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PRODUZIONI DESAN

 

SERIE

FIGURINE FUSTELLATE FOTOGRAFICHE PICCOLE

CAMPIONATO 1966-67

PROGETTO - REALIZZAZIONE E STAMPA 
PERSICOSTAMPA - CREMONA

 

FIGURINE

PRESENTAZIONE

                                        IN MAZZOLA D 66 F          IN MAZZOLA D 66 R

 

1. PREMESSA

Il collezionista, si sa, è un cacciatore non sprovveduto e mai sazio, che, contrariamente ad un cacciatore, però, cerca cinghiali nel deserto e leoni al polo nord, perché ha sempre con se la propria attrezzatura (la memoria) e doti di resistenza quasi infinite.

Chi cerca trova e, siccome il collezionista deve “cercare” per trovare, lo trovi attivo 365 giorni all’anno ed è così che la mattina del primo gennaio il mio miglior amico mi dice di aver appena acquistato da un vicino di casa figurine di un certo rilievo e a poco prezzo!!!

Eh si siamo fatti così e se a leggermi è ora un collezionista sa bene quel che dico.

Cerca qui, cerca la, ad un certo punto ti capitano tra le meni delle cose che lì per li non capisci ma che comunque “catturi”, poi si vedrà!

E’ così che a suo tempo ho catturato qualche figurina fustellata di calciatori con, sul retro, scritto “DESAN”.

Un incontro felice che però nel tempo non si è praticamente ripetuto, evidentemente queste sono delle rarità disperse e finite in mani collezionistiche “appiccicose”, mani sulle quali le figurine si attaccano e non se ne distaccano più.

Complessivamente sono riuscito, tra quelle “catturate” ed in raccolta e quelle di cui ho solo l’immagine, proveniente da un amico fortunato, a censire solo sette figurine, 4 dell’Inter (Mazzola, Corso, Jair e Picchi), 2 del Napoli (Bianchi e Canè) 1 del Milan (Noletti).

Come un mago, da sette immagini e tanta nebbia ecco che cosa è spuntato.

 

2. IL PROGETTO NON ORIGINALE E CONDIVISO

Sappiamo di non sapere quale fosse il campo di produzione della Desan, sappiamo però che ha “marcato” con il proprio “titolo” delle figurine.

Queste figurine, appartenenti alla stagione sportiva 1966-67, sono state pubblicate anche da altre due ditte nello stesso lasso di tempo, più o meno, salvo un periodo di esaurimento scorte, da ottobre/novembre 1966 sino a circa agosto ’67.

Le ditte che, oltre alla Desan hanno utilizzato queste figurine per promuovere la vendita dei loro prodotti sono state la Althea-Cremifrutto di Parma e la Enrico Pagliarini spa dolciumi di Romano Lombardo.

La realizzazione di queste figurine si deve, invece ad una casa editrice di materiale cartaceo e di figurine, piuttosto nota ed attiva negli anni ’60 anche se con una storia societaria piuttosto travagliata e mutevole: la Persicostampa di Cremona.

In altra parte del sito, abbiamo la disponibilità di conoscere meglio questa produzione proprio perché questo tipo di figurine ebbe una certa distribuzione anche sotto il marchio originario “Persicostampa” ma in un periodo di tempo differito rispetto a quando, queste figurine recavano la firma Cremifrutto, Enrico Pagliarini o Desan.

Per capirci meglio facciamo un rapidissimo excursus all’interno di queste figurine.

L’idea, la progettazione e la realizzazione dei prototipi di questa tipologia di figurine nasce all’interno ditta cremonese con un progetto iniziale molto ambizioso che prevedeva la realizzazione di una intera serie di calciatori per tutte le squadre di serie “A”.

Il motore di tutto ciò è un motore di natura tecnica, difatti la Persicostampa riesce a creare un sistema di perforazione non continua (fustellatura) tale per cui una superficie sottoposta a contatto con pressione con la macchina (la fustellatrice) rende possibile separare ciò che è all’interno del perimetro di fustellatura dal ciò che è all’esterno.

Di per se la fustellatura è cosa arcinota, arci usata anche negli anni ’20, ma comporta la creazione di “lame dentellate per ciascuna delle forme che si vogliono “fustellare”.

Quindi i costi di realizzazione sono elevati ma se il metodo di fustellare è determinate per la funzionalità dell’oggetto stesso (pensiamo ad un biglietto del cinema che previa fustellatura si strapperà lungo una linea precisa anzichè strapparsi malamente a casaccio) e la fustella da impiegare è unica, come quella per fustellare un biglietto, allora i costi si abbassano tantissimo e comunque valgono il servizio che offrono.

Diverso è per un oggetto la cui funzionalità può essere massima anche senza fustellatura come, ad esempio una figurina: la Panini ha costruito un impero con le figurine senza mai realizzarne una fustellata (credo).

Abbiamo visto come, nel tempo, la fustellatura sia stata vissuta più come una nota di distinzione per prodotti di marca, piuttosto che per prodotti di largo consumo e popolari.

Erano fustellate le Pernigotti della serie “Navi” e della serie “Soldati coloniali”ma erano anche un prodotto dimensionalmente strutturato, con una stampa tra le più care e sofisticate (la Cromolitografia), erano fustellate anche le figurine della serie Elah “Animali feroci”, anche queste anteguerra e cromolitografiche ed erano fustellate tutte le serie della Althea grandi “Soldati”, “Costumi regionali” e “Calciatori” Grandi e Piccoli, così come tante altre figurine però appartenenti ad una certa “classe”.

