeno è completamente assente.

Questo perché la Abafil sapeva benissimo quale problematica creava ad un collezionista una serie “mista “e quindi evitò di incorrere in questa imperfezione stilistica che aveva toccato le grandi edizioni del passato.

Le figurine, sul fronte, erano bordate di una cornice bianca al cui interno era ricavata una base color grigio di circa 1 cm all’interno della quale era riportato il logo della abafil a sinistra e poi, su più righe, il titolo della serie con a fianco il numero progressivo della figurina da 1 a 6 e sotto il titolo della figurina.

Sotto, ancora separato da una sottile linea, l’intestazione della Abafil (Abafil – articoli per collezionisti) ed il numero della serie posto in un ulteriore spazio laterale a destra.

Sul retro, in alto, la serie ed il numero, sotto il titolo della serie ed il titolo della figurina, poi uno spazio dedicato al testo, scritto con caratteri molto piccoli ma ben leggibili; il tutto compresso armonicamente in circa 5,5 cm.

Nei rimanenti 4 cm lo spazio “riservato per l’applicazione dei francobolli commemorativi”, spazio nel quale doveva anche essere posto l’eventuale annullo postale, meglio se del primo giorno di emissione.

Tra la zona destinata al testo e la zona destinata all’applicazione del francobollo, due righe dedicate alla casa produttrice ovvero: piccolo logo della Abafil – “articoli per collezionisti – Milano” e a capo “figurina filatelica – riproduzione vietata” e poi una serie di tre numeri tipo 3 – 1979/15.

Questo dei tre numeri è un parziale mistero.

Controllando molte figurine di varie serie si è evidenziato che la prima cifra non è mai superiore a 12 per cui indica chiaramente il mese di uscita della serie, la seconda cifra indica l’anno di produzione, mentre non si riesce a dare un certo significato alla terza cifra.

In tutte le figurine di una serie questi numeri sono uguali: in tutte le serie, la terza cifra è sempre 10, mentre solo nella serie 2 il numero è 15 e nella serie 23 il terzo numero è il 20.

Poiché’ le prime due cifre sono legate alla data di uscita della serie se ne deduce che la terza cifra potesse riguardare il giorno di emissione della serie, che in tutte è stato il 10 del mese e solo in due casi, sopra accennati, è stata modificata.

Comunque, diciamo, che la conoscenza di questo dettaglio non è poi così fondamentale.

Complessivamente possiamo dire che il progetto grafico rappresenta un po’ una sommatoria di positività, mutuate da anni di esperienza fatti da Liebig e Lavazza che sono entrate nel DNA di questa raccolta.

5. GLI ARTISTI E I SOGGETTI

Abbiamo detto che la scelta del soggetto della serie non era pertinenza della Abafil, o meglio la Abafil si adeguava alle emissioni filateliche di “una serie di francobolli”, ignorando ovviamente le emissioni che non si prestavano, tipo le emissioni del singolo francobollo o di serie di francobolli di tipo commerciale, riedizioni dei classici francobolli raffiguranti, ad esempio, la “testa di Italia turrita” in cui variava solo il valore ed il colore del francobollo.

La Abafil sceglieva però il bozzettista e ne approvava il lavoro provvedendo poi alla realizzazione delle figurine.

Le 26 serie prodotte tra il 1978 ed il 1982 sono state affidate ai seguenti bozzettisti:

  • 11 serie: Toffoletti - 02 – 03 – 04 – 07 – 09 – 10 – 11 – 12 – 13 – 14 – 25;
  • 08 serie: Massaro – 01 – 05 – 06 – 16 – 17 – 18 – 20 - 24;
  • 02 serie: Grisa – 22 - 23;
  • 01 serie: Gelbi – con il, rispettivamente 08 – 21 - 26;
  • 02 serie non sono firmate e quindi non si è riusciti a conoscere il nome dell’artista che le ha realizzate.

Toffoletti risulta essere stato un bravo illustratore ed anche un incisore di valori bollati, avendo firmato diversi francobolli prodotti dal Poligrafico dello Stato per le Poste italiane e questo spiega l’ampio lavoro a lui affidato, mentre Massaro, pure lui molto impiegato, era un illustratore incisore autore di bozzetti per il Poligrafico dello Stato, nonché già autore di una serie di figurine per la Liebig (per la precisione la serie 1628 – vedi secondo volume virtuale pubblicata sul sito), mentre non risulta abbia lavorato anche per la Lavazza ( in questo caso sarebbe stata l’unica firma che avrebbe immortalato il suo lavoro nelle tre grandi raccolte Liebig Lavazza e Abafil.

Gli altri autori dei bozzetti sono sicuramente illustratori di buona mano e tecnica ma di cui non si è riusciti a trovare ulteriori informazioni.

I soggetti delle figurine Abafil, sono legati al mondo del francobollo come motore di commemorazioni di personaggi famosi o di eventi di particolare valenza storica e di vita, ma anche di celebrazione di bellezze architettoniche del nostro paese.

Solo chi è giovane non può ricordare le bellissime serie di francobolli delle poste italiane dedicati ai “Castelli d’Italia” a cui le figurine Abafil dedicano ben 6 delle sue 26 serie editate.

Non faccio qui l’elenco che è disponibile in altra pagina dedicata del sito, ma molti sono i personaggi storici ricordati, da Santa Caterina da Siena ad Albert Einstein, da Virgilio a San Benedetto, da De Gasperi a Santa Rita da Cascia.

