ENRICO PAGLIARINI – ROMANO LOMBARDO (BG)
SERIE
FIGURINE FUSTELLATE FOTOGRAFICHE PICCOLE
CAMPIONATO 1966-67
PROGETTO - REALIZZAZIONE E STAMPA
PERSICOSTAMPA - CREMONA
FIGURINE
PRESENTAZIONE
1. PREMESSA
Il collezionista, si sa, è un cacciatore non sprovveduto e mai sazio, che, contrariamente ad un cacciatore, però, cerca cinghiali nel deserto e leoni al polo nord, perché ha sempre con se la propria attrezzatura (la memoria) e doti di resistenza quasi infinite.
Chi cerca trova e, siccome il collezionista deve “cercare” per trovare, lo trovi attivo 365 giorni all’anno ed è così che la mattina del primo gennaio il mio miglior amico mi dice di aver appena acquistato da un vicino di casa figurine di un certo rilievo e a poco prezzo!!!
Eh si siamo fatti così e se a leggermi è ora un collezionista sa bene quel che dico.
Cerca qui, cerca la, ad un certo punto ti capitano tra le mani delle cose che lì per lì non capisci ma che comunque “catturi”, poi si vedrà!
E’ così che a suo tempo ho catturato qualche figurina fustellata di calciatori con, sul retro, scritto “Enrico Pagliarini”, quando mi sarei aspettato di leggere “Althea Cemifrutto”, dato che queste erano figurine veramente identiche alle “Cremifrutto” fustellate fotografiche che comparvero a sostituire le fustellate disegnate che per due stagioni erano state le piccole di casa Althea.
La potenza commerciale del prodotto Althea ha fatto si che le figurine di questa serie fustellata fotografica in versione Althea-Cremifrutto, siano state decisamente maggiori rispetto a quelle ritrovate a marchio Pagliarini.
Devo dire che all’inizio non riuscivo a comprendere bene la presenza di una identica serie con due “targhe” differenti, quale fosse il meccanismo che le avesse generate uguali ma diverse.
A confondere ulteriormente le acque, di lì a poco, un ulteriore ritrovamento di figurine della stessa serie “targate” Desan, una situazione che rendeva questo triplice convergere verso una unica serie prodotti a marchi differenti.
Un ulteriore ritrovamento in zona basso Piemonte (Alessandria-Asti) di un certo numero di queste figurine, sicuramente della stessa serie ma ancora con una differente versione a tergo pur non avendo indicata la ditta produttrice mi ha messo sulla strada giusta per risolvere la “questio”.
2. IL PROGETTO NON ORIGINALE E CONDIVISO
Nella pubblicità si spendono dei soldi per far riconoscere il proprio marchio anche al di fuori delle ambientazioni di vendita del prodotto (per caramelle e dolciumi ad esempio un alimentari o una pasticceria), mentre marcando una figurina il marchio girava appresso alla figurine e passava di mano in mano.
Non ho mai visto un gadget pubblicitario a cui fosse impossibile risalire alla casa che lo aveva commercializzato (un caso, veramente ci sarebbe, quello delle figurine “Saila” dove la parola “Saila” non compare mai… e allora perché realizzare un gadget dico io !).
Nello specifico delle fustellate fotografiche, il ritrovamento “anonimo mentre gli altri ritrovamenti erano tutti bel riportati sul retro mi ha messo sulla giusta strada.
Le figurine senza marchio dovevano essere prodotte direttamente dalla casa editrice come figurine e non come gadget, come nel caso Althea, Pagliarini, Desan.
Alla ricerca di questa casa editrice avendo disponibili alcune immagini di quelle figurine fustellate, la mia ricerca si è ad un certo punto interrotta davanti al ritrovamento della fonte: la Persicostampa di Cremona con la sua serie 1967-68.
Trovata la paternità della produzione, è poi stato non complicatissimo (un eufemismo per dire che non è stato affatto facile) ricostruire le tempistiche, le motivazioni, i processi realizzativi e temporali che ruotano attorno ad un progetto che per tre su quattro non fu originale, ma fu poi per tre su quattro condiviso.