Abbiamo visto, studiando le Cremifrutto come la Althea riuscì a ridurre i costi ruotando specularmente le fustelle facendo sì che fosse quasi impossibile accorgersi che con un “impianto” si potevano realizzare due “movimenti”, dimezzando le spese d’impianto.

Bastava non creare serie troppo numerose, distribuire bene i carichi a fustelle diverse e, soprattutto avere una grande quantità di realizzato commercializzato, per abbattere i costi e realizzare delle fustellate sempre più care e costose rispetto alla tradizionale figurina, ma a dei costi oggi diremo “sostenibili”.

Successe che la Persico riuscì a realizzare fustelle simili ma non uguali a basso costo e questo permetteva di realizzare delle serie fotografiche dei calciatori, anche corpose, di molte unità differenti, possibilità che le fustellature precedenti non avevano poiché andavano a fustellare dei disegni, calibrati alla fustella, cosa che era impossibile a fare su un soggetto reale da fotografare.

Il trucco era realizzare le immagini fotografiche con “pose” composte e statiche, mani ai fianchi, dietro la schiena, lungo i fianchi o conserte frontalmente, niente pose da genuflessi, da azione come ad esempio erano quelle del “Corriere dei Piccoli” disegnate anche loro e, comunque da ritaglio, non fustellate.

C’era poi una componente tecnica (certamente un brevetto) che abbatteva i costi per questa tipologia di realizzazioni.

Sta di fatto che la Persicostampa non riuscì a produrre la sua serie e decise di slittare questa produzione all’anno successivo e, pertanto, propose alla Althea, Pagliarini e Desan (e probabilmente anche ad altre ditte) la cessione a costi bassi delle figurine da realizzare a cura della stessa Persicostampa secondo una personalizzazione propria di ciascuna delle ditte acquirenti.

Risulta evidente che la Althea che aveva già una “clientela” non solo abituata da anni alla figurina fustellata, ma anche molto vasta in quanto la sua produzione di Cremifrutto era da capogiro, possa aver richiesto alla Persicostampa una copertura di almeno una ottantina di soggetti (il numero è basato sulla stessa dimensione delle raccolte Cremifrutto grandi e piccole degli anni precedenti), mentre la Pagliarini una varietà sportiva più semplice e ridotta (solo poche squadre di elite) e la Desan, di cui non abbiamo nessuna informazione, potrebbe aver avuto bisogno di una ridotta e scelta quantità di varietà sportiva , magari particolarmente rivolta a realtà sportive locali (ad esempio avesse avuto interesse commerciali in Campania, oltre a qualche campionissimo “targato” Milano o Torino, avrebbe, in questo caso, richiesto contenuti sportivi propri del napoletano o della Campania).

Quello che certamente la Desan decise per il contratto e la fornitura del materiale non lo sapremo mai, mentre sappiamo la forma di personalizzazione scelta e che certamente scelse di avere una rappresentanza sportiva limitata a grandi squadre e quindi a generici bacini di utenza, anche se la presenza su sette di due figurine del Napoli potrebbe essere un indicatore.

Ma bisogna trovare decisamente di più.

 

3. APETTI GRAFICO TIPOGRAFICI

La comune provenienza ha dato alle tre case che firmarono questa serie delle figurine praticamente sovrapponibili per dimensione ed immagine frontale, mentre per il retro entra il gioco il discorso della personalizzazione che, seppure molto simile nei tre casi osservati, presenta differenze se non fosse altro per le scritte pubblicitarie a tergo (quella che abbiamo chiamato la “firma del prodotto”.

Non si riscontrano differenze neppure per quanto riguarda i supporti cartonati, da cui si evince la comune fonte di approvvigionamento.

 

4. ASPETTI COLLEZIONISTICI

Sono figurine rare, che interessano a pochi perché sono perse nella notte dei tempi, anche se molti collezionisti “vegani”, quando le vedono se le prendono anche se “sono fatte di mortadella”, perché le ritengono rare e magari le trovano a pochi spicci.

E così queste figurine finiscono nel dimenticatoio di qualcuno che non le apprezza e se ne dimentica presto il possesso.

A livello di quotazione faccio questo ragionamento: un venditore ha due figurine di Barison (in maglia Roma), una della Pagliarini ed una della Desan e le ha messe in vendita allo stesso prezzo e a voi mancano tutte e due le figurine.

Avete i soldi per comperarne solamente una, quale scegliereste per voi e quale la3scereste al venditore?

Le Desan sono più rare delle Pagliarini ma io comprerei la Pagliarini semplicemente perché so già, statisticamente parlando che ho più possibilità che la prossima che troverò sarà una Pagliarini, e quindi opto per avere pezzi che abbiano profili di incremento migliori anche se sono meno rare delle altre (nella realtà col cavolo che gliene lascio una...)

Come valore, comunque, interpretando la rarità come quasi più una variante negativa, ritengo che il valore di queste figurine sia pari per tutte e tre le “firme”, sui 10 – 12 euro sia che si tratti di Althea, che di Pagliarini o di Desan, anche perché il venditore se ne ha due, anche se di diversa “firma” te le piazza affiancate allo stesso prezzo.

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