6. I TESTI

I testi di cui le figurine Abafil erano dotate, come imponeva la tradizione per questo tipo di figurine, erano molto ampi ed articolati, scritti in maniera stringata ma essenziale e molto incisivi.

Si nota la mano di una buona penna, tanto che leggere i testi non è solo di ausilio a comprendere la figurina ed il suo significato, ma è anche una piacevole ed interessante lettura.

Risultano completamente sconosciuti l’autore o gli autori dei testi.

Una nota interessante è che nei testi non si fa riferimento al francobollo, non viene minimamente menzionato o descritto, ma si racconta la storia l’evento, il luogo, il personaggio che il francobollo vuole celebrare ma non il francobollo come oggetto.

In altri termini il francobollo non è elemento discriminante della figurina ma un interessante complemento eventuale, tanto che la figurina vive anche se non completata con il francobollo.

7. ASPETTI CRITICI

Parlando di Abafil le critiche sono veramente più un fatto di mantenere in vita il “paragrafo” che quello di mettere in evidenza carenze progettuali o mancanze realizzative.

La Abafil raccoglie l’esperienza delle Liebig-Lavazza e la inserisce nel proprio D.N.A., in tal modo risultando esente da errori formali e sostanziali.

Un appunto lo farei, da non collezionista di francobolli, relativamente al fatto che la figurina non sempre identifica con precisione il francobollo che l’ha ispirata e che andrebbe attaccato su di essa.

La presenza della stampa del francobollo in bianco e nero nello spazio dedicato allo stesso, prassi che, peraltro, viene usata proprio dai collezionisti di francobolli che hanno la taschina con stampato in b/n il francobollo da inserire, avrebbe dato al collezionista di figurine una preziosa indicazione sul francobollo da inserire e comunque un completamento della figurina anche in senso filatelico, senza dover per forza inserire il francobollo “in carne ed ossa”!

Altro piccolo appunto il non aver ripreso dalla Liebig il dettaglio della tipografia responsabile della stampa.

Il fatto che le serie prodotte siano state solo 26 non può essere soggetto a critica ma semmai a forte rimpianto!

  1. ASPETTI COLLEZIONISTICI

Queste figurine erano a tiratura limitata e non credo fossero numeri di tiratura elevati; difatti, quando, per una pubblicazione, si sceglie la tiratura limitata è, anche, perché si vuole che la stessa abbia poi un suo valore alto già di partenza, dettato dal fatto che le disponibilità non erano affatto infinite.

Questo, che non è per nulla un dettaglio, ci fa capire che le figurine Abafil fosero, progettualmente figurine di nicchia e non di popolarità cercata a tutti i costi, un prodotto ricercato non di massa e come tali sono restate in questi decenni trascorsi.

Sul mercato le Lavazza e le Liebig sono facilmente reperibili, mentre le Abafil sono molto più rare.

Va ricordato che le figurine erano vendute in serie da sei e come tale anche oggi si trovano, per lo più, commercializzate sempre in serie da sei ed in tale modo andrebbero anche acquistate.

Sconsiglio infatti, vivamente, l’acquisto della singola figurina; farete molto ma molto meno fatica a trovare la serie da sei figurine intera, completa, che a trovare le altre 5 mancanti.

Ricorrere all’acquisto della singola figurina (si chiama spezzatura in gergo) può essere utile solo in quei casi in cui la vostra serie da sei abbia una figurina rovinata, piegata, abrasa e, quindi, da sostituire.

Riguardo la possibilità di trovare le serie, consiglio di rivolgersi direttamente alla Abafil che ha ancora delle piccole quantità di materiale che gelosamente custodisce, ma che è disponibile a cedere al collezionista che ne facesse richiesta (è la strada più semplice e più soddisfacente), anche perché’ le figurine sono perfette e di “prima mano” ed hanno costi assolutamente accettabili.

Il mercato di eBay è alquanto latitante, ma qualche serie si trova con un po’ di pazienza.

Se non avete nemmeno una Abafil e vi piacesse questa raccolta, snella e particolarissima, la spesa da affrontare non sarà eccessiva ma la soddisfazione che ne ricaverete sarà tantissima e la serie completata in fretta.

Naturalmente stiamo parlando di figurine, solo di figurine.

Se voleste le serie, complete anche di francobolli, è possibile che la Abafil le abbia ancora, ma in questo caso sarebbero 26 serie da 6 figurine, ovvero 156 figurine e 156 francobolli dotati tutti di annullo postale del primo giorno di emissione …insomma stiamo parlando, in questo caso, di cifre che sono da filatelico più che dà… (qual è il termine per definire un collezionista di figurine: figurinetico ???? Oddio speriamo di no!).

Ritengo che una raccolta completa di 26 serie e molto ben conservata (attenzione, di sole figurine senza i valori bollati) possa avere un valore commerciale di 150 – 200 euro (0,80 – 1,2 euro a figurina) che non è affatto molto per figurine rare e perfettamente conservate.

Reputo questa raccolta molto bella e stimolante e storicamente importante nell’ambito del mondo della figurina.

Una raccolta da non lasciarsi sfuggire, bella da possedere, molto bella da “vedere” e da “leggere”, che vi accompagnerà nelle ore che vorrete dedicare a rivedere le vostre figurine e vi arricchirà sempre, ogni volta che la sfoglierete!

Una cosa di “ordine superiore” per qualità e filosofia progettuale!

Consigliatissima!

Buona collezione!!!

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