L’eccezione era sempre il pubblicato Persicostampa che qui non approfondiamo ulteriormente dato che se ne parlerà ampiamente in sede “Persicostampa.
Tuttavia è opportuno dare delle indicazioni senza dover far rimando ad altre pagine, seppur in forma decisamente contratta rispetto a quanto si dirà nella sede opportuna, riguardando il “mondo” Persistampa e non quello Pagliarini.
Pertanto, per capirci meglio facciamo un rapidissimo excursus all’interno di queste figurine.
L’idea, la progettazione e la realizzazione dei prototipi di questa tipologia di figurine nasce all’interno ditta cremonese con un progetto iniziale molto ambizioso che prevedeva la realizzazione di una intera serie di calciatori per tutte le squadre di serie “A”.
Il motore di tutto ciò è un motore di natura tecnica, difatti la Persicostampa riesce a creare un sistema di perforazione non continua (fustellatura) tale per cui una superficie sottoposta a contatto con pressione con la macchina (la fustellatrice) rende possibile separare ciò che è all’interno del perimetro di fustellatura dal ciò che è all’esterno.
Di per se la fustellatura è cosa arcinota, arci usata anche negli anni ’20, ma comporta la creazione di “lame dentellate per ciascuna delle forme che si vogliono “fustellare”.
Quindi i costi di realizzazione sono elevati ma se il metodo di fustellare è determinate per la funzionalità dell’oggetto stesso (pensiamo ad un biglietto del cinema che previa fustellatura si strapperà lungo una linea precisa anzichè strapparsi malamente a casaccio) e la fustella da impiegare è unica, come quella per fustellare un biglietto, allora i costi si abbassano tantissimo e comunque valgono il servizio che offrono.
Diverso è per un oggetto la cui funzionalità può essere massima anche senza fustellatura come, ad esempio una figurina: la Panini ha costruito un impero con le figurine senza mai realizzarne una fustellata (credo).
Abbiamo visto come, nel tempo, la fustellatura sia stata vissuta più come una nota di distinzione per prodotti di marca, piuttosto che per prodotti di largo consumo e popolari.
Erano fustellate le Pernigotti della serie “Navi” e della serie “Soldati coloniali”ma erano anche un prodotto dimensionalmente strutturato, con una stampa tra le più care e sofisticate (la Cromolitografia), erano fustellate anche le figurine della serie Elah “Animali feroci”, anche queste anteguerra e cromolitografiche ed erano fustellate tutte le serie della Althea grandi “Soldati”, “Costumi regionali” e “Calciatori” Grandi e Piccoli, così come tante altre figurine però appartenenti ad una certa “classe”.
Abbiamo visto, studiando le Cremifrutto come la Althea riuscì a ridurre i costi ruotando specularmente le fustelle facendo sì che fosse quasi impossibile accorgersi che con un “impianto” si potevano realizzare due “movimenti”, dimezzando le spese d’impianto.
Bastava non creare serie troppo numerose, distribuire bene i carichi a fustelle diverse e, soprattutto avere una grande quantità di realizzato commercializzato, per abbattere i costi e realizzare delle fustellate sempre più care e costose rispetto alla tradizionale figurina, ma a dei costi oggi diremo “sostenibili”.
Successe che la Persico riuscì a realizzare fustelle simili ma non uguali a basso costo e questo permetteva di realizzare delle serie fotografiche dei calciatori, anche corpose, di molte unità differenti, possibilità che le fustellature precedenti non avevano poiché andavano a fustellare dei disegni, calibrati alla fustella, cosa che era impossibile a fare su un soggetto reale da fotografare.
Il trucco era realizzare le immagini fotografiche con “pose” composte e statiche, mani ai fianchi, dietro la schiena, lungo i fianchi o conserte frontalmente, niente pose da genuflessi, da azione come ad esempio erano quelle del “Corriere dei Piccoli” disegnate anche loro e, comunque da ritaglio, non fustellate.
C’era poi una componente tecnica (certamente un brevetto) che abbatteva i costi per questa tipologia di realizzazioni.
Sta di fatto che la Persicostampa non riuscì a produrre la sua serie e decise di slittare questa produzione all’anno successivo e, pertanto, propose alla Althea, Pagliarini e Desan (e probabilmente anche ad altre ditte) la cessione a costi bassi delle figurine da realizzare a cura della stessa Persicostampa secondo una personalizzazione propria di ciascuna delle ditte acquirenti.
Risulta evidente che la Althea che aveva già una “clientela” non solo abituata da anni alla figurina fustellata, ma anche molto vasta in quanto la sua produzione di Cremifrutto era da capogiro, possa aver richiesto alla Persicostampa una copertura di almeno una ottantina di soggetti (il numero è basato sulla stessa dimensione delle raccolte Cremifrutto grandi e piccole degli anni precedenti), mentre la Pagliarini una varietà sportiva più semplice e ridotta (solo poche squadre di elite) e la Desan, di cui non abbiamo nessuna informazione, potrebbe aver avuto bisogno di una ridotta e scelta quantità di varietà sportiva , magari particolarmente rivolta a realtà sportive locali (ad esempio avesse avuto interesse commerciali in Campania, oltre a qualche campionissimo “targato” Milano o Torino, avrebbe, in questo caso, richiesto contenuti sportivi propri del napoletano o della Campania).
Ma per saperne di più è necessario studiare di più, scoprire di più, aumentare le nostre conoscenze.bisogna trovare decisamente di più.
3. APETTI GRAFICO TIPOGRAFICI
La comune provenienza ha dato alle tre case che firmarono questa serie delle figurine praticamente sovrapponibili per dimensione ed immagine frontale, mentre per il retro entra il gioco il discorso della personalizzazione che, seppure molto simile nei tre casi osservati, presenta differenze se non fosse altro per le scritte pubblicitarie a tergo (quella che abbiamo chiamato la “firma del prodotto”.
Non si riscontrano differenze neppure per quanto riguarda i supporti cartonati, da cui si evince la comune fonte di approvvigionamento.
4. ASPETTI COLLEZIONISTICI
Sono figurine rare, che interessano a pochi perché sono perse nella notte dei tempi, anche se molti collezionisti “vegani”, quando le vedono se le prendono anche se “sono fatte di mortadella”, perché le ritengono rare e magari le trovano a pochi spicci.E così queste figurine finiscono nel dimenticatoio di qualcuno che non le apprezza e se ne dimentica presto il possesso.
Diverso per motivazione ma identico per finale è il destino che queste figurine hanno nel tempo avuto, anche a causa della loro scarsa disponibilità e varietà dal mondo del collezionismo monotematico che è tanto più acchiappatutto, quanto più la serie si presenta a al pubblico con rarità di pezzi.
A livello di quotazione faccio questo ragionamento: un venditore ha due figurine di Barison (in maglia Roma), una della Pagliarini ed una della Desan e le ha messe in vendita allo stesso prezzo e a voi mancano tutte e due le figurine.
Avete i soldi per comperarne solamente una, quale scegliereste per voi e quale la3scereste al venditore?
Le Desan sono più rare delle Pagliarini ma io comprerei la Pagliarini semplicemente perché so già, statisticamente parlando che ho più possibilità che la prossima che troverò sarà una Pagliarini, e quindi opto per avere pezzi che abbiano profili di incremento migliori anche se sono meno rare delle altre (nella realtà col cavolo che gliene lascio una...)
Come valore, comunque, interpretando la rarità come quasi più una variante negativa, ritengo che il valore di queste figurine sia pari per tutte e tre le “firme”, sui 10 – 12 euro sia che si tratti di Althea, che di Pagliarini o di Desan, anche perché il venditore se ne ha due, anche se di diversa “firma” te le piazza affiancate allo stesso prezzo.